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Autore: ElsBells    27/01/2016    5 recensioni
Faberry AU. Future fic. Rachel Berry è una star di Broadway di grande successo con una nuova coinquilina, la strana e ingenua Quinn Fabray. Tutto comincia con una nota sul frigo e uno scarabocchio frettoloso e infantile di un elefante. Tutti nascondono un po' di pazzia.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
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Just off the Key of Reason

Capitolo 17
Walk a little walk, smile, walk big thoughts


Quinn si chiese perché tutte le sale d'aspetto, fossero piene di acquari. Beh, okay, solo due, ma comunque c'erano. Quinn non aveva un acquario, avrebbe dovuto concentrarsi su quello. Attiravano sicuramente l'attenzione delle persone, sopratutto se i pesci erano tropicali o predatori o... meduse. O polipi. E avevano poteri calmanti. I nervi di Quinn per il suo imminente incontro con il supervisore della NYU stava sparendo.

Ma poteva ancora sentirli. Sotto la superficie.

Si concentrò sulla stella marina attaccata al vetro invece che sugli studenti universitari tutti attorno a lei.

Per cosa erano lì? Esami andati male. Doppie classi. Aggiunta di nuove lezioni. L'aggiunta di lezioni che non centravano niente con il corso di studi che stavano seguendo.

Quinn era in anticipo, il che era sorprendente visto che aveva passato quindici minuti a baciare Rachel quando si era svegliata. E poi altri dieci a rincorrere Cornelius che era scappato nel corridoio e giù dalle scale. Rachel l'aveva ripreso in casa, scuotendo la testa e poi aveva augurato buona fortuna a Quinn, prima di tornare a letto.

In quel momento Quinn fissava la stella marina con un sorriso.

Non andrà bene. Non andrà. Fanculo. Fanculo. Ho mandato tutto a puttane.”

Un ragazzo uscì dall'ufficio del supervisore, ovviamente completamente fuori di testa. Si strofinò il volto con una mano e lanciò uno sguardo distratto a Quinn, mentre si dirigeva verso l'uscita. Quinn gli sorrise, leggermente e con felicità e sembrò che fosse tutto quello di cui aveva bisogno. Un sorriso per fagli capire che c'erano persone lì fuori che erano nella stessa situazione, ma che tutto sarebbe andato bene.

Questo si fermò, si strofinò di nuovo il volto e poi le sorrise di rimando. Che tipo strano, sembrava uno zombie impazzito e Quinn sperava davvero che non gli si avvicinasse troppo. Non lo fece, prese un respiro profondo, le sorrise di nuovo e si diresse all'uscita.

Signorina Fabray” il supervisore chiamò il suo nome, sporgendo la testa dalla porta. “Può venire ora”.

Quinn fece un profondo respiro e riempì la propria mente di immagini, cose che le ricordavano perché si trovava lì. Zoo. Voleva lavorare allo zoo, con gli animali, in modo completamente professionale. Voleva studiare il loro comportamento e contribuire al loro benessere.

Poteva gestire il college. Non era stata pronta per la Columbia, ma sarebbe stata pronta per la New York University.

Quinn era calma, mentre sedeva sulla sedia di fronte alla Dr.ssa Regan. Le sue gambe stavano rimbalzando su e giù, ma si fermò sedendosi composta, pronta a fargli una buona impressione.

La supervisore sembrava un tucano. O un iguana. Un qualsiasi animale esotico con degli occhiali arancioni e lo sguardo luminoso. Quinn avrebbe voluto degli occhiali del genere.

Buongiorno, Quinn” la salutò, incrociando le mani davanti a lei e dandole la sua completa attenzione. “Grazie per aver espresso il tuo interesse per la New York University. Cosa posso fare per te oggi?”

Quinn fece un profondo respiro. Ricordò le parole del dottor Madison e di Rachel. Immagine e parole. Poteva farlo. Figurò un orso grizzly nella mente quando finalmente parlò.

Sono interessata a sapere che tipo di programmi offrite nel capo delle scienze animali” disse piano.

Oh bene, okay” disse la Dr.ssa Regan con entusiasmo, tirando fuori una serie di opuscoli da sotto la scrivania.

Quinn si chiese che altro ci fosse lì sotto. C'era forse una botola? Che cosa sarebbe successo se quel supervisore avesse avuto una botola che conduceva al paese delle meraviglie o a Narnia?

No. No, Quinn, metti a fuoco. Orso grizzly.

