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Autore: paneenutella    25/01/2016    15 recensioni
Fedez capisce, probabilmente solo in quel momento, perché lo sguardo del riccio lo abbia sempre messo in soggezione.
Mika lo guarda come se lo vedesse davvero.
« Quando sono nervoso mi sudano le mani » confessa il ragazzo, parlando troppo velocemente. Forse è colpa dell'alcool o forse è solo euforico.
« Non mi disturba » risponde Fedez.
« E mi vengono i crampi allo stomaco » continua l'altro, come se Fedez non lo sapesse.
« È carino ».
« E- E poi inizio a parlareparlareparlare e arroscisco spesso ».
« La trovo una cosa adorabile » ammette Fedez e gli sorride perché è vero. È così dannatamente adorabile.
« Sono un ragazzo » sussurra Mika, come se non fosse già abbastanza ovvio.
« Non mi importa ».
E poi succede tutto velocemente. Oppure a rallentatore.
Fedez non lo sa.
Non capisce più nulla dal momento in cui Mika, alto, elegante, snello, con i capelli sempre incasinati e quegli occhi enormi, si china verso di lui e lo bacia.
MikaXFedez // Urban Strangers
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fedez
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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« Che poi, Alè, non ci hai mai detto se le labbra di Giò sono più morbide di quello che sembra, oppure... » Fedez non riesce a finire la frase perché un'occhiataccia di Mika lo fa sorridere (e distrarre).
Più o meno è da tutta la settimana che vanno avanti così. Fedez che fa battutine, Alessio che si giustifica con un “ero ubriaco, Fede” e lo manda a quel paese, Gennaro che diventa improvvisamente troppo silenzioso e Mika che salva tutti dalla situazione imbarazzante.
« Lascialo in pace, dai » lo rimprovera, con un sorrisino. Fedez pensa, ancora una volta, che il riccio sia davvero troppo buono.
Non c'è gusto così.
Hanno superato l'imbarazzo del dopo sbornia, lui e Mika, ed è stato più facile di quanto Fedez si sarebbe mai aspettato.
La verità è che si sta abituando. Alle colazioni, ai pranzi, alle cene con Mika, ai baci scambiati di nascosto, a dormire insieme nel suo letto, coperti dal lenzuolo; a toccarlo e a lasciarsi toccare da Mika, mentre è buio, perché il tocco del riccio è delicato e pressante allo stesso tempo ed è come se riuscisse a portare via la stanchezza, i dubbi, le preoccupazioni.
Non è cambiato nulla eppure è tutto così diverso.
« Se non ti conoscessi, Fede, direi che anche tu avresti voluto essere acchiappato da Alex » lo prende in giro Gennaro, arricciando il naso.
Fedez vorrebbe chiedergli che minchia voglia dire acchiappare e, soprattutto, se con quel anche tu Genn si stia riferendo a Giò o a se stesso ma non ne ha il tempo.
In quel momento, infatti, nel bar entrano proprio Giòsada e Davide, insieme a quella massa informe che sono i suoi capelli.
« Baell, ragà, come state? » li saluta Giò sorridendo.
Fedez ha imparato due cose su Giòsada: la prima è che la sua risata è decisamente sguaiata e contagiosa allo stesso tempo, la seconda è che la differenza tra il Giò sobrio e il Giò ubriaco è quasi impercettibile.
Il ragazzo tatuato non ha mai conosciuto nessuno così fuori di testa. Durante la serata al Pollaio, la settimana scorsa, Giòsada ha memorizzato in rubrica tutti i loro numeri di cellulare, per poi creare un gruppo su WhatsApp registrandolo con il nome di Baell Squad.
La mattina seguente, dopo essersi svegliato alle tre del pomeriggio, Fedez si è ricordato di questo fatto solo perché il suo telefono era intasato da ben trecento messaggi e dai selfie di Gennaro.
Cosa di cui avrebbe volentieri fatto a meno, grazie tante.
Dopo giorni di riflessione è arrivato alla conclusione che quel Baell sta sia per Bella che per Balle. Nel senso che il loro incontro è stato sia una cosa Bella, sia una Balla perché è talmente surreale da sembrare una cazzata.
Forse la deve smettere di passare così tanto tempo con Mika, è lui il Freud della situazione, quello che psicoanalizza tutto e tutti.
« Io e lo zio stavamo pensando di esibirci qua, sabato » annuncia Davide, indicando se stesso e Giòsada.
« Qualcosa di emozionante, così facciamo fare al pubblico un po' di macello » continua Giò, infervorato.
« E il “macello”, probabilmente » lo prende in giro Shorty, « sarà dovuto ad una ballad strappalacrime, ma pazienza » sorride, facendo spallucce.
Fedez ha realizzato solo dopo qualche giorno che Davide si era già esibito nel loro bar, settimane prima. Era il ragazzo capellone che aveva portato un suo pezzo, uno dei primi venerdì in cui Skin e Zack avevano deciso di portare avanti questa cosa della serata karaoke.
« Noi non vediamo l'ora di ascoltarvi! » dice Mika, sinceramente curioso, cercando il suo sguardo. È strano come ormai parli anche per lui, quasi automaticamente.
Fedez annuisce, comunque, mentre Alessio aggiunge: « Sono una bomba, ragà. Giò ha un timbro di voce che neanche il cantante dei Muse... » spiega, con voce adorante.
« E Shorty… Shorty ha il groove che gli scorre nelle vene » continua Gennaro.
In realtà, Genn e Alex hanno avuto l'occasione – e il tempo, soprattutto – di uscire spesso con Davide e Giòsada. Probabilmente si sono visti quasi tutti i giorni, mentre Mika e Fedez erano impegnati al bar, perciò non è così strano che li abbiano già sentiti cantare. Hanno legato talmente tanto, quei quattro, che Fedez pensa seriamente che tra qualche anno faranno una specie di Baell Tour o roba simile.
« Che cos'hai là dentro? » chiede poi il ragazzo tatuato, riferendosi alla busta di plastica che Giò stringe con la mano destra (e che ha notato solo ora).
Giò la guarda come se, fino a quel momento, si fosse dimenticato di averla portata. « Ah, già. Questa è la nostra cena » annuncia con un sorriso che va da un orecchio all'altro, mentre con la mano libera si gratta la barba scura.


