Capitolo 1 – From New York with love
Se
ne sta seduto al bancone della cucina, avvolto dalla
penombra del loft. Sorseggia un whisky, meditabondo, la mente persa in
un
turbine di pensieri. E’ rientrato da poco e si è
limitato a salutare Lucy,
informandola educatamente di non aver voglia di chiacchierare. Cosa
che, di per
sé, la dice già lunga: Lucy è stata la
sua confidente più fidata delle ultime
settimane e si è sorbita interminabili elucubrazioni sui
veri motivi che hanno
spinto la terza signora Castle ad andarsene e infinite strategie su
come
riconquistarla. Per fortuna dello scrittore, Lucy è
programmata per rispettare
le sue richieste. Se ci fossero state Martha o Alexis, probabilmente
non si
sarebbe potuto crogiolare in quel silenzio stasera. Anzi, le due readheads lo avrebbero sommerso di
domande o di attenzioni, spinte dal grande amore che provano per lui e
dal
desiderio di vederlo finalmente stare bene, pronte a fornirgli il loro
incondizionato supporto o almeno a passargli i fazzoletti di carta.
Fra
pochi giorni sarà il loro primo anniversario di
matrimonio, quello che ogni coppia festeggia sempre con grande
entusiasmo (e
tanto, tanto ottimo sesso, quello spumeggiante e con quel senso di
sicurezza
che regala sempre una marcia in più) e invece eccoli qui che
vivono in appartamenti
diversi.
Si
sono presi una pausa.
O
meglio, lei
gli ha chiesto una pausa e lui non ha potuto fare altro che
concedergliela.
Perché Richard Castle è così: un uomo
buono, rispettoso e dal cuore grande. Un
cuore che stravede per Katherine Houghton Beckett.
Forse
è proprio questo il suo errore, come gli ha fatto
notare Ethan Slaughter senza troppi giri di parole. Deve smettere di
chiedere
il permesso e deve riappropriarsi di sua moglie e della loro vita
insieme. Deve
fare l’uomo, insomma.
Un
momento, sta prendendo seriamente in considerazione
l’idea di dar ragione al detective Slaughter? Davvero?
L’uomo
che ha messo in pericolo la sua vita più di una
volta quando si sono incontrati anni fa, tanto che ha dovuto assumere
ansiolitici per un mese?
L’uomo
che lo ha coinvolto in una rissa anche nelle
ultime ore?
Dio,
è messo proprio male.
Considerare
Ethan Slaughter come un mentore, come un
modello da imitare. No, non se ne parla nemmeno. Posa il bicchiere sul
piano
d’appoggio e si passa le mani sul viso, quasi a voler
scacciare fisicamente
quel pensiero che si fa strada nella sua mente. Ma compie
quell’azione con
troppa enfasi e il naso ancora dolorante per le botte prese gli manda
un
segnale chiaro e forte. Non è proprio cosa.
Eppure…
Slaughter
è anche l’uomo che gli ha suscitato una grassa
risata. Anzi, per meglio dire che gli
avrebbe provocato una grassa risata, la prima da quando lui e
Beckett si
sono presi il time out, se solo non
avesse
prevalso il terrore per come avrebbe reagito a quello scoppio di risa.
Gli ci è
voluta tutta la sua forza d’animo per trattenersi dallo
sghignazzare sapendo
che il suo interlocutore al college aveva studiato musical
theatre e che era stato sposato con una diva della lirica.
Lui.
Quello
stesso uomo che capisce solo violenza, minacce e
sopraffazione. Insomma, dai, tutta la faccenda è esilarante.
Però… beh, il suo
amico Slaughter ha anche dimostrato di saperci fare in cucina. E per
cucinare
bene ci vuole una certa delicatezza. Oddio, l’immagine di
quell’armadio con il
grembiulino che prepara manicaretti deliziosi resta inquietante, eppure
lo ha
visto lui stesso all’opera e ha assaggiato di persona la
squisitezza dei suoi
piatti. Quindi qualcosa di buono ci deve essere in lui. Se non altro,
è stato
una fonte di distrazione, che lo ha distolto dalla malinconia nella
quale era
sprofondato ancora una volta quella mattina. Allora può
permettersi di dare una
chance anche ai suoi consigli, anche se lo prende in giro appellandolo
Sherlock.