Noi ti offriamo un diploma in scienze animali, ma la maggior parte dei nostri studenti prima di accedere a veterinaria, si laureano in biologia e seguono tutti i corsi che veterinaria richiede. Sei interessata a veterinaria?”

Quinn deglutì. “Voglio... lavorare allo zoo. Voglio dire, sì, sarei interessata a veterinaria. M-ma forse è meglio prima concentrarsi sulla laurea e poi decidere se fare veterinaria”.

La Dr.ssa Regan annuì. “Si, hai molto tempo per decidere. Tieni solo in considerazione che ti conviene iniziare ad accumulare esperienza da subito. Sai, come volontariato, lavorare da un veterinario e con gli animali in qualsiasi contesto”.

Quinn ascoltò attentamente, giocherellando con le proprie mani e facendo rimbalzare le gambe e l'orso scomparve dalla sua mente.

Anche se non farai veterinaria, la tua migliore opzione, per una carriera che coinvolga gli animali, è biologia e ti consiglierei anche studi animali. Visto che non ti vuoi iscrivere da subito dopo il liceo, sono sicura che sarai interessata alla nostra laurea accelerata. Se inizi quest'estate come studentessa a tempo pieno, puoi laurearti in due anni. Devi solo fare qualche test per vedere se sei qualificata”.

Quinn annuì lentamente. Sembrava... perfetto. Si dondolò sulla sedia pensando a cosa chiedergli prima. Aveva così tante domande.

Che tipo di aiuti finanziari avete?” poi arricciò il naso, perché fra tutte le immagini e gli scenari che le erano sfrecciati per la mente, quella era stata la prima domanda che era venuta fuori.

La Dr.ssa Regan sorrise. “Beh, l'università offre centinaia di borse di studio. Devi solo fare gli adeguati controlli e fare domanda. Ora, non so la tua situazione finanziaria, ma ci sono sempre aiuti statali che gli studenti possono chiedere”.

Si possono portare i cani all'università?” Quinn si rese conto che forse quella non era una priorità, ma non rimpiangeva di averlo chiesto.

Sì, non nelle aule ovviamente”.

Andava bene, Quinn poteva gestirlo. Cornelius non sarebbe andato bene in una classe in ogni caso. O in qualsiasi ambiente.

Quante ore di credito deve avere uno studente a tempo pieno? E che, lezioni comprende il corso di laurea di biologia?” Quinn aveva rallentato il tono di voce e il ritmo della conversazione, perché poteva sentire l'emozione crescere e il cuore che le batteva all'impazzata.

Aveva le mani sotto il sedere ed osservava la donna con occhi luminosi.

Devi avere dodici ora di credito per semestre. Le lezioni sarebbero: chimica, cose di base e organica e cose di quel genere. Ovviamente biologia, microbiologia, fisica, genetica e biochimica. Se decidi per gli studi animali, puoi scegliere zoologia comportamentale. Ma con il corso accelerato non hai bisogno di scegliere materie di lingua, quali letteratura, storia, scienze sociali e cose così”.

Un momento. Quinn aggrottò la fronte. E i suoi libri? Lei voleva dei professori che amavano le terre immaginarie e le persone che le avevano create, che le insegnavano tutto quello che sapevano.

Ma posso prendere letteratura se voglio, vero?” chiese giocherellando con l'elastico sul suo polso.

La Dr.ssa Regan sembrò un po' sorpresa, ma le sorrise. “Certo. Un sacco di ragazzi che studiano biologia tendono ad evitarlo, perché insomma, è piuttosto impegnativo. Voglio solo che tu capisca in cosa ti stai immergendo”.

Gli occhi di Quinn guizzarono al colletto della donna, prese un profondo respiro e poi tornò ai suoi occhi.

Lo so, so che non sarà facile. Ma sono pronta alla sfida. Sono stata messa... molto alla prova ultimamente. E sto migliorando ed imparando, posso gestirlo”.

Quinn poteva sentire di nuovo quell'emozione dentro di lei. Lo stomaco che faceva le capriole e il cuore che le batteva all'impazzata, come se non potesse contenerlo. Batté le palpebre esageratamente, per cercare di concentrarsi.

'Parole, big bear'

Immaginò Rachel. Rachel e i suoi bellissimi occhi castani sotto di lei quella mattina. I capelli arruffati e che si rifiutava di alzarsi da letto perché: “era dannatamente troppo presto per una star di Broadway”, ma allo stesso tempo non riusciva a resistere ai baci di Quinn.