La loro cena consiste in sei pizze surgelate. Quando hanno proposto di mangiare qualcosa insieme, qualche ora prima, Fedez non si aspettava di certo questo.
Zack ha dato loro il permesso di cenare al piano di sopra, nel suo appartamento, ma Fedez deve ammettere che gli va bene anche così, perché c'è una sorta di atmosfera familiare, tra loro sei. Come se si conoscessero da sempre.
C'è Alessio che beve birra e si lascia scappare qualche rutto, c'è Gennaro che gli da un pugno sulla spalla e finge di essere disgustato, Giò e Davide che si prendono a pugni per gioco, Mika che lo sta guardando come se fosse la cosa più bella dell'universo.
Okay.
« Allora raga » dice Giò, con tono solenne, una volta posizionato dietro il tavolo della cucina. « Nella pizza surgelata metteteci sempre la mozzarella, sopra, a parte ». Davide, nel frattempo, sta tagliando a fettine le mozzarelle che Mika ha preso dal frigo.
Fedez lo guarda, i capelli ricci e arruffati che ballonzolano da una parte all'altra. C'è qualcosa, nel modo in cui sorride e scherza insieme agli altri quattro dementi che fa sciogliere il cuore di Fedez in una schifosa brodaglia piena di sentimenti.
Scuote la testa, cercando di riacquistare un po' di contegno.
Hanno appena messo le pizze in forno, mentre Mika porta un po' di frutta a tavola e gli altri finiscono di apparecchiare.
« Giò, quella roba non è pizza, ma un insulto a Napoli. Al mondo. All'universo » specifica Gennaro, facendo ridacchiare Alessio.
Il bruno, giusto per confermare il suo terribile senso dell'umorismo, prende un'arancia dal cesto di plastica, la guarda, poi guarda Gennaro, poi di nuovo l'arancia. Infine, il suo commento è squallido quasi quanto quello che si era aspettato Fedez. « E pazienza, Gennà. Ci sono persone che sanno fare la pizza, e poi ci sono persone come noi che… » solleva l'arancia e fa una pausa, giusto per creare un po' di suspance. « Ci si arancia ».
Fedez ha la decenza di coprirsi la bocca con una mano, per trattenere una risatina.
« Madò, fratè » sospira Genn, alzando gli occhi al cielo. « Sei una persona squallida. Sei davvero una persona squallida ».
« Eh, è così Alessio » continua Giò, sistemando le mozzarelle al centro della pizza. « Questa è la sua vera essenza ».
« L'essenza di un coglione » commenta Gennaro, e – Fedez lo sa – il suo tono dovrebbe essere almeno un pochino offensivo, invece lo dice quasi con affetto.
Mezz'ora dopo hanno tutti preso posto a tavola. Mika accanto a Fedez, davanti a loro Genn e Alex e a capotavola Giò e Shorty.
La pizza fa schifo ma a nessuno sembra importare più di tanto. La televisione, accesa, crea un piacevole sottofondo negli attimi di silenzio, che sono pochi, in realtà, visto che tutti sono troppo impegnati a chiacchierare e sparare stronzate.
Fedez ha sempre amato la solitudine. Non è un totale asociale, certo, ma ci sono dei momenti in cui preferisce stare da solo e Mika lo ha sempre capito e lui gli è grato anche di questo. La Baell Squad, invece, non lo capisce.
Sono sempre in mezzo ai coglioni, aveva borbottato qualche giorno prima, e Mika gli aveva dato un pizzicotto prima di aggiungere “ma smettila, tanto si vede da un miglio che ti stanno simpatici tantissimo”.
Non aveva tutti i torti, in effetti.
Giò e Davide stanno parlando della loro vita a Liverpool. Entrambi vivono lì, ora, Giò solo da quest'estate, Shorty da un anno, ormai, insieme alla sua fidanzata, Alba.
« Me la voglio sposare, questa donna » commenta ad un certo punto, addentando una fetta di pizza. Mika lo fissa, con sguardo sognante, poggiandosi una mano sul palmo e facendo uno di quei versi imbarazzanti che solo lui sa fare.
« Davvero? Fratè, è un passo importante » dice Giòsada, corrugando le sopracciglia.
Shorty annuisce, abbassando lo sguardo, le labbra tirate in un sorriso che ha qualcosa di dolce e adorabile allo stesso tempo.
Fedez si acciglia. Probabilmente lui non riuscirebbe a convivere con una persona per un giorno, figuriamoci tutta una vita. Sarebbe dura, perché quando stai troppo tempo con qualcuno inizi a notarne i difetti, cose stupide che iniziano a darti fastidio quasi senza che tu ne renda conto.
Sì, ma con Mika non è successo, sussurra una vocina nella sua testa e lui è pronto a scacciarla via, visibilmente turbato.
« Tutto okay? » bisbiglia Mika, cercando di non farsi sentire dagli altri. « Hai una faccia… ».
Fedez si affretta ad annuire, perché non vuole farlo preoccupare inutilmente.
Alessio, nel frattempo, ha appena fatto l'ennesimo commento senza senso. « Io sono molto felice per lui, ragazzi. Andrà alla grande, se son Shorty fioriranno ».
Cosa vuol dire.
Davide, in ogni caso, sembra apprezzare e soprattutto capire ciò che gli ha detto, visto che si è sporto verso di lui per scompigliargli i capelli affettuosamente.
Con la coda dell'occhio, Fedez vede Mika arricciare il naso e lo immagina mentre si morde la lingua e si trattiene dal fare commenti su quanto quello che Davide abbia appena fatto sia poco igenico.
Eppure, c'è un solo pensiero che martella nella mente del ragazzo tatuato. In mezzo a tutto quel macello, con Mika al suo fianco e insieme a quei ragazzi che conosce solo da qualche settimana, si sente inspiegabilmente a casa.
« Il matrimonio è una cosa seria e sarà che io, una relazione seria, non sono per niente pronto ad iniziarla ».
« Giò, lo sappiamo che in realtà sei un tenerone » dice Davide, e Fedez pensa che se fosse abbastanza vicino gli strizzerebbe le guance come una vecchia zia. « Devi accettare la tua indole da Winnie The Pooh ».
Gli altri ridacchiano, Fedez sorride.
« Smettetela. L'unica donna della mia vita è, e sempre sarà, la mia terra ».
Davide lo prende in giro. « Uh, che persona profonda ».
« L'unica donna della mia vita è la mia chitarra » aggiunge Alessio, gonfiando il petto orgoglioso.
« L'unica donna della mia vita è Alex » conclude Gennaro, attirando l'attenzione di tutti. Si irrigidisce e Fedez potrebbe giurare di averlo visto arrossire, per una manciata di secondi. « Che c'è, almeno io non sono così ovvio come voi altri » borbotta.


Sabato mattina Fedez non ne vuole proprio sapere di andare a lavorare. Cerca di convincere Mika, che anche quella notte ha dormito nel suo letto, si appiccica a lui, gli mugugna cose senza senso all'orecchio, ma il riccio sembra irremovibile.
« Fedè, non possiamo » gli dice, la voce ancora dannatamente roca.
« Ti prego. Diciamo a Zack che siamo malati » piagnucola Fedez, avvolgendogli il braccio intorno alla vita.
La schiena nuda del riccio è scossa da un brivido. « Stronzo di merda. Hai le mano congelate » sbuffa, cercando di staccarsi Fedez di dosso. Il ragazzo, ancora con gli occhi chiusi, si avvicina al corpo caldo del riccio un po' di più, quasi inconsciamente.
« Mh-mh ».
Mika ha l'abitudine di andare a letto indossando solo un paio di boxer e Fedez non ne è mai stato così felice. Il cavallo della sua tuta ora, infatti, sfiora perfettamente il sedere del riccio.
Fedez apre gli occhi. Ora è sveglio.
Mika si spinge contro di lui, respirando rumorosamente con il naso.
Okay, ora è decisamente sveglio.
« Dai, potremo rimanere al letto tuuutto il giorno » continua Fedez, strusciandosi contro il ragazzo. Sente Mika trattenere il fiato ed è bellissimo avere quest'effetto su di lui. Sapere che anche solo un minimo contatto lo mandi completamente in tilt.
A Fedez non è mai piaciuto dormire insieme a qualcuno, neanche dopo il sesso, perché la mattina si sveglia quasi sempre di cattivo umore e vuole restare da solo. Ma con Mika è diverso.
« Fedè » sussurra Mika.
« Mh? » mugugna Fedez, facendo scorrere la mano che stringe il riccio dall'ombelico fino al suo petto. Intanto continua a muovere il bacino, lentamente, perché ha capito che a Mika non piace correre troppo, il più delle volte, quando si tratta di certe cose.
« N-non » e la sua voce si spezza, perché Fedez ha spostato di nuovo la mano sul suo fianco, stringendoglielo un poco.
Per un momento, si sente solo il rumore del tessuto della tuta che sfrega sui boxer di Mika, il respiro irregolare di Fedez e i gemiti a stento trattenuti del riccio.
Ma è solo un momento perché Mika si allontana da lui e si alza in piedi, con una velocità impressionante. Ha le guance rosse e il fiatone e Fedez vorrebbe trascinarlo di peso sul letto e tenerlo stretto a sé per il resto della giornata.
Il riccio, in ogni caso, sembra leggermente dispiaciuto quando dice, di nuovo: « Davvero, non possiamo ». Fedez non riesce a cogliere appieno le sue parole, comunque, troppo distratto dall'evidente erezione nelle mutande di Mika.
Mi sta mandando a puttane il cervello.


