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Autore: forgottentear    29/01/2016    3 recensioni
Dean Winchester sta passando il periodo più brutto della sua vita. Il suo amico fin dai primi vagiti,Castiel, lo porta a fare un viaggio per aiutarlo a stare meglio. Città dopo città, i due amici si innamoreranno perdutamente.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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Per tutta la notte Castiel si era svegliato a tratti e ogni volta era incredulo di sentire che aveva un corpo praticamente attorcigliato attorno a lui, e non il corpo di una bellissima donna, ma del suo migliore amico. "dobbiamo parlarne, dobbiamo parlarne"pensava con la mente annebbiata dal sonno, ma ogni volta si riaddormentava posticipando i se e i perché e godendosi quel corpo che si stringeva a lui come se da lui dipendesse la sua tranquillità. Quando fu l'ora di alzarsi,Dean era già vestito e stava preparando lo zaino per la giornata. "sorgi e splendi cassy!" Gli sorrise "dormito bene??". Castiel si mise seduto sul letto stropicciandosi gli occhi. "si dean..mi hai scaldato tutta la notte..."e fece un sospiro: Forse l argomento stava x essere affrontato. Invece Dean senza guardarlo disse" perché...ti é seccato?" E senza dargli il tempo di rispondere, afferrò la maniglia della porta "io vado a fare colazione sto morendo di fame, ci vediamo di sotto", lasciando Castiel ancora mezzo addormentato coi capelli sparati in aria, stretto al lenzuolo, con le sopracciglia aggrottate. Nel loro ultimo giorno a Berlino, avevano deciso di andare verso Est. Castiel si chiedeva come fosse stato possibile dividere una città in due, separando parenti , amici e costruendo due realtà completamente a se stanti. "ma come hanno fatto con le metropolitane?voglio dire, sotto terra non c era il muro..."chiese Dean, e Castiel rispose che aveva letto che ,oltre ovviamente a esserci due reti diverse di linee metropolitane, gli abitanti di Berlino Ovest continuarono ad utilizzare le stazioni per i loro spostamenti quotidiani; ma i treni occidentali non facevano fermate nella maggior parte delle stazioni comprese nel territorio di Berlino Est. Queste stazioni furono chiamate "Geisterbahnhofe" ( «stazioni fantasma») dagli abitanti di Berlino Ovest, che potevano vedere queste stazioni solo attraverso i finestrini del metrò. "che storia" fece Dean fra se e se mentre scendevano alla fermata di Alexanderplatz. Erano entrambi molto curiosi di vedere questa famosa piazza, e non furono delusi: Ci si ritrovarono improvvisamente in mezzo, era enorme,pur piena di gente e attraversata dai tram e con grandi palazzi a circondarla, pareva quasi..desolata. Castiel capì perché cosi tante canzoni e opere letterarie si erano ispirate a questa piazza:si respirava un aria maestosa e triste allo stesso tempo, sembrava di essere tornati indietro nel tempo, tanto che si aspettava di veder apparire qualche poliziotto della Stasi." Alexanderplatz...Auf wiedersehen..c era la neve..faccio quattro passi a piedi fino alla frontiera....vengo con te..." Canticchiava Dean citando Battiato. Curiosi di immergersi ulteriormente Nell atmosfera di quei dolorosi, enigmatici e tuttavia curiosi anni, presero la metropolitana verso l'est piu estremo della città. Ostbahnhof, Warschauerstrasse, Lichtenberg, Friedrichsfelde...piu proseguivano e più il paesaggio diventava desolato, fabbriche a terreni abbandonati e passarono le stazioni da Marzahn al capolina di Ahrensfelde col naso incollato al finestrino e gli occhi spalancati nel vedere le file sterminate dei blocchi di casermoni in stile sovietico, tutte esattamente uguali,simili a tanti alveari, chilometri e chilometri di cemento. Le stazioni della metropolitana erano deserte, silenziose nonostante poco piu in la vivessero migliaia di persone, solo qualche cartaccia si muoveva alzata dal vento sui binari abbandonati fra i terreni incolti. "incredibile eh?" Fece Dean. Sembrava un w assurdo che lo dicessero loro, abituati a vivere alle porte di una enorme metropoli, ma l 'aria di decadenza di quegli immensi l quartieri fatti di nulla,mista a nostalgia di un passato odiato ma anche scavato profondamente in ogni angolo,era qualcosa di assolutamente affascinante. I due ragazzi erano stanchi, dopo tanti giorni sempre in cammino. Felicissimi di tutto ciò che stavano vedendo, ma entrambi desideravano qualche ora di riposo prima di rimettersi nuovamente in viaggio. Decisero quindi, anche se era solo metà pomeriggio, di restare in camera a riposare. Castiel non faceva che riflettere se doveva affrontare "quel"discorso con Dean, se sarebbe successo qualcosa quel pomeriggio, non capiva se sperarlo o se essere spaventato. La risposta gliela diede Dean poco dopo. Stavano bevendo una birra fresca sul letto dopo essersi fatti una doccia, entrambi ancora a torso nudo poiché nella stanza il riscaldamento era al massimo. La tv era accesa,e Dean con quella che Castiel classificò come finta nonchalance, gli disse "sai che so fare massaggi divini??". Castiel senti il cuore schizzargli in gola ma finse di restare impassibile e ridacchiando disse "si..non ti ricordi quando mi facevi i massaggi dopo le partite di calcio?". Era vero, tempo prima spesso la sera andavano a giocare a calcio insieme e al ritorno,se Cas aveva un doloretto, Dean gli faceva un massaggio veloce. Cosi, fra amici. Ma ora non era piu proprio cosi...erano cambiate delle cose, Castiel non riusciva piu a capire cosa fosse il loro rapporto. Ma decise di facilitare le cose a Dean, e si girò di schiena facendogli un cenno con la mano. "avanti,sono tutto tuo". Dean,dal canto suo, nemmeno lui capiva cosa stava succedendo. Sapeva solo che aveva sempre più voglia di abbracciare Castiel,di toccare quel corpo perfetto, di accarezzarlo, di mostrargli il bene infinito che gli voleva. Forse tornati a casa questo li avrebbe spaventati e allontanati. Ma adesso voleva godersi fino in fondo queste bellissime e nuove sensazioni, e passò la serata a toccare, accarezzare e massaggiare il corpo di Castiel finché vide si era assopito, e anche allora non smise, ma passò una mano fra i suoi capelli e seguì con un dito le linee del suo viso fino ad appoggiare la mano a coppa sulla sua guancia sussurrando fra se e se "Dio quanto sei bello amico mio"
   
 
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