Dedicata alle persone che mi seguono e dimostrano di apprezzarmi.
Dedicata alla kohai, alla Collega, alla Somma.
Dedicata alla senpai, ai sensei.
Dedicata alle F4.

Anche a Rò, dai o______ò.

- XDXDXD! -

Una quantomai strana evoluzione per il mio stile, certo. Non sarebbe mai stato possibile senza di voi.
Si avvicina il mio anniversario dell'anno su EFP, e questo è il mio regalo anticipato per voi ^^.

Grazie di tutto.

Titolo: “Happy Ending.”
Autrice: uchiha_girl .
Personaggi: Sorpresa! .
Genere: Erotico , Fantasy , Nonsense , Songfic .
Rating: Arancione .
Avvertimenti: Yaoi , What If... (E se?) .
Note personali: Le citazioni a destra sono una traduzione libera della canzone “Escape to the stars”, Cinema Bizare. Le ali dell’angelo le ho inserite e spiegate nell’ultima parte, spero non siano troppo non-visibili XD!
Volendo spiegare in breve: un personaggio viaggia verso Suna per salvare l’altro (personaggio) da un sortilegio che fa sì sia di giorno una bambola inanimata e di notte una persona. Ho il leggero ricordo di una favola simile, solo che non ricordo il titolo ^^’ Amen.
Buona lettura.
Beta Reader: Yuki No Akasuna.

› Happy Ending.

La notte si avvicina.

Le ombre si allungano sul terreno, il cielo si fa oscuro.

I demoni del buio cominceranno presto a circolare, getteranno il mondo nel caos per il breve tempo loro concesso.

Accenderanno nei deboli umani le più gravi libidini, e l’avarizia, e la gola più estrema.

Accenderanno negli umani la voglia di vivere.

[ Cosa stai aspettando? ]

È una sola, la figura che non dà retta allo scalpitare delle anime.

Accomodato di fronte alla finestra aperta del suo rifugio per la notte, il cavaliere resta in silenzio.

Muto innanzi alle madri che cercano i mariti, non volendoli fuori dalle mura domestiche dopo il sole sarà calato.

Muto innanzi a tanti piccoli drammi.

Muto, attende.

Attende il suo piccolo angolo di paradiso.

[ Scappare sulle stelle,

Sentirsi così liberi,

Solo io e te. ]

Un rumore lo sorprende alle spalle.

Non si accerta quale sia la causa di quel rumore di legno che cade, chiude i vetri, attraversando poi la stanza con lunghi passi frettolosi e controllando la porta sia chiusa a chiave.

Intasca il pezzo di metallo, voltandosi verso il letto.

Lì, il solito sguardo noisette lo cerca, dubbioso.

« Buongiorno Sasori. »

 [ Scappare sulle stelle,

Inseguire un sogno,

Tutto quel di cui abbiamo bisogno è credere. ]

Il rosso non risponde, tirandosi a sedere con una smorfia sul viso.

Afferra la spalla dolorante, ne esercita il movimento.

« Sa-... Sasuke? Dove siamo? » sbadiglia, appoggiandosi al guanciale di un bianco sporco con i gomiti.

« Abbiamo passato da poco il confine del Paese del Vento. »

Si tira dritto all’improvviso, il giovane dalla chioma di sangue.

« Siamo quasi a Suna. Perché ci siamo fermati? »

« Non posso viaggiare di notte, e nemmeno tu in queste condizioni. »

Le parole dell’Uchiha diventano rochi sussurri contro la limitata pelle dell’altro.

Pelle calda, morbida, liscia. Pelle profumata di bosco e solitudine, notturna pelle di luna.

Pelle racchiusa da labbra, stuzzicata da denti, bagnata da lingua, accarezzata da mano, amata da occhio.

Brividi che corrono per la spina dorsale come piccole esplosioni di piacere in un momento che gode la quieta tranquillità dell’eterna routine.

La bambola del giorno è ora preda degli eventi della notte.

[ Superata la gravità

Che ci teneva giù

A terra,

Liberi dalla pazzia.

Nessun’altro intorno. ]

Sussurri divengono gemiti.

Gemiti si trasmutano in grida di rabbia, e piacere, e insoddisfazione, e trionfo.

Grida per riempire un silenzio opprimente, grida per riempire un silenzio mortalmente vuoto.

