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Autore: Emma Fantasy Wilkerson    21/01/2016    1 recensioni
Il mondo è intatto. L'Eruzione non esiste.
Quando riescono a scappare dalla C.A.T.T.I.V.O, Thomas torna a Beacon Hills dove scopre di chiamarsi Stiles, che suo padre è un poliziotto e sua madre è morta.
Pian piano anche i ricordi tornano a galla e tutto sembra tornare com'era prima della C.A.T.T.I.V.O. ... beh, fatta eccezione per tutto il sovrannaturale che quella città sembra attirare.
La vita di Thomas è completamente incasinata. Pensa che non potrebbe andare peggio di così, ma si sbaglia.
E l'unica cosa che può aiutarlo ad attraversare quei momenti di difficoltà, è il ricordo di un ragazzo dai capelli biondi e della sua promessa.
Ambientato durante la 3B.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gally, Minho, Newt, Newt/Thomas, Teresa, Thomas
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La quiete prima della tempesta
 
Stiles’ POV
 
Uno degli incubi ricorrenti di Stiles era quello del Nemeton, un grande albero di cui rimaneva soltanto il tronco, con un potere inimmaginabile. Settimane prima, il branco si era ritrovato ad affrontare un druido maligno, il Darach, che voleva restaurarne il potere per mezzo di sacrifici umani ed usarlo per i propri scopi. Per fare questo aveva scelto tre persone per ogni categoria: prima i vergini, poi i guerrieri, i curatori, i filosofi, ed infine i guardiani. Quest’ultima comprendeva Melissa, la madre di Scott, il padre di Stiles e Chris Argent, il padre di Allison. I tre ragazzi erano stati costretti a ricorrere a misure drastiche per salvarli. Grazie ad un metodo di Deaton, erano morti per ben sedici ore per scoprire la posizione del Nemeton, dove il Darach nascondeva le sue vittime, e poi tornati in vita. Questo aveva innescato l’oscurità ed aperto una porta nelle loro menti che doveva essere chiusa il più velocemente possibile. Scott ed Allison ci erano riusciti... Stiles non aveva idea di come farlo.
Eppure quella notte non venne disturbato da nessun tipo di sogno, forse perché gli avvenimenti della sera prima erano riusciti ad alleggerire il peso che lo opprimeva, oppure perché Newt aveva dormito beatamente accanto a lui, le gambe intrecciate alle sue e un braccio a cingergli la vita, mentre la testa era appoggiata sul suo petto. Il biondo era troppo stanco per tornare a casa e dover subire la ramanzina degli altri, perciò era rimasto, e i due avevano parlato e parlato finché non si erano addormentati l’uno nelle braccia dell’altro.
Stiles si era svegliato per primo, assicurandosi di spegnere la sveglia in modo da poter svegliare poi Newt con calma. Si prese il suo tempo a fissare quel viso da angelo, così tranquillo, così sereno, le labbra leggermente curvate all’insù probabilmente a causa di un bel sogno. Il bruno non ricordava quando fosse l’ultima volta che l’aveva visto così.
Si azzardò ad allungare la mano per accarezzare i capelli biondi dell’altro, facendo scorrere poi il pollice sulla sua guancia e sulle cicatrici, così delicatamente che probabilmente Newt non lo sentì nemmeno. Sorrise fra sé e sé mentre, dopo aver controllato l’ora, si sporse a posare un leggero bacio sulla sua fronte.
Il lieve russare del ragazzo si interruppe, allora, e lui cominciò a muoversi, la presa sulla vita su Stiles si strinse un poco. –Che ore sono?- mormorò con la voce impastata dal sonno, attutita ulteriormente dalla maglia del bruno. Nonostante questo però, i suoi occhi rimasero chiusi.
