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Autore: coffee girl    26/01/2016    3 recensioni
Hiroki e Seiji sono due amici d' infanzia legati da una singolare promessa. Cosa accadrà sedici anni più tardi quando si presenterà l'occasione per rivedersi?
Takahiro è uno uomo lunatico e disilluso, Ryo un ragazzo solare e un po' impacciato. Potrà il loro incontro portare un cambiamento definitivo nella prospettiva di entrambi?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il trasloco non gli aveva preso molto tempo e Hiroki si trovava davvero bene  presso la madre di Seiji. Infatti se da una parte riusciva ad avere la propria privacy, dall’altra sentiva il calore di una vera casa. In più dato che spendeva molto meno per l'alloggio riusciva persino a mettere da parte un po' di soldi. Inoltre viveva con immenso sollievo il fatto di non essere costretto a rientrare in un appartamento vuoto dopo una lunga giornata di lavoro. Era la prima volta che gli accadeva di allontanarsi tanto dalla famiglia e soprattutto in quei primi tempi a Tokyo non era infrequente che fosse assalito da un profondo senso di nostalgia.
Stava per raggiungere la signora Kondo per la cena quando sentì suonare alla porta.
 
«Sorpresa!» disse a voce alta Seiji, allungando un pacchetto colorato.
«Tesoro non mi avevi detto che saresti passato per cena. Sono felice che tu abbia trovato il tempo di venire. Dai, entra che stasera si gela.»
 
In quel momento anche Hiroki li raggiunse nel genkan.
 
«Seiji!?» domandò in un misto di confusione e imbarazzo. Non che non fosse felice di vederlo, se mai ers proprio il contrario, il problema era che non si aspettava di trovarselo di fronte così all'improvviso.
 
«Decisione dell’ultimo momento. Però ho portato il dolce.» ci tenne a puntualizzare Seiji indicando la busta che la madre stava scartando davanti ai loro occhi.
 
«Monchi[1]al te’ verde, li adoro.» gli occhi di Hiroki si illuminarono alla vista dei dolcetti.
 
«Tu adori qualsiasi tipo di dolce.» seiji gli fece l’occhiolino prima di dirigersi a passo veloce in soggiorno «sto morendo di fame!»
 
«Allora voi due, cosa state combinando? Va tutto bene al lavoro?» domandò la signora Kondo spostando lo sguardo dall’uno all’altro.
Il trasferimento di Hiroki e il fatto che Seiji si unisse a loro con frequenza crescente la rendeva immensamente felice e aveva il potere di riportarla indietro nel tempo. Ai suoi occhi erano ancora i due bambini di tanti anni prima e lei amava prendersene cura. Si preoccupava che mangiassero abbastanza o che andassero al lavoro con i vestiti in ordine.
 
«Abbiamo avuto un periodo molto impegnativo in vista dello speciale natalizio della rivista, ma ora siamo tornati a ritmi più regolari.»
«Ehm sì più o meno» mugugnò Hiroki tra un boccone e l’altro.
 
Finita la cena la signora Kondo servi’ i mochi, accompagnandoli con una qualità particolare di sakè non fermentato.
 
Seiji versò la bevanda nei tre bicchieri e rabboccò il suo e quello di Hiroki più e più volte.
Si stropìccio gli occhi e si appoggio con i gomiti al tavolo, il viso tra le mani. «Credo che per stasera mi fermerò a dormire nella mia vecchia stanza, sono troppo stanco per tornare a casa. Hiroki, domani mattina possiamo andare al lavoro insieme.»
Hiroki che si ritrovò la gola improvvisamente secca, rispose con un cenno di assenso.
 
Quando aveva accettato l’offerta di trasferirsi a casa Kondo, sapeva che sarebbe arrivato il giorno in cui lui e Seiji si sarebbero ritrovati a dormire sotto lo stesso tetto, solo era convinto che quando questo evento si sarebbe verificato, sarebbe stato talmente preparato all’idea da non rimanerne turbato. Ovviamente non andò in questo modo.
La signora Kondo insistette che facesse il bagno per primo in quanto ospite, ma Hiroki rispose che, nonostante fosse l’unico a non fare parte della famiglia, ormai viveva in quella casa quindi fare il privilegio spettava a Seiji.
Seiji contestò tutta la faccenda e alla fine lui e Hiroki si accordarono sul fatto che a dovere approfittare per prima del bagno fosse la signora Kondo.
 
