Serie TV > NCIS
Segui la storia  |       
Autore: Gaia_dc    29/01/2016    5 recensioni
~Tratto dal 1º capitolo~ "Sentì die rumori provenire dalla cucina, si alzò e senza pensarci estrasse la pistola da sotto il cuscino. Ma non fece in tempo a raggiungere la stanza che vide un uomo uscire dalla porta di casa, e lei non poteva sparare, o avrebbe svegliato la sua bambina"
Sono passati quasi due anni da quell'addio che ancora rappresenta un punto interrogativo per Tony. Perché gli ha chiesto di venire per poi nascondersi? Purtroppo non riceverà mai una risposta perché lei non tornerà mai più a DC. Ma tutto cambierà quando una bambina verrà rapita nella notte, e Ziva potrà chiedere aiuto solo all'NCIS.
Una nuova storia in cui ho immaginato un altro aspetto del carattere di Ziva più materno, nei confronti di una figlia avuta durante una relazione di cui si pentiva... O almeno così credeva.
Spero di aver suscitato la vostra curiosità... Che aspettate allora? Correte a leggere!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano trascorsi pochi giorni da quella notizia che aveva sconvolto le vite di tutti, e all’NCIS si respirava un clima di ansia e paura per quale sarebbe stato l’esodo di quel calvario.
 
Ziva aveva confermato le sue dimissioni, e Tony si era preso un periodo di ferie per poter rimanere accanto alla sua bambina.
Tutte le sere, poi, la stessa storia. Ariel si svegliava e iniziava a tossire. I genitori la aiutavano prontamente con tisane, antibiotici e calmanti per la tosse, e quando finalmente riusciva a prendere sonno, Ziva iniziava a sentirsi male, le lasciava un bacio leggero e delicato sulla fronte, e usciva di casa. Tony, preso più volte dall’istinto di seguirla e tranquillizzarla, ed affrontare il problema come una famiglia, provava a seguirla, ma quando usciva e non la trovava, capiva che probabilmente non sarebbero mai riusciti ad avere un famiglia… Al pensiero di quella parola il panico lo assaliva, perché presto avrebbe formato una sua famiglia con una persona che probabilmente non amava… Allora affogava i suoi timori nell’alcool e alla fine si addormentava sul divano.
Quando Ziva tornava a casa, stanca e sudata, con tutti i muscoli indolenziti, lasciava le sue cose davanti alla porta e si richiudeva in bagno. Sotto lo scorrere dell’acqua ghiacciata, le sue lacrime si confondevano con le gocce che le lavavano il viso, e la sua mente vagava lontano.
 
Quella sera, però, qualcosa andò diversamente.
Tony entrando in camera aveva trovato Ziva ed Ariel abbracciate nel lettone che sembrava dormissero beatamente, e quando anche quella sera, la bambina si svegliò sgranando gli occhi per i violenti colpi di tosse, Tony si accorse che Ziva, senza alzare la testa, strizzò gli occhi e strinse la piccola a sé, che dopo pochi secondi si calmò. A quel punto la ragazza alzò lo sguardo per calmare Ariel, ed il ragazzo poté scorgere la paura nei suoi occhi che scendeva lungo tutto il suo viso sotto forma di lacrime.
 
Poco dopo si alzò dal letto, e con un movimento quasi impercettibile si asciugò gli occhi. Tony rimase a guardarla con la schiena appoggiata alla porta, mentre dava un bacio sulla fronte ad Ariel. Alla fine aprì la porta di casa, ed uscì. Questa volta, però, Tony doveva sapere, doveva capire cosa stesse succedendo, e prima che fosse troppo tardi, uscì anche lui. Le afferrò il polso e la avvicinò a sé.
Si guardarono negli occhi, come se stessero discutendo animatamente con parole che solo loro potevano sentire, poi lui ruppe il silenzio.
“Non possiamo affrontare tutto questo da soli…”
“Ho trascorso due anni sola con una figlia. E domani è il suo compleanno!” lo guardò fisso negli occhi. Poi tentò di divincolarsi, ma senza risultati, e Tony riuscì ad attrarla a sé, e a cingerle la vita con le sue braccia.
Erano ad una vicinanza pericolosa, e nessuno sapeva quanto avrebbero retto, prima di abbattere quei pochi centimetri che li separavano.
“Lasciami andare, ti prego. Non potrei sopportare di…” Le sue parole, però furono fermate da quello che lei temeva. Tony l’aveva stretta ancora di più a sé, e alla fine, senza riuscire a resistere, aveva appoggiato le sue morbidi labbra su quelle di Ziva, baciandola con passione e desiderio.
Ziva, colta impreparata da quella reazione, si ritrasse immediatamente.
“Cosa credi di risolvere così?” gli urlò contro, mentre già pregustava l’amaro sapore delle lacrime che di lì a poco sarebbero scese dal suo viso.
Scappò via, lasciando Tony immobile, pietrificato dalla sua reazione, e da tutto quello che stava accadendo.
 
