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Autore: Elpis    24/01/2016    3 recensioni
Ultimo anno ad Hogwarts per i Malandrini. Tempo di crescere, di smettere di giocare e assumere quelle decisioni che avrebbero cambiato loro la vita.
Dal Secondo Capitolo:
Aveva sussultato, punto sul vivo.
« Io non sono cotto di nessuna! »
« Ah no? Pensi che non abbiamo notato che ultimamente non vuoi più fare scherzi a Mocciosus quando c'è in giro la Evans? »
***
« ...Per non parlare del fatto che il prossimo anno sarò quasi sicuramente nominato Capitano! »
« E questo dovrebbe convincermi ad uscire con te? »
Il viso di James si distese.
« Vedo che finalmente incominci a ragionare ».
***
« Non sono per niente come mi hai descritto, sai? E nessuna ragazza mi ha mai detto di no, si tratta solo di una questione di tempo e cederai anche tu, vedrai... »
Una luce minacciosa riverberò nelle iridi di Lily Evans.
« Scommettiamo, Potter? » gli chiese strafottente.
« Con piacere » le rispose mentre una luce febbrile gli animava il volto.
Non c'era niente, niente, capace di attirare l'attenzione di James più di una sfida. Sarebbe stato disposto ad uccidere pur di dimostrare che non era ancora nato il mago in grado di batterlo quando si metteva in testa una cosa.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Capitolo 1
Espresso per Hogwarts
 
 


 
“Ma era a casa.
Hogwarts era la prima e
la migliore casa che avesse conosciuto".
 
 


 
 