Del resto, qui tutti si sentono in dovere di raccomandargli come agire
con
Kate, a partire da Martha che a breve pubblicherà
“Unsolicited Advice by Martha
Rodgers”, un libro che raccoglie una serie di suggerimenti
non richiesti, arte
nella quale è davvero una maestra. E Rick è una
fonte più che autorevole per
affermarlo: ne beneficia da un’intera esistenza, e a dosi
massicce.
Insomma,
Slaughter non è certo la quintessenza della
sensibilità ma anche lui si è accorto che Kate
è innamorata persa dello
scrittore. Intendiamoci, è giunto a questa conclusione per
spiegare più che
altro a sé stesso e al suo orgoglio virile il motivo per cui
quella donna tanto
sexy non si sia concessa a lui direttamente su una scrivania del
Dodicesimo e
senza nemmeno chiudere la porta dell’ufficio. Ma ragionamenti
contorti a parte,
a modo suo gli ha detto la stessa cosa dell’esperta
profumiera, quella povera
donna affetta da iperosmia. Con la sola differenza che quella di Mia
era una
deduzione scientifica. Il suo naso le aveva detto che i feromoni del
capitano
Beckett erano impazziti appena aveva visto il marito. Insomma, era
ancora
profondamente stregata da Rick. E delle sue capacità
olfattive non si può certo
dubitare.
In
fondo anche lui percepisce l’amore che Kate prova nei
suoi confronti, anche se la sua decisione di allontanarlo da
sé gli ha triturato
il cuore, sminuzzandolo in mille pezzi. Per l’ennesima volta.
Comprende il suo
senso di giustizia, il dolore che ha provato quando ha scoperto che
persone che
lei conosceva e stimava hanno perso la vita per colpa sua, diretta o
indiretta
che fosse. Ma non riesce ad accettare il fatto che la sua Kate sia
tornata la
vecchia Beckett, quella che affrontava le proprie battaglie da sola,
come un
condottiero solitario in cima alla montagna, pronta a scontrarsi con un
intero
esercito e a immolare la propria esistenza per la causa.
Non
può più essere così. E al diavolo il
rischio che il
suo coinvolgimento potrebbe causare. Si sono sposati.
Dov’è finita la loro
promessa nuziale di essere partners in
crime and in life?
OK,
è deciso. Ha ragione Slaughter. E’ arrivato il
momento di riprendersi sua moglie. Ora basta pensare a un piano per
raggiungere
questo scopo. Dunque, Kate è fuori città in
questi giorni… potrebbe aspettarla
davanti al suo appartamento e farle una bella sorpresa. Parafrasando il
titolo
di un film di James Bond, è un modo per salutarla da New
York con amore.
Oh
sì, lui adora le sorprese.
Sono
sempre state il suo forte, se lo dice anche da solo.
E si darebbe persino una pacca sulla spalla a sottolineare
l’evidenza, se non
fosse che grazie alla zuffa di poche ore fa ha le braccia doloranti e
ogni movimento
gli provoca delle fastidiose fitte. A dir la verità, anche
Kate è brava con le
sorprese: guarda che super festa di compleanno gli ha organizzato
qualche anno
fa con tanto di delitto inscenato, quando lo scrittore era costretto a
casa con
una gamba rotta a morire di noia. Era stata epica! Ma non divaghiamo.
Dunque,
sì, il piano per riconquistare il capitano Beckett prevede
di recarsi a casa
sua. Ma… ops, manca un piccolo dettaglio. Castle non
è mai stato nel nuovo
appartamento di Beckett. Conosce l’indirizzo ma non si
è mai presentato lì.
Non
che sia stata sua moglie a comunicargli la sua nuova
residenza, intendiamoci.
Diciamo
che è un’informazione di cui è venuto a
conoscenza. Del resto fa l’investigatore privato, scoprire
dettagli è il suo
lavoro, no? Ok, non ci giriamo tanto intorno e confessiamolo pure. Ha
origliato
mentre Kate ne parlava con Lanie. Ma non è colpa sua se lui
passava da lì
proprio in quel momento. E’ stato un segno
dell’universo e chi è lui per
mettersi contro il Fato?