Amava Tony, e questa era l’unica cosa certa sulla quale Ziva si potesse aggrappare per non cadere. Ma come poteva lasciarsi andare a quel sentimento, se così avrebbe rovinato il suo matrimonio? Se lo amava così tanto, non poteva permetterselo.
Quel bacio era tutto quello che desiderava, ma aveva preferito allontanarsi da lui per il suo bene. Scappò via, e si rifugiò dietro un muro lontano.  Si appoggiò con la schiena e iniziò a prendere aria. Il suo petto si muoveva incessantemente, riempiendo e vuotando la cassa toracica incessantemente. Chiuse gli occhi, e prima che una lacrime potesse rigarle il viso, iniziò a correre con tutte le forze che aveva in corpo, prima di trovarsi ancora per una notte davanti a quell’edificio in cui si respirava il sapore della magia, dei desideri che si avverano, si ascoltava la dolce musica della serenità… Il luogo in cui lei si sentiva a casa.
 
Tony ancora sconvolto, si lasciò cadere all’indietro sul gradino di casa. La testa fra le mani, gli occhi lucidi, la mente che pensava solo a lei, e nelle orecchie la sua voce Cosa credi di risolvere così?
Niente, ma sentiva che aveva bisogno di lei, solo lei, che da quando l’aveva lasciata a Tel-Aviv, l’aveva persa, lo sentiva, e che se anche fosse tornata da lui, la percepiva lontana dal suo cuore. Come era possibile che due anime così tormentate potessero trovare la pace l’una nell’altra? Non sapeva neanche questo, perché riusciva a pensare solo a lei, nient’altro. Ogni volta che era con lei, tutto spariva, si isolava dal mondo, e niente aveva più senso. Se questo è l’amore vero, l’amore puro, che ti allontana dal resto del mondo, solo per un determinato scopo, un punto fisso in un universo instabile, allora il suo unico vero amore era Ziva David.
 
Un lampo illumino quella notte tanto cupa, e rischiarò il cielo per una frazione di secondo, un tempo minimo ma che bastò a Tony per sentirsi morire dentro. Come aveva potuto baciarla se in due giorni si sarebbe sposato con Zoe? Lui l’amava, e proprio per questo non poteva metterla in mezzo, farle passare un altro inferno che non meritava.
Subito seguì un tuono che rimbombò in tutto il vicinato. Dov’era adesso Ziva? Magari stava correndo sotto la pioggia, quel fenomeno che da piccola non aveva mai visto. Ricordò quando per la prima volta la vide osservare le gocce d’acqua che cadevano dal cielo. Probabilmente le era capitato poche altre volte, ed ogni volta rappresentava una… Magia. Un giorno le avrebbe mostrato la neve, per la prima volta, e lui sarebbe stato con lei a stringerle la mano, e a riscaldarla da quel freddo glaciale. Ma ora, era da sola, munita solo di un borsone, ed un cuore confuso, che vagava per le strade di Washington, senza meta, sotto la pioggia scrosciante.
Vide cadere le prime gocce d’acqua e bagnarli le scarpe. La strada si riempii di ticchettii di ogni singola goccia che cadendo lasciava la sua impronta.
 