L'odore dell'erba appena tagliata le solleticò le narici, insinuandosi in una carezza scivolosa lungo la gola.
Osservò il sole morente all'orizzonte, prima di darsi una spinta ancora maggiore.
In alto, sempre più in alto.
Con il vento che le frustava i capelli sulle guance e la sua stessa risata che le risuonava nelle orecchie.
Un rumore di passi attrasse la sua attenzione. Smise di dondolarsi sull'altalena rossa, la sua preferita, osservando il viso del ragazzino pallido che la raggiungeva.
« Sev! » urlò forte, senza riuscire a trattenere un sorriso.
Lui parve stupito, come sempre, da tutto quell'entusiasmo. Era abituato che gli adulti non notassero nemmeno la sua presenza e gli altri bambini si ricordassero di lui solo per rivolgergli scherzi o battutine sarcastiche.
Lily lo sapeva e lo trovava indicibilmente triste.
Si lanciò dall'altalena, proprio quando era alla massima altezza. Era come volare e se protendeva le dita,  le punte dei polpastrelli sfioravano quasi il sole e le nubi color panna.
 Un sorriso birichino le fece contrarre le labbra mentre pensava che se Tunia fosse stata là in quel momento avrebbe avuto di nuovo quel lampo di terrore negli occhi.
Sev invece no. Lui sapeva.
Atterrò con leggerezza, sfiorando appena il suolo come se il vento la avesse sostenuta fino all'ultimo.
« Ce l'hai fatta a venire! Sei in ritardo, non ci speravo quasi più! » disse avvicinandosi.
Non c'era stizza nel  tono di Lily. Sapeva – o almeno aveva intuito – che la madre di Severus non era tanto felice che si frequentassero.
Ma a Sev non importava. Diceva che lei era troppo speciale per rinunciare ai loro quotidiani appuntamenti al parco.
« S-sì. Scusa » aggiunse fissando un punto del terreno.
Lily lo osservò, la luce rossa del sole che moriva all'orizzonte alle sue spalle.
Tunia diceva che  Sev era un ragazzino inquietante. Che era troppo.
Troppo magro, troppo sciatto, troppo silenzioso. Troppo strano.
Lily sorrise, afferrandogli la mano e trascinandolo a giocare.
Non le importava cosa diceva Tunia o gli altri abitanti del villaggio. Per lei Sev non era mai troppo. Era suo amico, il migliore che avesse. 
Ed era l'unico, oltre a lei, ad essere speciale.
Era stato lui ad insegnarle che cosa fosse la magia e a dipingerle il futuro a cui sarebbero andati incontro. E poi quando erano soli, senza adulti o bambini che gli facevano i dispetti, Sev parlava un sacco e conosceva una marea di cose sulla magia che erano tremendamente interessanti.
« Ti va di giocare a nascondino? » gli chiese trascinandoselo dietro.
Per un attimo lui non rispose e notò che il suo sguardo era calamitato dalle loro mani intrecciate. Trovava strano essere toccato: Lily pensava che non capitasse spesso a casa sua.
« C-certo ».
Il sorriso sul  volto di Lily si allargò. Un'altra delle cose che  amava di Sev era che non le diceva mai di no.
« Coraggio allora! Che stiamo aspettando? » esclamò allegra.
Iniziò a correre sul prato, tallonata da Severus. A volte si girava a guardarlo e lo trovava incredibilmente buffo. Il pastrano nero che indossava sopra il grembiule gli impediva i movimenti e lo faceva assomigliare a un grosso pipistrello saltellante. Si sforzò di trattenere le risa mentre raggiungevano il vecchio albero proprio vicino al ruscello dove si bagnavano sempre i piedi.
« Inizi tu? » gli chiese rallentando perché si era accorta che l'amico aveva il fiatone.
Sev annuì, anche se non sembrava molto convinto.
Non era bravo nei giochi per bambini. A volte Lily provava la brutta sensazione che fosse stata lei, la prima e unica con cui avesse avuto modo di farli.
Poi Severus iniziò a contare, la testa appoggiata al faggio e Lily scacciò quei dubbi, concentrandosi su un buon posto dove nascondersi.
Continuarono a giocare per tutto il pomeriggio. Sev impiegava sempre un sacco di tempo a trovarla e a volte le pareva che lo facesse apposta.
La rossa crollò a sedere all'ombra dell'albero, le braccia incrociate sul petto, l'espressione stizzita.
« L'hai fatto di nuovo! » esclamò offesa. « Sapevi dove ero nascosta, eppure  hai fatto finta di non vedermi! »
Severus si imbronciò.
« Ma no, che cosa dici... » provò a ribattere.
« Sì, invece! » ribatté cocciuta. « Non voglio che lo fai! »
« Ma... » tentò quello impacciato. « Hai vinto, no? Non sei contenta?»
Aveva una faccia perplessa, come se non riuscisse a capire perché si arrabbiasse così.
« No, certo che no!  Non c'è gusto se non è una vittoria meritata! »
Severus la fissò non del tutto convinto, ma evitò di ribattere.
Dopo poco Lily sentì la rabbia sgonfiarsi: era una giornata semplicemente troppo bella per sprecarla con futili litigi. I suoi occhi si posarono su alcuni fiori di campo a pochi passi di distanza e Severus seguì la direzione del suo sguardo.
« Fallo, su » le disse porgendole una margherita.
Lily lo fissò per un attimo perplessa.
« Cosa...? » poi afferrò lo stelo fra le dita e osservò il piccolo bocciolo. « Oh » esclamò in un'intuizione improvvisa.
Si concentrò solo per un secondo ed avvertì il familiare calore ai polpastrelli. Il fiore si aprì, rivelando i suoi petali bianchi alla luce del sole.
Severus sorrise ed annuì, soddisfatto. Si ritrovò a ricambiare il sorriso, come se quella fosse la cosa più importante del mondo.
« Sei brava » sottolineò lui con un pizzico di esitazione.
Il sorriso sparì velocemente come era apparso dal visino di Lily.
« E se non lo fossi abbastanza? » chiese dando voce ai suoi dubbi. « Tu sei figlio di una strega, Sev, ma io... Se non avessi abbastanza magia per andare ad Hogwarts? »
Lo fissava con gli occhi sgranati, in attesa di risposte. Si era arrotolata una ciocca rossa intorno alle dita, come sempre quando era nervosa.
Severus spalancò la bocca e per un attimo nei suoi occhi neri passò un brivido di pura angoscia.
« Non dirlo neanche per scherzo! Tu di magia ne hai un sacco! Diventerai una strega eccellente! »
Lily si rischiarò di fronte a quel complimento.
« Riceverò la mia lettera? »
Severus annuì con convinzione.
« Andremo tutti e due ad Hogwarts? » chiese ancora come se il solo fatto di sentirselo ripetere le infondesse sicurezza.
« Sì ».
« E staremo insieme ».
Quella volta non c'era incertezza nella sua voce. Il ragazzino pallido ammutolì, fissandola con un'espressione intensa.
« Staremo insieme e saremo amici per sempre! » ribadì chinandosi a posare un fugace bacio sulla guancia di Sev.
Lily si alzò in piedi di scatto, ridendo sonoramente e dando fondo a tutto il suo ritrovato buonumore.
Non si accorse nemmeno dello sguardo imbambolato e delle gote vermiglie di Severus che teneva una mano ferma sul punto dove le labbra di lei lo avevano toccato, come se volesse custodire quel bacio per l’eternità...
 