Quinn lo sapeva e le piaceva usarlo a suo vantaggio.

Immaginò Barnaby, Cornelius e Jelly che rubavano i waffle dal bancone della cucina, e scodinzolare fra le sue gambe il mattino dopo in attesa che lei glieli desse per colazione.

Gli piacevano i waffle e Quinn glieli avrebbe dati.

Immaginò la torta che le aveva fatto Santana, i rassicuranti occhi azzurri di Kurt, il sorrisino di Puck e gli abbracci amorevoli di Brittany.

Quinn immaginò tutto, perché era meraviglioso e la faceva sentire a casa, ben voluta ed emozionata. Tamburellò con le dita sulle gambe e continuò a dondolarsi, sorridendo alla Dr.ssa Regan.

Ho ottenuto un punteggio di 2340 agli esami d'ammissione, con una media di 5.8 quando ho fatto domanda alla Columbia. Non ci sono più andata, ho dovuto far fronte ad alcuni problemi su cui sto ancora lavorando, ma posso farlo. Sapeva che i pinguini possono saltare un metro e mezzo d'altezza?”

Okay, l'aveva detto.

Quinn si fermò dal saltellare per vedere se la Dr.ssa Regan avrebbe risposto. Non rispose. Rimase seduta a fissarla con un sorriso. Quinn non distolse lo sguardo, il suo cuore e la sua bocca non l'avrebbero delusa.

Inoltre, Quinn si rese conto che non era una domanda casuale, ma che doveva far in fretta a raggiungere il proprio punto. Tom e Rachel sarebbero stati orgogliosi. Non riusciva a smettere di parlare.

Conosco un sacco di cose del genere e-e in questo momento mi sono completamente inutili. Ma so anche i gruppi funzionali chimici, come alcool, amidi, acidi carbossilici. Io so queste cose. Lavorare sodo non è un problema.”

Quinn si fermò e prese un respiro profondo, non perché le parole si erano fermate, ma perché non riusciva a respirare. Forse era così che si sentiva sempre Rachel.

Dio, Rachel, il suo sorriso si fece ancora più grande.

H-ho anche un lavoro, lavoro ad un rifugio per animali. Di cui so-sono responsabile quando il mio capo è indaffarato. E i-io...”

Quinn si leccò le labbra e fissò i suoi occhi in quelli della donna.

Posso farcela. Sono pronta per questo e voglio frequentare la NYU” finì, silenziosamente.

Non si ricordava nemmeno quello che aveva detto. Dio, aveva detto a che altezza i pinguini saltavano. Perché l'aveva fatto? Adesso capiva un po' il ragazzo zombie che aveva incontrato nel corridoio.

Quinn, penso che la NYU sarà fortunata ad averti quest'estate” rispose infine la Dr.ssa Regan.

Quinn lasciò uscire un lungo, lunghissimo respiro.

Sei intelligente, appassionata, c'è qualcosa, o meglio un mix di cose che la maggior parte delle persone non hanno. Se ho risposto a tutte le tue domande, beh, non devo l'ora di vederti a Giugno”.

Quinn si alzò e strinse la mano alla Dr.ssa Regan in modo confusionario. Era rossa in volto ed esausta, ma così orgogliosa di se stessa. Non vedeva l'ora di vedersi con Rachel per pranzo. Si fermò davanti all'acquario mentre andava via, solo per guardare la stella marina per ben cinque minuti con un sorriso sulle labbra.

Piccoli passi si stavano trasformando in grandi passi.

Quinn camminò tranquilla sul marciapiede e non sul bordo, non aveva bisogno di tenere la mente occupata. Sorrise alla gente per strada e le piacque, le piaceva vedere la gente sorridere.

****

“Sei bellissima”.

Quinn non era sicura che Rachel l'avesse sentita, era troppo occupata a volteggiare nel suo abito antico nel bel mezzo del negozio di articoli usati. Quinn ridacchiò quando la vide urtare un manichino e scusarsi, prima di rendersi conto che non era una persona. Quinn probabilmente avrebbe fatto lo stesso, anche se sapeva che era un manichino.

Aveva visto The Twilight Zone. Sapeva cosa potevano fare. Era il motivo per il quale si trovava a dieci metri di distanza dal manichino.

Rachel si voltò verso di lei. “Ti piace?”

Quinn annuì con entusiasmo. Lo amava. Ma le piaceva ancora di più senza il vestito.

Un momento...

Sei bellissima” ripeté Quinn per distrarre Rachel dal rossore che le aveva colorato le guance.