-L’ora di andare a scuola- gli rispose Stiles, non riuscendo a nascondere un sorriso. L’ultima cosa che voleva era sciogliere quel caldo abbraccio e dover sopportare un’altra lezione del coach e di chimica... ma era anche vero che non potevano stare lì tutto il giorno, tralasciando il fatto che suo padre lo avrebbe ammazzato se avesse provato a saltare scuola. Newt, poi, doveva tornare dagli altri.
-Ancora cinque minuti...- mugolò ancora quest’ultimo.
Con tutta la forza di volontà che riuscì a trovare, Stiles si mosse, togliendosi delicatamente il ragazzo di dosso, per poi alzarsi dal letto. Già gli mancava il contatto con l’altro, ma si costrinse a raggiungere l’armadio per prendere dei vestiti.
Sentì sbuffare dietro di sé, perciò immaginò che Newt si fosse finalmente arreso. –Dove stai andando?-
-Doccia. Potrai farla anche tu se vuoi, dopo.- si voltò verso di lui con un sorriso. Gli lanciò un paio di indumenti nuovi in modo che potesse cambiarsi; probabilmente gli sarebbero stati un po’ larghi, ma meglio di nulla. Dopodiché uscì dalla stanza e si diresse in bagno. Lungo la strada andò quasi a sbattere contro suo padre: -Buongiorno!- esclamò. L’uomo lo guardò torvo, un po’ spiazzato dal fatto che fosse già sveglio e soprattutto di buon umore.
-Tutto bene?- gli chiese infatti. –Non hai avuto incubi stanotte...-
-Mai stato meglio. Stai andando al lavoro?-
Lo sceriffo socchiuse gli occhi, guardandolo dalla testa ai piedi come se cercasse qualche anomalia, ma poi scrollò le spalle. –Chiamami se hai bisogno.-
-Certo papà.-
E quando finalmente se ne fu andato, Stiles si infilò in bagno ed accese l’acqua della doccia. Fissò il suo riflesso nello specchio per qualche breve secondo, osservando le occhiaie che cominciavano a formarsi sotto i suoi occhi, prima di svestirsi completamente e fiondarsi sotto il getto caldo dell’acqua per non prendere freddo. Chiuse gli occhi mentre questa gli scorreva sulla pelle, allontanando la stanchezza.
Dopo un quarto d’ora buono uscì e si rivestì, tornando in camera. Vi trovò Newt che osservava i vari oggetti appoggiati sui mobili e sulla scrivania, i capelli ancora scompigliati.
-Ehi- il biondo fece un salto nel sentire la sua voce, voltandosi a guardarlo con un’espressione di rimprovero. –Scusa.-
Newt sbuffò e gli passò accanto per andare a farsi la doccia. Nel mentre, Stiles mise i propri libri nello zaino e rifece il letto, su cui poi si sedette ad aspettare, mentre controllava i messaggi sul cellulare. Ne aveva parecchi da un numero sconosciuto, probabilmente quello di Teresa, che chiedevano sostanzialmente la stessa cosa: “Newt è scomparso! È lì da te? Giuro che lo ammazzo!”. La assicurò che il ragazzo era sano e salvo e che non c’era assolutamente bisogno di ricorrere a misure così drastiche. Anche perché avrebbero dovuto passare sul suo cadavere, se davvero volevano ucciderlo.
In quel momento rientrò Newt: i vestiti gli stavano po’ larghi, e non erano esattamente il suo stile, i capelli ancora bagnati erano ancora più in disordine di prima ma... Stiles lo trovò comunque bellissimo.
Era giusto pensare cose del genere, no? Dopotutto aveva ammesso di amarlo.
-Chiudi la bocca prima che ti entrino delle mosche, Tommy.- il sorrisetto di scherno sul volto dell’altro lo riportò alla realtà, e si accorse di star fissando. Così si affrettò ad alzarsi e prendere a braccetto Newt per condurlo fuori casa: -Siamo in ritardo, dobbiamo passare anche a casa tua.- fu la sua scusa.
Non notò però l’espressione soddisfatta di Newt.