« Che stai facendo? »
La voce graffiante di Petunia si intromise nei suoi pensieri, riportandola bruscamente alla realtà.
Lily Evans aprì gli occhi di scatto, rivolgendo alla sorella maggiore un'occhiata spaesata.
Era seduta sulla solita altalena rossa, ormai piena di ruggine e mezza sgangherata. Il parco intorno a lei era esattamente come nei suoi ricordi, solo che era deserto e l'erba del prato era troppo alta in alcuni punti e bruciata in altri.
E Sev non c'è. Questa è un'altra differenza fondamentale.
« Tunia » la salutò cercando di sfuggire dalla malinconia dei ricordi. « Sei venuta a cercarmi? »
La sorella arricciò le labbra in una smorfia di disgusto. Erano anni ormai che il suo viso aveva perso la capacità di esprimersi in qualcosa che non fosse biasimo.
« Non per mia scelta » chiarì come se ce ne fosse bisogno. « Mamma mi ha mandato ad avvertirti che è pronta la cena. E sai che odio essere chiamata con quel soprannome stupido ».
Lily si alzò in piedi, scrollando i jeans sbiaditi dalla polvere.
« Un tempo ti piaceva ».
Petunia assottigliò le labbra, come se stesse succhiando un limone.
« Un tempo ».
Già. Un tempo...
Lanciò un'ultima occhiata al parco in cui aveva trascorso innumerevoli pomeriggi della sua infanzia, chiedendosi se sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe visto. Si affrettò a seguire la sorella, prima che  la lasciasse indietro.
« E così domani parti per tornare in quella gabbia di matti? » ruppe il silenzio Tunia camminando con rapide falcate.
« Quella gabbia di matti si chiama Hogwarts » la riprese senza particolare acredine.
Ormai era abituata alle sue  frecciatine e se le lasciava scivolare addosso. O almeno ci provava.
Petunia fece un gesto con la mano, come per ribadire che era la stessa cosa.
« Sì, come ti pare. Insomma domani te ne vai, vero? »
Il tono di palese sollievo le strinse la bocca dello stomaco in una morsa. Lily evitò lo sguardo   celeste slavato della sorella, fissando un punto imprecisato davanti a sé.
« Sì » rispose secca.
« Bene ».
Sembrava finalmente soddisfatta, come se Natale fosse giunto in anticipo di svariati mesi.
Continuarono a camminare in silenzio, Petunia pregustando quello che per lei era il vero inizio delle vacanze, Lily ancora persa in quella sua aria nostalgica.
Le risate di un gruppo di ragazzi della loro età le raggiunsero da un campetto di calcio poco distante. Lily si parò gli occhi da sole impietoso di Cokeworth, cercando di decifrare i contorni delle sagome che rincorrevano il pallone. Arrossì, distogliendo immediatamente lo sguardo nell'accorgersi che uno dei ragazzi che giocavano era Dave Bones. Era uscita con lui un paio di volte. Certo, allora aveva appena quattordici anni e le sembrava passata una vita, ma non ci teneva comunque ad incrociare il suo sguardo.
« Dave ha chiesto di te, sai » le comunicò Petunia che non si era persa neanche un istante dei suoi atteggiamenti.
Il rossore si fece più diffuso, ma Lily non replicò. Si limitò ad affrettare il passo, come se potesse fuggire dal viso cavallino della sorella.
« Gli ho detto che ti trovavi in un riformatorio » le comunicò velenosa. « Un posto per gente disturbata ».
Lily ingoiò il groppo che le si era formato in mezzo alla gola, rifiutandosi di darle soddisfazione. Con il passare degli anni era diventata brava a fingere che le cattiverie di Tunia non la toccassero.
Anche se... è snervante che tutti i ragazzi del quartiere mi evitino come un'appestata.
« Non mi importa nulla di Dave. Né di quello che pensano gli altri » replicò alzando il mento orgogliosa. « Hogwarts è un posto fantastico ».
Un lampo di odio attraversò i lineamenti di Petunia e Lily si rese conto di essere stata avventata a rispondere così. La sorella strinse le mani a pugno e la superò, camminandole davanti in un chiaro intento di porre fine alla conversazione.
La rossa rimase indietro, gettando occhiate distratte alla filari di casupole color pastello.
Era vero che non le importava cosa pensavano di lei gli altri ragazzi del quartiere. Ma il parere di Tunia... quello per quanto si sforzasse, non riusciva mai a farselo scivolare di dosso.
Ancora un giorno. Meno di ventiquattro ore e sarò di nuovo ad Hogwarts.
Nemmeno quel pensiero riuscì del tutto a tranquillizzarla. 
 
 
 