D’un tratto sentì un rumore diverso da quello che stava invadendo la sua mente. Un rumore diverso dalla quiete di quella tempesta. Un passo nervoso, veloce, sicuro. La testa ancora fra le mani, e le lacrime che scivolando per terra, si confondevano con la pioggia. Vide delle scarpe fermarsi davanti a  lui, e saltò in piedi.
“Ziva!”
Poi però, vide l’ultima cosa che avrebbe voluto gli capitasse.
“Zoe… Scusami, è che…”
Ma questa non gli diede il tempo di finire la frase, che gli rifilò un sonoro schiaffo.
Sulle prime Tony rimase basito da quel gesto, poi capì. Doveva aver visto l’intera scena, e ora anche il suo matrimonio si stava sgretolando.
“Ti stai comportando come un bambino! Il vecchio Anthony DiNozzo che conoscevo, non esiste più! L’uomo di cui mi sono innamorata, era solo il riflesso di un amore che aveva perso…”
Tony riusciva a vedere la rabbia nei suoi occhi. E nella voce, solo odio. Sapeva di averla ferita, ed ora si riteneva responsabile.
“Ascolta Zoe… Lo so che non ti chiamo mai, che probabilmente tu vuoi finirla qui, ma… Probabilmente non sarò mai un buon marito, ma io voglio ancora sposarti… Perché io… Io…”
Non sapeva da dove gli fossero uscite le parole, ma non riusciva più a completare la frase…
“Tony… Io ti amo… Ma non ha più alcun senso continuare così! Lo vedo nei tuoi occhi, che per te ero solo una specie di valvola di sfogo, perché ti mancava qualcosa.. O qualcuno!”
Il tono di voce era cambiato, diventando più malinconico e nostalgico.
“No, non è così! Ti sbagli!”
“E allora dimmelo che mi ami!” gli urlò, quasi con le lacrime agli occhi.
Ma Tony, rimase paralizzato.
“Smettila di fare il bambino, e comportarti così!”
“Zoe io ti…”
“Ti ho detto di smetterla! Fai l’uomo!”
“E che dovrei fare?” le chiese più dolcemente, capendo che Zoe desiderava un suo bacio.
“Fai l’uomo, e corri da lei! Non lasciartela scappare!”
Quella frase lo immobilizzò. La guardò negli occhi con uno sguardo intenso, e finalmente capì che Zoe era stata per lui una grande amica. Lo aveva aiutato quando la persona che amava non c’era, ma nonostante tutto, quello che provava per Ziva, era tutta un’altra cosa.
La voglia di baciarla, e saltarle addosso ogni volta che la vedeva, anche da lontano, la strana sensazione che sentiva nello stomaco quando udiva la sua voce, solo lei riusciva a stordirlo in quel modo.
Fissò Zoe pera altri pochi secondi, forse in segno di ringraziamento, prima di girarsi, e iniziare a correre senza sapere dove andare. Conoscendo solo l’istinto di Ziva.
 
