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Autore: Suomalainen    25/01/2016    1 recensioni
Un libro.
Una ragazza del tutto normale.
Un ragazzo' all'antica.
Due salti nel tempo, lui per salvarla, lei per cercarlo.
Ma se il destino non fosse così semplice? E la fine non così scontata?
Dal testo:
" «Cosa ci fai qui?»
«Io… Volevo vederti e–»
«Se ti trovano qui sono guai!»
«Non mi importa.» dissi con decisione, non volevo lasciarlo mai più. Lui mi afferrò un polso e mi trascinò dietro una porta, la richiuse alle nostre spalle e mi bloccò con la schiena al muro. «A ME importa. Non potrei perdonarmelo se…» sospirò. Mi lasciò i polsi, mi attirò a sè stringendo le sue muscolose braccia attorno alla mia vita. Mi baciò dapprima lentamente, e poi sempre con più passione. Io ricambiai stringendolo forte a me.
«Mi sei mancata.» mi sussurrò a fior di labbra.
«Anche tu.»
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Uno schianto, un rumore sordo e poi la mia testa sbattè contro una superficie fredda e liscia. Non so per quanto tempo rimasi lì immobile, non so se persi i sensi oppure se fu tutto questione di un attimo che a me sembrò un tempo infinito, ma appena cercai di muovermi sentii una voce provenire da qualche parte sopra la mia testa.
«Chi va là?!» cercai di mettermi seduta: la superficie fredda era quella di un pavimento di una stanza, l’unica fonte di luce proveniva dal fuoco acceso nel camino di pietra.
Qualcosa di appuntito mi puntò sulla schiena «Giratevi lentamente e non fate scherzi, altrimenti vi trafiggo con la mia spada.» mi girai il più piano possibile, non avevo idea di dove mi trovassi, ma qualcosa mi diceva che quel tizio dietro di me con la spada non scherzava affatto. 
«Non ho fatto niente, lo giuro!» dissi con voce supplicante appena riuscii a vedere l’uomo in faccia... Non poteva essere vero. Era LUI! Com’era possibile?!
«Nonno?»
«Io non ho nipoti.»
«Ho il dipinto tuo e della nonna insieme a casa, proprio sopra il  camino! Sei tu!»
«Non so di cosa state parlando, strega! Come avete fatto ad apparire dal nulla nella mia stanza?» era sempre più furioso «GUARDIE!!» urlò e tempo tre secondi la stanza fu piena di uomini con spade sguainate che puntavano contro di me.
«Aspetta nonno, sono io, Cassidy!» mi aggrappai a qualsiasi cosa mi venisse in mente per farlo ragionare: non avevo proprio voglia di finire infilzata da una di quelle lame «Tu hai avuto una figlia con Lynnette Campbell, l’avete chiamata Rosmary Anita, e poi sono nata io!» sembrò che una luce si fosse accesa nella testa dell’uomo, perché abbassò leggermente la spada e sussurro a mezza voce «Lynnette...?!»
«Sì, era mia nonna... È lei che mi ha dato il libro... È grazie a quello che sono qui.»
«Lynnette...» abbassò completamente la spada «Pensavo non fosse sopravvissuta... Pensavo che lei e nostra...» si interruppe e mi squadrò da capo a piedi «Da dove arrivi?» si soffermò sugli abiti che avevo indosso «Claire!!» 
«Sì mio signore?» una signora grassoccia e bassina fece capolino da dietro una delle guardie «Vai e prendi un abito più consono per questa ragazza. E voi...» disse riferendosi alle guardie «Non servite più, potete andare!» sparirono tutti e mio nonno senza dire una parola mi fece entrare in una delle stanze adiacenti alla sua e mi fece sedere su una sedia ricoperta di pelliccia.
«Vieni dal futuro? È lì che si è rifugiata Lynnette?» non riuscivo a capire, ciò vuol dire che mi trovavo nel Medioevo? «Ehm... Si, provengo dal secondo millennio. Quindi immagino che fosse scappata lì la nonna, ho abitato con lei fino ad un mese fa, un po' di più forse.»
«Dov’è ora Lynnette?»