* * *
Stiles parcheggiò la jeep davanti a scuola. Sarebbe stata una mattina come le altre, se non fosse che un certo biondo era seduto sul sedile del passeggero e per tutto il viaggio aveva continuato a lanciargli occhiate. Tante domande stavano affollando la mente del bruno. Domande come: “Che si fa, ora?” e “Quello che è successo ieri sera ha cambiato tutto o siamo ancora a un punto morto?”. Ma prima che potesse articolarne anche solo una, Newt parlò per lui: -Che succede ora?- e decisamente non si riferiva ai piani per la mattina, il pomeriggio, o qualsiasi cosa riguardante il branco. Oh, no.
Stiles spense il motore e si voltò a guardarlo, allungando la mano per prendere la sua. Un brivido si diffuse lungo tutto il suo corpo a quel contatto, eppure la sua pelle era così calda che quasi scottava.
Che cosa doveva dire? Quali erano le parole giuste?
Ai tempi della C.A.T.T.I.V.O. non c’erano stati problemi di questo genere. Si erano baciati una volta, per sbaglio, e il giorno dopo si erano ritrovati nello stesso punto ed era successo di nuovo, per caso. Era diventata una routine, finché col tempo non avevano cominciato a considerare ufficiale il fatto che stessero insieme, senza però dirlo a nessun altro.
Ora era tutto diverso, era cambiata ogni cosa. Quei due anni li avevano divisi, Stiles aveva cominciato una nuova vita, Newt aveva percorso un’altra via... ed era come se non si conoscessero più. Come se tutte le loro certezze fossero d’un tratto svanite.
-Cioè... significa che stiamo insieme?- chiese di nuovo il biondo, non avendo ottenuto risposta. Si stava mordendo il labbro, il che significava che non era del tutto sicuro dell’esito di quella conversazione.
Ma d’altro canto nemmeno Stiles lo era. Voleva con tutto il suo cuore poter dire di sì, poter urlare al mondo che Newt era il suo ragazzo e così era sempre stato... ma un angolo recesso della sua mente gli suggeriva di non correre troppo, perché se avesse accettato avrebbe sottoposto il ragazzo a nuovi pericoli, e questo avrebbe significato rischiare ancora la sua vita.
-Tu che ne pensi?- gli chiese allora, a voce talmente bassa che quasi fece fatica a sentirsi da solo. Ovviamente la risposta di Newt fu uno sguardo da: “Ma che domande fai?!”
-Allora...- Stiles sospirò, perché per una volta voleva essere un po’ egoista e prendersi la cosa che più amava al mondo. –Allora proviamoci.-
Le labbra del biondo si arcuarono in un ampio sorriso mentre si avvicinava per posarle, delicatamente, sulle sue. Fu un bacio veloce, ma fu abbastanza per scaldare il cuore di Stiles, il quale non riuscì a non ricambiare il sorriso.
Dopodiché scesero entrambi dalla jeep ed entrarono a scuola: i corridoi erano come al solito gremiti di studenti, dalle matricole ai senior, che chiacchieravano a voce fin troppo alta. Gli armadietti di Scott e Stiles era vicino alla porta di entrata, quindi non dovette fare troppa strada per raggiungerlo, e il suo migliore amico era già lì ad aspettarlo insieme agli altri.
Allison stava discutendo di qualcosa con Lydia, Isaac sembrava ascoltare solo ciò che usciva dalla bocca della mora, e Scott pareva fosse sul punto di scoppiare a ridere ma si stesse trattenendo per correttezza nei confronti delle due.
I due ragazzi si avvicinarono, senza nemmeno accorgersi di essere ancora mano nella mano.