La cercò ovunque, in tutte le sinagoghe, all’NCIS, al bar dove l’aveva invitato circa 10 anni prima ma lui non si era presentato… Ovunque. Ma di lei nessuna traccia. D’un tratto il sangue gli si gelò nelle vene. Probabilmente aveva preso un volo per Tel-Aviv, ed era andata via per sempre.
Decise di tornare a casa, ad affogare la sua paura nell’alcool, e sperare di dimenticare. Il punto era cosa dimenticare? 10 anni della sua vita? Dimenticare l’amore della sua vita? Dimenticare che aveva appena distrutto un matrimonio? Impossibile.
Quando però mise piede in casa, qualcosa lo fece ravvivare. Sentiva un odore diverso da quello che era fuori. Odore di casa, di piccolo, di tenero… Odore di Ariel.
Andò in camera, e la vide ancora sveglia, che provava a prendere sonno tra un colpo di tosse e l’altro.
Quando si avvicinò, la vide bianca come mai, e la punta del naso bordò. Le labbra viola si mossero lentamente, e dalla gola usci una flebile voce.
“Ciao papà…”
Tony le mise una mano sulla fronte. Poi le diede un bacio.
“Dov’è la mamma?”
Quella domanda fu per lui una risposta. Ziva era ancora a Washington. Non avrebbe mai abbandonato sua figlia, men che meno in quelle condizioni.
“Tornerà tra poco” le sussurrò. Poi, vedendola in difficoltà a parlare, aggiunse “Vuoi che ti racconti una storia?”
Ariel fece cenno di si con la testa.
“Allora c’era una volta una principessa, di nome… Ariel. Ed era una sirenetta, lo sai?”
“Papà ma io voglio quella che ci raccontavamo io e la mamma!”
“E che storia è?” chiese curioso, vedendo che la figlia stava già prendendo un colorito diverso.
“Cera una principessa che si chiamava Ziva. L’ho scelto io questo nome!”
“Beh… Direi che è bellissimo!”
la piccola rise per quello che riusciva, poi andò avanti.
“Tutta la sua famiglia era in cielo, e lei viveva con una matrigna e delle sorellastre…”
A quel punto Tony, grande esperto di cinema, capì subito a quale storia avesse fatto riferimento Ziva quando doveva raccontarla ad Ariel: Cenerentola.
“Mhhh… Fammi pensare… Cen… No… Ziva… Lavorava per quella sua nuova famiglia cattiva, dove tutti la trattavano male” le disse piano, accarezzandole il pancino.
“Siii!” esultò la bambina.
“Poi un giorno, la famiglia reale decise di organizzare un gran ballo con tutte le fanciulle del regno” iniziò a raccontare.
“E quando finalmente, con la carrozza che le aveva regalato la fata madrina, anche Ziva riuscì ad arrivare al ballo, il principe azzurro, ballò con lei tutta la notte”
“Papà ma hai dimenticato di dire il nome del principe… Tony! Questo invece, l’ha scelto la mamma”
Tony sorrise, e andò avanti.
“Arrivò però la mezzanotte, e Ziva dovette scappare a casa, prima che l’incantesimo si spezzasse. Ma nel correre via, perse la scarpetta di cristallo lungo le scale, ed il principe Tony…”
“Papà ma non la sai proprio la storia?” lo fermò ad un tratto la bambina. “Non è vero che perde la scarpetta… Però lascia nella tasca del principe una collana con una stella particolare…”
A quelle parole, Tony sussultò. Sapeva che quella parte doveva averla modificata Ziva.
Ed infatti era così. In quei due anni, Ziva non aveva mai smesso di pensare a Tony, e a quanto lo amasse, e avrebbe voluto non dover fare quella scelta così dolorosa, che le era costata tanto.
“E poi come va a finire la storia tra Ziva e il principe Tony?” chiese il ragazzo spaventato, con l’intenzione di capire cosa aveva intenzione di fare Ziva.
“Non lo so… La mamma mi ha detto che non sa cosa decise di fare il principe… Non sa se il principe Tony decide di non fare niente e continuare a credere che Ziva è scappata senza un motivo, oppure cercarla, svelare il suo segreto, e vivere per sempre felici e contenti…”
 
Tony non ebbe il tempo di riflettere su quello che Ariel gli aveva detto, che sentì la porta di casa aprirsi.
“È tornata la mamma!” disse in un sorriso alla figlia, sentendo il suo animo tranquillizzato.
 
Quando Ziva arrivò, come suo solito, si slegò i capelli, e si affacciò a controllare la figlia. Con sua grande sorpresa, però la trovò ancora sveglia, con Tony che la coccolava. La flebo nella vena del suo piccolo braccino, tubi che la collegavano ad un elettrocardiogramma, ed in tutto quell’orrore spuntava il suo tenero sorriso. Nonostante quello che era successo poche ore prima, non poté fare a meno di sorridere, e raggiungerli.
“Ciao amore…”
“Ciao mamma”
Ziva aveva i capelli mossi che le ricadevano sul volto. Era bellissima, con la mano appoggiata sul pancino della figlia, e Tony vi appoggiò sopra la sua. Ziva lo guardò per un attimo, notando qualcosa di diverso nei suoi occhi. Abbassò lo sguardo sulle loro mani, e notò che il dito di Tony, non aveva più la fedina che gli era stata regalata da Zoe, segno del loro amore
Lentamente alzò la testa, posando i suoi occhi in quel mare verde, trovando quell’amore che solo lui riusciva a donarle.
Capì quello che poteva essere successo poche ore prima, e che il destino le stava offrendo un’altra possibilità di vivere con l’amore della sua vita, di essere finalmente felice.
 
