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Autore: Shainareth    28/01/2016    4 recensioni
Semplice raccolta di flashfic e one-shot, senza pretese e di genere vario, incentrate soprattutto sui personaggi di B.B./Beast Boy e Corvina/Raven. Diversi cenni (e non solo) anche alla RobStar. Rating in aggiornamento.
01. Fuochi d'artificio
02. San Valentino 01
03. Pioggia
04. Tepore
05. Mostro
06. Complici
07. Pubertà
08. Incubi
09. Beghe amorose
10. San Valentino 02
11. Cambiamenti
12. Bluff
13. Body Killer
14. Prime volte
15. Waffles and Song
16. Rassicurazioni
17. Amore a prima vista
18. Verde
19. Obbligo o verità?
20. Romeo e Giulietta
21. Diritti
22. Vischio
23. Sogni
24. Predizione
25. Sbronza
26. Equivoci
27. Curriculum
28. Bacio
29. Silenzi
30. Magia
31. Gusti
32. Amuleto
33. Soli
34. Coniugi
35. Puppy eyes
36. Empatia
37. Orgoglio
38. San Valentino 03
39. Serie TV
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OBBLIGO O VERITÀ?




«Pizza!»
   Con quest’esclamazione, Cyborg e Beast Boy fecero il loro ingresso nella sala principale della Torre, portando con loro due grossi cartoni per pizza formato famiglia. Era quasi ora di cena, per cui quell’improvvisata fu non poco gradita dagli altri membri della squadra, che subito andarono ad accomodarsi insieme a loro attorno al tavolo.
   «Mentre aspettavamo che fossero pronte, abbiamo sentito un gruppo di ragazzine ridacchiare eccitate per un pigiama party che avrebbero tenuto stasera», prese a raccontare Beast Boy con un sorriso sul volto. Gli piaceva quando la gente attorno a lui era allegra.
   «Cos’è un pigiama party?» fu la curiosità che Stafire condivise a voce alta.
   «Una riunione di amici in cui si mangia, si beve, si scherza, si gioca, ci si scambiano pettegolezzi e confidenze, e al termine della quale si dorme tutti insieme nella stessa stanza», la informò distrattamente Raven, interessata molto più alle pizze che aveva sotto al naso piuttosto che alle chiacchiere dei loro compagni.
   «Allora dev’essere bellissimo!» commentò di getto la sua amica, entusiasta per quella nuova scoperta. «Facciamone uno anche noi!»
   «Forse siamo un po’ cresciuti per questo genere di cose…» le fece notare Cyborg, intenerito da tanta ingenuità.
   «Perché?» domandò Starfire, non riuscendo a capire perché mai dovesse esserci un limite d’età per certe cose. E poi Beast Boy non aveva parlato di ragazzine? Loro non erano mica adulti!
   «Anche se fosse», cominciò Raven, mettendo le mani avanti, «io mi taglierei subito fuori.»
   «Guastafeste», l’accusò divertito il mutaforma, sedendosi fra lei e Cyborg. «Ad ogni modo, quelle tipe parlavano di voler giocare a tutti i costi a Obbligo o Verità?. Un classico.»
   «Che fantasia…» borbottò ancora l’altra, con aria annoiata.
   A differenza sua, Starfire fu di nuovo tutta orecchi, gli occhi che brillavano d’entusiasmo. «Oh, vi prego! Ditemi cos’è! Voglio assolutamente provarlo!»
   «Sarebbe divertente!» l’assecondò subito Beast Boy, che ai giochi non diceva mai di no. E poi, in tutta onestà, quanti di loro avevano mai fatto un pigiama party? «Ci state?» propose quindi agli altri.
   Cyborg fece spallucce. Robin sospirò guardando con tenerezza la propria innamorata. Raven grugnì. Con grande scorno di quest’ultima, vinse la maggioranza; dopotutto, non era meglio quello piuttosto che correre il rischio che Starfire proponesse qualche strampalato passatempo tamariano per trascorrere insieme la serata?
   In breve, Beast Boy spiegò le regole del gioco, ma dal momento che nessuno di loro aveva la benché minima intenzione di sentirsi obbligato a fare alcunché, soprattutto dopo una giornata passata a malmenare criminali, stabilirono a priori che si sarebbero limitati a rispondere in modo sincero alle domande che gli altri avrebbero posto di volta in volta. Quello, in effetti, non avrebbe comportato alcuna fatica fisica.