Mii sta decisamente mandando a puttane il cervello, è quello che si ripete quando si alza finalmente dal letto e trova il riccio in cucina, che gli versa il caffè in una tazzina e glielo zucchera nel modo in cui piace a lui.
Quando i loro occhi si incontrano, Mika sorride e poi abbassa lo sguardo, come fosse un pochino in imbarazzo. Fedez gli si avvicina e vorrebbe baciarlo ma gli sembra ancora tutto così strano e non sa se può ed è diverso che essere nella loro camera, a letto, perché ora sono svegli ed è tutto un po' più reale e il suo cuore ha iniziato a battere di nuovo troppo forte e-
« Grazie, per il caffè ».
Mika gli passa accanto e, prima di allontanarsi e andare – probabilmente – in bagno, fa scivolare le dita sulla sua spalla, sul suo collo e poi sul suo braccio.
Piccoli brividi attraversano il corpo di Fedez ed è piacevole. È piacevole anche guardare il fondo schiena di Mika, perfettamente fasciato dai boxer neri, mentre il riccio gli dà le spalle e continua a camminare, inconscio dei sentimenti contrastanti di Fedez e dei battiti accelerati del suo cuore.
Qualche minuto dopo il ragazzo passa davanti alla porta del bagno, semiaperta, e gli sembra abbastanza stupido bussare, perciò decide di entrare comunque.
Intravede il corpo di Mika, nascosto dalle porte della doccia e dal vapore che si è velocemente diffuso in quei pochi metri quadrati.
Il riccio sta canticchiando, mentre si sciacqua via lo shampoo dai capelli. Fedez non riesce a staccare gli occhi dalla doccia. Era venuto per lavarsi i denti, maledizione.
Ed è quello che fa, infatti, aprendo il rubinetto e approfittandone anche per sciacquarsi la faccia con l'acqua fredda.
« Fedè? » lo chiama Mika, probabilmente accortosi della sua presenza. « Senti, mi passi il balsamo? È nel nomile sotto il lavandino, lo sai, no? ».
Fedez si asciuga il viso e ridacchia. « Vuoi dire mobile » lo corregge, divertito.
« Quello che è. Per favore » aggiunge poi, usando un tono di voce con cui riuscirebbe a fargli fare di tutto. Mika potrebbe anche dirgli che vuole derubarlo e vendere i suoi organi e Fedez glielo lascerebbe fare comunque, se glielo chiedesse così.
Perciò prende il balsamo e glielo porta, schiudendo appena le porte della doccia. Lo spazio è abbastanza, però, per riuscire a scorgere il fisico asciutto di Mika.
Fedez segue con lo sguardo ogni centimetro del suo corpo. Non vorrebbe ma è inevitabile e si sente un quattordicenne con gli ormoni a palla, ma non gli interessa.
La gambe di Mika sono sempre magre e lunghissime. Indugia un po' prima di sollevare di poco lo sguardo, Fedez, e non può e non vorrebbe soffermarsi così tanto sulla leggera peluria del pube del riccio. O sul suo pene. Ma lo fa lo stesso.
I suoi occhi vagano sul petto di Mika, sul suo collo, le goccioline d'acqua che scorrono veloci sul suo corpo.
Quando, finalmente, gli occhi del riccio sono nei suoi, Fedez esala un respiro che non si era reso conto di aver trattenuto.
Il sorrisino soddisfatto che gli rivolge Mika gli fa venire voglia di prenderlo a pugni e baciarlo fino a rimanere senza fiato allo stesso tempo.
Anche se Fedez, senza fiato, probabilmente lo è già.
« Potresti darmelo, quindi? » chiede il riccio, alzando le sopracciglia e sorridendo alzando un solo lato della bocca.
Fedez in un primo momento non capisce a cosa si stia riferendo; arrossisce quando si rende conto di avere ancora il balsamo stretto in mano, il braccio sollevato a mezz'aria come un idiota.
« Certo » si limita a dirgli, cercando di nascondere il suo imbarazzo. Mika avvicina il suo, di braccio, bagnato e gocciolante, e con una lentezza disarmante, gli sfila di mano la boccetta, facendo sfiorare le loro dita. Poi chiude le porte della doccia e Fedez rimane lì davanti, come un povero scemo, per alcuni secondi. O minuti, non saprebbe dirlo con certezza.
Chiude gli occhi e conta fino a dieci, per cercare di calmarsi, e quando li riapre, le sue mani stanno già abbassando i pantaloni della tuta.
A Fedez non dà fastidio la nudità, non lo mette a disagio, ma quando apre le porte della doccia ed entra dentro velocemente – prima di perdere il coraggio e cambiare idea – e Mika lo squadra da capo a piedi, si sente un po' in soggezione, se deve essere sincero.
All'inizio il riccio sgrana gli occhi, visibilmente incredulo, ma poi la sua espressione si ammorbidisce. « Ciao » gli dice, aprendo il getto della doccia per sciacquare gli ultimi residui di sapone rimasti.
Fedez deglutisce. « Ciao » risponde e gli sembra di aver già vissuto questo momento. « Ho pensato che avremmo potuto fare la doccia insieme, sai, per risparmiare l'acqua e tutto il resto » si giustifica, giusto per rendersi un pochino più ridicolo.
Mika ridacchia. « Che bravo » commenta, leccandosi una goccia d'acqua dal labbro superiore.
Vaffanculo, pensa Fedez, un attimo prima di fiondarsi sulle sue labbra.
Il riccio fa un verso sorpreso, colto per l'ennesima volta alla sprovvista, quella mattina, ma non si tira indietro. Anzi, le sue mani vanno automaticamente a stringere i fianchi di Fedez.
Quando il ragazzo tatuato si spinge contro il corpo del riccio, passa sotto il getto dell'acqua e quasi scivola, ma le braccia di Mika lo tengono stretto e lo aiutano a non cadere. Un po' come succede, in senso metaforico e non, da quattro anni a questa parte.
Mika gli ansima sulle labbra quando Fedez lo sbatte letteralmente al muro. Non avrebbe voluto, davvero, ma la foga del momento ha avuto la meglio e ora il ragazzo è troppo impegnato a sentire il riccio dappertutto per pensare razionalmente e muoversi in modo dolce.
Fedez gli bacia la mascella, il collo, la spalla. Mika ha usato il suo bagnoschiuma e questa cosa lo manda fuori di testa. Ha il suo odore, cazzo, ed è bellissimo.
Mika allarga le gambe e spinge la sua erezione contro quella di Fedez, che si morde le labbra per non gemere il suo nome.
Si concede qualche secondo per guardare Mika, il capo sollevato leggermente all'indietro, poggiato contro le mattonelle della doccia, i ricci spiaccicati sulla fronte, la bocca socchiusa e i suoi gemiti che gli rimbombano nelle orecchie. Fedez pensa che quello sia il suono più bello di sempre.
Il cuore gli batte forte, mentre Mika – gli occhi chiusi e gocce d'acqua impigliate tra ciglia lunghe - non riuscendo più a controllarsi, si struscia su di lui, artigliandogli le spalle e ansimando in maniera oscena.
La differenza d'altezza gli rende difficile fare quello che vorrebbe, perciò il ragazzo tatuato, spinto dall'adrenalina e dall'eccitazione, che inizia ad essere fastidiosamente dolorosa, approfitta del sostegno della parete e solleva Mika.
Il riccio allarga automaticamente le gambe per avvolgerle attorno ai suoi fianchi e Fedez quasi grugnisce.
E poi è tutto molto confuso. C'è Mika che stringe spasmodicamente la manopola della doccia, azionando e spegnendo il getto dell'acqua diverse volte, mentre geme il nome di Fedez direttamente nel suo orecchio.
Fedez lo odia quando fa così, perché gli fa perdere anche l'ultimo briciolo di sanità mentale rimasto. Mentre con la mano sinistra gli stringe il fianco, con la destra prende in mano la sua erezione e quella del riccio e inizia a muoversi velocemente.
Quando passa il pollice sulla punta, compiendo piccoli cerchi concentrici, Mika getta indietro il capo e quasi rischia di sbattere la testa al muro. Allontana la mano sinistra dalla manopola e la sposta – insieme alla destra – sulle spalle di Fedez, che graffia con le unghie corte senza fargli troppo male.
Il ragazzo tatuato cerca di misurare i suoi movimenti, invano. Il modo in cui le sue dita avvolgono la sua erezione e quella di Mika lo infiammano ancora di più. Vorrebbe fargli un pompino, si ritrova a pensare, anche se non l'ha mai fatto e probabilmente sarebbe un disastro.
Cazzo. Cazzo. Cazzo.
Aumenta la velocità, la sua mano bagnata scivola rapida. Sente le mani di Mika stringergli i capelli, e allora lo guarda, ancora.
Le sue palpebre sono socchiuse, la bocca è aperta e ansima, ansima, ansima. È davvero troppo rumoroso e Fedez non ce la fa più e, a questo punto, non gli importa neanche che qualcuno possa sentirli.
C'è qualcosa di osceno in Mika. Non è neanche l'atto in sé, no, è proprio l'espressione sul viso del riccio a farlo venire con un gemito strozzato.
Continua a muovere la mano, comunque, e Mika lo segue dopo qualche secondo, mordendogli piano la spalla e respirando rumorosamente con il naso, cercando di trattenere un verso sorprendentemente acuto.
Sono entrambi a corto di fiato, ma va bene lo stesso. Soprattutto se Mika continua a guardarlo così e a stringerlo come se non volesse lasciarlo mai.
« Fanculo, mi sa che mi devo fare di nuovo la doccia » è il suo unico commento, che fa sorridere Fedez, se possibile, ancora di più.