-Buongiorno, facce di caspio.- li salutò Stiles. Era bello poter usare di nuovo il gergo dei Radurai, che aveva dovuto mettere da parte perché nessuno era in grado di capirlo. –Di che parlate?-
-Buongiorno a te, faccia di...qualcosa- rispose la ragazza dai capelli biondo fragola, lanciandogli un’occhiata di sottecchi. –Dopo la storia di Malia pensavamo di prenderci una piccola pausa e uscire, andare divertirci, stavamo discutendo su cosa fare. Io avevo proposto una festa, ma Allison dice che così traumatizzerei i tuoi amici.-
Newt sbuffò una risata a quelle parole: -Oh, non preoccuparti. Minho è un festaiolo, per quanto riguarda noi altri invece ci siamo dovuti adattare alle sue esigenze.-
Lydia scoccò un occhiata, insieme a un sorrisetto di vittoria, alla mora, la quale cominciò subito a contestare. –Comunque non penso sia un buon modo per conoscerci. A una festa finisce che ci si ubriaca e ci si disperde.-
-Mh, su questo non posso darti torto.-
-Potremmo sempre vederci a casa mia e parlare un po’- propose Scott.
-Dimentichi che c’è tuo padre in giro, certe cose è meglio che non le sappia.- ribatté Isaac. Qualcosa cliccò nella mente di Stiles. Stavano facendo piani per il pomeriggio, e lui era coinvolto, i Radurai erano coinvolti, Newt era coinvolto. Per una volta, passare un po’ di tempo con il branco gli parve una pessima idea: -Fate quello che volete, io non potrò esserci.-
-Perché?- chiesero Newt e Lydia all’unisono.
Stiles si voltò a guardare il ragazzo con un mezzo sorriso, pungolandogli il fianco con un braccio. –Perché sarò con te, da qualche altra parte. Comprendi?-
Il biondo sbatté le palpebre un paio di volte, come se non avesse capito dove il bruno volesse andare a parare. Non che avessero molta esperienza in quel campo, e come tentativo di invitare il ragazzo ad un appuntamento, Stiles stava facendo un pessimo lavoro. –E poi,- continuò. –Devo tenerti alla larga dalla furia di Teresa. Oh, parli del diavolo...-
-NEWTON!- un urlò sovrastò il vociare degli altri studenti. La ragazza stava attraversando a grandi falcate il corridoio con un’espressione severa dipinta sul viso, Gally e Minho la seguivano a ruota con le braccia incrociate al petto. Facevano paura, sembravano bulli in piena regola, ma Stiles sapeva che in fondo erano dolci come lo zucchero... più o meno. Erano solamente arrabbiati.
-Cacchio...- sussurrò il malcapitato a denti stretti, pregando con lo sguardo il bruno affinché facesse qualcosa.
Non appena i Radurai raggiunsero il gruppo, Teresa strinse il ragazzo in un abbraccio talmente forte che Stiles temette potesse schiacciarlo come una noce. –Dove diavolo eri?! Ci hai fatto preoccupare, razza di Pive!-
-Lo so... scusatemi...- riuscì a dire lui, sforzandosi di respirare. –T, mi stai strozzando...-
Lei lo lasciò immediatamente, borbottando qualche scusa. Gli altri due si limitarono a dargli qualche pugno, non troppo forte, sulla spalla. Newt sembrava sollevato di non essere stato ammazzato.
-Che ci facevi a casa di Thomas, comunque?- chiese Gally non appena si furono calmati e fu tornato l’ordine. Tutti si voltarono quindi a guardare Stiles, anche i membri del branco sembravano interessati ora, soprattutto Scott. Era un sorrisetto quello che vedeva sulla sua cacchio di faccia? –Sì, Stiles. Che ci faceva Newt a casa tua? Non sarà mica rimasto a dormire...-
-Sì che è rimasto a dormire.- rispose Minho, con una risata di scherno.
A questo punto entrambi erano più rossi di un semaforo e il biondo apriva e chiudeva la bocca come se stesse cercando di ribattere, ma non riuscisse a trovare le parole per farlo, troppo in imbarazzo.