Rachel guardò per terra timidamente e poi si sporse a baciarla. Quinn amava anche quello. Come Rachel si adattasse fra le sue braccia e come la sua testa si infilasse nel suo collo facendole sentire il suo respiro caldo. Un corpo caldo a cui lei voleva sempre stare vicino, in continuazione.

Come quando Barnaby e Cornelius cercavano di rubarle il cuscino di notte, finendo per respirarle in faccia.

Solo che Rachel era più bella.

Lo devo comprare?” chiese Rachel, facendo di nuovo una giravolta, ma tenendo una discreta distanza fra lei e i manichini.

Quinn annuì e dondolò sui talloni. Non aveva ancora detto a Rachel come era andato l'incontro e sapeva che Rachel non le avrebbe fatto pressioni per saperlo. Ma Quinn era eccitata, era sul punto di scoppiare.

E si concentrò su Rachel e si riscoprì davvero eccitata.

L-la lunghezza è giusta per te. Ti valorizza le gambe. E il colore mi fa pensare all'oceano. E alle balene. E ai delfini”.

Quinn non stava elencando gli animali che abitavano l'oceano per distarsi dalle gambe di Rachel, perché era impossibile. Erano solo così lunghe e bellissime e morbide e- delfini. Delfini. Delfini.

Quel colore davvero le ricordava i delfini. Era rilassante. Rachel la stava osservando con un sorriso.

Quinn si agitò un po'. “E va bene col colore della tua pelle”.

Rachel continuò a guardarla. Che altro poteva dire su un vestito? Senza ovviamente perdersi a parlare delle sue gambe? Quinn si perse nei suoi occhi e scoppiò.

Rachel ho intenzione di frequentare la New York University per due anni come studente a tempo pieno a partire da quest'estate, così posso prendere una laurea in biologia e un master in scienze animali. Pagherò con aiuti finanziari e i miei risparmi e il lavoro e io voglio-penso che...”

Quinn si fermò immaginando la stella marina nella sala d'attesa. Rachel aveva spalancato la bocca e allargato gli occhi e Quinn poté dire che stava aspettando il continuo pazientemente.

Sapeva anche che la stava capendo, anche se era così eccitata.

Potrò studiare gli animali e letteratura s-se voglio. Il campus ha degli edifici bellissimi e io lo sto... lo sto facendo”.

Rachel la fissò a lungo per assicurarsi che avesse finito, poi le si avvicinò avvolgendole la braccia al collo. Rachel profumava di marshmallow e Quinn l'adorava.

Sei sorprendente, Quinn”.

Quinn sorrise e le baciò la testa e cominciò a dondolare con lei, sentendo tutta la tensione nel suo corpo evaporare. La sua ragazza raccolse l'entusiasmo e l'eccitazione, lasciandola uscire in una forte e rumorosa risata.

Quando Rachel si ricompose, indossò di nuovo i suoi abiti normali, Quinn la condusse verso gli occhiali da sole e cominciò a guardarsi intorno, in cerca di qualcosa che potesse attirare la sua attenzione.

Troppo noioso. Troppo noioso. Bello, ma troppo nero. Troppo noioso. Bello, ma troppo argento. Noioso. Noioso.

Rachel provò un paio di Ray Bans e si voltò verso Quinn, indicandosi il volto. “Ti piacciono?”

No, a Quinn non piacevano, non riusciva a vedere i suoi occhi.

Quinn scosse la testa e l'espressione di Rachel si accigliò un po' prima che un paio di occhiali da lettura le calassero sul volto con attenzione. L'ultima cosa che voleva fare era accecare la sua ragazza con un dito.

Si chiese se qualcuno fosse davvero in grado di estrarre un occhio con un dito, perché a lei non sembrava possibile. Era convinta che per rimuovere un bulbo oculare servisse un oggetto più appuntito di un dito. Quinn non avrebbe consigliato a nessuno di provarci... Dio, focalizza.

Quinn sorrise soddisfatta di sé, ora gli occhi di Rachel erano più grandi.

Rachel provò a fare un passo verso di lei, ma calcolare la profondità o mantenere l'equilibrio con quelli occhiali risultava difficile, tanto che barcollò e si aggrappò alla torre degli occhiali da sole.

Quinn ne provò un paio di colore verde neon, sapendo perfettamente che quelli neri sarebbero stati più attraenti, ma di quel colore fecero ridere Rachel.

Quinn si voltò a fissarla completamente seria. “Voglio questi”.

