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Autore: Fenrir_23    24/01/2016    3 recensioni
Matthew Ketchum, il figlio di Ash e Misty, si rimette in viaggio per una nuova avventura a Johto. Lo attendono nuove e vecchie conoscenze, altri Pokémon, emozionanti sfide e un Team misterioso.
"È stato Suicune, il Vento del Nord, a salvarmi."
"Cosa? Mi stai dicendo che i Pokémon leggendari, Lugia e Ho-oh, sono spariti?"
Il ragazzino dagli occhi di ghiaccio si passò una mano fra i capelli corvini che gli ricadevano sulla fronte.
"Non ci vediamo da parecchio tempo, Matthew."
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Delia Ketchum, N, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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                  IN VIAGGIO!
     
                   




Matthew sospirò di soddisfazione, nel sedersi su una grossa roccia dopo ore di cammino.  La tentazione di chiedere un passaggio a Cenere a volte si faceva davvero forte ma, alla fine, il desiderio di esplorazione e la voglia di scoperta prevalevano sempre.
Lui e Thomas si erano allontanati da Blackthorn City da due giorni, e non avevano fatto altro che camminare, scendendo lungo le rocciose montagne fra le quali era custodita la piccola città. Ora erano giunti a buon punto, ma per arrivare a valle fino a Moghany Town avevano ancora qualche giorno di marcia.
“Chissà se ci stanno tenendo d’occhio.” Commentò Mat, mentre dava da mangiare a Chikorita. Charizard e Skarmory volavano sopra le loro teste, monitorando la zona. Il Pokémon d’acciaio era diventato l’ombra di Cenere – una fastidiosa e molesta ombra – e non perdeva occasione di seguirla nelle sue esplorazioni.
Thomas osservò Yanma che si posava sulla superficie di una piccola pozza d’acqua poco distante da loro. La notte scorsa aveva piovuto.
“Dici quelli della Polizia?”
Matthew annuì leggermente. Da quando avevano lasciato Blackthorn City aveva pensato intensamente a quanto accaduto in precedenza, all’avventura in quel rifugio, all’organizzazione inquietante che aveva rubato l’uovo di Thomas. A Suicune … e alle parole di Maky.
“Vi terremo sempre sotto controllo.”
L’idea di essere costantemente osservato gli metteva addosso una certa inquietudine.
“È per il nostro bene.” Commentò Thomas. “Ci tengono d’occhio per proteggerci.”
“Sì, lo so ma –“
“CHAAAAAAAAAAAAAAAAAAR”
Il ruggito di Charizard interruppe di colpo il loro dialogo. Matthew alzò la testa appena in tempo per vederla atterrare lì vicino, seguita da Skarmory.
Ruotando il collo verso est e sbuffando fumo, Cenere fece capire a Mat che c’era qualcosa di anomalo.  Lui le montò rapidamente in groppa con un balzo.
“Vado a vedere cosa succede, aspettami qui.” Disse a Thomas, senza dargli il tempo di ribattere.
Dall’alto, guardando alle proprie spalle, poteva vedere le montagne innevate che aveva superato da qualche giorno e scendere con lo sguardo fino a valle.
Cenere virò bruscamente a destra abbassandosi di quota: aguzzando la vista Mat scorse velocemente le sagome di due Pokémon che stavano lottando fra loro. C’era anche quello che sembrava essere un allenatore.
Charizard atterrò con un sonoro tonfo, ruggendo minacciosa, accompagnata dal suono metallico di Skarmory che li aveva immancabilmente seguiti.
Matthew smontò dalla schiena del suo Pokémon e osservò la scena che si presentava davanti a loro. Un ragazzo di qualche anno più grande di lui aveva schierato ben due dei suoi contro uno Sneasel, che stava lottando per difendere un altro esemplare ormai completamente esausto e inerme a pochi metri da loro. Matthew li osservò bene: quello ancora in forze doveva essere un maschio, era più grosso e con orecchie più lunghe rispetto all’altra. Anche lui era ormai stanco e decisamente in svantaggio.
Mat fece un  passo in avanti. Era chiaro che quei due Pokémon andavano lasciati in pace.
“Ehi … “ Mormorò, cercando di attirare l’attenzione dell’altro.
Quello si girò di colpo e lo squadrò con un veloce sguardo.
“Fermati!” Gli urlò prima che  Mat potesse avvicinarsi ulteriormente. “Sei un allenatore di Pokémon, vero?”
Matthew annuì.
“Vattene! Questi Sneasel li ho trovati io, sono miei!”
Matthew per un attimo rimase a bocca aperta senza intervenire, spiazzato da quella risposta: ma quando il Gligar e il Kadabra di quel ragazzo attaccarono insieme Sneasel, non poté fare a meno di reagire. Si scambiò una rapida occhiata con Cenere, e lei  intervenne con un caldo lanciafiamme che bloccò gli avversari.
Il Pokémon ghiaccio buio restò in piedi sulle gambe tremanti.
“Ora basta.”
Matthew si portò definitivamente davanti all’allenatore e ai suoi due Pokémon, mentre un moto di rabbia s’impossessava di lui. Odiava chi si accaniva in quel modo nella cattura, non era giusto insistere su un essere che voleva rimanere libero.
Il ragazzo biondo e magro fece una smorfia.
“Togliti ....”
Matthew rimase dov’era.
Successe tutto in pochi istanti: sentì l’altro mormorare qualcosa, poi il laser rosso di una sfera Poké risucchiò la femmina di Sneasel senza forze. Il maschio tentò di lanciarsi verso di lei per difenderla, ma crollò a terra inerme. Prima che Cenere o Skarmory potessero intervenire, Kadabra fece levitare la sfera ancora dondolante verso il suo allenatore.
Il ragazzo biondo sfoderò un sorriso di superiorità.
“Presa … mi accontenterò di un solo Sneasel.”
“Cenere, attaccalo!” Urlò Matthew, ma gli occhi di Kadabra s’illuminarono di rosso, e l’allenatore sparì insieme ai suoi Pokèmon.
Matthew si morse le labbra fino a farle sanguinare, per la frustrazione.
Guardo lo Sneasel rimasto a terra, inerme, senza forze. Doveva aver perso i sensi. Lo sollevò e montò in groppa a Cenere.
Doveva raggiungere Thomas e dirigersi al centro Pokémon più vicino il prima possibile.
 