Con sorpresa di Stiles, fu Teresa a rompere la tensione. –Voi due avete parlato.- non era una domanda, e si chiese come facesse a saperlo. Possibile che Newt le avesse raccontato tutto? Lei gli lanciò infatti un’occhiata significativa, e il biondo dovette scrollare le spalle.
-E?-
I due si guardarono per un momento, incerti sul da farsi. Dirlo o nascondere tutto fino al momento opportuno? Certo, Stiles sapeva che nessuno dei suoi amici era omofobo, e che non avrebbero avuto nessun problema, ma come al solito doveva dubitarne.
Alla fine, però, si decise che non sarebbe stato così male. E una relazione segreta non funzionava quasi mai. –E... – cominciò, alzando un angolo della bocca. -Gli ho praticamente detto che lo amo.-
Il silenzio seguì quelle parole.
Newt spostò il peso da un piede all’altro, fissando insistentemente il pavimento, in evidente disagio.
Poi Minho alzò le braccia al cielo e urlò: -Finalmente! Non ne potevo più, era ora!-
Teresa sorrise compiaciuta ed arruffò i capelli del biondo, Gally alzò gli occhi al cielo. Scott rise ed annuì con approvazione, mentre Isaac guardava Stiles con le sopracciglia alzate.
-E io che pensavo avessi una cotta storica per Lydia...- mormorò Allison, sinceramente sorpresa. La diretta interessata sbuffò, spostandosi i capelli dal viso con un veloce gesto della mano. –Onestamente io ho sempre sospettato fosse una sorta di copertura.-  
-Ha funzionato però...- Stiles fu il solo a sentire i borbottii di Newt, perché era a qualche passo da lui, e per un attimo il suo sorriso si incrinò. La campanella suonò proprio in quel momento; i ragazzi cominciarono a disperdersi, ad eccezione dei Radurai, in particolare Teresa che stava ancora guardando storto il biondo.
-Oggi- gli disse. –Io e te. Non è ancora finita, Pive.-
Stiles quasi si lasciò scappare un lamento. Doveva assolutamente fare qualcosa prima che la ragazza facesse Newt a fette. –Come ho già detto agli altri. Newt oggi è impegnato, con me. Dovrai rimandare a stasera.-
Gli occhi di lei si ridussero a due fessure e osservarono il bruno dall’alto al basso, come se non volesse cedere così facilmente. Dovette intervenire Gally, visto che lei non si decideva a rispondere: -E stasera sia. Non vogliamo negare un po’ di divertimento ai due piccioncini, non è così?-
Stiles alzò entrambi i pollici in risposta, guadagnandosi un occhiolino da parte di Minho. –Usate le protezioni, mi raccomando!-
-Oh, taci, Min!-
I tre ragazzi se ne andarono ridendo, con un cenno di saluto della mano. Con la coda dell’occhio, il bruno vide che Newt era completamente rosso per l’imbarazzo e fissava i propri piedi come se fossero la cosa più interessante del mondo, così si avvicinò a lui e gli mise un braccio sulle spalle, rivolgendogli poi un sorriso di rassicurazione. Camminarono insieme fino all’aula di Economia, e Stiles sperò che quella giornata si affrettasse e passare.
* * *
-Parti, parti! Metti in moto!- Newt balzò nella jeep urlando e sbattendosi la portiera alle spalle, cosa che fece sobbalzare a gemere Stiles. La sua macchina era una delle cose più care che aveva ed era già un catorcio di suo... se poi la trattavano così, non sarebbe durata molto. Nonostante questo accese il motore, e nell’istante in cui posò lo sguardo sulla strada,vide due ragazzi piuttosto robusti uscire di corsa dalla scuola e dirigersi verso di loro.
Si affrettò a fare retromarcia e uscire dal parcheggio prima che potessero raggiungerli.
E gli parve di sentire le loro urla anche quando ebbe svoltato l’angolo, alla fine della via.
-Che cacchio hai fatto?- chiese, quasi gridando, a Newt, il quale aveva il fiatone ma un sorriso divertito stampato sul viso.