Rachel strinse gli occhi, poi rinunciò e si tolse gli occhiali da lettura, sbatté le palpebre un paio di volte e cercò di non vomitare per le vertigini, prima di iniziare a ridere di gusto, di quella sua risata contagiosa.

Sì, decisamente Quinn avrebbe comprato quelli.

Amava vedere il sorriso di Rachel. Amava essere la causa del sorriso di Rachel.


****


Quinn avrebbe voluto cancellare la seduta di terapia quel giorno, perché il suo colloquio con la NYU l'aveva costretta a posticiparlo e significava che avrebbe perso lo spettacolo di Rachel. Ma Tom le aveva detto che era una seduta importante e Quinn si sarebbe persa un sacco di spettacoli non appena iniziati i corsi, e Puck le aveva detto che sarebbe andato ad assicurarsi che Rachel fosse fantastica come sempre, così aveva ceduto.

Si sedette di fronte al dr. Madison con Henry sul grembo e cantando “tutti i frutti” nella propria testa. In realtà non conosceva tutta la canzone o se ci fosse qualcosa a parte la strofa “tutti i frutti, all rooty”, così aveva continuato con quella ancora e ancora.

Era quasi sul punto di sospirare di frustrazione, quando Tom mise le mani sulla scrivania. Dio, non riusciva a smettere di cantare quella canzone.

Asperger” disse infine.

Quinn deglutì e mantenne il contatto visivo, si sporse in avanti immaginando gli occhi grandi di Rachel. “Asperger” ripeté.

Tom annuì. “Dopo averti conosciuta in queste ultime settimane, mi sento a mio agio nel confermare che hai la sindrome di Asperger”.

Quinn poté sentire il proprio respiro accelerare un po' e fece cadere gli occhi sui bottoni della camicia di Tom, ma annuì lentamente.

Okay” disse piano, giocando con i tentacoli di Henry.

Tom non disse niente, continuò a guardarla per darle il suo tempo. Quinn si agitò sulla sedia, non era sorpresa, le avevano già detto che aveva l'Asperger, ma le avevano detto un sacco di cose. Ma lei credeva in Tom, era sempre così calmo e sempre contento, così fece un respiro profondo.

Questo, uhm, cosa significa? So cosa comporta l'Asperger, ma per me cosa significa?”

Tom strinse le labbra e Quinn continuò a giocare col tentacolo. “Beh, non molto, Quinn. Sai che è un disturbo dello spettro autistico e che non esistono medicine, quindi dobbiamo solo concentrarci sulle principali componenti. Quelli principale per te, è ovviamene, l'ansia sociale”.

E tutto il resto?” chiese Quinn, alzando lo sguardo per fissarlo cercando di mantenere il contatto visivo.

Si figurò i pinguini che salvano in alto, sarebbe voluta andare da qualche parte a vedere se era vero. Probabilmente non lo facevano quelli dello zoo, forse nel loro habitat naturale. A Rachel probabilmente sarebbe piaciuto andare con lei, le sarebbe piaciuto l'Antartide.

E gli altri aspetti che vengono con l'Asperger, non li tratteremo, o cercheremo di cambiare o modificare. Come ad esempio il voler approfondire determinati argomenti, o la tua intelligenza sopra la media, le stranezze dei tuoi discorsi, l'umorismo... anche i tuoi piccoli tic, Quinn, li ignoreremo, per ora, perché derivano tutti dall'ansia e dall'eccitazione ed è esattamente su quello che dobbiamo lavorare”.

Quinn elaborò tutto per un momento. Smise di giocare col polipo e il suo respiro tornò piano piano alla normalità.

Allora, non dobbiamo cambiare nulla. Sto facendo... bene?”

Tom sorrise calorosamente. “Stai facendo meravigliosamente. Abbiamo solo dato un nome a tutto quello su cui abbiamo lavorato in questi mesi”.

Quinn si rilassò sulla sedia. Stava andando bene. Poteva farlo. Era tutto okay.

Sei una persona molto regolata, Quinn, per la tua situazione. Io non credo che il tuo passato abbia contribuito ai tuoi problemi odierni. Sei molto... felice e giovane, e stai andando alla grande”.

Il Dr. Madison sorrise e si sporse sulla scrivania, per strizzare la palla antistress con la faccia di uno smile, mentre sistemava le graffette colorate e – come faceva a fare tutto il suo lavoro? Passava tutto il tempo a giocare coi suoi pazienti?

Quinn arrossì e sorrise. Rimise a posto il polipo prima di dargli una pacca sulla testa.

