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Autore: Alyeska707    22/01/2016    3 recensioni
Duncan vedeva ogni regola come un filo, e i fili o si spezzano o si rompono.
Ma alla fine tra loro due non c’era poi tanta differenza: nessuno avrebbe mai permesso di appartenere a qualcuno.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Addicted to blue hair and blue eyes
Chapter 4:
Weakness



Gwen appoggiò il capo contro il vetro del finestrino. Adesso che non aveva più alcuna certezza, nessuna sicurezza, come avrebbe fatto? Come sarebbe riuscita a fidarsi, se le poche persone con cui si era confidata l’avevano tradita? Si sentiva sospesa in aria, in equilibrio precario su un filo teso e sottile; un passo falso e la voragine che la sottostava non si sarebbe scostata per evitarle la caduta.
Si stropicciò gli occhi sperando di riuscire a rimuovere completamente il trucco scuro che le oscurava le palpebre. In quel momento doveva proprio sembrare folle, pensò. Coi capelli spettinati, il trucco colato e gli occhi rossi. Avvertiva la sua debolezza, quella che mai sarebbe riuscita ad ignorare. Il timore, quella barriera invisibile che la separava dall’essere ciò che voleva. E poi quel peso, quello di vera e incolmabile insoddisfazione, quel non essere mai abbastanza per se stessa e per gli altri. Sentiva di essere tutto ciò che non avrebbe mai voluto. Si sentiva al contempo disgustata dai suoi sentimenti, da quelle emozioni tra loro sconnesse che la urtavano.
E non pensava, e forse era meglio così.
Duncan intanto teneva le mani salde sul volante, curvando con dimestichezza, quasi non gli importasse di nulla. Lo sguardo acuto e sveglio, nonostante l’ora tarda, le labbra lievemente contratte, gli occhi fissi sulla strada. E magari avrebbe anche voluto riempirlo, quel vuoto desolato… ma come? Non era tagliato per quel genere di cose e non voleva fare pratica per cercare di migliorarsi.
Al contrario di Gwen, totale insoddisfazione personale nascosta dietro una spessa corazza di orgoglio e impassibilità, Duncan era esattamente ciò che desiderava essere: una persona scaltra, schietta, poco raccomandabile. Uno a cui piace correre il rischio, uno che non si fa scrupoli alla vista del pericolo. Uno consapevole del fatto che la vita è una, e che se non la si vive a pieno una volta, non lo si potrà fare in una seconda occasione.  A Duncan non importava che la gente lo vedesse giusto o sbagliato, bastardo o attraente, lui sapeva chi era e non gli piaceva smentirlo.
 