Grida per dimenticare le ansie del giorno, quando la chioma di fuoco appartiene ad una semplice marionetta e il cavaliere null’è se non un mesto viandante solitario.

Poi, il nulla.

Un’assenza di suoni, stavolta resa serena dalla stanchezza che fa proprie le membra stanche e sudate, e il dolce sonno che avvolge come una nebbia benefica i pensieri cupi del domani.

[ Tutto quello di cui abbiamo bisogno è credere. ]

Il sole non è ancora spuntato del tutto, quando gli occhi dell’Uchiha si spalancano.

Hanno ballato tutta la notte dietro le palpebre sottili, un incubo di ricordi, un'illusione dalle tinte vermiglie.

Il viso si contrae in una smorfia, la schiena bloccata dal dolore dell’insolita posizione. Alza la testa di scatto, muove il collo a destra e a sinistra con fare confuso.

Si tira a sedere mugugnando qualche parola sconnessa, per poi poggiare i piedi sul nudo pavimento ricoperto da una moquette sporca.

Si lascia sfuggire un sospiro, trovando ciò che cercava accomodato con eleganza sulla vecchia sedia a dondolo.

La bambola poco più alta di un metro, perle di vetro per occhi e labbra dipinte di un rosa tenue.

Cammina, Sasuke, fino a raggiungere il giocattolo, allungando poi una mano sul rigido collo.

Con un movimento secco, si appropria – nuovamente – del ciondolo.

Un paio di inutili ali d’argento e un vecchio cordoncino nero, logorato dal tempo.

Passa le dita sulla superficie, lascia un’impronta ripulita poi da una seconda passata.

Osserva la luce del sole riflessa sul ninnolo senza nome e senza reale provenienza, senza significato.

Cimelio nostalgico del passato che mai potrà tornare, della tranquillità che mai si potrà riconquistare, della storia che mai raggiungerà una fine lieta e certa.

La storia che narra dell’insolita coppia, composta da un angelo di legno e un demone di carne.

La storia che narra della loro ricerca, del loro perdere e ritrovare, lasciare e sentire la mancanza, odiare e temere.

La storia che narra del loro esodo attraverso i Cinque Paesi, alla ricerca delle dieci creature solitarie che, se riunite, generano la vita.

- Il loro collo, privo di legami. Sono ali vere, quelle. Piume di neve e catrame, di morte e di sorrisi. -

La storia che si conclude con una stella che tramonta, e ricomincia con un risveglio turbato da pensieri insoliti quanto usuali.

La loro storia, così com’è. Sporca, sbagliata, costruita da sotterfugi e distrutta da una verità mai del tutto svelata.

La storia che ha tutte le carte per essere il racconto della buonanotte di un bambino esagitato.

La storia che, nel bene o nel male, un giorno finirà. Dovrà finire.

Perché, in fondo, abbiamo tutti bisogno del lieto fine.

 [ Tutto quello di cui abbiamo bisogno è credere. ]

[ 797 parole, senza citazioni. ]

Le citazioni sono una traduzione libera della canzone “Escape to the stars”, Cinema Bizarre.

~ Writer’s (Death) Note ~

Ok, per favore, non fatemela commentare.

Perché non ha senso! XDXDXD

Non so da dove arriva: da tempo avevo in mente questa trama particolare, avevo bisogno di stenderla per potermela levare dalla mente, ed ho usato due personaggi prevedibili per le parti, però che non avevo mai riscontrato insieme in altre flash o_____ò.

(Apparte quella che ho scritto anche io e che è venuta da schifo XDXDXD.)

Vado a mangiare che c’ho fame.

Byeee! Speriamo i risultati non arrivino mai...

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Giuro che sono seria: non mi sarei aspettata una posizione tanto alta. Ok, pensavo che lo stile mi avrebbe avvantaggiata e puntavo sull'originalità, però, damnate... Così esageriamo XD!

Il terzo posto lo avrei voluto, anche il quarto.

Il secondo... Uào XD.

Umh, farei i soliti saluti/ringraziamenti, però ho veramente pochissimo tempo XDXDXD.

Che dire... Grazie a chi recensirà, complimenti alle altre partecipanti ed alla fantastica giudice anti-BM XDXDXD - e seguace di Giorgina.

Un bacione!

Girlchan.