Quinn immaginò Henry mangiare le sue stesse braccia, ma per un momento si sentì spaventata, così... chiamò Rachel mentre andava a casa. Il suo spettacolo era finito un'ora prima. Dio, qual'era lo psicologo che teneva delle sessioni così tardi?

Tom Madison, ecco chi.

Quinn pensò che doveva fargli un regalo, magari un nuovo pesce. O una tartaruga.

Ehi, tesoro! Come è andata?” le chiese Rachel.

Quinn sorrise rendendosi conto che la ragazza aveva messo in pausa quello che stava facendo e uno dei cani si lamentò in lontananza.

Come è andato lo spettacolo?” chiese Quinn con altrettanto entusiasmo.

Te l'ho chies-” ci fu un rumore sordo, come se Rachel avesse appoggiato il telefono da qualche parte.

C'era rumore di lamenti, graffi... e acqua? Che cosa stava succedendo? Quinn strinse gli occhi e attese.

Barnaby, tu imbecille!”

Quinn sentì Rachel urlare in lontananza, sbuffò dal naso e se lo coprì, anche se non c'era nessuno in giro. Doveva dissentire. Barnaby non era un imbecille. Era un genio che sapeva come usare i suoi poteri per infastidire Rachel nella misura più ampia possibile e riuscire comunque a farsi amare da lei.

Era un arte. Era un maestro.

Vieni fuori dalla maledetta lavastoviglie!” sentì, un po' più forte.

Okay, forse Barnaby in quel momento era un imbecille. Probabilmente voleva farsi il bagno. Quinn glielo avrebbe fatto il giorno dopo. Si chiese se Rachel non avesse finito lo shampoo.

Ci furono dei rumori sordi e poi un fruscio e Rachel tornò al telefono, fece un paio di respiri profondi e poi sorrise.

L'ho chiesto per prima” disse Rachel con noncuranza, ignorando completamente i precedenti due minuti.

Ho l'Asperger” sbottò, poi scosse la testa mentre camminava.

Dio, non era riuscita... le era semplicemente uscito.

Rachel rimase in silenzio per qualche secondo. Stranamente silenziosa. Che cosa aveva fatto Barnaby?

È sicuro?” chiese piano.

Sì, Tom era sicuro della diagnosi. Ma par- possiamo parlarne quando vengo a casa? Voglio sapere del tuo spettacolo”.

Rachel rimase in silenzio per qualche altro secondo, poi rispose felicemente.

Certo, big bear. Allora, Puck mi ha pedinata tutta la sera, perché ha detto che la mia spaventosa ragazza l'aveva minacciato di assicurarsi che stessi bene e che non fossi... beh, pedinata. E ovviamente sono stata fantastica come sempre, perché, insomma, sono io”.

Anche a quella frase Quinn sbuffò, ma poteva sentire il sorriso di Rachel anche attraverso il telefono.

James ha anticipato le battute di qualche secondo e poi è ruzzolato per le scale del backstage, poi, vediamo... una mia fan mi ha detto che la bionda con cui giro sempre è stupenda e mi ha chiesto se è una star del cinema...”

Quinn rise e Rachel parlò finché non arrivò a casa, perché i suoi spettacoli erano il suo secondo argomento preferito. E Quinn l'ascoltò, perché Rachel la faceva ridere. E a Quinn piaceva come Rachel rideva ogni volta che la faceva sbuffare dal naso e questo instaurò una reazione a catena di risate finché non raggiunse casa.

Ed era una bella cosa in cui essere intrappolati.

Rachel rendeva sempre tutto migliore, anche quando non ci provava.




______________________

NoteTraduttrice

Non ho molto da dire se non che questo è il primo capitolo – non sono sicura che ve ne siano altri in realtà – dal punto di vista di Quinn, ma mi ha fatto felice fare un salto nella sua mente.

C'è stato un disguido con i nomi dei capitoli, ho messo il nome del 17 al 16, non so perché XD ho sistemato comunque.

In ogni caso mi farebbe piacere sapere che ne pensate, perché sono davvero piena di lavoro e faccio del mio meglio per riuscire a pubblicare in tempo. So che è stata ferma per un bel po', ma è una bella FanFiction e mi piacerebbe sapere i vostri pensieri e sopratutto che non sto lavorando in più per niente.

State in campana perché il prossimo capitolo è il mio preferito in assoluto!!

Un bacione, ci si vede settimana prossima,

ManuKaikan
  
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