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Autore: eLiSeTtA    17/03/2009    8 recensioni
Dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per staccarsi dall’abbraccio di Tony...
Un po’ per il proprio orgoglio...
Un po’ perché se fosse rimasta con lui un minuto in più era sicura che non sarebbe riuscita ad abbandonarlo...
Mettendo però a rischio la sua vita...
E questo lei non poteva permetterlo assolutamente...
Così si incamminò verso la porta.
Arrivata alla soglia mise una mano sullo stipite e si girò verso di lui.
- Addio Tony...- E, dopo averlo guardato negli occhi per l’ultima volta, sparì.
ff di elisa_93, a parere di eLiSeTtA uno dei suoi migliori lavori... sta a voi decidere, oh carissimi lettori!
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve… rieccomi qui! Ammetto che dirvi dove scappavo non sia stata una buona idea… (tu dici? ndZiva) beh… dico solo che io e rosh katan ci dobbiamo ancora riprendere dai colpi di Emily Doyle XD…

Comunque… prima di lasciarvi al capitolo, anche questo di transizione, volevo fare gli auguri alla mia editor che oggi fa il compleanno… senza di lei non avrei mai potuto pubblicare questa storia!

Ed ora, buona lettura!

 

 

 

 

18. Non mollare!

 

 

 

 

Tel Aviv 15:51 ora locale

Clinica “Meyudim”

 

Afek non capiva quello che stava accadendo...

Era semplicemente andato a prendere gli  occhiali a casa propria...

E fin qui tutto ok...

Aveva lasciato Anthony contento come un ragazzo al suo Bar Mitzvah...

E anche questo era ok...

E Ziva che lo osservava da dietro il vetro come faceva sempre quando era assorta nei suoi pensieri...

In quei momenti la ragazza riusciva a farlo spaventare, riusciva a stare intere ore solo guardando dal vetro, solamente guardando quel ragazzo che le aveva rubato il cuore...

E anche questo diciamo che era ok...

Però quando era tornato li aveva sentiti gridare e alla fine Tony era uscito dalla stanza sbattendo la porta.

Aveva provato a chiedere spiegazioni...

Ma lui non lo aveva neanche calcolato ed era andato dritto per la sua strada.

E Ziva era rimasta in camera del ragazzo con un’espressione stravolta in volto...

Quello no che non era ok...

Così dopo aver sbuffato e maledetto qualunque cosa portasse quei due a comportarsi come imbecilli, si diresse verso la camera.

- Ehi...- disse entrando.

- Ciao Yanir...- rispose Ziva, riscuotendosi, e indossando di nuovo la sua maschera da ragazza forte e senza cuore.

- Tutto bene?- le domandò lui sedendosi accanto a lei.

- Si... si... sta tranquillo!- fece sorridendo.

Ma i suoi occhi esprimevano un sentimento ben diverso dalla felicità o dalla tranquillità.

Stati d’animo che lui in quei giorni le aveva colto nello sguardo praticamente sempre.

- E Anthony?- chiese il vecchio fissandola con i suoi sbaraglianti occhi verde opalino.

Ziva reggette pochi secondi il confronto con quello sguardo e fu costretta ad abbassare il suo.

Impossibile mentirgli...

- Lui... se ne è andato...- disse alzando le spalle con fare menefreghista e torcendosi le mani.

Afek rimase un paio di minuti in silenzio... assorto nei suoi pensieri...

- Perché?- chiese spezzando quell’atmosfera che si era creata.

Perché mai, Tony, quella giovane testa di legno se ne era andato?

Cioè… tra lui e Ziva sembrava andare tutto bene, il suo occhio beh… stava imparando a conviverci senza e poi pareva che ai loro capi in America, perché alla fine avevano dovuto dirglielo che lavoravano per una agenzia federale, non desse fastidio quella strana situazione…

Allora perché…

- Glielo ho detto io...- rispose Ziva per lui.

- Più che altro glielo hai urlato... vi sentivate fino all’ingresso... sembrava che fossimo al mercato…-

Lei arrossì impercettibilmente.

Questa non se l’aspettava… beh… credeva che fosse una delle loro tante e ormai consuete litigate su qualsiasi cosa, importante o inutile che fosse…

Che diavolo si erano detto per portare Tony ad andarsene?!?

- Scusa e perché l’hai fatto?- le domandò Afek confuso.

- Non puoi capire...- rispose lei duramente distogliendo lo sguardo e andando a guardare fuori dalla finestra.