Quando, fortunatamente puntali, scendono giù al bar, Skin lancia a entrambi un ghigno malizioso, che solo Fedez sembra notare e che ignora prontamente.
« Dormito bene? » chiede Zack e Mika, che stava bevendo un sorso d'acqua, quasi si strozza.
Ha capito tutto. Ha sentito tutto.
Oh, cazzo, che schifo, non ci posso credere mai nella vita.
Nonostante i suoi pensieri sconnessi, Fedez riesce miracolosamente a prendere in mano la situazione, dicendo, con tono apparentemente calmo: « Alla grande, Zack ».
Quando alza lo sguardo e incrocia gli occhi dello zio di Mika non vi scorge nessuna traccia di scherno, al contrario di quelli di Skin, che sembrano sapere sempre tutto.
Zack, invece, fa un sorriso sincero, si avvicina a entrambi e poggia una mano sulla spalla di Fedez, mentre scompiglia i capelli a Mika, che si ritrae infastidito e divertito allo stesso tempo, borbottando un “eddai zio, mi disfi i capelli”.
Il resto della giornata Fedez lo trascorre sentendosi totalmente su di giri. È la prima volta che tocca un altro ragazzo, che lo desidera, soprattutto. E quel ragazzo è Mika.
Non sa esattamente come comportarsi, come reagire a questi nuovi sentimenti che sta provando. Non sa neanche perché proprio adesso, perché non prima, perché è stato così cieco. È che è Mika e Fedez non lo sa bene cosa gli succeda ma, quando si tratta del riccio, lui è felice.
Ci rimugina a lungo, mentre lo osserva spostarsi da un tavolo all'altro, sorridere gentile ai clienti, stringersi il grembiule sui fianchi stretti. A volte lo guarda, si imbarazza e distoglie lo sguardo e Fedez scuote la testa, perché è difficile credere che quel ragazzo, a tratti timido, sia lo stesso che fino a qualche ora prima strusciava la sua erezione contro la sua gamba.
Ci tengo troppo, pensa Fedez e fa quasi male rendersene conto. Come se il suo cuore si gonfiasse un po' di più, ogni volta che Mika lo chiama o gli sorride con quella fossetta, o gli sfiora la mano quando gli passa vicino.




