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Autore: slice    29/01/2016    1 recensioni
Le opzioni sono due: o sto uscendo di testa o qualcosa qui ha senso anche senza avercelo. Mi rimetto a voi.
In questa storia ci sono un regno, un Re, una Regina, una missione, magia, funghi, tengu e Shikamaru. Non poteva mancare, Shikamaru. Ma soprattutto c'è il team sette! Eh, me lo avete chiesto, lo volevate... Eccolo.
Un regalino per un'amica che ha raggiunto due vette in un mese! Mica male. XD
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Ino Yamanaka, Itachi, Shikamaru Nara, Team 7
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Tanti auguri, Urd! <3 In ritardo, visto che in questa storia c'è anche Kakashi... Ti auguro un anno ancora più entusiasmante di quello trascorso!

I tengu, come gli oni, sono creature del folklore giapponese; gli oni sono i classici orchi con le corna - non so se avete mai visto Lamù... - mentre i tengu sono rappresentati in svariate forme, alcuni maligni altri benevoli, a seconda della zona di proveninza e della leggenda.







L'ordine è il fine segreto del caos



Nel regno il tempo scorre lento e frenetico anche quella mattina; il mercato è pieno di persone in cerca del giusto affare, i bambini si rincorrono ovunque e i proprietari dei banchi gridano, sia contro di loro che per attirare clientela. Il fragore delle contrattazioni arriva fin dentro le mura del castello dove, a contrastare la frenesia della servitù, c'è il fare cerimonioso dei nobili.
Kakashi chiude le porte dietro di sé e il silenzio cala nella sala del trono.
“Ci avete fatti chiamare, Vostra Maestà?” dice Sakura.
Si inchina e dopo un attimo allunga una mano ad aggrapparsi ai capelli biondi per tirare in un rispettoso inchino anche il compagno di team.
“Ugh- Sakura chan!” squittisce lui.
Itachi annuisce, mentre si gratta il collo con lo scettro.
“È così.”
Sakura, che fino a quel momento era riuscita a ignorarlo, è costretta a prendere atto dello stato della Regina, le sue pupille dilatate e la malcelata euforia.
“Che palle, Yamanaka sama!” sbuffa Sai, sebbene il suo tono sia abbastanza incolore da indurre a pensare che non gliene importi poi così tanto.
Sakura rivolge tutta la sua violenta disapprovazione su di lui e grida: “quante volte devo dirti che non basta aggiungere l'onorifico giusto?!”, perdendosi così le prime due volte in cui il Re si schiarisce la gola.
“Come mi pare di capire già sapete, la mia bellissima e capricciosa metà ha espresso il desiderio di ricevere un unicorno per San Valentino,” dice il Re, indicando con lo scettro prima la Regina e poi una carta geografica, appositamente posizionata accanto al trono, “i cerchi rossi sono le zone dov'è stato avvistato un unicorno in passato... Shikamaru.”
Il ragazzo sbuffa, alza la pagina con la carta e la fa cadere dietro il sostegno per rivelare un grafico sulle nascite. Il Re si schiarisce la gola ulteriormente, fissando il ragazzo finché quello, non prima di aver roteato gli occhi, volta un'altra pagina.
“Credevo che gli unicorni fossero ormai estinti, Altezza.”
Itachi rivolge l'attenzione a Kakashi, picchiando contemporaneamente il pesante scettro sulla nuova mappa con un unico cerchio rosso tratteggiato sopra.
“Anch'io!” e l'umore generale scivola nelle segrete del castello, “ma abbiamo appena firmato un trattato col re A e la regina Mei, ho plotoni di temibili guerrieri che non fanno un accidenti di niente, posso anche impiegare una squadra a cercarmi l'elisir della lunga vita, se voglio,” dice il Re, facendo vorticare lo scettro, “Shikamaru, segna: mandare un team alla ricerca dell'elisir della lunga vita.”
Shikamaru grugnisce e scrive, diligente.
“Itachi...” piagnucola Ino, sprofondata nel trono a fianco.
“Sì, mia cara. Come stavo dicendo, pur non avendone prove effettive si suppone che gli unicorni siano estinti, ma se dovessi puntare lo scettro su eventuali superstiti direi qui,” dice, indicando il cerchio rosso sulla nuova mappa, “dov'è situato il tempio di Kurama. È il luogo più spirituale che abbiamo nel regno e se sono rimasti degli esemplari, a mio parere, si sono rifugiati lì.” Il Re allora raddrizza la schiena per sporgersi verso di loro, la corona gli cade subito sugli occhi, “Inutile dirvi che quei luoghi non sono adatti agli esseri umani, fate molta attenzione a non farvi tentare dalle creature che lo abitano,” dice, tirandola su, “Jiraiya san occasionalmente si rincorre ancora una coda immaginaria dall'ultima volta che è stato lì per un capriccio della principessa Tsunade.”
Ino ridacchia per le stranezze della zia, nasconde il volto dietro un ventaglio Uchiha.
Tutti si voltano verso di lei e c'è un attimo di silenzio in cui la Regina realizza di essere lei la ricca bionda con le stranezze della situazione; il suo sorriso svanisce subito.
Per un lungo momento, Sakura è tentata di puntualizzare che, al contrario di lei, Tsunade shishou si rende utile in altri modi, poi il Re ricomincia a dare istruzioni e l'attimo per fortuna passa.
“Potete portare con voi tutto quello che ritenete necessario e metterci quanto volete, l'importante è che torniate prima di san Valentino.”
“San chi?” bisbiglia Naruto, beccandosi un atroce pestone che fa socchiudere gli occhi di dolore perfino al Re.
Ino sbuffa, dondolando un piedino, annoiata, e Itachi si alza in piedi, ancora una volta trovandosi la corona sugli occhi.
“Sì! Presto, andate e non tornate senza l'animale!” dice, imperioso, si tira su la corona nel tragitto e poi si ferma accanto alle porte per rivolgersi alla squadra con un volume più basso, “passate dal retro se non lo trovate.”
Kakashi annuisce, inclina la testa ed esce, seguito dal team che viene prima obbligato da Sakura a inchinarsi.