***
 
 
Marlene McKinnon si legò i capelli in una coda alta in cima alla testa.
Era sul treno per Hogwarts ed era piacevolmente soddisfatta di essere riuscita ad accaparrarsi il posto vicino al finestrino. Da dove si trovava poteva scorgere con chiarezza la fila di maghi che raggiungevano il binario con i loro carrelli sferraglianti  e rilucenti alla luce del sole.
Mary era posizionata di fronte a lei, la testa già immersa nell'ennesimo libro di Storia della Magia. Sembrava così rilassata con la fronte distesa e gli occhi che scorrevano a gran velocità le pagine, che Marlene si ritrovò ad invidiarle un po' tutta quella calma. Provò l'impulso dispettoso di tirarle un calcio ed attirare la sua attenzione, ma decise di lasciarla al suo libro ancora per un po': presto Lily le avrebbe raggiunte e allora non avrebbe più avuto scuse per non fare conversazione.
Come se si fosse materializzata dai suoi pensieri, Marlene scorse una chioma di un rosso tiziano ondeggiare al vento. Osservò l'amica salutare affettuosamente i genitori con un bacio sulla guancia. Persino da quella distanza si notava che la signora Evans aveva la stessa aria dolce della figlia e Marlene sorrise fra sé, chiedendosi se, come nel caso dell'amica, fosse solo un'espressione di facciata.
 Lily non è il tenero fiorellino che sembra di primo acchito.
Corrucciò la fronte, accorgendosi di una figura solitaria al fianco della famiglia Evans. Era talmente esile che sembrava bastasse un colpo di vento per spazzarla via.
Ed ha il muso di un cavallo. Decisamente sembra tutto meno che una persona piacevole.
Un pensiero le attraversò la testa e Marlene appiccicò di più la testa al vetro, chiedendosi se fosse quella la sorella di cui Lily le aveva a volte parlato.
Merlino sono diverse come il giorno e la notte...
Notò che l'amica si protendeva per salutare anche quella con un bacio, ma che lo stecco – le pareva si chiamasse Petunia – faceva un balzo all'indietro.
Lily rimase per un attimo immobile e a Marlene riuscì a notare la linea rigida della sua schiena anche da quella distanza.
Persone del genere non dovrebbero esistere. È per colpa di gente così che noi maghi siamo costretti a nasconderci.
Cancellò quei pensieri tristi dalla mente, mentre osservava l'amica radunare i bagagli e salire i gradini del treno. Si sbracciò dal finestrino, fino a quando l'altra non notò la sua presenza.
Quando Lily entrò nello scompartimento il volto di Marlene era allegro e radioso.
« Caposcuola Evans! » trillò entusiasta saltando in piedi.
La rossa le lanciò un'occhiata fintamente inviperita, subito smentita dal sorriso luminoso che le arricciò le labbra.
« Marlene! Mary! » le salutò lasciandosi stringere dalla prima in un abbraccio stritola-costole.
« Lene basta ti prego... Soffoco! » esalò dopo alcuni secondi. « Parola mia ragazza, diventi sempre più un maschiaccio ».
Questa rise, incurante dell'offesa, mentre Mary riponeva il libro sul sedile, meticolosamente attenta che non si sciupasse e si alzava in piedi per salutare con un bacio molto più delicato l'amica.
«  È bello rivederti, Lils » affermò pacatamente.
« Non  immagini quanto » sospirò teatralmente quella. « Ogni volta che torno a casa Hogwarts mi manca da morire. Mi chiedo come farò dopo quest'anno... »
Una smorfia malinconica le si dipinse sul viso e Marlene decise in un istante che era intollerabile.
Niente depressione e piagnistei, per favore! Sono allergica alle smancerie. Ed è l'ultimo anno. È d'obbligo divertirsi.
« Caposcuola, si può sapere perché non esibisci la spilla? » le chiese.
Lily inarcò un sopracciglio.
« E tu come fai a sapere che sono stata nominata Caposcuola? »
Marlene scosse il capo e la coda ballonzolò su e giù.
« Oh andiamo, Lillina! » la prese in giro sapendo quanto odiava quel soprannome. « Chi altro potevano scegliere se non la perfetta e dolce Lily Evans? Scommetto che Luma avrà perorato la tua causa con ardore!  »
Quella arrossì, dandole una spinta leggera.
« Smettila di dire queste sciocchezze  » la sgridò fintamente severa.
Poi frugò in una tasca della gonna, estraendo la spilla dorata. Esitò solo un attimo prima di attaccarla alla casacca.
« Ti sta benissimo. E te la sei davvero meritata » aggiunse compunta Mary.
Marlene le lanciò uno sguardo di sottecchi, chiedendosi come facesse ad essere così impeccabile. Ne osservò i tratti dolci del viso, gli occhi azzurro pallido che scrutavano con ammirazione la Evans.
Merlino, se non fosse che si muove direi che è una bambola.
Il sonoro sbuffo di Lily la distolse da quei pensieri.
« Davvero? Vuoi fare cambio? » le chiese ironica. « No, perché la prospettiva di passare l'ultimo anno a riprendere gli studenti ed assicurarmi che quei quattro cretini non facciano qualcosa di stupido...»
« I quattro cretini sarebbero Potter, Black, Lupin e Minus » chiarì Marlene come se ce ne fosse bisogno.
«... che ci faccia perdere la coppa anche quest'anno... » proseguì imperturbabile quella.