Il biondo gli mostrò due semplici barrette di cioccolato, tenendole strette come se fossero oro. Stiles non riuscì a non alzare un sopracciglio e ridere: -Hai rubato del cioccolato?-
-Ammira le mie capacità di ladro!-
-Hai rubato del cioccolato, Newt!- suo malgrado, nonostante cercasse di fermarsi perché stava guidando, continuò a ridere sempre più forte. –E ti sei anche fatto beccare.-
-Solo perché non mi sono impegnato- ribatté lui con uno sbuffo. –Quando vivi sulla strada devi impararle queste cose. E comunque se proprio non lo vuoi, me lo posso mangiare tranquillamente tutto io.-
-No!- Stiles prese una barretta dalle mani di Newt e la scartò stando attento a non andare fuori strada. Con la coda dell’occhio vide Newt ridacchiare e mordere un pezzo della sua.
Poi aggrottò la fronte, realizzando solo in quel momento ciò che gli aveva detto: -Rubavate?-
La cosa che lo sconcertò di più fu la tranquillità nello sguardo dell’altro, e la semplicità con cui scrollò le spalle. –Solo quando ce n’era veramente bisogno. Quando ti muovi continuamente, non hai il tempo di cercare un lavoro e guadagnare qualche soldo, perciò devi per forza ricorrere a modi poco consigliabili. Certo, non abbiamo derubato delle cacchio di banche o cose del genere, solo gente che passava per strada. E a volte abbiamo chiesto l’elemosina usando la scusa dell’intervento alla gamba.- spiegò con calma, per niente intimorito da quello che avrebbe potuto pensare Stiles, il quale, d’altro canto, capiva perfettamente. La C.A.T.T.I.V.O. aveva, fra le altre cose, insegnato loro a pensare solo a sé stessi e, eventualmente, ai propri amici. Non ad essere altruisti. Non l’educazione. Solo a sopravvivere. –E comunque ci siamo sentiti un po’ in colpa. Non stiamo parlando di Spaccati, di gente completamente Andata a cui non sarebbe più servito, di gente senza più speranza... quelle persone a cui abbiamo rubato i portafogli avevano delle famiglie a cui badare, del figli magari, delle tasse da pagare, la spesa da fare. Non dev’essere bello vedersi portare via lo stipendio.-
-Già beh...- rispose il bruno. –Non farne mai parola con mio padre, eh?-
-Non era mia intenzione.-
Si scambiarono un mezzo sorriso. La vita continuava, eppure c’erano quelle piccolezze da cui si capiva che non sarebbe mai più stato lo stesso: il loro modo di pensare, il loro modo di agire, il fatto che non riuscivano a fidarsi di nessuno se non di sé stessi. E nessuno che non avesse sperimentato sulla propria pelle ciò che avevano passato loro, avrebbe potuto comprendere. Solo il fatto di essere con Newt e ridere e scherzare, proprio lì, in quel momento, era molto più di ciò che Stiles avesse desiderato.
-Dove stiamo andando comunque?- chiese ancora il biondo, interessandosi per la prima volta alla strada.
-C’è un cinema, qui vicino. Pensavo che potremmo vedere The Revenant, mi hanno detto che è carino.-
-Non me ne intendo di film, mi fido di te.-
Come se fosse il film quello che mi interessa, pensò il bruno con un sorrisetto. Certo, non aveva proprio bisogno di un posto buio per poter baciare Newt, tenergli la mano, guardarlo di nascosto, e il cinema era il luogo più cliché nella storia degli appuntamenti. Ma quello non era un vero e proprio appuntamento... più una semplice uscita.
Parcheggiò di fronte alla struttura e i due scesero dalla macchina, per poi entrare e prendere i biglietti. Comprarono anche dei popcorn da dividere, anche se Stiles dubitava sarebbero durati molto. Era sempre così, in fondo.
Una volta nella sala, si sedettero ai loro posti ad attendere che il film iniziasse.
