Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: GumIa    24/01/2016    0 recensioni
Regulus Black se ne stava immobile sul letto ancora fatto, lo sguardo fisso sul baldacchino. Non si era neppure preso il disturbo di spogliarsi, non ne aveva avuto le forze e, a ben pensarci, non gli interessava nemmeno.
Sapeva già come sarebbe andata: prima o poi il Marchio sul braccio avrebbe preso a pulsare e bruciare, lui si sarebbe alzato, si sarebbe costretto a ritrovare una decenza, si sarebbe cambiato ed avrebbe raggiunto gli altri. Si sarebbe quindi costretto a sorridere, annuire ed avrebbe semplicemente eseguito quanto gli avrebbero ordinato di fare.
Non poteva più scegliere, non poteva nemmeno più pensare di ribellarsi.
Si era scavato la fossa da solo.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The unforgiven

Regulus Black se ne stava immobile sul letto ancora fatto, lo sguardo fisso sul baldacchino. Non si era neppure preso il disturbo di spogliarsi, non ne aveva avuto le forze e, a ben pensarci, non gli interessava nemmeno. Sapeva già come sarebbe andata: prima o poi il Marchio sul braccio avrebbe preso a pulsare e bruciare, lui si sarebbe alzato, si sarebbe costretto a ritrovare una decenza, si sarebbe cambiato ed avrebbe raggiunto gli altri. Si sarebbe quindi costretto a sorridere, annuire ed avrebbe semplicemente eseguito quanto gli avrebbero ordinato di fare. Non poteva più scegliere, non poteva nemmeno più pensare di ribellarsi. Si era scavato la fossa da solo.

«Non ci posso credere. Non ci posso credere!» Aveva ringhiato Sirius, balzando in piedi. Si era allontanato dal tavolo da pranzo con uno scatto, quasi avesse visto qualcosa di disgustoso sulla superficie, finendo per andare addosso a Kreacher che stava trasportando un vassoio. L'elfo non perse l'equilibrio per miracolo, ma Sirius non sembrava aver notato niente. Se ne stava nel bel mezzo della stanza, guardando gli altri Black, ma Regulus aveva la netta sensazione che non li vedesse nemmeno, tanta era la follia nello sguardo del fratello maggiore. «Sapevo foste una manica di idioti con la mania del sangue puro, ma davvero, davvero lo siete a tal punto? Davvero tu sei disposto ad uccidere?»
Il più giovane dei Black si impose di non fare una piega, di non battere ciglio.
«Se dovesse essere necessario...» Gli rispose alla fine, con tutta la nonchalance di cui era capace.
Suo fratello era sempre così melodrammatico, pensò. E paranoico, anche. La gente che frequentava doveva avergli fatto il lavaggio del cervello. Da quando aveva cominciato a trascorrere le vacanze dai Potter, di nascosto – e il serpeverde sapeva benissimo cosa facesse, quando si dava per malato a Natale – aveva cominciato a vedere morte e distruzione ovunque. Senza, tra l'altro, rendersi conto che, nella maggior parte dei casi, era lui a causarne. D'altronde, facendo una cernita onesta, chi dei due Black si era trovato a creare più problemi, negli anni? Chi, dei due, si era divertito a fare il grand'uomo, prendendosela coi più deboli? Non era di Regulus che quel Piton, suo compagno di Casa, aveva il terrore. Non era Regulus a fare lo spaccone nei corridoi. Regulus non aveva passato buona parte della sua vita scolastica in punizione per aver fatto qualcosa di stupido. Regulus non aveva mai appoggiato le idee sbagliate, Regulus non aveva mai frequentato le compagnie sbagliate. Fu Regulus, però, a portarsi una mano alla guancia sanguinante, perché il fratello gli aveva appena lanciato un Sectumsempra non verbale.