« Che cazzata venire qui da stirati » aveva borbottato Fedez rivolgendosi più a se stesso che a Mika.
Era la prima volta che fumavano insieme e il riccio si era fatto stranamente silenzioso.
Ed era strano perché, dopo un anno che lo conosceva, Mika non era mai riuscito a stare zitto per più di dieci schifossisimi minuti.
Proprio quella mattina era stato interrogato in storia. Aveva avuto qualche problema con la pronuncia e si era impappinato con le parole, ad un certo punto, ma la docente, alla fine, lo aveva premiato con un bel nove.
E Fedez non si aspettava certo un voto inferiore. Era affascinante, vedere quanto Mika si impegnasse nelle cose a cui teneva. Il pomeriggio prima della verifica, il ragazzo tatuato aveva mandato un messaggio al riccio, chiedendogli se volesse venire a studiare a casa sua.
I suoi ovviamente non erano a casa e conosceva Mika abbastanza da sapere quanto il riccio odiasse stare da solo quando era nervoso o in ansia per qualcosa.
Gli serviva un supporto morale e Fedez non aveva nulla da fare, per cui.
Una manciata di minuti dopo, Mika era a casa sua, lo zaino sulla spalla e il morale a terra. « Sono un po' con l'ansia » aveva sussurrato, distogliendo lo sguardo.
Fedez l'aveva fatto salire in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle. Sua madre era a lavoro, sarebbe tornata per l'ora di cena. « Dici sempre così e poi prendi voti altissimi, secchione » aveva scherzato, ma sapeva quanto ogni singolo voto di Mika fosse fottutamente sudato e meritato.
Mika l'aveva guardato alzando un sopracciglio, l'ombra di un sorriso ad illuminargli il volto. «Oh, sta zitto, tu. Perché poi mi hai invitato da te? Questa interrogazione tu l'ha già data ».
Ops.
Fedez si era limitato a scrollare le spalle. « Un ripasso non fa mai male. E poi mamma ti adora, lo sai. Finirà per adottarti o roba simile » aveva aggiunto poi, facendo una smorfia.
Mika aveva ridacchiato e gli aveva stretto un bicipite, prima di togliersi le scarpe e sedersi sul letto di Fedez. Sì, avevano già superato la fase in cui nessuno dei due si poneva problemi su come comportarsi a casa dell'altro.
La serata era trascorsa in fretta, a cena la madre di Fedez non aveva fatto altro che osannare Mika e, anche se da un lato era terribilmente irritante, dall'altro andava bene perché il riccio sembrava aver acquistato un po' di autostima e motivazione (cose che i suoi genitori non erano mai stati in grado di dargli, giusto per).
E Fedez non è un tipo eccessivamente espansivo, Mika lo aveva capito anche al tempo. Dimostrava il suo affetto in modo diverso dal riccio, che tendeva a dare abbracci e toccare Fedez sulle spalle, sulle braccia, un po' ovunque, per comunicargli che lui c'era e che ci sarebbe stato, anche nei momenti no.
Per Fedez era più difficile perché, prima del riccio, non aveva mai trovato nessuno per cui valesse la pena esporsi così tanto. Perciò aveva sperato che Mika avesse capito, quella notte, mentre con la scusa di guardare una serie in streaming era rimasto sveglio fino a tardi, solo per fare compagnia al riccio e aspettare che finisse di ripassare la Rivoluzione Inglese.
Alla fine si era addormentato, ai piedi del letto, raggomitolato in una posizione scomoda e quando Mika gli aveva detto che avrebbe dormito lui, sul divano, gli era sembrato di percepire un sorriso, nel suo tono di voce.
Comunque, dopo il votone, avevano deciso di festeggiare. Quindi, Fedez si era procurato dell'erba – “mi raccomando Giulio, la voglio buona, stavolta. Non come quella schifezza che mi hai propinato l'altra volta” – e ora stava portando Mika nel parco. Il suo parco.
Perché lì non c'è nessuno e possiamo stare un po' in pace, aveva spiegato, in parte al riccio, in parte a se stesso.
« Oh. È il tuo, tipo… posto segreto? » aveva chiesto Mika, le pupille dilatate, gli occhi che brillavano di una strana luce.
Sembrava un bambino il giorno di Natale e a Fedez faceva quasi tenerezza, quindi aveva annuito, ridacchiando. « Una specie ».
Era stato difficile scavalcare il cancelletto in legno senza perdere l'equilibrio. Fedez si era girato verso Mika, porgendogli il braccio per aiutarlo a muoversi senza cadere.
Avevano finito per parlare della scuola, di Professor Testa e di come mezza scuola – e mezzo mondo – lo volesse morto, di Giulia, di relazioni.
« Smettila Mik, sono romanticissimo, quando voglio » aveva borbottato, imbronciandosi.
La risata del riccio era cristallina, perfetta per riempire il silenzio della notte.
Ma che ore si erano fatte, esattamente?
« Oh, sì. Secondo me tu è uno stronzo di merda, quando si tratta di fidanzamenti».
Fedez l'avrebbe già mandato a quel paese, in altre circostanze, ma aveva fumato e, nonostante la bocca impastata e l'evidente difficoltà nel pronunciare alcune lettere, aveva risposto comunque: « Cazzate. So essere dolce, se tengo a quella persona ».
« Ah, sì? » aveva chiesto Mika, quasi sfidandolo. « Dì a me la cosa più romantica che hai fatto per qualcuno ».
E Fedez non ci aveva pensato davvero, quando aveva aperto bocca per rispondere, perché le parole erano scivolate via dalle sue labbra quasi da sole. « Portarlo nel mio posto segreto ».



La sera, come avevano promesso, arrivano Shorty, Giò e gli Urban.
Alessio si è portato dietro la solita chitarra, Gennaro la solita ansia. « Perché ogni sabato c'è sempre più gente, qua? » si lagna, infatti. Indossa una camicia in jeans che Fedez giura di aver visto addosso ad Alex solo qualche giorno prima.
Il bruno gli stringe piano una spalla, per trasmettergli un po' di coraggio. Fedez pensa sia adorabile, il modo in cui ogni tanto Alessio si incanti a fissare Genn, con quello sguardo un po' pieno d'affetto e un po' d'apprensione che rivolgi ad una persona a cui tieni tanto, quasi da non riuscire a spiegarlo a parole.
Davide ha portato con sé Alba, e Fedez sarebbe uno stupido a non riconoscere quanto sia bella. Ha gli occhi grandi, i capelli scuri e mossi e gli zigomi alti. Non ha smesso un attimo di sorridere, da quando si è presentata.
« Cosa canterete voi, oggi? » chiede Mika.
« Io e Genn Pompeii, dei Bastille » spiega Alessio, sorridendo. « Siamo abbastanza emozionati perché c'è una storia dietro questo pezzo ».
Gennaro lo guarda, annuendo, il ciuffo biondo quasi gli copre gli occhi. « Lo cantavamo spesso a Somma, ed era l'unica canzone, tra le altre che cantavamo, che il pubblico conosceva ». Fedez nota l'espressione di Alessio addolcirsi mentre Genn parla, probabilmente perso in quelli che sono i ricordi della loro vita a Napoli.
« Io e lo zio, invece, portiamo un brano real emozionante » aggiunge Giò. Fedez non pensava che alla fine decidessero di cantare qualcosa insieme e deve ammettere che ora si è fatto più curioso.
« Si chiama The Wreck, dei Delta Spirit ».
Fedez corruga la fronte e dà voce a quello che è il pensiero degli altri ragazzi: « Non la conosco ».
« Ignoranti » borbotta Shorty, facendo ridacchiare Alba, al suo fianco.
I due si siedono in un tavolo a parte, mentre Giò, Alex e Genn prendono posto al bancone.
Mika e Fedez, invece, continuano a servire i clienti, dopo aver ricevuto l'ennesima occhiataccia ammonitrice di Skin.
Il ragazzo tatuato prende le ordinazioni di Alba e Davide ma, prima che possa allontanarsi, Shorty bisbiglia qualcosa, accertandosi che nessuno possa sentirlo. « Ho sistemato tutto, comunque ».
Fedez inclina la testa da un lato, confuso.
Che cazzo dici?
« Tutto cosa ».
Davide sgrana gli occhi, in quel modo che lo rende un tantino inquietante, e poi si guarda di nuovo attorno, prima di aggiungere: « Quella cosa per Mik ».
Oh.
Giusto venerdì mattina aveva infatti scritto a Shorty, chiedendogli se Alba, che a Liverpool ha agganci un po' dappertutto, avesse potuto procurargli due biglietti per Palm House entro il 18 agosto, ovvero il compleanno di Mika.
Il ragazzo ci teneva ad andarci e sarebbe stato impossibile, per Fedez, riuscire a trovare biglietti a poche settimane di distanza.
« Ma stai scherzando » boccheggia, il ragazzo tatuato. Ci aveva sperato, ma non credeva sul serio che avrebbe avuto così tanta fortuna.
Alba scuote la testa, sorridendo gentile. « Sono prenotati a tuo nome, non è stato difficile » si limita a dire, come se stesse parlando di qualcosa di banale, tipo cucinare biscotti, ad esempio.
« Giuro che vi bacerei in bocca, ma non vorrei attirare troppo l'attenzione di Mika e degli altri clienti su questo tavolo. Quindi mi spiace, ragazzi » dice, raggiante. « Grazie. Se mi dai tre secondi salgo su a prendere il portafogli e facciamo i cont- ».
Shorty lo interrompe, sollevando una mano. « Tranquillo fratè, ci arrangiamo in un altro momento ».
Quando gli Urban si preparano per l'esibizione, c'è sempre il solito casino che li accoglie. Ormai i clienti – e le clienti, soprattutto – del bar hanno imparato a riconoscerli.
Alessio prova il microfono e la chitarra e qualcuno urla.
Okay, state calme. Siete esseri umani, non scimmie, vorrebbe dire Fedez, mentre porta al bancone due tazzine di caffè, ma si morde la lingua.
Quando Alessio inizia a pizzicare dolcemente le corde della chitarra Fedez è sorpreso perché è una melodia lenta e dolce, in contrasto con la versione originale ritmata e pop/rock.