   «Robin, sei il capo. Inizia tu», decise Starfire, smaniosa di essere subito coinvolta in quel nuovo, affascinante gioco terrestre.
   Lui non colse quel suo desiderio e perciò si rivolse a Raven. «Vediamo un po’… Qual è stato il peggior trauma della tua vita?» Solo dopo si rese conto di aver commesso un errore imperdonabile: fare una domanda del genere proprio al membro della squadra che aveva subito più traumi in assoluto sin da quand’era nata… beh, non era una gran furbata. Si sentì un idiota.
   Fece per aprire bocca per scusarsi e rassicurare Raven che non era necessario che lei rispondesse, ma Cyborg lo anticipò con disappunto. «Dilettante», gli disse, sporgendosi sul tavolo nella sua direzione. «Trattandosi di Raven, avresti potuto approfittare dell’occasione per cavarle di bocca qualche segreto succulento.»
   Robin inarcò un sopracciglio.
   «Cyborg ha ragione», convenne invece Beast Boy. «Quando ci capiterà di nuovo un’opportunità del genere?»
   Fu a quel punto che il leader dei Titans comprese: stava prendendo quel gioco troppo seriamente. E, soprattutto, i suoi compagni erano dei grandissimi ficcanasi. Forse era il caso di ponderare bene le risposte che di lì a poco avrebbe dovuto dare alle loro domande.
   «Più che altro», prese parola Starfire, perplessa, «la domanda di Robin prevede una risposta abbastanza ovvia… È chiaro che il più grande trauma dell’amica Raven sia stato l’essere usata come portale dal Trigon.»
   Ecco un’altra che stava prendendo troppo seriamente il gioco, pensò il ragazzo, rammaricandosi di non essersi opposto a quella sciocchezza. Ma come resistere agli occhioni luccicanti di Starfire?
   L’osservazione dell’aliena portò un attimo di silenzio attorno al tavolo. La tensione fu palpabile. Poi, Raven ingoiò il boccone di pizza che stava masticando e parlò. «Niente affatto», disse dapprima, inducendo gli altri quattro a voltarsi stupiti nella sua direzione. Di contro, lei lanciò un’occhiataccia a Beast Boy. «Il peggiore è stato quando una certa persona s’è presentata nuda in camera mia.»
   Il ragazzo s’irrigidì all’istante, mentre Robin inarcava anche l’altro sopracciglio e Starfire si portava le mani sulle guance e spalancava la mascella con aria incredula. «Davvero?» volle sapere Cyborg, faticando a trattenere una risata che quasi fece in faccia al proprio migliore amico.
   Quest’ultimo, rosso in volto, batté una mano sul tavolo. «Ancora con questa storia?!» sbottò in direzione della maga. «Ti ho detto e ripetuto che ho solo sbagliato stanza!»
   «Racconta, racconta», lo esortò Cyborg, troppo divertito per potersi scandalizzare come Starfire.
   «Ero appena uscito dal bagno e ho imboccato la prima porta anziché la seconda!»
   «Dovresti smetterla di usare questa scusa», rinfacciò Raven con voce annoiata.
   «Perché, lo ha già fatto altre volte?»
   Ignorando la morbosa curiosità del loro compagno cibernetico, continuò: «In ogni caso, non giustifica il fatto che tu fossi senza mutande.»
   «Le avevo dimenticate in camera e stavo tornando a prenderle!» ribatté con energia Beast Boy, imbarazzato per quel colpo di sfortuna che gli era capitato appena qualche giorno prima.
   Cyborg allungò di nuovo il collo, questa volta verso la maga. «Almeno lo hai rivalutato un pochino?» s’interessò di sapere con fare pettegolo.
   Lei non si scompose. «Richiedimelo al prossimo giro», disse, finendo la propria fetta di pizza. «Ho già risposto alla domanda di Robin.»
   «Puoi scommetterci che lo farò», decise l’altro, sghignazzando divertito.
   «Non azzardarti a farlo!» protestò Beast Boy.
   «Perché? Hai paura che la sua risposta ammazzi la tua autostima?»
   «Non sei divertente!»
   Raven sorseggiò la propria bibita, stabilendo che sarebbe stata sorda a qualunque bassa insinuazione riguardo a quell’episodio. Allora Starfire si impose con allegra prepotenza. «Tocca a me!» esclamò, facendo svettare un braccio per aria. «Fatemi una domanda! Fatemi una domanda!»