 
 
 
 
 
“Si riprenderà presto, ne sono sicuro.”
Nonostante fosse passato ormai un po’ di tempo da quando aveva ricucito i rapporti con suo padre, Matthew non era ancora completamente abituato a tutte quelle attenzioni da parte sua. Vederlo lì davanti a sé – anche se a chilometri di distanza, separato da un monitor – gli dava una sicurezza che non aveva mai creduto di poter accostare un giorno alla voce di Ash.
Gli aveva raccontato tutto delle sue avventure e del ritrovo di Sneasel, e dell’ansia che provava perché da tre ore ormai aspettava nel salone di quel centro Pokémon – più a valle rispetto al punto in cui si era fermato a riposare con Thomas -  senza vedere ombra dell’infermiera Joy. Mat lanciò uno sguardo a Thomas, seduto su uno delle panchine della sala d’attesa, poi sospirò e tornò a fissare il monitor.
Ash si trovava al laboratorio di Gary Oak.
“Come stanno i miei Pokémon?”
“Ora te li chiamo.” Risposte pacatamente il Campione. Mat attese per diversi minuti, poi le buffe orecchie e la testa tonda di Raichu fecero il loro ingresso sullo schermo – accompagnate dalla voce sonora – e a seguire tutti gli altri: l’obbediente Pidgeot, Schyter, Gengar, il piccolo Cubone, Execcgute e i Pokémon del laboratorio: Ditto, i due Rattata e i tre Voltorb, fra i quali spiccava quello particolarmente forte che aveva combattuto insieme a Mat in qualche occasione.
Persino Gyarados tentò di affacciarsi, Matthew ne sentì il poderoso ruggito in lontananza. Mancava all’appello solo Larvitar, che da qualche tempo si era andato a nascondere sotto terra in attesa di evolversi.
Gli mancavano i suoi Pokémon anche se li vedeva spesso, se avesse potuto portarli tutti con sé, invece di limitarsi a sei, lo avrebbe fatto.
D’un tratto sentì in fondo alla sala lo scatto meccanico di una porta scorrevole.
L’infermiera Joy era uscita.
“Scusate amici.” Si congedò velocemente.”Vi richiamo dopo!”
Mat la raggiunse in fretta a grandi passi, e cercò subito il suo sguardo per capirne lo stato d’animo.
“Il peggio è passato.” Disse la donna, con tono di voce tranquillo.” Ancora qualche ora di riposo e starà benissimo.”
Matthew tirò un sospiro di sollievo.
 “Possiamo vederlo?” Domandò.
“È meglio lasciarlo tranquillo.” Gli spiegò l’infermiera. “Vi chiamerò io quando sarà il momento.”
Il ragazzino sospirò ancora.
“Va bene … grazie …”
Guardò un’ultima volta Joy prima di raggiungere Thomas.
“Ho sentito tutto.” Lo precedette il compagno di viaggio. “Vai a farti un giro Mat, mi sembri un po’ teso, io sto qui ad aspettare.”
 
