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Autore: Mardy Paranoica    27/01/2016    7 recensioni
Tony Stark era vissuto nel mito del Super Soldato da quando era piccolo, da quando suo padre Howard Stark non aveva fatto altro che cercare il Capitano Rogers, l'unica messa in pratica del siero del superuomo.
E Steve Rogers, tornando dopo settanta anni, si ritrova davanti ancora una volta uno Stark, somigliante ad Howard fisicamente e negli atteggiamenti tanto da pensare che forse quella volta la strada che aveva preso portava più ad un destino che ad una destinazione.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'uomo, fin dalla notte dei tempi, ha sempre avuto il bisogno di sperare e credere e provare l'esistenza di un'entità mistica che poteva proteggerlo. Dio, Dei, religioni, leggende e poi, agli arbori del 1900, il filosofo tedesco Nietzsche teorizzò l'idea di un essere superiore tra gli uomini, l'oltreuomo. Un uomo in grado di amplificare i suoi sensi, le sue abilità, la forza e qualsiasi qualità (non sempre positiva) al fine di essere un superuomo. Nella filosofia l'oltreuomo avrebbe seguito lo spirito dionisiaco di Bacco, o Dioniso, dell'irresponsabilità passionale dettata dall'istinto ragionevole con l'estraniazione di tutti i sensi. 
Ma in guerra si sa, Dio non esiste. 
In guerra esistono solo gli uomini, esistono i morti. Ed esiste ciò che resta dei vivi. 
Esistono le armi, esistono il sangue e le ferite aperte, non esistono persone in grado di sopravvivere alla guerra anche chi ne esce vivo è come se fosse morto dentro. 
Steve lo sapeva, sapeva però anche che quella guerra avrebbe avuto un sapore diverso se l'avesse combattuta lui ma la natura l'aveva sempre protetto nel suo corpo mingherlino e inutile per i suoi fini bellici finché un giorno il destino non realizzò i suoi desideri patteggiando con lui l'anima. 
Steve Rogers non era mai stato un soldato, era stato solo un uomo, e non era nemmeno più quello da quando la sua strada e quella del dottor Abraham Erskine si erano incrociate in una svolta fatale e lui l'aveva reso la leggenda che era diventato, il Supersoldato, unico al mondo per colpa dell'assassinio del suo padre "di laboratorio", il superuomo messo in pratica. La realizzazione di tutte le teorie superomistiche.
Colui che non poteva essere scalfito nonché l'arma più potente e unica dell'esercito americano, creata in collaborazione col più grande esportatore di armi: Howard Stark. 
Aveva un ricordo ben nitido di questo uomo distinto, fin troppo spiritoso e capace di fare qualsiasi cosa volesse: un genio, un gran bevitore e un fervido sognatore che credeva davvero nella riuscita del supersoldato come nella riuscita di un suo progetto personale. Anche il ragazzo di Brooklyn sapeva quanto stravedeva per lui ma non riusciva a capire se stravedesse per Capitan America e il siero che aveva in corpo o per Steve Rogers, quello che restava dell'umano. Sapeva, da racconti, che dopo la sua scomparsa l'aveva cercato quasi ossessivamente, rassegnandosi solamente quando la morte lo colse nell'incidente stradale. 
Steve provava anche una sorta di rimorso perché a volte, nella sua vita passata, aveva dubitato di lui; aveva pensato fosse una persona inaffidabile e frivola e forse lo era ma non l'avrebbe mai scoperto. 
Eppure, forse, il destino gli aveva dato – oltre ad una seconda vita – anche una seconda possibilità. 
Settanta anni dopo c'era ancora uno Stark in giro per Manhattan. Non era Howard: era Tony, suo figlio. 
Caratterialmente simili, lingua troppo lunga, somiglianti fisicamente e una gran bella faccia da stronzo. 
Gli Stark, di default, probabilmente erano tutti così. 
Tony Stark, dal canto suo, era cresciuto nel mito del supersoldato. Non aveva mai voluto fare la guerra, lui commerciava solamente armi, eppure l'alone eroico che suo padre dava a quella creazione l'aveva fatto quasi innamorare di quel supersoldato sparito nel nulla.
Cap, Captain America, Capitano Rogers, la leggenda che viveva nella leggenda. 
Era stato, in qualche modo, il mito di quel superuomo a farlo evadere dalla prigionia in Afganistan e lo stesso principio di libertà e potere che l'aveva portato a costruire l'uomo di metallo: The Iron Man. 
Se il siero non poteva essere riprodotto perché non creare qualcosa che avesse lo stesso fine, lo stesso obbiettivo ma fosse tecnologicamente più avanzato e geniale? 
Così era nata un'altra leggenda e qualche tempo dopo era tornato sulla terra, inaspettatamente, il Capitano Rogers, scongelato dai ghiacciai di cui era prigioniero. 
Quando si videro per la prima volta sembrò esserci una sorta di varco extratemporale e spaziale per il quale la terra era girata 70 anni indietro e Steve Rogers si trovava di fronte ad Howard Stark mentre Tony Stark si trovava davanti tutto ciò di cui aveva sentito più parlare nella sua intera vita: un uomo alto, incredibilmente muscoloso con dei bicipiti e delle spalle da far invidia a qualsiasi libro di anatomia, e sovrannaturalmente bello. L'ingegnere si chiedeva, in mente sua, se anche il suo viso angelico fosse stata opera del siero perché se lo fosse stato, suo padre e chi aveva progettato quella fialetta non era altro che un genio del male, il male più assoluto. 
Anche morire per mano di un uomo così bello e così perfetto diventava meno doloroso. La morte per mano di Steve Rogers doveva essere una morte bella, bellissima: l'angelo della morte che ti prende e ti strappa il cuore dal petto.
Steve invece pensava ad altro. 
Dopo essere "morto" e poi tornato aveva cominciato a credere al destino: il dio destino che decideva assieme alla dea sorte e al dio fato il corso della vita degli umani (e dei super umani) in contro alla destinazione che aveva scelto e se l'aveva fatto tornare settanta anni dopo in quella situazione, con quelle determinate persone e soprattutto davanti ad uno Stark. Stark che l'avevano creato, cercato e rimesso al mondo. 
E forse quell'uomo, così simile a suo padre, così egocentrico, bello, interessante, intelligente era la strada per il suo destino. 
Alcune strade a volte non portano ad una destinazione ma portano direttamente ad un destino.

   
 
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