   «Sì, andiamo avanti… è meglio», annuì Robin, temendo che altrimenti la situazione degenerasse. «Cyborg?»
   Questi finalmente si zittì, facendo sospirare di sollievo Beast Boy, e guardò Starfire, cercando di trovare una curiosità particolare da farle confidare al resto del gruppo. Non gli venne in mente nulla di troppo cattivo, per cui si limitò a chiedere: «Cosa faresti se non avessi più i tuoi poteri e fossi costretta a vivere come una qualunque ragazza terrestre?»
   «Oh, che bella domanda!» si entusiasmò la ragazza, intrecciando le dita delle mani davanti al viso. «Dunque, vediamo…» cominciò poi, facendosi pensierosa e afferrando distrattamente la senape per berla come se fosse stato un drink come un altro. «Se diventassi una ragazza terrestre, non potrei sparare raggi laser dagli occhi, vero?»
   «E nemmeno dalle mani», confermò Robin.
   «E dovresti anche dire addio alla levitazione», precisò Raven.
   «E ai tuoi nove stomaci», l’appoggiò Beast Boy.
   «E alla forza sovrumana», rincarò la dose Cyborg.
   A quel punto Starfire si portò le mani fra i capelli. «Chi riuscirebbe mai a vivere senza tutte queste cose?!» starnazzò, credendo di ammattire semmai le fosse accaduto davvero di perdere la propria identità tamariana.
   «Ehm… io?» fu l’ovvia, mortificata osservazione che fece subito Robin.
   Con un’esclamazione soffocata, l’aliena gli afferrò le dita fra le sue con trasporto. Forse troppo, poiché gliele strinse fino a fargli male. «Oh, Robin!» lo invocò con occhi languidi. «Non mi ero mai resa conto di quanto potesse essere difficile la tua vita!»
   Sconsolato, lui sospirò: «Rispondi alla domanda di Cyborg, per favore.»
   «Uh, giusto!» disse l’altra, ricordandosi di colpo del gioco. «Se fossi una comune ragazza terrestre… beh, credo che sarei di certo debole e indifesa…» suppose, non proprio contenta di quell’eventuale, nuova condizione.
   «Ci sarei comunque io a difenderti», la rassicurò Robin, tanto per farle notare che, nonostante non possedesse alcun superpotere, era comunque in grado di pensare a se stesso e anche a moltissimi altri. E prima ancora che Starfire potesse sciogliersi per quella manifestazione d’affetto, aggiunse: «Va’ avanti.»
   Lei annuì. «Di contro, sarebbe per me più facile socializzare», riprese allora, con aria lievemente accigliata. Se fosse stata una terrestre a tutti gli effetti, non avrebbe più fatto magre figure a causa della propria ignoranza sui costumi e sui modi di dire locali, giusto? «Forse non sarebbe tanto male. Potrebbe essere soltanto una questione di abitudine.»
   «A me non dispiacerebbe affatto tornare ciò che ero prima…» fu l’inaspettato pensiero che Cyborg espresse a mezza voce, osservandosi con sguardo assorto una delle mani meccaniche.
   «Io ero troppo piccolo per ricordare con precisione com’ero prima di diventare un mutaforma», ponderò invece Beast Boy, senza tuttavia perdere il solito sorriso allegro che gli aleggiava spesso sulle labbra. «Di una cosa, però, sono certo: farei stragi di cuori, perché ero biondo e avevo gli occhi chiari proprio come il più classico dei principi azzurri», si vantò, passandosi le dita fra gli ispidi capelli verdi.
    Raven seguì attentamente quel movimento e non poté fare a meno di borbottare: «Permettimi di dubitarne.» L’altro le lanciò un’occhiata offesa, ma non replicò.
   Anche perché Starfire tornò a parlare. «E tu, amica Raven? Come pensi che saresti, senza i tuoi poteri?»
   «Chiedimelo al prossimo giro di domande», ribatté lei, stroncando sul nascere ogni curiosità in proposito.
   «Al prossimo giro dovrai rispondere alla mia, di domanda!» le ricordò Cyborg, ritrovando lo spirito combattivo.
   «Allora vorrà dire che Starfire aspetterà quello successivo.»
   «Che testarda, che sei…» commentò Robin, sorridendo divertito. «Immagino che tocchi a me. Sono pronto.»
   Fu Beast Boy a interrogarlo. «Cosa faresti se fossi tu, ad avere i superpoteri?»