I was left to my own devices
Many days fell away with nothing to show


La voce di Gennaro trema leggermente, lasciando trasparire la sua emozione. Subito Alessio lo accompagna e il pubblico batte piano le mani a tempo.
Quei due stanno creando un'atmosfera bellissima e forse non se ne rendono nemmeno conto, pensa Fedez, sinceramente colpito.
Trattiene per un attimo il fiato quando incrocia lo sguardo di Mika, che sta portando un paio di birre al tavolo sette.


But if you close your eyes,
Does it almost feel like
Nothing changed at all?



Non è cambiato nulla, eppure è tutto così diverso.
Fedez trema leggermente, il cuore che gli martella nel petto.
« Sono proprio bravi, eh? » commenta Giò, bevendo un sorso di birra e pulendosi le labbra con il dorso della mano.
L'assolo di Alessio è preciso come al solito; Fedez lo vede sorridere, mentre canta quelle che sono le sue strofe.


We were caught up and lost in all of our vices
In your pose as the dust settled around us



Il ritornello ha sempre qualcosa di delicato, le voci che si fondono, il ritmo leggero. Se Fedez potesse, probabilmente mollerebbe vassoio e block-notes e ascolterebbe e basta, chiudendo gli occhi.
La voce di Gennaro si fa più graffiante, nell'ultimo ritornello.

How am I gonna be an optimist about this?
How am I gonna be an optimist about this?



Fedez lo vede guardare Alessio, gli occhi spalancati, la mano stretta intorno all'asta del microfono. Sembra quasi una supplica, quella, c'è tristezza, nella sua voce.
Ed è proprio la sua voce a spezzarsi, in quel momento. Gennaro spalanca gli occhi, allarmato. Continua a fissare Alessio, totalmente sopraffatto e incapace di prendere in mano la situazione.
Il bruno, però, prontamente, canta gli ultimi versi, cercando di rassicurarlo con lo sguardo.


Oh where do we begin?
The rubble or our sins?


Fedez, ora come ora, è felice di indossare una giacca leggera a maniche lunghe, che nasconde la pelle d'oca che gli ha appena ricoperto le braccia.
Gennaro sembra riprendersi, in ogni caso, e insieme ripetono le frasi finali. Il pubblico rimane un attimo in silenzio, e Fedez riesce a leggere il panico nel volto di Gennaro. È rigido, sembra una statua di ghiaccio e c'è qualcosa, nel suo sguardo, che gli dà l'impressione che il ragazzo stia per spezzarsi.
Poi, ogni singolo cliente del bar applaude, alcuni fischiano e fanno casino, Giò compreso, ma l'espressione del biondo non si rilassa.
Quando tornano al bancone, Fedez prova a consolarlo, dicendogli che nessuno si è accorto di niente, che sono stati fantastici, ma il biondo non sembra ascoltarlo.
« Ho rovinato tutto, Alè, mi dispiace » dice, a bassa voce. « Vorrei poter dire che c'è stato un problema tecnico o… » la sua voce si spezza, per la seconda volta quella sera, e il biondo tira su con il naso. « Ma è stata solo colpa mia. Ti ho rovinato l'esibizione ».
Alessio fa scorrere un braccio lungo la sua schiena, gli sussurra qualcosa all'orecchio, cerca di calmarlo. Fedez non si sarebbe mai aspettato di vedere quel lato così emotivo e fragile di Gennaro. È strano, perché, almeno per la maggior parte del tempo, si atteggia a stronzo insensibile, ma non lo è. Affatto.
Mika si avvicina a loro, preoccupato. Stringe il biondo in un abbraccio – e Fedez non si sorprende affatto perché è una cosa così da Mika – e cerca di tirargli su il morale.
Mentre Gennaro si siede al bancone accanto a Giò – che chissà quali stronzate gli sta raccontando – Alessio si avvicina a Fedez, sconsolato.
È come se soffrisse per Gennaro e con Gennaro ed è una cosa talmente sconvolgente che Fedez rimane in un primo momento senza parole. « Genn era totalmente nel pallone. È stato bravissimo a riprendersi e tutto ma tu. Tu sei stato grande, Ale. Hai ripreso in mano le redini e hai salvato l'esibizione. Complimenti, davvero » confessa, sincero.
Alessio abbassa lo sguardo, come se non fosse abituato a ricevere quel genere di complimenti. Fedez lo trova adorabile, a modo suo.