Quando venne il suo turno Hiroki, prese un asciugamano pulito dall'armadio e attese davanti alla porta della stanza da bagno.
La porta si aprì di colpo e si ritrovò di fronte Seiji vestito solo di un asciugamano bianco fermato attorno ai fianchi che lasciava pochissimo spazio all’ immaginazione.
Hiroki si immobilizzò, il telo da bagno stretto nel pugno destro.
 
«Scusa se ci ho messo più del previsto.» disse Seiji passandosi una mano tra i capelli umidi che, grazie all’effetto bagnato, avevano assunto una tonalità che regalava loro riflessi biondo scuro. «Mi sono addormentato nella vasca.»
 
«N-non c è problema.»
 
Hiroki si impose di smettere di guardare il corpo scolpito dell’amico e di concentrare la sua attenzione sul suo viso.
Era la prima volta che aveva l’occasione di vederlo seminudo ed era ancora più bello di come aveva fantasticato guardandolo attraverso i vestiti. Era più alto di lui di una decina di centimetri e aveva sempre avuto un fisico più robusto. Hiroki al contrario, era magro e asciutto dato che non aveva mai frequentato una palestra. L’unico sport cui amava dedicarsi era il nuoto, ma dato che non aveva la determinazione di praticarlo con costanza, il suo fisico non aveva assunto le caratteristiche tipiche dei nuotatori.
 
«Allora io vado a dormire. Buonanotte Hiroki.»
 
«B-buonanotte»
 
Hiroki se ne stava lì come paralizzato, incapace di reagire mentre sentiva le guance avvampare.
 
«Hiro - chan ti senti bene? Sei tutto rosso, non è che ti sei preso la febbre?»
 
«……»
 
«Hiro – chan»
 
Hiroki arretrò istintivamente di un passo, ma Seiji con un balzo lo raggiunse e saggiò la temperatura della sua fronte con il dorso della mano.
 
«No mi sembri a posto,» il suo tono era indubbiamente sollevato. La mano però indugiava sulla fronte dell'amico. «probabilmente si tratta solo di un po' di stanchezza. Allora è proprio vero che ti faccio lavorare troppo.»
Seiji scoppiò in una risata cristallina «Vedrai che un bel bagno caldo ti farà tornare come nuovo!»
 
«S-sì sono solo un po’ stanco, non ti devi preoccupare per me.»
«Mi viene naturale preoccuparmi per te, da bambini…»
«Non siamo più bambini.» tagliò corto Hiroki anche se si pentì subito di come gli erano uscite quelle parole. Tutta la malinconia che si portava dietro da anni aveva preso il sopravvento.
 
«Hai ragione, scusa.» rispose mettendo definitivamente da parte il tono scherzoso che aveva usato solo poco prima.
 
Solo dopo che Seiji se ne fu andato, Hiroki riuscì a muovere qualche passo verso il bagno, si chiuse la porta dietro le spalle e ci si appoggiò contro con la schiena, scivolando piano fino a che si ritrovò seduto sulle mattonelle fredde, le braccia mollemente abbandonate lungo i fianchi. Emise un sospiro accompagnato dal desiderio di non dovere uscire dalla stanza da bagno fino a quando Seiji non fosse tornato nel suo appartamento.
Si spogliò e si immerse completamente nell’acqua calda nella speranza che il tepore lo aiutasse a liberare la mente. Era terrorizzato dall’idea che l'altro potesse accorgersi che lui lo guardava con occhi diversi da quelli di un amico. Non faceva altro che immaginare le conseguenze prospettando per se stesso gli scenari più cupi come se volesse abituarsi all’idea che Seiji, una volta scoperta la verità, avrebbe potuto intimargli di stare alla larga.
 
[1] Il mochi, in giapponese mochi (餅), è un dolce tradizionale nipponico costituito da riso glutinoso, tritato e pestato ad ottenere una pasta bianca, morbida ed appiccicosa che viene poi foggiata in una tipica forma tondeggiante. Molto comune in Giappone, viene solitamente consumato durante tutto l'anno, sebbene sia un dolce caratteristico in particolare del capodanno giapponese, lo shōgatsu (正月).
   
 
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