- Tu avevi detto di amarlo!- gridò Yanir facendo saltare in aria il povero Badir che brontolando si nascose sotto il letto di Tony ormai vuoto.

Era quel atteggiamento di totale menefreghismo e insensibilità che lo faceva imbestialire, lei si stava comportando come se non gliene importasse un fico secco della partenza di Tony, anche se Afek sapeva che era tutto il contrario.

- Non è vero! Io non l’ho mai detto!- ribatté lei secca girandosi di scatto e facendosi finire ciuffi neri sul viso.

Afek si passò una mano tra i corti capelli grigi e tentò di calmarsi...

Alzare la voce non serviva a nulla...

Soprattutto con quella donna...

- Va bene Ziva... spero per te che tu l’abbia fatto per una giusta motivazione... perché hai appena perso uno degli ultimi uomini degni di questo nome che sono rimasti sulla faccia dell’intero pianeta Terra...-

- Lo so...- rispose semplicemente lei accennando a un sorriso amaro.

Lo sapeva benissimo...

- Signorina David...- la chiamò il dottore entrando nella stanza con un aria mortificata, si guardò un attimo intorno e poi la fissò di nuovo.

- Il signor DiNozzo se ne è già andato?-

- Si...- rispose lei senza entusiasmo e studiando l’uomo.

Quel espressione non le piaceva per niente...

- Che è successo ora?!?- domandò sedendosi sul letto di Tony.

- Vostro padre è morto...-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tel Aviv 16:15 ora locale

Aeroporto “Ben Gurion”

 

DiNozzo era in piedi nel bel mezzo dell’aeroporto “Ben Gurion”, la folla intorno a lui e la confusione.

Ma nonostante fosse molto diverso da allora non poteva fare a meno di pensare a quello che era successo l’ultima volta che era stato lì...

Lui che corre mentre tentano di sparargli... le dure e sgrammaticate parole di Abdal che incitano gli altri a farlo fuori... il dolore alla spalla e alla mano...

Scacciò dalla mente quei pensieri e si sedette su uno dei sedili osservando i biglietti che aveva in mano...

Stava per tornare in America...

Finalmente dopo tante disavventure poteva tornare a casa!

Al suo lavoro, da i suoi amici, alla cara e vecchia Washington!

Però nonostante questo mancava ancora qualcosa...

Come se si sentisse incompleto… non totalmente soddisfatto…

Forse era dovuto alla sua precedente litigata con Ziva, forse alla consapevolezza che forse non l’avrebbe più rivista o semplicemente ai farmaci che gli avevano fatto ingurgitare…

Fatto sta che uscì in tutta fretta dall’aeroporto e si appoggiò ad un muretto là fuori... posò i biglietti là sopra e prese il cellulare nuovo, che gli aveva regalato Ziva, dai pantaloni che sempre lei gli aveva fornito...

Tutto gliela ricordava...

Sospirando compose un numero ben conosciuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Washington DC 9:17 ora locale

Quartier generale dell’NCIS

 

Erano tutti riuniti davanti al telefono di Gibbs...

Ziva aveva detto che avrebbe chiamato a quell’ora per aggiornarli sulla situazione...

- Sicuri che chiamerà?- domandò McGee.

- Certo che chiamerà Tim!- lo rimproverò Abby poi si rivolse a Gibbs - perché chiamerà, vero?-

Proprio in quel momento il telefono cominciò a squillare.

- Allora è vero che sono un’indovina!- esclamò la ragazza prendendo il telefono.

Ma Jethro glielo tolse di mano con un’occhiataccia e se lo portò all’orecchio.

- Gibbs...-

- Pronto... capo?- disse, dall’altra parte dell’apparecchio, Tony.

- DiNozzo?!?- esclamò l’agente sorpreso.

- Ciao capo...-

- Tu! Stupido...- cominciò a ringhiargli contro l’uomo.

Ma Tony lo interruppe ridendo tra se e se.

- Lo so capo... lo so... anche io ti voglio bene...-

Il Direttore tolse il telefono dalle mani di Gibbs e cominciò a parlare lei con DiNozzo...

- Tony?-

- Jenny? E’ un piacere risentirti...-

- Stai bene?-

- Si tranquilla... sono solo un po’ ammaccato...-

- Devi essere parecchio ammaccato allora... perché sei stato ricoverato due settimane!-

- Già...- commentò il ragazzo sfiorandosi con la mano libera la cicatrice sul volto.

- Tony! Tony! Tony!- gridò Abby che intanto aveva rubato il telefono dalle mani di Jenny.