Non era un granché. Il ragazzo perse interesse dopo mezz’ora, e la sua attenzione si spostò verso Newt, accanto a lui: osservò il profilo del suo viso, le sopracciglia aggrottate in un modo dannatamente tenero, il gesto che compieva ogni tanto di leccarsi le labbra...
Come si poteva non innamorarsi di una persona del genere?
-Mi distrai, Tommy- il biondo sussurrò, un sorriso divertito gli incurvava ora le labbra. Si voltò a guardare Stiles, con quei suoi occhi già così profondi che al buio sembravano dei pozzi neri. Lui non riuscì a resistere e si sporse a sforare le labbra con le sue, brevemente, per poi appoggiare la testa sulla sua spalla e prendergli la mano. Le loro dita si incastrarono alla perfezione.
Forse a un certo punto si addormentò, cullato dal calore di quella vicinanza, o forse aveva chiuso gli occhi solo per qualche minuto. Al film, però, non prestò più alcun interesse.
E quando si accorse che era finito e le luci si erano riaccese, dovette ricorrere a tutta la sua forza di volontà per separarsi da Newt e alzarsi dal posto, per poter uscire e riportare il ragazzo a casa.
-La prossima volta il film lo scelgo io- fece Newt una volta sulla jeep.
Durante il viaggio parlarono delle pellicole più conosciute, di quelle che avrebbero potuto vedere insieme una volta che le acque si fossero calmate. Stiles riuscì a convincerlo a fare la maratona di Star Wars con lui, visto che Scott proprio non ne voleva sapere. E in men che non si dica, si ritrovarono davanti alla modesta abitazione dei Radurai: le luci al piano di sopra e quelle della cucina erano accese, segno che probabilmente erano tutti dentro.
-Immagino di non poter più ritardare l’inevitabile...- mormorò, spegnendo il motore e voltandosi verso Newt. –Mi chiamerai appena ti avranno lasciato in pace?-
Lui si torturò le mani lanciando uno sguardo preoccupato alla casa, per poi sospirare e scuotere la testa. –Certo che ti chiamo.- rispose, prima di accennare un sorriso. –Grazie comunque, Tommy. È stato divertente.-
Gli diede un bacio sulla guancia e aprì la portiera per scendere, quando Stiles lo fermò di nuovo, prendendogli la mano: -Mi porterai altra cioccolata domani?-
Una risata fece capolino dalla bocca del biondo, il quale annuì e allungò una mano a scompigliare –ulteriormente- i capelli dell’altro. –Quando vuoi, Tommy. Sarà il nostro piccolo segreto-
Poi, con un ultimo sorriso, si liberò dalla presa di Stiles e si allontanò verso l’abitazione. Lui lo guardò entrare, aspettando ancora qualche secondo prima di uscire dal vialetto e imboccare la strada verso casa, ripensando alle ultime due giornate passate insieme al biondo.
Forse, pensò, la sua presenza avrebbe potuto aiutarlo a chiudere quella dannata porta.
Forse, la minaccia sarebbe stata sventata e tutto sarebbe tornato alla normalità, lasciandolo respirare.
Non immaginava che il pericolo era, invece, proprio dietro l’angolo.     
 
 
Angolo autrice: Ce l'ho fatta!! Non immaginate quanta fatica ho fatto per scrivere questo capitolo, mi ci sono voluti giorni! Dovevo aggiornare già sabato scorso, ma l'ispirazione è andata a farsi friggere e non riuscivo a mettere giù nemmeno una riga. Poi sono dovuta andare a fare formazione per lo stage lavorativo per tre giorni, alla fine dei quali ero completamente esausta. Scusatemi davvero se vi ho fatto attendere e se il capitolo non è uno dei migliori, volevo aggiungerne uno di stacco/? prima di continuare con la storia. 
Fatemi sapere che ne pensate, è sempre bello leggere le vostre opinioni e i vostri pensieri ^^ 

 
 
   
 
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