Qualche ora dopo sembra essere tutto a posto. Gennaro e Alessio devono aver fumato, nel retro del bar, perché quando rientrano ridacchiano e hanno gli occhi leggermente rossi.
Mika scuote la testa, mentre Fedez commenta, divertito: « Se non si spaccano di brutto, quei due non sono contenti ».
Davide sta tutta la sera con Alba, com'è normale che sia, e, quando Fedez – che finalmente può permettersi cinque minuti di pausa – si avvicina al tavolo su cui ora si sono accomodati Alex, Genn e Giò capisce che davvero ogni cosa è tornata alla normalità perché loro stanno facendo tutto, tranne che essere normali, appunto.
« Giò, riusciresti a farti una così solo nel duemila mai, lasciatelo dire » dice Gennaro, dando una pacca sulla spalla all'amico.
Fedez segue la traiettoria dei loro sguardi, concentrati sul bancone, dove una ragazza formosa che indossa una minigonna che più che essere una gonna è solo mini, sta bevendo quello che ha tanto l'aria di essere un superalcolico.
Giò sembra sentirsi ferito nell'orgoglio, comunque, perché scaccia via le dita pallide di Gennaro e risponde, seccato: « Non starai mica sottovalutando il potere del grande Giò? ».
Ecco, lo dicevo che aveva fumato anche lui. Mik mi deve tre euro.
« Assolutamente » biascica Gennaro, un sorriso fintamente ingenuo che va da un orecchio all'altro.
« Assoluta è una bugiarda » commenta Alessio e sì. Fedez non lo ammetterà mai a se stesso ma gli piace stare in compagnia di Alex anche per via del suo senso dell'umorismo.
Gennaro si volta verso il bruno, strizza gli occhi e ride sguaiatamente, come se avesse sentito la cosa più divertente del mondo.
La sobrietà, proprio.
« Allora scommettiamo » propone Giò, sicuro si sé.
« Gennà, non farlo. Non farlo. Non - ».
« Va bene » accetta il biondo, ignorando gli avvertimenti di Alex. « Se vinco io, dovrai farti un cartellone con su scritto “Gennaro ha sempre ragione” e dovrai portartelo dietro ogni fine settimana, quando verrai al bar, e anche quando uscirai con noi ».
Fedez ridacchia. « Ma quanti anni avete? Undici? ».
I due sembrano non ascoltarlo, però, e continuano la loro conversazione come se niente fosse.
« Ci sto. Ma, se vinco io, dovrai salire su quel palco » e Giò indica la parte del locale in cui sono sistemati i monitor, le casse e i microfoni, « e cantare Baby di Justin Bieber ».
Alessio e Fedez si guardano e poi scoppiano a ridere. Entrambi pensano che sia una follia, che Genn rifiuterà perché non esiste rischiare una cosa del genere e ci sono ancora abbastanza clienti e, insomma, il ragazzo ha una dignità da sal-
« Accetto » risponde il biondo, allungando una mano per stringere quella che Giò gli sta porgendo.
Fedez si copre la bocca con la mano, allibito e divertito allo stesso tempo. Questa cosa è decisamente meglio della mancata esibizione di Grease di qualche settimana prima.
« Stabiliamo le regole, però. Cosa devo fare per vincere? Devo proprio farmela o…? ».
Gennaro sembra pensarci su per qualche minuto, poi sogghigna, evidentemente sicuro della sconfitta di Giòsada. « Basta il numero di telefono, solo quello ».
Alessio solleva le mani al cielo, come chi ha intenzione di stare fuori da quella idiozia e Fedez torna al bancone, ad aiutare Mika a sistemare le tazzine.
« Cosa mi sono perso? » gli chiede e, per un attimo, Fedez è convinto che si stia chinando verso di lui per baciarlo. Prima di essere troppo vicino, però, il riccio scuote la testa e raddrizza il busto.
Quando Fedez gli racconta della scommessa Mika gli scoppia a ridere in faccia.
È la reazione di tutti, insomma.
Ed è solo qualche minuto dopo che scoppia il macello.
Fedez pensa che nessuna faccia, mai nella vita, possa diventare così espressiva e raggiungere tutte le tonalità di rosso come quella di Gennaro Raia, quando Giò torna al tavolo con un foglietto svolazzante e qualche numero scarabocchiato sopra.
Ce l'ha fatta.
E ce l'ha fatta alla grande, vista la pomiciata lunga un secolo che la ragazza gli ha concesso. L'ha vista il ragazzo tatuato come l'hanno vista gli altri, perfino Shorty e Alba, dal loro tavolo.
Fedez è quasi felice per lui, comunque. Giò deve sentirsi una specie di Dio sceso in terra o roba simile e ne ha tutte le ragioni, grazie tante.
Non cerca di nascondere il ghigno che inizia a prendere forma sulle sue labbra, così come non cerca di nascondere le tracce di rossetto rimaste sulla bocca.
« No » boccheggia Gennaro, Fedez per un momento teme che possa avere un mancamento. È più pallido del solito, ora.
« Come hai fatto? » chiede Alessio, anche lui visibilmente sorpreso.
Giò lascia che si calmino, solleva una mano per farli tacere e commenta, criptico: « Un saggio non svela mai i suoi trucchi ».
« Ma quello non era il mago » inizia Mika, confuso, avvicinandosi un po' di più al loro tavolo, per poter sentire meglio.
Il numero di clienti è diminuito e lui e il riccio possono finalmente respirare un pochino e permettersi di chiacchierare senza che Skin lanci loro occhiate assassine.
« Shshsh » lo zittisce Giòsada. « Non importa come, ma chi. Gennaro, il palco è tuo » dice con trasporto, cercando di trattenere una risata.
« No. Non la farò mai nella vita una cosa del genere. Ma proprio mai mai mai mai ».


« A tutte le povere anime che hanno avuto la sfortuna di essere ancora qui, a quest'ora della notte, beh, dico solo una cosa » esclama il biondo in inglese, lo sguardo incollato al pavimento. « Siete ancora in tempo per andarvene ».
Qualcuno ride ma l'espressione di Gennaro rimane seria. Non sembra particolarmente nervoso, perlomeno; l'aver fumato prima dell'esibizione ha avuto qualche lato positivo.
« Ho perso una scommessa e ora mi tocca cantare Justin Bieber » ammette, scatenando l'ilarità generale. « Oh, spero che non mi ammazzino » commenta poi in italiano, cercando il testo e la base sul pc.
Nel frattempo, Giò, Shorty, Alba, Alessio, Mika e pure Fedez si sono spostati tutti in prima fila perché un evento del genere è più unico che raro.
Il riccio sta già filmando con il cellulare. « Dai che un po' gli assomigli a Justin! » gli urla, e Giò e Shorty fanno versi d'assenso.
« Ma vaffanculo » risponde Gennaro, sistemandosi automaticamente il ciuffo biondo. « Voi e Justin Bieber ».
Quando parte la base – Genn ha scelto una versione acustica – Zack fischia rumorosamente, cercando, probabilmente, di incoraggiarlo.


Oh woooah, oh woooooah, oh wooooah, oh


Gennaro cerca palesemente di imitare il cantante, sia nel modo di muoversi, che nel modo di cantare. Il pubblico ride e Fedez non ci vuole credere, il biondo si sta gasando come pochi.


You know you love me, I know you care
You shout whenever and I’ll be there
You are my love, you are my heart
And we will never ever ever be apart



Canta, muovendo il braccio destro così come Justin Bieber fa in uno dei suoi video e stringendosi con una mano la giacca in jeans. Fedez è sicuro di aver perso un polmone.


Are we an item? Girl quit playing
We’re just friends, what are you saying



Ora si è spostato verso Alessio, quasi come se fosse lui la ragazza del video a cui Gennaro deve cantare la canzone.
Il ragazzo sgrana gli occhi e cerca di scacciarlo, facendo sorridere il biondo che continua a cantare.
Cosa sta succedendo.