- Ciao Abby...-

- Come va? Stai bene? Non sei stato rapito da un gruppo di palestinesi vero?-

- No tranquilla... diciamo che ci sono andato vicino...-

- Ci manchi Tony! Torna subito qui e non fare più scherzi del genere... se non la prossima volta ci rimango secca...-

Abby percepì che lui stava sorridendo...

- Tranquilla... lì va tutto bene?-

- Si... a McGee manchi un sacco..-

Quest’ultimo tentò di rubarle il telefono urlando cose tipo:

- Non è vero... Tony! Sta mentendo!-

- E’ timido poverino...- commentò Abby una volta ripreso il possesso dell’apparecchio e aver dato uno scappellotto a Tim.

- Senti Abby... puoi ripassami Gibbs?-

- Certo Tony! Ti voglio bene!- e così dicendo diede il telefono all’uomo.

- DiNozzo dov’è Ziva?- domandò il capo non tono grave.

Seguì una lunga pausa a quella domanda.

- Capo... io... mi dispiace... lei… ho fallito...-

- “Mai dire mi dispiace” DiNozzo...-

- Giusto capo...- rispose lui vagamente deluso da quelle parole di rimprovero - ora devo andare...-

- Tony...- cominciò Gibbs.

Ripensò a come aveva perso Shannon e Kelly, al dolore che aveva provato e che ancora oggi provava...

Non poteva permettere che anche DiNozzo soffrisse così...

Così prima di chiudere il telefono disse due semplicissime parole.

- Non mollare...-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tel Aviv 16:30 ora locale

Clinica “Meyudim”

 

Ziva osservò il corpo senza vita del padre ancora steso sul letto d’ospedale...

Che strano vederlo così rilassato e tranquillo, per lei abituata a osservarlo sempre composto e glaciale...

- Quando si svolgerà il funerale?- domandò Afek distogliendola dai suoi pensieri e poggiandole un braccio sulle spalle.

- Aveva detto niente funerale...- rispose lei non distogliendo gli occhi dal suo corpo - voleva essere seppellito subito dopo la sua morte, senza un funerale… non credeva in Dio...-

- Capito...- rispose Yanir rispettando il religioso silenzio che si era creato nella stanza.

Così Ziva poteva definitivamente scordarsi di tornare in America...

Il suo unico possibile alleato tra le alte cariche del Mossad era morto...

Tony se ne era andato via per sempre... ed era stata lei a cacciarlo...

L’Operazione Messiada stava per cominciare...

E come se non bastasse c’era anche quel piccolo “inconveniente” da risolvere...

La sua vita era diventata un incubo...

E senza il suo fulcro centrale come avrebbe fatto?!?

Come avrebbe fatto ad andare avanti senza Tony?

Non poteva farcela da sola...

Forse aveva commesso un errore a cacciarlo via...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tel Aviv 16:31 ora locale

Aeroporto “Ben Gurion”

 

Ziva non aveva mantenuto la sua promessa...

Se ne era andata senza dargli spiegazioni e lasciandolo solo...

E ora lo stava costringendo ad abbandonarla di nuovo...

L’aeroporto era ancora affollato... ma parlare con Gibbs l’aveva aiutato a chiarirsi le idee...

Si rigirò i biglietti tra le mani...

Gli aveva detto di non mollare...

Insomma... Gibbs! Gibbs gli aveva detto di non mollare!!!

Non gli aveva mai dato quel genere di consigli...

Tony rientrò dentro l’aeroporto e proprio in quel momento chiamarono il suo volo...

Si addentrò tra la folla, con lo zaino in spalla e si fissò intorno...

Era l’unico a essere solo...

Solo...

Come se gli mancasse qualcosa...

Come se lui fosse la metà di un qualcosa...

E quel qualcosa fosse la sua metà...

E solo in quel momento lo capì...

Lontano da tutte le persone che amava e che aveva amato...

E stando per la prima volta in vita sua veramente da solo lo capì...

Lui l’amava...

Lui amava Ziva…

Lei era la sua metà... e senza di lei, lui non era nulla!

La amava!

Tony si avvicinò ad un mendicante vicino all’entrata e gli mollò in mano i biglietti, poi si diresse di nuovo verso l’uscita.

Aveva finalmente trovato una risposta alla sua domanda...

 

 

 

 

 

 

* Il Bar Mitzvah, per chi non lo sapesse, è la cerimonia con cui si celebra il raggiungimento della maggiore età nella tradizione ebraica.

 

  
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