 
 
 
Quel piccolo paesino sperduto in un vallata, in cui Mat si era fermato per far curare Sneasel, poteva contare su gran poche attrazioni. Era formato da piccole case basse e vecchie, quasi tutte in pietra. A stento c’era un Pokémon Market dove si poteva acquistare solo qualche  bene di primissima necessità. L’unica cosa degna di nota sembrava essere la pasticceria locale, luogo di incontro degli anziani e dei pochissimi giovane presenti.
Matthew, incuriosito, ne varcò la soglia accompagnato da Chikorita, ma prima che potesse muovere il primo passo venne fermato da una bambina bionda con i codini, che ad occhio non sembrava avere più di dieci anni.
“Ehi, sembri proprio un allenatore di Pokémon!”
Mat balbettò qualcosa, preso alla sprovvista.
“Io mi chiamo Kiara!” Continuò l’altra. “Da questa parti non incontro mai nessuno da sfidare, quindi accetta la mia sfida!”
“Ah – hem …cioè … va bene.”
Matthew quasi non riuscì a seguirla con lo sguardo da quanto si muoveva veloce. Riuscì però a intravedere, con la coda dell’occhio, lo sguardo già preoccupato di Chikorita.
Era uscito senza portarsi dietro Cenere e Skarmory …
La ragazzina lo condusse in uno spiazzo erboso a pochi metri dalla pasticceria. Subito si formò un piccolo pubblico di curiosi.
“Andiamo bene …” Pensò Matthew, poi cercò di sembrare un po’ più positivo. Non poteva essere lui il primo a non dare fiducia al suo Pokémon.
“Te la senti?” Domandò a Chikorita. “Forza, sono sicuro che ce la puoi fare questa volta.”
Lui si fece avanti con esitazione, ma Mat considerò un progresso il fatto che non si fosse nascosto dietro le sue gambe.
Alzò lo sguardo e si presentò.
“Io mi chiamo Matthew Ketchum … e vengo da Pallet Town, a Kanto.”
“Woooow! Esclamò Kiara.”Così lontano!”
Per una bambina come lei, abituata alla vita in quel paesino sperduto, Kanto doveva sembrare proprio un posto dall’altra parte del mondo.
“Bene, vediamo quanto sei bravo … vai Flaffy!”
“Niente male …” Pensò Matthew. “Vai Chikorita, so che ce la puoi fare: attacco foglie lama!”
Le foglie affilate sfiorarono il pelo morbido del Pokémon elettrico, ma Flaffy fece in tempo a schivarle.
“Vai, tuonoschock!” Ordinò la ragazzina.
“Chikorita, spostati!”
Matthew non si stupì più di tanto quando il suo Pokémon s’immobilizzò dov’era. Osservò rassegnato la scarica elettrica abbattersi su Chikorita con un’intensità notevole. Quest’ultimo si lasciò cadere a terra, un po’ per il colpo, un po’ ancora per la paura.
“Forza Chikorita, rialzati!” Provò a incitarlo Matthew, ma si accorse di farlo con poco entusiasmo. Si sentì improvvisamente triste per quella sua mancanza di fiducia nel Pokémon, e lo richiamò, sospirando a metà fra il rassegnato e il depresso.
Nemmeno si era accorto del coro di urla di acclamazione per la ragazzina vincente. Le si avvicinò piano e le strinse la mano, mormorando un “complimenti” poi si allontanò lentamente.
Non era stata la sconfitta in sé a rattristarlo in quel modo. Ciò che lo faceva sentire triste e inadeguato era la sua incapacità di aiutare Chikorita a superare la sua paura di combattere. Avrebbe voluto essere in grado di dargli forza, di incitarlo, di farlo sentire protetto e rassicurato anche mentre lottava, ma sembrava non esserne in grado.
Non riusciva a credere che Chikorita potesse vincere, e questo era il problema. Eppure l’aveva visto combattere bene, al rifugio contro quell’Houndour.
Cercò di scrollarsi quelle brutte sensazioni di dosso e guardò dritto davanti a sé, mentre imboccava il sentiero per il centro Pokémon.
 