Said there’s another, look right in my eyes,
My first love broke my heart for the first time.
And I was like…



Genn, probabilmente per colpa dell'adrenalina e dell'erba – sicuramente dell'erba – sposta il microfono verso i clienti del bar per far cantare loro il ritornello. La gente lo fa, Fedez è allibito.
Gennaro ha una presenza scenica incredibile e anche una faccia da schiaffi, davvero, perché, il ragazzo tatuato ne è sicuro, se fosse stato lui a fare una cosa simile, l'avrebbero cacciato via a calci in culo.
Poco prima che arrivi la parte rap, Gennaro ritorna vicino ad Alessio, lo tira per un braccio, porgendogli un secondo microfono con la mano libera, per convincerlo a cantare con lui. Sente il bruno borbottare qualche insulto in napoletano.
Non lo farà mai. Alex non si lascerà convincere, perché lui è -


When i was 13, I had my first love.
There was nobody that compaired to my baby
And I guarantee us hooking up
Would never come above



È un fottuto debole.
Non ce la può fare. Fedez non sa se sia più sconvolgente vedere gli Urban Strangers cantare Justin Bieber o realizzare che effettivamente stiano cantando un pezzo orecchiabile.
E, ancora peggio, gli sembra che Alessio stia cambiando tutti gli she del testo in he, ma forse questa è solo una sua impressione, riflette, mentre vede il bruno accovacciarsi e rappare muovendo la mano su e giù per dettare il ritmo.

He knows he’s got me dazin’
Cause he was so amazin’,
And now my heart is breaking,
But I just keep on saying…



Il pubblico canta di nuovo e Fedez lancia un'occhiata divertita a Mika, al suo fianco, che sta urlando il ritornello e gli ha appena mandato a puttane un timpano.
I due imbecilli, nel frattempo, fanno quello che dovrebbe essere un balletto improvvisato. Alessio sembra un robot, Gennaro, invece, sembra avere due anguille, al posto delle gambe.
Cosa. Sta. Succedendo.
Quando finiscono quell'abominio il pubblico li fischia e chiede il bis e Fedez si spiaccica una mano sulla faccia. Gli inglesi sono strani. E anche Mika lo è, visto che si è appena unito al coretto.
Alex e Genn si battono un cinque e lasciano il palco a Giò e Shorty, che finalmente canteranno la loro canzone.
La loro esibizione elimina il disagio creato nei minuti precedenti. Mika e Fedez si siedono dietro il bancone, stanchi morti.
Le voci di Giòsada e Davide sono diverse, se non opposte, ma il ragazzo tatuato deve ammettere che si armonizzano bene.


Too much talk bout myself,
drags me straight down to hell.
Finally hearing from you,
pulls me back off the rail.



A Fedez piace la voce graffiata di Davide, è come se stesse sputando fuori tutti i suoi sentimenti, con questa canzone. E non è difficile capire a chi la stia dedicando, anche perché il suo sguardo non si stacca per un secondo da quello di Alba.
Fedez ha un brivido.
Giò parte con il ritornello, il suo timbro è profondo e pieno. Canta piano, delicatamente, come se stesse cercando di dosare la potenza della sua voce.


You don't expect apologies.
You always see the best in me.
I'm the lucky fool that you married.



Tu non ti aspetti scuse, tu vedi sempre il meglio di me.
Fedez si volta verso Mika, seduto sullo sgabello accanto al suo. Il riccio lo stava già guardando ma, questa volta, gli occhi di Mika rimangono incatenati ai suoi.


It always starts out as friends,
you always had my respect.
They all warned you bout me,
don't give your heart to a wreck.



La mano di Mika scivola piano sulla sua gamba. Le dita lunghe scorrono sui jeans di Fedez, facendo dei ghirigori che fanno trattenere il fiato al ragazzo tatuato.
Poi, la mano del riccio si avvicina alla sua. Mika lo sta guardando come se gli stesse chiedendo il permesso. Al bancone sono da soli, perché ormai il grosso del lavoro è finito, al bar, e Zack e Skin si sono avvicinati a Giò e Shorty per godersi meglio l'esibizione.
Fedez stringe la mano di Mika nella sua, il cuore che improvvisamente batte più veloce.
La testa di Mika si poggia sulla sua spalla e Fedez inspira forte. Sente l'odore del suo shampoo entrargli fin dentro l'anima e percepisce le labbra del riccio sollevarsi all'insù. Vorrebbe aver indossato una delle sue solite canottiere, solo per poter sentire la pelle di Mika contro la sua.
A Fedez piace il giro di chitarra che sente in questa parte della canzone. È rilassante, perciò chiude gli occhi.
Il respiro di Mika si è fatto più pesante, segno che probabilmente anche lui si sta per addormentare. Ed è buffo, perché sono due idioti seduti su due sgabelli, dietro un bancone, che si tengono per mano di nascosto. E il ragazzo resta immobile perché non vuole che il riccio si sposti; se solo potesse fermare il tempo e rivivere questo momento per sempre...
Così, con una canzone malinconica nelle orecchie, la schiena che gli fa un po' male e la testa di Mika che pesa sulla sua spalla, Fedez si chiede come faccia il suo cuore a stare così comodo.


And when we're out on the run
Drive into the setting sun
My heart beats for only you



Il mio cuore batte solo per te.
Mika stringe, forse inconsciamente o forse no, la presa sulla sua mano. « Mi piace questa canzone » mugugna, sfregando il naso sulla sua spalla.
Ti amo, pensa Fedez ed è bellissimo e terrificante allo stesso tempo, rendersene finalmente conto.




Angolo dell'autrice
Sono tornata, finalmente. Ho una buona scusa, però: mi stavo preparando per un esame, quindi, dall'ultimo aggiornamento fino al giorno dello scritto ho vissuto solo ed esclusivamente di pane e ansia.
E' stato terribile. L'ansia del primo esame non la auguro a nessuno, ma proprio mai nella vita.
Comunque, spero di farmi perdonare con questo capitolo che è praticamente infinito (vabe, ormai lo dico ogni volta ahaha).
Però, davvero. Questo è ancora, se possibile, più lungo del precedente. E' stato un parto scriverlo - ci ho messo giorni - e, tra l'altro, l'ho praticamente finito di revisionare solo ora.
E sono quasi le quattro del mattino, per la cronaca.
Anno nuovo, stesso disagio.
Per quanto riguarda la storia, non voglio stare qua a fare l'elenco di tutte le frasi che ho ripreso dalla realtà perché credo siano abbastanza ovvie.
Più che altro, ci tengo a ricordare le canzoni che ho scelto: Pompeii e The Wreck.
In particolare quest'ultima, con cui sono fissatissima da qualche settimana a questa parte.
Qualcuno mi chiede/supplica di non lasciare le scene più slash alla fine della storia.
Lo ripeterò all'infinito: 
uno, non sono una stronza sadica;
due, le scene slash arriveranno e non saranno tutte concentrate negli ultimi capitoli, ve. lo. giuro.
Ora, come al solito, ringrazio tutte le persone che leggono questa storia e che la recensiscono.
(Domani mattina rispondo a tutte, promesso, e scusatemi per il ritardo).
150 recensioni. 150.
Non vorrei essere ripetitiva ma
1 5 0.
Non mi riprenderò mai da questa cosa, sappiatelo. Sono morta dentro.
Quando ho pubblicato questa storia non mi sarei mai immaginata di poter raggiungere un traguardo simile, davvero, quindi vomiterò ringraziamenti fino alla fine dei miei giorni (o della ff).
Come sempre, aspetto i vostri commenti su questo capitolo.
Ah, so che questa cosa degli Urban e di Bieber probabilmente vi ha destabilizzato.
Io per prima sono sconvolta da ciò che ho scritto. Spero solo che non vi abbia dato eccessivamente fastidio (doveva solo essere una cosa divertente, hem).
Alla prossima, spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile
  
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