«È... Morta.» dissi con voce cupa. L’uomo davanti a me si accasciò sulla sedia e si nascose il volto tra le mani, cerco di nascondere il fatto che stava soffrendo, ma il suo intero corpo era scosso dai singhiozzi «Non avrei mai dovuto lasciarla andare... È colpa mia... Tut-ta c-colpa mia!»
«No, non è vero!» mi avvicinai a lui e gli misi una mano sulla spalla «È morta dopo una vita piena di felicità grazie a te! È mancata per una grave malattia che se non fosse stata nel nostro tempo l’avrebbe portata via molto primaa!» non ne ero sicura in realtà, ma era l’unica cosa da fare per tirare su il morale a quell’uomo.
«Hai ragione. La mia è stata la decisione migliore...» si ricompose, giusto in tempo per l’arrivo di Claire «Serve una mano signorina?»
«Sì, aiutala...» e poi si girò verso di me «Lei è Claire, sarà la vostra domestica per tutto il tempo che starete qui.» si girò verso la donna «Claire, lei è...» sembrò esitare un attimo e poi aggiunse con un sorriso «... Mia nipote, Cassidy. Quando siete pronta mi trovate di là, nella sala. Penso mangerò colazione visto che qualcuno mi ha svegliato molto presto.» e mi lasciò così , con un sorriso.
«Venite signorina, sbarazziamoci di questi abiti piuttosto... Inusuali!» 
«Davvero, puoi darmi del tu e posso fare io, non ti preoccupare!» la signora mi guardò con occhi dolci e trattenne una risata «Oh no signorina! Non è conveniente per una nobildonna come voi dire cose del genere... E ora venite che vi aiuto.» non replicai nulla, era inutile discutere su quel punto e lasciai correre. Mi feci svestire con un po’ di fatica, non ero abituata e molto imbarazzata dalla situazione. Mi aiutò ad entrare in un abito color porpora, aveva un colletto di pelliccia che bordava tutto lo scollo...
«È vera questa pelliccia?» Claire mi guardò stranita e poi si mise a ridere «Certo mia signora! Mica ci sono animali finti!» “sono un’idiota” pensai “sicuramente le eco-pellicce son state inventate molto tempo dopo” «Sì, scusami... Devo essermi confusa!» mi guardai allo specchio che Claire aveva posto di fronte a me «Quest’abito è davvero bello!»
«Vi sta davvero bene signorina!» sorrise «Andate adesso, la colazione vi sta aspettando.»
«Grazie Claire! Davvero!»
La donna mi accompagnò fino alla sala dei banchetti, si fermò sulla porta e fece cenno alle guardie, che si misero sull’attenti e mi aprirono lo spesso portone in legno. Nella sala seduto a capotavola c’era il nonno che stava mangiando pensieroso servito da alcuni uomini vestiti di bianco e marrone «Cassidy!» mi accolse «Siete incantevole con quell’abito! Prendete posto e mangiate.»
«Grazie, sembra tutto stra buono!» mi sedetti è quasi mi gettai sul cibo sotto gli occhi increduli dei servitori, dopo pochi secondi mi accorsi che mi stavano osservando tutti «Qualcosa non va?» dissi subito dopo aver mandato giù il cibo che avevo in bocca.
Mio nonno sorrise e congedò tutti dalla stanza e poi parlò lentamente «Cassidy... Devi tenere a mente che solo io e te sappiamo da dove arrivi. Per questo in pubblico ti dò ancora del “Voi” e sono così formale... Sarebbe troppo difficile spiegare loro come e perché sei arrivata qui!»
«Nemmeno io lo so nonno!»
«Naturale. Cerchiamo di mantenere un certo decoro in pubblico allora Cassidy...» annuii lentamente lasciando il nonno continuare a parlare «Prima cosa: solo abiti per te! Niente pantaloni e nemmeno quello strano tessuto con cui sei arrivata...»
«Erano Jeans! A proposito, che fine hanno fatto?»
«Bruciati. Insieme al resto..»