Marlene sghignazzò. Non sembrava ma Lily era un tipo decisamente competitivo.
« Sei ingiusta, Lillina » la interruppe meritandosi un'occhiata di fuoco. « Non hanno mai fatto niente di così grave da farci scendere in classifica ».
Gli occhi della Evans si assottigliarono.
« Dimentichi la volta che hanno fatto esplodere l'aula di Pozioni per fare quello scherzo idiota a Sev... a Piton? » si corresse velocemente.
Un sorriso fugace apparve sulle labbra di Marlene e persino Mary non riuscì  a mantenersi impassibile.
« E come dimenticarlo? Luma aveva i baffi pieni di fuliggine e le sopracciglia bruciacchiate » disse Lene in tono sognante.
Non era un segreto che odiasse Pozioni.
« O quando Potter si è messo in testa che doveva assolutamente trovare il branco di unicorni di cui aveva parlato Hagrid e si sono persi nella Foresta Proibita in piena notte? »
« Sono stati veramente degli stronzi a non chiedermi di unirmi a loro » la interruppe di nuovo, ancora offesa dopo tutti quegli anni.
« O quando hanno trasfigurato la sedia del professor Rupert in un cactus? O quando... »
« Va bene, va bene » la fermò alzando le mani in segno di resa. « Nessuno mette in dubbio che siano ragazzi vivaci. D'altronde non si fanno chiamare i Malandrini per niente, no? » osservò saggiamente. « Ma riescono sempre a farsi perdonare ed è quello l'importante! Lupin guadagna  un sacco di punti a lezione e James l'anno scorso ci ha fatto vincere la coppa di Quidditch. La verità è che non sai essere imparziale, Caposcuola Evans » concluse con un sorriso.
Lily strinse le mani a pugno ma prima che potesse replicare, lo scompartimento si aprì.
« C'è posto qui? » chiese la voce sottile di Alice Prewett.
Si voltarono a fissarla, interrompendo in un istante il loro battibecco. Le gote paffute di Alice si colorarono di rosa sotto quell'esame accurato.
« Ma certamente » le rispose Mary cordiale. « Aspetta che sposto la roba ».
Alice la ripagò con uno dei suoi sorrisi luminosi, quelli che sembravano riempirle tutta la faccia.
« E così abbiamo il dormitorio al gran completo! » aggiunse Marlene facendole posto.
Alice si sedette, spostando con una mano i capelli castano chiaro che le scendevano sul viso.
« E Phoebe? »
Il sorriso sul volto delle altre si congelò.
« Non verrà ».
Fu Lily a parlare  e si vide che le costava un certo sforzo.
« È una Mezzo-Babbana e suo padre crede che Hogwarts non sia più un posto sicuro » riassunse velocemente. « Credo che progettino di partire per l'America il prima possibile ».
« Capisco » si limitò a rispondere Alice, annuendo con aria triste.
Per un istante nella cabina calò il silenzio, poi Marlene sussultò vistosamente.
« Si può sapere che ci fai ancora qui? » chiese rivolta a Lily.
La rossa la fissò perplessa.
« Be' sai, vengo ad Hogwarts con voi » rispose ironica.
« Lillina cara, intendo: che cosa ci fai ancora qui invece che raggiungere la cabina dei secchioni? »
La bocca della Evans si storse.
« Vuoi dire dei Prefetti e Caposcuola ».
« Sì, come ti pare » confermò quella con un cenno della testa. « Adesso vai, da brava. Svolgi tutti i tuoi doveri da alunna modello e poi torna da noi ».
Un sorrisino malizioso brillò sulle labbra della Evans.
« Se non ti conoscessi, Lene, direi che non vedi l'ora di liberarti di me ».
Quella scrollò le spalle, notando che Mary ed Alice avevano iniziato a parlare rilassate di come avevano trascorso le vacanze. Sperò che non stessero discutendo di felevisori ed altre diavolerie Babbane. Odiava quella roba.
« Prima vai, prima torni » concluse spiccia spingendola quasi nel corridoio.
« Vado, vado! Che modi » la riprese Lily prima di fermarsi di botto.
A Marlene bastò gettarle un'occhiata alle spalle per rendersi conto di cosa aveva trattenuto l'amica.
Piton avanzava lungo il treno in tutta la sua grottesca magnificenza. Aveva il solito passo curvo e l'espressione arcigna e malaticcia che lo contraddistinguevano così bene.
Lui e Petunia sarebbero una coppia perfetta. 
Marlene tenne quel pensiero per sé e si sforzò di comportarsi come una persona civile. Fosse stato per lei Snivellus si sarebbe trovato con i capelli attaccati al soffitto, ma credeva che a Lily non avrebbe fatto  piacere.
Alle sue spalle, Mary si interruppe a metà frase.
« Lily » si lasciò scappare il Serpeverde parimente sorpreso.
L'espressione del pipistrello per la verità era abbastanza comica. A giudicare da come il viso aveva perso quel poco di colore che aveva sembrava che fosse di fronte a uno spettro.
Lily incassò le spalle, ma l'espressione del viso rimase di ghiaccio.
« Evans » lo corresse altera.
Piton assunse l'espressione di chi deve ingoiare un boccino e non sa da che parte rifarsi. Alla fine si limitò ad annuire rigidamente e con un cenno del capo appena abbozzato proseguì per la sua strada.
Fu solo quando la sua goffa figura fu sparita nel prossimo scomparto che le mani di Lily smisero di tremare.
 
