"Era la luna a rendere bianca la sua pelle. Sì, era colpa dei suoi raggi, se quell'essere sembrava pallido come una creatura mitologica dell'orrore.
Ichigo fu attraversata da un fremito nell'istante in cui lui si mosse — placido, indisturbato.
Ne seguì i gesti come a rallentatore, preda di un'angoscia senza scampo, rabbrividendo d'orrore non appena notò le sue orecchie a punta.
"L'uomo" afferrò un vestito adagiato sul letto, uno dei suoi, e con impeto vi affondò il viso.
Ichigo fu investita da una catena di brividi, vedendolo inspirarne morbosamente l'odore. L'essere assaporò un'intensa boccata di profumo dal tessuto che stringeva tra le dita diafane, poi ritrasse il capo, socchiudendo lentamente gli occhi, in estasi. Il suo volto si immobilizzò in corrispondenza del cono di luce proiettato nella stanza, e allora Ichigo poté metterlo a fuoco [...]"