Hierophant.
1. Gerofante.
Le lacrime scendevano calde e inarrestabili lungo le guance ancora
troppo
giovani per soffrire così tanto. Certo, con la vita che
faceva, sapeva che i
dolori e le sofferenze erano il minimo, non poteva immaginare neanche
lontanamente cosa significasse la perdita di una persona cara, con la
quale
aveva condiviso gioie e dolore e si... l'aveva ammesso tante volte, ma
solo a
se stesso, i migliori anni della sua vita. Pochi anni a dire la
verità, ma ciò
che contava era la qualità, non la quantità, o
almeno questo era quello che gli
era sempre stato insegnato. Shikamaru Nara continuò ad
agitarsi nel suo letto,
in preda all'angoscia ed ad un forte malessere, non fisico. Le ferite
riportate
contro i due dell'Akatsuki erano state piuttosto lievi, almeno per lui.
Il
dolore che lo divorava era psicologico. Si era sentito impotente e
tutte le sue
certezze si erano infrante. Credeva di poter sempre ribaltare la
situazione, in
un modo o nell'altro, e la maggior parte delle volte c'era pure
riuscito.
Eppure, quell' unica volta che le cose non erano andate come previsto,
il suo
maestro aveva perso la vita.
Asuma Sarutobi si era spento davanti ai suoi occhi, senza che si
potesse fare
nulla per salvarlo. Solo osservare il fumo della sua ultima sigaretta
salire al
cielo, come se fosse la sua anima finalmente libera dal dolore.
"..."
Non riusciva a pensare a nulla. Chiuse gli occhi, cercando di
dimenticare. Lui
di solito era forte, ma almeno in privato, poteva lasciarsi andare, no?
Voleva che tutto tornasse come prima o almeno dimenticare.
Dimenticare di aver assistito alla morte d’Asuma. Dimenticare
di aver
annunciato la sua morte alla maestra Kurenai. Dimenticare di non
essersi
presentato al funerale. La sua mente non aveva voglia di rituffarsi
nella
sofferenza di quella perdita. Aveva già assistito alla morte
d’Asuma, il suo
cuore non avrebbe retto alla vista di altre lacrime versate per l'uomo
che non
era riuscito a salvare. Tante... troppe cose l'avevano portato a
passare la
giornata a fumare osservando le nuvole, visualizzando in esse i tratti
dell'amato maestro.
Visualizzò ancora quell'azzurro, cercando di perdersi in
quell'infinito di pace
e armonia, cercando di non pensare ad altro. Pian piano, i suoi sforzi
furono
premiati da Morfeo, che lo accolse fra le sue braccia, accompagnandolo
però in
un sonno tormentato, ricco di ricordi sgradevoli e sensazioni orribili.
Buio. Non il dolce velo notturno che accompagna il sonno, ma
un manto
nero d'angoscia, carico di tensione e paura. Shikamaru si trovava
là, immerso
nel nero più nero, senza vedere nulla, nemmeno se stesso. Il
corpo sembrava non
rispondere ai suoi comandi, ma lui c'era. E aspettava, con crescente
ansia,
qualcosa che doveva arrivare. Non sapeva cosa, ma sentiva dentro le
viscere che
qualcosa era in avvicinamento. Voci riempirono la sua testa. Prima
bisbigli,
poi parole, infine urla. E dal nulla si accese una piccola
fiammella.
Prima ancora di accorgersi dove la fiammella stava sospesa, Shikamaru
intravide
delle spirali di fumo, sinuose e leggere, che salivano verso l'alto. Le
parole
si fecero più chiare " Non sei tagliato per la parte del
pedone sacrificabile."
Le aveva pronunciate proprio lui ad Asuma, quando il maestro aveva
deciso di
decapitare l'immortale. Asuma gli aveva risposto semplicemente "Ma che
dici? Con te al mio fianco non farò quella fine.”.
probabilmente non
immaginava, che proprio quelle parole avrebbero acceso il senso di
colpa
nell'animo del suo allievo.
La flebile luce cominciò a rischiarare un volto noto.
-Asuma sensei...- prima che potesse aggiungere altro, però,
Shikamaru udì altre
parole, che gli fecero ribollire il sangue nelle vene -Ormai
sei stato
maledetto. E ora avrà inizio la cerimonia.-
Digrignò i denti. Odiava quella voce. Era sempre presente
nella sua testa, come
il ronzio di un calabrone, insopportabile e soprattutto dannoso. Asuma
prese
dalla tasca qualcosa, che a Shikamaru parve una carta. Non una normale
carta da
gioco, quanto piuttosto una delle carte usate da TenTen per leggere il
futuro.
Era verde, con venature rosse, sembrava quasi una foglia, macchiata di
sangue
scarlatto. Asuma la girò, presentando al suo allievo la
faccia figurata.
Il disegno era semplice: incorniciato da una linea nera, con due
didascalie,
una in alto più piccola, con scritto sopra il numero 5,
l'altra, in basso,
riportava la scritta "The Hierophant". Vi era raffigurato un uomo in
uno sfarzoso abito monacale, che reggeva un bastone, accanto a lui
altre due
figure umane.
Cosa significava? Hierophant. Ierofante o Gerofante. Sapeva cosa era,
l'aveva
letto da qualche parte. Solo, non riusciva a comprendere cosa
c'entrasse con
Asuma, con Hidan, con se stesso... la sua mente precipitava nell'oblio
onirico.
Il sogno finì, senza che potesse trovare una soluzione
all'enigma.
Fine capitolo 1
Come ho già annunciato nell'introduzione, questa fic era destinata al contest di Sky Eventide sui tarocchi.
Questo è il link: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=4642&f=4642&idd=7892306
Il tarocco che ho scelto, è il Papa, o il Gerofante. Se ci fatte caso, in parecchie delle mie ultime fic ce lo trovate in mezzo (o meglio ci trovate in mezzo i tarocchi in generale). Beh, diciamo che ci sono parecchio affezionata, dato che sono lettrice di Jojo e uno dei miei personaggi preferiti è Noriaki Kakyoin, legato appunto alla carta del Gerofante (chi l'ha letto, sa, chi no, ve lo consiglio).
Comunque ho scelto diversi aspetti di questa carta e ho raccontato la vicenda della sconfitta di Hidan in seguito alla morte di Asuma riflettendo su di essi. Effettivamente potevo approfondire su Hidan, ma ormai è fatta. Nella fic ci sarà pure il suo momento.
Mi sono basata su questi significati della carta: religione (Hidan), riflessione e padronanza di sè (Shikamaru) e affinità spirituale (Shikamaru, Asuma e Hidan)
Bene. Vi lascio. Recensite numerosi ^^