***
 
 
Lupin fissava il quadrante tondo dell'orologio, con crescente impazienza.
« Sono sicuro che saranno qui a momenti » provò a confortarlo Peter sgranocchiando quello che assomigliava a un pacchetto di patatine.
Non faceva differenza fra Babbani e Maghi quando si trattava di cibo. Minus era un fiero sostenitore dell'uguaglianza di ogni bene commestibile e a volte Remus lo aveva visto osservare anche taluni oggetti scarsamente digeribili con un lampo vorace nello sguardo, come se stesse prendendo in considerazione la possibilità di verificare quanto fossero indigesti.
Sospirò, massaggiandosi con un gesto stanco la sella del naso.
In effetti non riusciva a capire come potesse prendersela così tanto. Ormai avrebbe dovuto essere abituato: era così ogni anno da quando li conosceva. Si accomodò meglio nella poltrona, frugando nel mantello alla ricerca della sua tavoletta di cioccolato. Sgranocchiarla era il miglior rimedio contro lo stress che conoscesse da... be' da sempre.
Possibile che sia così difficile arrivare, non dico in anticipo, ma nemmeno dieci secondi prima che parta il treno?
In un gesto inconscio controllò di nuovo l'orologio. Cinque minuti.
Scartò la tavoletta e diede un morso al cioccolato fondente, il suo preferito. Fissò di sottecchi Minus che leggeva indisturbato il suo fumetto, con l'espressione di chi non ha un pensiero al mondo.
Perché non posso essere come lui? Perché mi devo sempre preoccupare per quei due zucconi?
Quattro minuti.
Tre minuti.
Adesso anche Peter iniziava ad essere dubbioso, lo deduceva dal modo rumoroso in cui lavoravano le sue mascelle.
Andiamo ragazzi!
Si appiccicò al finestrino, cercando di intravedere le figure dei suoi amici fra la ressa degli ultimi ritardatari.
Due minuti.
Il rumore delle mascelle si interruppe e sul volto rubicondo di Minus apparve un'espressione indecisa.
Se persino Peter ha smesso di mangiare vuol dire che siamo davvero nei gua... Eccoli!
Sirius e James  correvano come pazzi trascinandosi un carrello ingombrante.  Lupin li osservò salire sul treno  proprio prima che le porte si chiudessero.
« Fiuuu! » sentì James esclamare. « Per un pelo, eh Pad? »
Sirius non ebbe modo di rispondere, perché James si era accorto della presenza di Minus che si era affacciato dallo scompartimento per fare loro segno.
« Codaliscia! » urlò assolutamente entusiasta, ignorando il dettaglio che quei soprannomi sarebbero dovuti rimanere un segreto.
Lupin incrociò le braccia sul petto, cercando di raccogliere tutta la sua pazienza prima che l'uragano-James entrasse in cabina.
« Lunastorta! » esclamò infatti quello un attimo dopo, saltandogli addosso con tutta la sua agilità da Cercatore e placcandolo con una forza insospettabile per un tipetto magrolino come Potter. «  Ti trovo in gran forma! »
Lupin ricordò l'immagine che gli aveva rimandato quella mattina lo specchio, la sua faccia pallida e smunta per la luna piena appena trascorsa, alcune ferite non del tutto assorbite ai lati del collo e sulla fronte; e seppe che James era assolutamente sincero. Probabilmente preso dall'euforia come era in quel momento avrebbe detto che aveva una bella cera persino a un Infero.
Sbirciando al di là della chioma arruffata dell'amico, riuscì a scorgere Sirius che li raggiungeva con molta più calma e che con nonchalance issava il bagaglio sopra la cuccetta.
« Siete in ritardo » lo apostrofò dopo essere riuscito nell'improba lotta di scrollarsi James di dosso.
Sirius si esibì nel suo tipico sorrisetto made-in-Black.
« Ciao anche a te, Moony, vacanze stupende,  Dorea e Charlus sono adorabili e mi sento assolutamente carico per l'inizio di questo nuovo anno!  » lo sfotté amabilmente.
James decise di intervenire mentre Minus si sedeva comodo e seguiva lo scambio di battute lanciando ai due occhiate adoranti. Da quando aveva memoria, Peter aveva sempre provato una specie di idolatria per quei due scavezzacollo.
« Ahaha Pad, questa volta Remus ha ragione! Ancora un secondo e la porta ti segava in due » sghignazzò dandogli una rumorosa pacca sulla schiena.
Sirius sospirò con aria afflitta, passandosi una mano fra i capelli corvini.