Lentamente avvicinò il volto a quello di Tony. Aveva bisogno di lui, della sua presenza, della sua sicurezza, aveva bisogno di quella certezza che avrebbe sempre avuto un angelo custode a cui poter affidare la propria completa esistenza.
La distanza tra loro divenne minima. Entrambi si desideravano, e non riuscivano a pensare ad altro.
Le loro labbra quasi si sfioravano, e dalle loro bocce stava per uscire un flebile ti amo, quando quel momento tanto atteso venne interrotto da una forte tosse secca.
 
Si voltarono entrambi di scatto. Ariel stava annaspando, alla ricerca di ossigeno. Un altro violento colpo di tosse, e le lenzuola si sporcarono di un rosso profondo.
Tony poté leggere il terrore negli occhi di Ziva, che in tutti i modi cercava di placare quella tempesta.
Corse a prendere dei fazzoletti in cucina e dell’acqua. Servirono a ben poco.
Entrambi erano seduti sul letto, stringendo a sé la piccola, che nel frattempo, cercava di dire qualcosa.
“Mamma… Papà…”
Tony iniziava a capire cosa stesse succedendo, ma non voleva crederci, non poteva. L’aria era diventata satura di ansia e preoccupazione. Entrambi erano consci di quello a cui stavano andando incontro, e del fatto che non potevano più fare nulla per impedirlo.
“Amore prova a respirare… Ce la puoi fare!” disse Ziva in un momento di lucidità, ma capendo subito quanta fatica le costasse, anche solo provarci.
“Vi voglio bene…” riuscì a dire alla fine, prima di tornare a tossire ancora più violentemente di prima, coprendosi la bocca con un fazzoletto.
Quando Ziva glielo tolse di mano, per dargliene un altro, lo trovò intriso di sangue, e sentì un brivido percorrerle tutta la spina dorsale.
Non mancò di notare la paura vera e propria negli occhi di Tony, e gli strinse la mano.
Quel gesto significò troppe cose per loro. Una conferma della sua presenza, una richiesta di aiuto, ed un modo per dire che sarebbero andati avanti insieme, qualunque cosa fosse successa.
 
D’un tratto i colpì di tosse cessarono di colpo, ma prima che Tony e Ziva potessero tirare un respiro di sollievo, il rumore di altri colpi di tosse molto flebili, si fece largo nella stanza. Troppo flebili dopo quello che era appena successo.
“Mamma ho paura”
“Non devi avere paura… Ci siamo noi!” affermò immediatamente Tony.
“Ci saremo sempre, ricordi?” confermò Ziva.
La piccola sorrise. Era diventata completamente banca in volto, come se la neve si fosse depositata sul suo viso.
Fece per allungare le braccia, chiedendo un abbraccio da parte di entrambi i genitori, ma nel momento in cui furono tutti e tre vicini, a contatto l’uno con l’altro, sentirono le sue braccine cedere… Ed un rumore simile ad un fischio, decretò la fine delle loro vite, uccidendoli da dentro.









NOTA DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti... Eh... Eh... Emmm si ecco... Che dire... Vi voglio bene? XD
No eh? Allora... Si... direi proprio di si... È il caso di andarsi a nascondere da qualche parte in attesa di un eventuale attentato!
Coooooomunque...
Il lato positivo è che Tony e Zoe si sono lasciati... No? Ancora non funziona eh?
Però non dite che non vi avevo avvertito! E poi il momento tra Tony ed Ariel è così tenero... No?
A proposito... Cosa ne pensate della storia che raccontava Ziva a sua fglia? E quale dovrebbe essere per voi il finale?
(Prima che me lo chiediate... Non sto certamente focalizzando la vostra attensione su un altro punto del capitolo solo per paura di quello che potrei trovarmi nel letto stanotte eh!)
In ogni caso spero che il capitolo vi sia piaciuto, e vorrei dedicare la storia di cenerentola versione TIVA ad una persona speciale che si chiama come me... u.u Gaiaaaa!
Detto questo...
Baci e al prossimo capitolo.
Gaia.

 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: Gaia_dc