   L’altro incrociò le braccia al petto e si appoggiò contro le schienale della sedia. «Sinceramente? Non credo che mi piacerebbe averne.»
   Il verso scettico che emise Cyborg fu persino più eloquente di ciò che il giovane disse un attimo dopo. «Che bugiardo…»
   «Sono serio!» si risentì Robin. «In questo modo sono molto più motivato ad allenarmi e a migliorarmi giorno per giorno.»
   «E questo è davvero meritevole dell’ammirazione, Robin!» lo confortò Starfire, sempre pronta a schierarsi al suo fianco e a credere a tutti, indistintamente.
   «Potremmo andare avanti, per favore? Potrei vomitare per eccesso di zuccheri», intervenne Raven, sperando che tanto bastasse ad arginare quel fiume in piena che sapeva essere l’amica quando si trattava di tessere elogi al suo grande amore.
   «Allora sbrigati a farmi una domanda», le fece notare Beast Boy, curioso di sapere cosa mai lei avrebbe potuto chiedergli. La maga era un tipo schivo e, soprattutto, poco incline a farsi gli affari altrui – ragion per cui non amava che gli altri si impicciassero dei suoi. A lui, invece, piaceva un sacco mettere il naso in quelli di lei proprio per questa ragione: avrebbe voluto avere maggiori informazioni sul suo conto, decisamente più di quelle che Raven fosse disposta a fornirgli spontaneamente.
   Lei lo fissò a lungo, senza dire una parola. Lui fissò lei, in attesa che lei parlasse. Lei non parlò. Lui iniziò a perdere la pazienza. «Beh?!»
   Raven parlò. «Lo hai fatto apposta ad entrare in camera mia senza mutande?»
   Beast Boy avvampò. «Non vale fare domande del genere!»
   «Dobbiamo dedurne che la tua risposta sia ?» volle sapere Cyborg, faticando a trattenere il divertimento. Diamine, quei due lo facevano morire dal ridere…
   «Non mettermi in bocca parole che non ho mai detto!» protestò a viva voce il mutaforma.
   «B.B., sei veramente sfacciato!» stava dicendo intanto Starfire, portandosi una mano davanti alla bocca con aria vergognosa.
   «Incosciente, più che altro…» commentò invece Robin, non sapendo bene come reagire.
   «Concordo», lo appoggiò Cyborg, tornando vagamente serio. «Io ci penserei due volte prima di provocare in questo modo la furia della figlia di un demone: potrebbe polverizzarti con la sola forza del pensiero.»
   «Esagerato», mormorò Raven, dando uno sguardo panoramico alla pizza rimasta nei cartoni.
   Nessuno però la udì, e Beast Boy proseguì con la propria accalorata difesa. «Credi che non lo sappia?! È solo che in quel momento, mentre attraversavo il corridoio, stavo pensando, sperando e pregando con tutte le mie forze che Raven non uscisse dalla sua camera… Ero talmente preso da questa cosa, che alla fine mi ci sono infilato io senza neanche rendermene conto!»
   Calò un lungo momento di silenzio. Infine, mentre prendeva fra le dita una seconda fetta di pizza, la maga commentò: «Che imbecille.» Il ragazzo grugnò. «Comunque sia, ti chiedo il favore di non pensare a me, la prossima volta che sei nudo.»
   «Sarà difficile, per lui, perdere certe abitudini», lo prese in giro Cyborg, per nulla preoccupato di eventuali ritorsioni da parte dell’amico.
   Starfire arrossì vistosamente, Robin sospirò con sopportazione. «Cyborg, per favore…»
   «Possiamo andare oltre?!» berciò allora il mutaforma, temendo di non riuscire più a reggere l’imbarazzo.
   «Oh, sì!» saltò su l’aliena, cercando di scacciare via ogni pensiero che potesse turbarla. «È arrivato il mio turno di fare una domanda all’amico Cyborg!»
   «Fa’ pure senza problemi», disse lui, stravaccandosi sulla sedia con aria rilassata. «Dubito fortemente che possa venir fuori qualcosa di più imbarazzante di quello che abbiamo chiesto al piccolo B.B.», infierì ancora, passandogli una mano fra i capelli come se stesse accarezzando un cane. Beast Boy grugnò una seconda volta, ripromettendosi di morderlo nel caso lo scherzo fosse andato avanti ancora a lungo.
   «Bene, allora», riprese a parlare Starfire, portandosi un dito davanti alla bocca con aria meditabonda. «C’è una cosa che mi sono sempre chiesta sul tuo conto…»
   «Spara», l’esortò Cyborg, strizzando l’occhio sano con fare amichevole.