« Che ci vuoi fare, Moony, sai come è fatto James: è geneticamente predisposto per fare tardi. Se non fosse per me probabilmente a quest'ora sarebbe ancora nel letto a dormire e Dorea avrebbe perso la voce per il troppo sgolarsi » asserì dandosi importanza.
Il diretto interessato si produsse in un'espressione offesa, portandosi la mano al petto.
« Io sarei ritardatario?  Ma se tu, cane pulcioso, hai occupato per un'ora e mezzo il bagno! Un'ora mezzo, dico, manco una ragazza ci starebbe tanto! Avevo iniziato a buttare giù qualcosa per il tuo elogio funebre ».
Lupin si alzò, sgranchendosi le gambe, e aprì lo scomparto proprio mentre il treno acquisiva velocità.
Alle sue spalle Sirius aveva appena pronunciato una risposta pungente e anche senza bisogno di guardare, sapeva che gli occhi acquosi di Peter correvano dall'uno all'altro cercando di prevedere chi alla fine avrebbe avuto la meglio. Sempre che la questione non si decidesse con una scazzottata, ovviamente.
Gettò loro un'occhiata dal corridoio, mentre un sorriso affiorava spontaneamente alle sue labbra. Nonostante tutto, era decisamente una bella sensazione essere di nuovo tutti insieme.
« Lupin! »
Si girò di colpo, sentendo la voce di Lily che lo chiamava.
« Ciao Evans! » le sorrise educato. « Passato delle buone vacanze? »
Le labbra di Lily si arricciarono verso il basso.
« Diciamo che sono state tranquille » rispose con una scrollata di spalle. « Andiamo nella cabina dei Prefetti? » aggiunse con un sorriso.
Lupin annuì, ricambiando istintivamente il sorriso. La Evans gli piaceva. C'era qualcosa di semplice e di franco nel suo modo di parlare che gli faceva dimenticare di trovarsi di fronte a una ragazza, oltretutto indiscutibilmente carina, e gli consentiva di sbloccarsi un po'. Non aveva mai avuto la parlantina di James, lui.
« Sì, certo. Aspetta solo un attimo ».
Aprì lo scompartimento e la porta scorrevole produsse un rumore fastidioso per il suo udito particolarmente sensibile. Dentro la cabina Sirius e James avevano smesso di litigare su chi aveva fatto fare tardi a chi e avevano iniziato a parlare fitto fitto, probabilmente progettando chissà quale marachella.
Dalla fitta corrispondenza che si erano scambiati in quei mesi aveva intuito che progettavano di battere ogni record, esibendosi in uno dei loro scherzi ancora prima di entrare nel castello.
« Ehi, James! » lo chiamò. « Dobbiamo andare nella carrozza in cima al treno » gli ricordò.
Questo alzò gli occhi con un lampo di fastidio – probabilmente perché trovava molto più importante progettare uno scherzo piuttosto che adempiere alle sue funzioni – ma il fastidio sparì altrettanto velocemente di come era sorto quando alle sue spalle scorse la figura della Evans. In effetti assunse una faccia piuttosto idiota.
« Li-Lily » balbettò a bocca aperta.
Ok che io non sono un esperto di ragazze... Ma almeno respirare James?
« Evans, Potter, Evans. Quando ti entrerà in quella testaccia dura? » lo ghiacciò lei  per poi rivolgere a lui la sua attenzione. « E perché mai Potter dovrebbe venire con noi, Remu...» si interruppe di botto, proprio mentre James si alzava e gli occhi verdi di lei si appuntavano sulla spilla che brillava sfolgorante sulla sua veste.
Impallidì di colpo e gli occhi le divennero tondi come due bolidi.
« Non è possibile... »
James, evidentemente ignaro di quei chiari segnali di shock, le saltellò incontro, passandosi la mano fra i capelli ingestibili.
« Hai visto,  Evans? Sono Caposcuola! » esclamò indicando la spilla.
Remus pensò che era una profonda ingiustizia che con lei usasse quel tono entusiasta mentre lui e Sirius si erano dovuti sopportare tutti i suoi piagnistei su quanto fosse noioso svolgere quel ruolo. In effetti a ben pensare era stato solo lui a sopportarli, visto che Black si era divertito a sfotterlo a morte.
Lily nel frattempo era rimasta immobile, paralizzata. Non batteva nemmeno una ciglia e pareva che le sue funzioni cerebrali fossero irreparabilmente compromesse.
« Evans? » la chiamò perplesso James, passandole una mano davanti agli occhi.
Lupin dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non scoppiargli a ridere in faccia.
Sirius, ovviamente, non mostrò altrettanta premura, latrando  una risata che lo fece piegare in  due.
« Merlino, James! L'hai fatta secca! »
 