 
 
 
Al suo rientro Matthew aveva trovato il piccolo centro Pokémon in subbuglio.
“Cos’è successo?” Domandò, intercettando Thomas.
“Sneasel … è sparito.”
“Da quanto?”
“Poco direi, ero entrato a vedere come stava  dieci minuti fa ed era ancora lì.”
Mat non gli lasciò il tempo di continuare a parlare, si catapultò fuori dal centro Pokémon correndo all’impazzata. Si era appena ripreso e non poteva permettere che si cacciasse ancora nei guai.
Si bloccò di colpo, notando alcune impronte fresche che conducevano al bosco e le seguì per qualche minuto, arrivando ad una piccola radura fra gli alberi che dava su un dirupo.
Sneasel se ne stava lì, appollaiato, a guardare l’orizzonte: Matthew rimase immobile ad osservarlo per alcuni istanti. Ora che era di nuovo in forma non si poteva fare a meno di notare l’aura di fierezza che vorticava intorno a quel Pokémon. Doveva aver combattuto molte battaglie, visto il muso segnato da sottili cicatrici e una delle tre code in parte mozza.
“Fermo!” Gli urlò d’istinto quando vide che lui stava per spiccare un balzo.
Sneasel si voltò di colpo, dapprima sulla difensiva, ma abbassò la guardia quando riconobbe Mat.
Si scrutarono a lungo.
“Vuoi metterti alla ricerca della tua compagna?” Domandò il ragazzino, dopo diversi secondi di silenzio.
Il Pokémon annuì con un cenno del capo, l’espressione seria.
Matthew fece un passo avanti.
“Io sono Matthew Ketchum, un allenatore di Pokémon proveniente da Kanto.” Disse, poi si schiarì la voce.
“Voglio viaggiare per tutta Johto. Non ho idea di dove sia andato quel ragazzo che vi ha attaccati, ma potrei aiutarti nella ricerca …girovagando per questa regione in cerca di sfide, avremo buone possibilità di trovare colei che cerchi.”
Sneasel rimase fermo dov’era.
“Vuoi unirti alla mia squadra?”
Il Pokémon saltò giù dall’albero e si mise in posizione di combattimento.
“è molto orgoglioso” Pensò Matthew,  rispondendo all’invito alla sfida con un mezzo sorriso, mentre prendeva una delle sue Pokéball.
“Va bene, vuoi mettermi alla prova.” Mormorò fra sé e sé.
“Vai, Skarmory!”
Sneasel scattò subito in avanti, le unghie affilate pronte a colpire si scontrarono con una delle ali d’acciaio di Skarmory, producendo un suono acuto e fastidioso.
“Aeroassalto!” Suggerì Mat. Il Pokémon sparì in alto fra le chiome degli alberi, ripiombando giù dopo poco a gran velocità: ma Sneasel era veloce, e schivò il colpo scartando verso destra con grande agilità, poi si portò alle spalle dell’avversario, saltando, e colpì Skarmory con un potente e deciso ferrartigli.
Senza dargli tregua ripiombò alle sue spalle, furtivo come un Ninja. Il Pokémon di Mat non riuscì a schivare nemmeno quell’attacco, finendo intrappolato in un vortice di colpi.
Matthew osservò l’andamento degli attacchi di Sneasel per qualche minuto. Era chiaro che il Pokémon non si era ancora del tutto rimesso dal giorno precedente, e cominciava ad essere davvero stanco. Le sue tempistiche stavano diventando prevedibili.
Poco prima che Sneasel si scagliasse nuovamente addosso al suo avversario, ordinò a Skarmory di usare un altro alacciaio.
L’impatto scagliò il Pokémon ghiaccio buio contro un albero, a diversi metri di distanza.
Mat attese qualche secondo, poi lanciò la sua Pokéball.
Un dondolio, due … e la sfera si chiuse completamente.
Matthew la raccolse da terra osservandola con attenzione, emozionato.
Ora Sneasel era uno dei suoi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
È passato un sacco di tempo dall’ultimo aggiornamento, me ne rendo conto, ma ultimamente sono risucchiata da un vortice di cose da fare … nonostante tutto la fan fiction va avanti! Insomma, barcollo ma non mollo … spero di sentirvi ancora, grazie in anticipo a chi vorrà lasciarmi un suo commento e all’immancabile TommyGun, scusa se ti ho fatto aspettare così tanto!
 
   
 
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