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Autore: Valeria123    25/01/2016    1 recensioni
Aveva sempre guardato il mondo dall’altro, mai una volta aveva vissuto davvero. Si rese conto di essere osservata mentre si spostava una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sorrise imbarazzata, essere osservata non le era mai piaciuto, gli sguardi la mettevano a disagio e non aveva mai capito perché la gente si soffermasse così spesso a guardare gli altri, lei dava sempre occhiate veloci, sfuggenti, non si sarebbe mai ricordata il modo in cui era vestito qualcuno, o di che colore erano gli occhiali da sole che qualcun’altro aveva addosso in quel momento, semplicemente non le interessava fissare nessuno. Nessuno a parte lui, nelle sue mani c’era un’agenda di appunti, stava scrivendo di lui e delle sue labbra rosso cremisi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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Capitolo 1- Beginning

Era in camera sua, seduta sul letto a riflettere, come al solito, stava pensando ad uno dei suoi primi giorni di scuola elementare, quando sua mamma stava riportando a casa lei ed una sua compagna di classe:
  • “Cosa avete fatto oggi a scuola?”
  • “I numeri in inglese!” Risposero in coro le bambine
  • “Allora ditemi questi numeri su!”
  • Le bambine pronunciarono in coro in numeri, al tre la madre guardò la figlia nel peggior modo possibile: “Cosa stai dicendo Alice? COSA STAI DICENDO?”
  • “Mamma la maestra ci ha detto che il tre può essere pronunciato in due modi diversi in inglese!”
  • “Il tre si pronuncia in un solo modo! Senti come l’ha detto bene Federica! Tu non capisci niente come al solito! SEI UNA STUPIDA!”
  • La bambina tentò di controbattere, la frangia che incorniciava la sua fronte riusciva appena a nascondere quel velo di tristezza nei suoi occhi: “Ma mamma..”
  • “Basta Alice stai zitta, stai solo zitta!”
 
I suoi pensieri furono interrotti all’improvviso da sua madre che la stava chiamando per pranzo, prima di scendere si guardò allo specchio, trovandosi come al solito, insignificante, legò in una coda i suoi lunghi capelli color cioccolato.
La televisione era come al solito al massimo del volume, la madre della ragazza cercava a tutti i costi di far mangiare suo figlio, nonostante esso avesse già 16 anni di età.
  • “Mamma ormai decide lui se mangiare o meno, ha 16 anni!”
  • “Tu che ne vuoi capire, stai zitta, hai 18 anni e ancora non servi a nulla!”
  • “Servirai a qualcosa tu..” Borbottò Alice sottovoce
  • “HAI FINTO? BENE VAI SOPRA IN CAMERA TUA”
  • “Si mamma, si”
 
Alice corse le scale e arrivata in camera si infilò la musica nelle orecchie, alzò il volume al massimo per smettere di sentire le urla che provenivano dal piano di sotto, c’erano solo lei e le sue amate note di Gnossienne No.4, prese un foglio a caso e cominciò a scrivere il suo dolore mentre le lacrime riempivano lo stesso foglio in cui scriveva, odiava la sua vita e odiava quei compiti di economia che a momenti avrebbe dovuto iniziare, odiava sentirsi così insignificante e odiava non aver mai avuto una storia d’amore, odiava starsene chiusa fra quelle quattro mura, ma avrebbe fatto quei compiti e avrebbe preso come sempre voti alti nella verifica di economia del giorno dopo, l’avrebbe fatto perché sapeva che era giusto, e perché sapeva che la sua famiglia si aspettava questo da lei.
Erano ormai le sette di sera quando la sua amica Giada le telefonò:
  • “Ti va di uscire stasera Ali?”
  • “Mi passi a prendere tu?”
  • “ Si tranquilla, sei ancora l’unica senza macchina, eppure i tuoi hanno voluto che fossi tra le prime a prendere la patente!”
  • “Sai come sono fatti.. Prima il dovere e poi il dovere”
  • L’amica rise di gusto, Alice aveva invece un sorriso amaro addosso: “Alle 21 mi faccio trovare fuori dalla stradina Giada”
  • “A dopo, e vestiti bene!”
 
 
Dopo una doccia,la ragazza aprì l’armadio in cerca di qualcosa di carino, un vestito rosso tra l’ammasso di abiti neri, voleva metterlo ma non sapeva se si sarebbe sentita a suo agio con quello addosso, solitamente voleva solo passare inosservata ma quella volta pensò che fosse giusto risaltare un po’. Si guardò allo specchio con l’abito indosso, i suoi occhi color ambra erano lucidi come sempre, come in un pianto perenne, si mise il mascara e un po’ di rossetto rosa, sciolse i capelli.
  • “Io esco”
  • “Dove vai?” Chiese preoccupato suo padre
  • “Con Giada, andiamo come al solito al Mambo”
  • “Solo tu e lei?”
  • “Si papà..” Disse la ragazza sbuffando
  • “Non ti permettere, vedete di tornare presto”
Lei nemmeno rispose,mentre si avviava verso la porta con il cappotto ancora in mano, corse verso l’automobile della sua amica Giada, vestita come al solito in abiti succinti, le labbra scarlatte completavano un look fatto da shorts, collant neri trasparenti, canotta scollata e giacca di pelle.
  • “Non hai freddo così?” Le domandò Alice
  • “Ali sembri mia nonna, e poi stasera si caccia”
  • “No, niente ragazzi”
  • “Parla per te, io stasera voglio perlomeno baciarne due o tre” Disse Giada mentre si sistemava la scollatura, cercando di mostrare ancora di più.
  • “Uffa Giada..”
  • “Eddai hai 18 anni! Divertiti no? Sei una bella ragazza”
  • “Io bella? Forse hai già iniziato a bere prima di venirmi a prendere, e spero di no visto che sei alla guida”
  • “ Eccome se sei bella, non sai quante ragazze sognano di avere il tuo viso, sul fisico non posso pronunciarmi visto che non mostri mai nulla!”
Alice rise di gusto mentre guardava fuori dal finestrino, le luci del locale si facevano sempre più vicine, la musica alta, di quel genere house che tanto odiava, sempre più forte. Erano arrivate al Mambo.
 
        ----------------------------- Spazio autrice: Bene, eccoci alla fine del primo capitolo! E' la prima volta che mi cimento in una storia di questo genere ed è la prima volta che divido una storia in capitoli quindi siate buoni con me ahaha, le recensioni sono davvero ben accette anche per capire se avete trovato l'intro interessante!
   
 
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