«Cosa?! Ma sai quanto mi—?» ma non mi lasciò continuare «... Le tue caviglie Cassidy, non devono mai essere scoperte! Poi, non ti puoi buttare sul cibo in quel modo, anche se fossero giorni che non vedi un pezzo di pane. La schiena va sempre dritta, anche quando porti del cibo alla bocca. Dai del “Voi” a tutti e che siano uomini o donne, di un certo rango si intende, devi sempre inchinarti...»
«Come faccio a sapere se sono di un ceto alto?»
«Credimi, lo capirai. Gli uomini risponderanno con un baciamano... Non fare quella faccia, non è così schifoso come credi.» aggiunse non appena vide il disgusto dipinto sul mio viso e poi continuò «Se mi verrà in mente altro ti farò sapere. La vita è piuttosto diversa in questo tempo rispetto al mondo da cui provieni tu.»
«Penso di aver capito tutto...» ripresi a mangiare e poi alzai lo sguardo incrociando gli occhi di color azzurro cielo dell’uomo di fronte a me «Sono contenta di aver avuto la possibilità di conoscerti nonno.»
«Vale anche per me, sono grato alle avversità che ti hanno condotto qui da me Cassidy. Il destino ha voluto così... E che così sia, sicuramente servirò a qualcosa.»
Non potei fare a meno di pensare al discorso della Lars e al fatto che proprio cercando di andare contro il mio destino, il mio destino si stava compiendo.

Erano diversi giorni che abitavo in quel castello, non potevo uscire perché non ancora pronta secondo mio nonno a farmi vedere senza destare sospetti. Effettivamente non stavo facendo molti progressi, mi impegnavo davvero tanto, ma fra i balli da imparare, il modo esatto in cui fare la riverenza senza essere irriverente e tutto il resto, la mia testa si era presa una pausa e sembrava non voler funzionare più.
Ero a lezione di buone maniere con una tutrice  pagata dal nonno per insegnarmi l’etichetta quando un messaggio fu portato da uno dei servitori «Per Voi. È il regno del Nord che lo manda.» e lo porse al nonno, che gli diede una rapida lettura e sorrise «Penso di aver appena ricevuto una missiva molto interessante. Domani sera andremo ad una festa, farete il vostro grande ingresso in alta società Cassidy.»
«COSA?!»
«Prima o poi dovrò presentarvi ai possibili pretendenti no?»
«Ma io... Cioè non so se sono abbastanza pronta... Io non—»
«Lo siete il giusto credetemi. Vediamo di ricavarci qualcosa di buono.» mi fece un sorriso appena accennato, sapevo che non mi avrebbe promesso in sposa a nessuno, né avevamo già parlato in precedenza e a lungo di questa cosa, ma comunque doveva sembrare a tutti gli effetti un nonno responsabile che si assicura un futuro stabile per la nipote e per il proprio regno in assenza di figli maschi, persino dentro il proprio castello.
«Ben detto sire. Farò in modo che vostra nipote sarà pronta per domani.» disse la tutrice «Non preoccupatevi.»
«So che posso contare su di voi per impressionare gli Ebenruth.»
«Chi?!» il mio cuore mancò un battito
«La famiglia regnante di quel regno. Per qualche fortuita circostanza avete già avuto modo di fare la loro conoscenza?» pensai veloce, era meglio dirglielo o no? Forse mi avrebbe aiutata... O magari avrebbe cercato di salvarmi da quello che lui credeva un inevitabile destino.
«No, non so chi siano.»
«Bene. Ora andate a riposarvi un po’ e cercate Claire, lei potrà darvi consigli sull’abito!»
«Grazie» feci un inchino e me ne andai.

Domani e lo rivedo.
24 ore e sarò nuovamente con lui.
Il mio destino stava per compiersi. Forse il libro mi stava aiutando dopo tutto. 
Avrei avuto un’altra occasione.
Domani.



Sera a tutti! 
Stiamo avendo finalmente una svolta qua, o per meglio dire, stiamo avendo LA svolta.
O forse no?
Magari Cassidy ha solo fatto collegamenti sbagliati e troppo affrettati...
Comunque ragazzi stay tuned che il prossimo capitolo arriverà a breve (spero...). Ringrazio sempre chi recensisce e chi segue la mia storia, spero sempre che vi piaccia:)
Peace&Love.
Suomalainen 
  
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