   Beast Boy, dunque, ebbe la sua vendetta per mezzo dell’innocente, quanto originale, principessa di Tamaran. «Quando vai in bagno, fai pipì o olio per motori?»
   Il mutaforma sputò ciò che stava bevendo e quasi si strozzò per le troppe risate; Raven iniziò a dargli distrattamente qualche pacca dietro alla schiena per aiutarlo a respirare, fissando l’amica con espressione attonita. Accanto a lei, Robin si morse il labbro inferiore, cercando di mantenere un certo contegno. «Star…» annaspò, sperando di non ridere come stava facendo Beast Boy.
   Osservando quelle reazioni, l’aliena quasi s’intimidì. «Cosa?» balbettò, temendo di aver fatto o detto qualcosa di sbagliato. «Ho infranto qualche regola del gioco?»
   Quanto a Cyborg, invece, bisognava dargli atto di essere capace di mantenere una certa presenza di spirito. Si rivolse perciò a Robin e sentenziò: «La tua ragazza ha dei seri problemi, lo sai?»
   «Perché?» chiese Starfire, mortificata. «Che ho detto di male?»
   Finalmente Beast Boy rifiatò rumorosamente. «Niente, sta’ tranquilla», la rassicurò, rischiando però di tornare a ridere un attimo dopo. «Aspettiamo tutti la risposta di Cyborg, ora.»
   «Posso esimere le mie povere orecchie da questa tortura?» s’interessò di sapere Raven.
   «Anch’io farei volentieri a meno di sentire la risposta», ammise Robin, portandosi una mano davanti alla bocca e simulando un colpo di tosse per evitare di lasciarsi andare a quella risata che stava trattenendo da troppo tempo.
   «Tanto non ho alcuna intenzione di…»
   La protesta di Cyborg fu interrotta bruscamente dal mutaforma. «Il regolamento è uguale per tutti, amico», gli ricordò con fermezza, lieto di avere infine l’occasione di vendicarsi.
   «Ma c’è un limite a tutto!»
   «Poche storie e rispondi!»
   Cyborg serrò le mascelle, rendendosi improvvisamente conto di quanto fosse assai poco divertente trovarsi nei panni della vittima. «Sapete?» disse poi con una smorfia. «Questo gioco non mi piace più.»












Non sono morta, sono solo impegnatissima, come già precisato nel mio profilo.
Or dunque, come ho partorito quest'idiozia? L'ennesima, aggiungerei. Fonte di ispirazione è stato un fotogramma del nuovo film in uscita, Justice League vs Teen Titans, dove (nonsocomenonsoperché) Raven si ritrova Beast Boy nudo sotto al naso. Ma sono cose che fanno bene al cuore, sebbene, stando alle prima indiscrezioni trovate in giro, il film sembri concentrarsi più sul rapporto fra il nuovo Robin (alias Damian Wayne) e la nostra cara maga (si spera non in quel senso, anche perché il pargolo di Bruce dovrebbe essere di diversi anni più giovane) piuttosto che su quello fra lei e il nostro fascinoso rubacuori verde (cit.). Tra l'altro, sembra che Robin/Dick (qui diventato Nightwing) e Cyborg siano passati nell'altra squadra di supereroi (la Justice League), lasciando quindi i Titans a questo nuovo Robin, Starfire, Raven, Beast Boy e Blue Beetle (altra new entry rispetto al team preso in esame nelle serie animate).
Tornando alla shot, l'altro spunto mi è stato dato da un episodio di Teen Titans Go!, quello incentrato appunto sul pigiama party e su ciò che Starfire chiama Schiettezza o Grande Impresa Intrepida. Adoro il suo modo di parlare in questa serie, tanto che l'ho fatto mio anche in questa shot (sia pure solo in parte). Perdonatemi, non ho saputo resistere. ♥
Concludo ringraziandovi di cuore per tutto il supporto, le recensioni e il seguito che continua ad avere questa raccolta nonostante sia stata lasciata un po' a se stessa nell'ultimo periodo. Siete stupendi. :*
Buona serata!
Shainareth

P.S. Per i curiosoni, il fotogramma di cui parlavo più su lo trovate qui: http://bbraefan1530.tumblr.com/post/138049671269/belladavina-so-raven-saw-beast-boy-naked





  
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