 
 
***
 
 
 
Lily si riscosse, perché era un punto fermo contraddire Black sempre e comunque, e si accorse che Lupin le si era fatto vicino e la fissava preoccupato.
« Perché? » chiese con una voce supplichevole che non riconobbe. « Perché lui? Tu sei un Prefetto! Dovevi essere tu! » esclamò fissando Remus come se la avesse appena tradita.
Lui ebbe il buongusto di arrossire e strusciò i piedi per terra per l'imbarazzo.
« Oh be'... »
« Non te l'aspettavi, eh? » lo interruppe James-il-suo-tormento-personale-Potter. Solo un egocentrico come lui poteva scambiare il suo smarrimento per sorpresa. « Per la verità nemmeno io» ammise scrollando le spalle. « Remus è sempre stato il bravo e diligente Prefetto-Perfetto. Ma questo vuol dire che passeremo un sacco di tempo insieme, no? »
Era il tono di un bambino che otteneva il lecca che agognava da un po' e un sorriso mostruosamente  enorme deturpava le labbra di quell'idiota. 
La mano di Lily saettò alla bacchetta e lei dovette ripetersi più volte che non voleva iniziare l'anno con una punizione per trattenersi dall'impulso di schiantarlo.
Perché proprio James? Che cosa ho fatto di male nella mia vita per meritarmi questo? Non bastava Petunia a rovinarmi le vacanze, dovevo avere anche questo impiastro fra i piedi!
Socchiuse gli occhi per un secondo, inspirando profondamente.
Nello scompartimento era calato il silenzio,  erano tutti in attesa di una sua reazione.
« D'accordo. D'accordo » ripeté come per farsi forza. Afferrò il braccio di uno spaventato Lupin, scrutando l'orologio sopra di esso. «Tu » apostrofò James « seguici e vedi di non rivolgermi la parola ».
« Ma... » provò a ribattere quello.
« Non-una-parola! » ringhiò con un lampo omicida nello sguardo che fece deglutire a vuoto James. « Tu, invece » aggiunse rivolta a Remus « tienilo d'occhio ed assicurati che non faccia uno dei suoi soliti casini! E adesso andiamo che siamo in ritardo ».
Camminò a passo di marcia verso la prima carrozza, cercando di ricacciare l'irritazione dentro di sé.
Tunia, Sev e Potter  tutti in una giornata! Potrebbe andarmi peggio di così?
Non fece neanche in tempo a pensarlo che  trovò la risposta alla sua domanda.
Ovviamente sì.
Emmeline Vance si stagliava proprio di fronte alla porta scorrevole, con tutta la sua altera aria da snob Purosangue. La spilla di Caposcuola brillava sul suo petto, talmente lucida che Lily si chiese se avesse usato un qualche unguento magico per farla splendere così.
Si fermò di colpo, rischiando di essere travolta da Potter.
« Ma cos...» iniziò quello prima di essere gelato da un'occhiata omicida.
Si zittì, facendo segno di avere le labbra sigillate. Nel frattempo anche Lupin la raggiunse e nel notare la  Corvonero, le posò una mano sulla spalla, in un gesto di solidarietà. Era sempre stato bravo a capire i sentimenti delle altre persone.
Lily gettò un'occhiata stizzita alla Vance, che ignara della sua presenza aveva già iniziato ad istruire i Prefetti della sua Casa.
La odiava.
Si odiavano. 
Se qualcuno le avesse chiesto il motivo, avrebbe scrollato le spalle e risposto “Perché sì”.
Disprezzare la Vance era qualcosa di naturale per Lily Evans come girare il mestolo di un calderone. O dire “No” a Potter ancora prima che aprisse bocca. O battibeccare con Black.
Ce l'aveva nel sangue.
Quasi leggendole nel pensiero, Emmeline si voltò a fissarla.
« Evans » disse arricciando il naso come se fosse di fronte a un vasetto di Puzzalinfa. « Potter, Lupin » aggiunse molto più cordiale. « Siete in ritardo ».
« Ma davvero? » chiese Lily sgranando gli occhi in una finta espressione di sorpresa.
« Ciao, Vance. Spero che tu abbia passato delle buone vacanze » intercedette Lupin mettendosi in mezzo. « Avete già iniziato ad organizzare il sistema delle ronde? »
Gli occhi neri di Emmeline si soffermarono un'ultima volta su Lily, prima di darle le spalle con uno “tsk” di disprezzo e mettersi a parlare fitto fitto con Remus. Se non fosse che adesso era rimasta sola con Potter, Lily avrebbe anche potuto apprezzare il  gesto cavalleresco dell'amico.
James era curiosamente rosso e la fissava come se si stesse sforzando di trattenere il fiato.
« Evans! » trillò alla fine proprio mentre lei ponderava di sgusciare fra i Prefetti Tassorosso e guadagnare la parte opposta della carrozza.
« Potter » rispose senza la solita acredine perché era concentrata sui suoi propositi di fuga. « Ti avevo detto di stare zitto ».
« Ma l'ho fatto! » replicò quello accorato « Per dieci minuti! »
Lily sospirò pesantemente. In effetti per i suoi standard era un record.
« E quindi? » chiese scocciata incrociando le braccia sul petto. Si era appena accorta che la parte opposta della sala era occupata dai Serpeverde e fra essi c'era anche  Piton.
Osservò la sua espressione biliosa ed immaginò che fosse perché non era stato fatto Caposcuola: la carica di Prefetto a quanto pareva gli stava stretta.
« E quindi dobbiamo affrettarci prima che siano gli altri a scegliere i turni migliori per le ronde! » le rispose come se fosse qualcosa di palese evidenza.
Lily continuò a fissare Piton. Era accanto ad Avery e parlavano fitto fitto, come se ci fossero solo loro due in quella stanza.
« E perché dovremmo fare ciò?»
« Per assicurarci di essere insieme, ovviamente
Lily si riscosse dalle sue elucubrazioni, allibita da  Potter e dal candore con cui aveva pronunciato quella frase.
Lei, insieme in ronda con lui?
Quell'anno sarebbe stato un inferno.
 
 
 


 
Ciao a tutti!
Ecco qua il primo capitolo. È bello lungotto quindi credo che potrete farvi un’idea di come intendo impostare la storia.
 
Come prima cosa ringrazio calorosamente oceanodilibri, yawaraf e _ilcoloredelvento_ per le recensioni e gli incoraggiamenti che mi hanno lasciato al capitolo scorso.
Un grazie va anche alla decina di persone che hanno messo la ff tra le seguite/ricordate/preferite.
 
Tornando al capitolo… che dire, già dall’incipit penso che si capisca il mio amore per Piton, personaggio che ho completamente rivalutato nel settimo libro della Rowling.
Per il resto qua e là troverete qualche cliché a cui non sono riuscita a resistere >.<
Grazie anche solo per essere arrivati fino in fondo e alla prossima!
Un saluto e un bacio
Ely
  
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