Quindi,
potrebbe appostarsi davanti all’edificio e
attendere il suo rientro. O forse Kate è già a
New York? Non ha idea di quali
fossero i suoi programmi per il viaggio. Non sa nemmeno qual
è il vero motivo
per cui è partita. Gli pare di aver capito che è
a un incontro
sull’antiterrorismo, ma deve ammettere che ultimamente non si
fida del tutto di
quello che gli dice sua moglie. Ed è una sensazione
terribile. Questi dubbi non
dovrebbero esistere in una coppia. Ma è più forte
di lui. Sicuramente ha degli
ottimi motivi per non raccontargli tutto: forse lo fa per proteggerlo o
perché
magari si tratta di informazioni confidenziali, ma non ne
può più di segreti e
bugie. Anche se… lui stesso ha un bel bagaglio in quel
senso. Quel buco di mesi
che si ritrova nella memoria non depone a suo favore, con
l’aggravante di
essere scomparso proprio il giorno del suo matrimonio, abbandonandola
letteralmente sull’altare.
Vabbè,
torniamo al piano. Potrebbe sempre fare un giro in
quella zona e ritrovarsi per caso a
quell’indirizzo e, sempre per caso,
potrebbe presentarsi alla sua porta e invitarla a prendere un
caffè, così,
senza un vero motivo, senza un secondo fine. Sempre che non ci sia un
portiere
nello stabile in cui si è trasferita. Magari un omone grosso
come un armadio, pronto
a prenderlo a calci là dove non batte il sole. Se non a
fargli di peggio.
Però
non è il momento di essere pavidi. Correrà il
rischio di farsi menare dal mobile a sei ante, se serve per riprendersi
sua
moglie.
Mette
il bicchiere nel lavello della cucina, vola a farsi
una doccia rinfrescante, cercando di non pensare a quante shower routines hanno visto quelle pareti
di vetro, per non parlare
delle effusioni più o meno erotiche che si sono scambiati
sotto il getto
dell’acqua. Evocare quelle immagini provoca
un’immediata reazione nel suo
fisico, tanto che è costretto a distogliere il pensiero. Non
vuole correre il
rischio di arrivare al punto di non ritorno, adesso non ha tempo per
quello. Meglio
pensare a Slaughter e ai pericoli che gli ha fatto correre anche questa
volta.
Ecco infatti che la paura ha un effetto immediato e tutto torna ad
essere sotto
controllo.
Si
asciuga rapidamente e indossa un paio di pantaloni
scuri e la camicia azzurra, quella che mette in risalto i suoi occhi e
che
Beckett adora. Aggiunge un po’ di quel dopobarba che sua
moglie gli ha detto di
amare particolarmente. Insomma, non lascia niente di intentato. In
guerra e in
amore tutto è permesso. E lui sta per affrontare una
battaglia non da poco,
quindi occorre schierare l’artiglieria al gran completo. Ma
il premio che spera
di ottenere vale ogni strategia: sua moglie.
Rinfrancato
dai suoi propositi belligeranti, afferra le
chiavi della Ferrari, si avvia verso la porta del loft, gira il pomello
e… di
fronte si trova l’ultima persona che si aspettava di
incontrare.
Nota
dell’autrice
Mancavo
da questi schermi da un po’ e, come ho già
confessato in altre occasioni, l’attuale
stagione di Castle non mi convince. Confidavo che l’ultimo
episodio prima della
pausa invernale mi avrebbe fatto cambiare idea ma rimango perplessa. E
allora
ho lasciato che la fantasia mi aiutasse a riscrivere la storia
e… eccola qui.
Grazie
come sempre al mio angelo custode che – nonostante i suoi
mille impegni
lavorativi e familiari – si legge i capitoli in anteprima e
mi supporta nelle
mie elucubrazioni.
E
grazie a chi di voi mi ha regalato il proprio tempo ed è
arrivato fino qui.
Al
prossimo capitolo,
Deb