Erano ormai diverse settimane che non riusciva a togliersi dalla testa quella scena.
A seguito di un combattimento cui Regulus non aveva partecipato perché doveva sbrigare altre mansioni, aveva sentito il Marchio bruciare. Quando si era Smaterializzato sul luogo di ritrovo, si era reso conto che stesse accadendo qualcosa. Insieme a lui, erano stati convocati anche tutti gli altri. Tutti stretti attorno al Signore Oscuro, ai piedi del quale era inginocchiata una giovane donna, le mani legate dietro la schiena. Ciò che sconvolse Regulus fu rendersi conto che fosse una di loro. Non lontano da lei, giaceva la sua maschera.
Maschera dalla quale il giovane Black non era riuscito a distogliere lo sguardo, non appena aveva capito che il Signore Oscuro fosse in vena di punizioni, quella notte. Non riusciva ad ascoltarlo, né era riuscito a guardare il viso della giovane donna neppure una volta. C'era da dire che non ne avesse nemmeno bisogno, visto che lo conosceva bene.
Si chiamava Cecile Bushwick, l'aveva incontrata ad alcuni Yule qualche anno addietro, prima di ritrovarla nella cerchia dei Mangiamorte. Era una brava combattente e, da quel che poteva ricordare, una brillante interlocutrice.
Non si sarebbe mai aspettato di vederla in quelle condizioni: perfettamente immobile, se non fosse stato per l'alzarsi ed abbassarsi irregolare delle spalle, movimento che accompagnava il suo silenzioso singhiozzare.
«.... ed ora la qui presente signorina Bushwick, si assumerà le conseguenze delle sue azioni.»
Furono quelle parole, a riscuoterlo dal torpore cui si stava aggrappando per convincersi che la situazione non fosse grave quanto credeva; fu la voce strascicata di Voldemort a riportarlo coi piedi per terra. Dovette imporsi di restare perfettamente immobile per non barcollare all'indietro come se avesse ricevuto uno strattone. L' Oscuro Signore, intanto, aveva continuato col suo discorso. Un discorso del quale Regulus coglieva soltanto sprazzi. Gli girava la testa.
«Riguarda tutti...» Chinò la testa e si lasciò sfuggire una smorfia. Sperava che Voldemort non lo notasse. Aveva dimenticato tutto, persino di star indossando la maschera, a quel punto. «La fedeltà...» Aveva anche la nausea, adesso, e un groppo in gola.
Ci sarebbe potuto essere lui, al posto di Cecile. Avrebbe potuto essere lui quello spezzato, quello con le mani legate, quello dalla sorte segnata.
«Cominciate.» fu lo strascicato ordine.
Regulus non aveva ascoltato, non sapeva cosa fare. Questo voleva dire che non avrebbe potuto far altro se non guardare, per capire cosa avrebbero dovuto cominciare di preciso.
Non voleva guardare. Avrebbe preferito essere ovunque ma non lì, non lì, non lì.
Le gambe gli tremavano violentemente ormai, non si preoccupò neppure di nasconderlo.
Sentì Bellatrix ridere, prima di urlare un Crucio. Fu tanto violento che il corpo della giovane parve sollevarsi da terra di qualche centimetro, col capo ancora chino, i lunghi capelli rossicci che nascondevano il suo volto alla vista.
Regulus la sentì urlare.
Aveva già visto Bellatrix in azione, aveva già potuto osservare gli effetti della sua maledizione Cruciatus, sapeva benissimo quanto fosse brava ad infliggere dolore. Non fu quello, quindi a sconvolgerlo. Fu la risata che ne seguì.
Non pensava che avrebbe mai riso, torturando una di loro.
Così era iniziato il macabro corteo. Qualcun altro aveva riso, nel torturarla. Regulus non si era unito al coro, per una volta. Quando era arrivato il suo turno, il suo momento, si era avvicinato ed aveva esitato, incontrando lo sguardo di quei grandi occhi azzurrissimi e supplici, arrossati per via delle troppe lacrime. O del dolore. Aveva lanciato il suo Crucio e si era allontanato, non sapeva nemmeno lui con quale forza.
Non riusciva a pensare. In testa aveva una serie di immagini confuse che si davano il cambio, velocissime, quasi offuscando la sua percezione del reale.

L'unica cosa che ricordava distintamente, da quel punto in poi, era che – non sapeva dopo quanto – avessero lasciato il corpo di lei lì. Come una bambola di pezza, quasi non fosse mai stata una compagna, un'amica, una di loro. Quasi non fosse mai stata una persona. Ancora quel letto. Ancora quella stanza, quella casa che era diventata il suo rifugio. Ancora una volta, la sua mente gli ripropose immagini del passato.
Dopo quel pranzo movimentato – durante il quale, per inciso, aveva esposto l'idea di volersi unire ai Mangiamorte, con grande giubilo dei suoi genitori – Sirius aveva lasciato casa Black. Era scappato quella notte, lo ricordava bene.
Ma c'era un ricordo anche più vivido che martellava nella sua testa. Suo fratello che, prima di chiudersi in camera, presumibilmente per preparare la fuga, aveva fatto irruzione nella sua stanza.
Non succedeva da secoli che Sirius vi entrasse.
«Stai facendo il più grande errore della tua vita.» Aveva detto, grave. E aveva poi continuato, prima che l'altro potesse anche solo pensare di interromperlo: «ma ho capito, è quello che vuoi. Appena l'altro giorno hai imparato ad allacciarti le scarpe, ora vuoi uccidere i Sanguesporco. Fa' pure, Regulus. Fa' pure. Ma non venire a cercarmi quando sarà troppo tardi, quando capirai che tutta questa messinscena è letale, quando realizzerai che la vita non è una partita di scacchi e non basta far bene la propria mossa. Per me sei morto.»
Poi era uscito, chiudendosi la porta alle spalle con molto più garbo del solito.

Steso su quel letto, Regulus comprese quanta ragione avesse avuto suo fratello, quel giorno. Era una situazione più grande di lui, vero, ed era vero anche che non fosse solo un bel gioco.
Doveva fare qualcosa. Poteva ancora fare qualcosa?
Si alzò a sedere di scatto, non per il Marchio, non perché chiamato, ma perché aveva preso una decisione: avrebbe cambiato le cose.
Avrebbe dimostrato al mondo, a sé stesso, a suo fratello, a tutti di essere forte abbastanza da fare la cosa giusta, per una volta.
Non importava a quale prezzo.

Angolo autrice, IA:
Salve!
Questa che avete appena letto è la prima di una raccolta di one-shot incentrate sui fratelli Black. Entrambi sono due dei miei personaggi preferiti della saga e trovo che non abbiano concesso loro lo spazio giusto.
Ispirazione permettendo, a questa dovrebbero seguire altre due one shot, quindi ci si becca presto, amici!
Recensite, recensite, recensite e prendete pure un biscotto, se vi piacciono.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: GumIa