La macchina si fermò d’improvviso, i fari si spensero. D’un tratto tutt’intorno a loro non c’era che il più pesto e totale buio, in quella notte priva di stelle. Quando Gwen constatò che lo scenario che le si presentava fuori dal finestrino non cambiava, scattò.
«Perché ci siamo fermati?»
Duncan si lasciò cadere indietro, sullo schienale. Chiuse gli occhi, imponendosi di apparire il più possibile calmo. «La macchina non parte.»
«C-Cosa?» chiese Gwen, ora a voce più alta, più agitata. «Fai qualcosa!»
«Tipo?» Duncan riaprì gli occhi e si girò appena verso di lei, in modo che i loro occhi si incrociassero, in modo da leggere nei suoi.
«Tipo qualsiasi cosa!» sbottò, accompagnando l’esclamazione da un teatrale gesto delle braccia.
Duncan sbuffò. «Va tutto bene Duncan, tutto okay, calma, sei figo» mormorò a bassa voce, a se stesso.
«Okay, va bene» fece Gwen, respirando a fondo. Si scostò un ciuffo di capelli dalla guancia, poi continuò a parlare. «Cosa facciamo?»
«Chiamo qualcuno» disse il punk. Prese il telefono dalla tasca dei jeans e digitò un numero. Lo avvicinò all’orecchio e nel frattempo uscì dalla vettura. Fuori l’aria era fresca e una folata piacevole di vento fece rabbrividire il ragazzo.
Gwen restò in macchina pensando a come era finita in quella situazione. E perché, soprattutto. Non avrebbe potuto tornarsene in hotel? Avrebbe potuto fermarsi al piano terra, al bar. Avrebbe potuto bere qualcosa di forte, per poi collassare appena raggiunta la sua camera. Perché quel Duncan aveva deciso di cambiarle i piani? Perché si era lasciata corrompere?
Duncan tornò a sedersi al suo posto.
«Tra poco arriverà qualcuno.»
«Bene…» mormorò Gwen.
Duncan si passo una mano sulla cresta, poi si rivolse alla dark.
«Direi che abbiamo due opzioni.»
«Che?» fece Gwen, inarcando le sopracciglia, scettica.
«Possiamo restare qui ad aspettare che qualcuno arrivi a salvarci, oppure… andare da qualche parte.»
Gwen abbozzò una risata. «Non mi sembri il tipo da passeggiate.»
«Oh, non lo sono infatti… ma sarò disponibile a fare un eccezione.»
«E a cosa dobbiamo questo onore?»
Duncan le fece l’occhiolino. «Ritieniti fortunata, piccola.»
Uscì nuovamente dall’auto, questa volta invitando Gwen a fare lo stesso.
«Sembra un posto dimenticato dal mondo…» commentò la dark, guardandosi intorno. Il vento le scompigliava i capelli, e si teneva stretta nel suo chiodo in pelle, con le braccia incrociate sul petto e i muscoli contratti dal freddo.
Duncan si accese una sigaretta con nonchalance. La portò alle labbra, aspirò profondamente, poi liberò il fumo. «Posti desolati per gente desolata» commentò, vacuo come suo solito. Gwen venne catturata dal suo sguardo per interminabili istanti. Duncan era lì, fermo immobile, a meno di un metro da lei, con gli occhi fissi su un punto indistinto di terreno. La sigaretta in mano, che velocemente si consumava. Il fumo che si amalgamava alla nebbia, che andava infittendosi. La ragazza si chiese anche a cosa stesse alludendo con quell’affermazione. Credeva forse di conoscere lei? Oppure si stava riferendo a se stesso?
«Già…» mormorò dubbiosa in risposta.
«Andiamo di qua?» domandò Duncan, come risvegliatosi dallo stato di trance. Indicò una direzione con l’indice, e la dark annuì. I due si incamminarono tra gli alberi, in un sentiero fitto.
Fu il buio, complice dello scherzo; Gwen inciampò in una radice, e sarebbe senz’ombra di dubbio caduta a terra, se Duncan, al suo fianco, non si fosse ritrovato, stupito quanto lei, a sorreggerla.
«Poteva andare peggio» mormorò lui.
«Ah sì?»
«Potevo ritrovarmi qui senza di te.» Sul suo viso, dapprima innocente, si marcò sempre più un ghigno, e Gwen, prima persa nelle iridi chiare del ragazzo, alzò gli occhi al cielo e accennò un sorriso. Eccolo ancora, il sorrisino beffardo di Duncan Young.
Quando si accorse che era ancora abbracciata a lui si scostò bruscamente e riprese a camminare. Si sentì parecchio imbarazzata, ma non ne coglieva il motivo. Lui le aveva solo evitato una caduta. Involontariamente, tra l’altro. Eppure c’era qualcos’altro, qualcosa che Gwen non calcolava per la paura che, il solo pensarci, l’avrebbe convinta della realtà del suo pensiero. Evitare era nettamente migliore.
«In che posto volevi portarmi prima… prima che la macchina si bloccasse?» chiese. Non era sua intenzione domandarlo, ma voleva saziare la sua curiosità.
«Lo saprai a tempo debito» disse Duncan beffardo. La dark rise.
«A cosa alludi?» ammiccò scherzosa.
«Oh beh, al fatto che spero vivamente che non sia l’ultima volta in cui mi ritrovo in un bosco, di notte, con te.»
«Certo…» mormorò Gwen, con voce tanto bassa che probabilmente nemmeno arrivò all’altro.
«E magari…» continuò lui «…il posto posso riutilizzarlo per qualche altra occasione.»
«Sei tanto sicuro che ce ne saranno?»  fece Gwen, mantenendo un tono misterioso, interessato. Ormai non resisteva, quel modo di pensare, parlare, agire, del punk la mandava fuori di testa. La distoglieva dai suoi pensieri, la faceva ridere davvero. Duncan era imprevedibile, frustrante e piacevole allo stesso tempo. Il tipo di persona di cui Gwen, senza saperlo, aveva bisogno.
«Al cento per cento, bellezza. Magari in circostanze diverse, senza feste o Trent di mezzo» sorrise, ma Gwen si sentì nuovamente intrappolata.
«N-Non volevo» cercò di scusarsi Duncan, resosi conto dell’argomento appena toccato.
«No, non è niente… davvero. Passerà»
Il moicano soffocò una risata. «Lo spero. E quel giorno saremo solo io e te… bello, eh?»
Gwen finse di pensarci su. «C’è di peggio, no?» disse infine, sorridendo.
«Sì, è vero» concesse Duncan, fingendosi perplesso.
E tutti ce l’hanno, quel momento di debolezza in cui tutto scompare… in cui si è come inghiottiti nell’oblio, nel vuoto… in cui tutta la sofferenza, tutto il senso di abbandono, ti spinge a cambiare rotta, a provare nuove sensazioni…
Fu proprio in quel modo che le labbra dei due quasi si sfiorarono. Quasi, perché nel mentre una voce riecheggiò nell’ambiente. Una voce infastidita e acuta, che gridava il nome di Duncan a tutto volume.
Duncan e Gwen si resero conto solamente dopo, di ciò che stava per succedere, e sebbene il primo avesse di buon grado accettato l’evento, la seconda venne colta alla sprovvista da un’unica forte ondata di imbarazzo e incredulità. Perché il pensiero che continuava ad evitare non poteva essere reale. Che diamine stava per succedere? Ma Duncan lo sapeva, dell’attuale stato della ragazza. Lo immaginava che, se la distanza tra loro si fosse annullata, non sarebbe significato niente. Perché per lui nessuna ragazza contava davvero, solo conquiste. E Gwen aveva appena scoperto che il suo ex assumeva droga; baciarla quella sera sarebbe stato approfittarsi di lei.
La voce risuonò più vicina, e Duncan si colpì la fronte con la mano, nel momento stesso in cui la riconobbe.
«Chi è arrivato?» domandò Gwen.
«N-Nessuno…» mugugnò Duncan, confuso, teso, nervoso, infastidito. Rivolse rapide occhiate ad ogni direzione. In quell’istate avrebbe di gran lunga preferito scappare. Ma poi avvertì il rumore dei tacchi più vicino.
«Courtney, piacere, la fidanzata di Duncan» si presentò la diretta interessata, rivolgendo alla dark un’occhiata carica d’ira, di sfida, di pena.



Bonsoir :D

Sono riuscita ad aggiornare prima del previsto yeee *salta di gioia*. Poveri Duncan e Gwen, gliene capitano di tutte, però... come potevo rinunciare a Courtney? xD

Ho il timore di non riuscire ad evidenziare sufficentemente i caratteri dei personaggi... potreste dirmi che ne pensate a riguardo?
Anyway, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Se sì, lasciate tante belle recensioni ^^

Aly


 
   
 
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