Siamo arrivati?”
“NO.”
“Sei noioso davvero, Pisellino.”
“Ripetilo, se ne hai il coraggio!”
“Pensavo che Sas'ke esagerasse, invece sei davvero noioso, Pisellino.”
Sakura tiene Naruto per il collo della felpa con una mano e allontana Sai con l'altra.
“Ti sbagli, Sai: per Sas'ke sono io quella noiosa, Naruto è solo stupido,” sospira.
“Ehy!”
Kakashi si ferma ad aspettarli, mette su quel suo sorriso falso, socchiudendo l'occhio visibile in una mezza luna, e scioglie la postura.
“Bambini,” dice, mentre mette le mani in tasca, “è vero che siamo alla ricerca di un unicorno, ma è pur sempre una missione.”
Naruto, già dimentico di avere un pisellino, mette su un'espressione avvilita e ciondola in direzione del maestro. Gli altri due lo seguono poco dopo.
“Ma, sensei, questo tempio è lontanissimo e questo posto è noiosissimo...”
“Chi? Chi è noioso?”
Tutti si voltano di scatto a fissare il bosco a lato del largo sentiero.
“Tu sei noioso!”
“Io non sono noioso, lei lo è! Non hai sentito?” dice il fungo, alzando la cappella in direzione di Sakura.
“Oooh, ma lo sei anche tu, lo sei, sei noioso e irritante e se solo arrivassi fin lì...” brontola l'altro fungo, agitandosi a distanza di tre centimetri.
“Cosa? Cosa mi faresti?”
“Dei bei tagliolini ai funghi, con il prezzemolo e quel pirla del tartufo!”
“Ehy!” grida qualcosa sotto terra.
“Be',” dice Kakashi, ricominciando a camminare con tutta l'intenzione di lasciare i funghi al loro battibecco, “direi che siamo vicini.”
Naruto viene spinto via da Sakura, confuso e affascinato. Sai si chiede, non per la prima volta, come abbia fatto Uchiha a lasciare il regno e la fonte di inesauribile divertimento che è Uzumaki. Poi tira fuori il suo blocco e disegna la scena dei funghi con un tratto grezzo.
Sakura sbuffa, osservandolo scarabocchiare. È vero che, per quanto la diverta, pestare Naruto in missione è controproducente, però Sai sta cercando in tutti i modi di strappargli una reazione e quel tonto non se ne accorge. La faccenda la irrita.
In un attimo di terrificante chiarezza, Sakura si volta e schiaffeggia Sai, invece. Lui spalanca gli occhi, Naruto sposta i suoi dall'uno all'altra, preoccupato, persino Kakashi sbircia la scena con la coda dell'occhio.
Alla fine, probabilmente colto dalla stessa rivelazione, Sai tira fuori il suo taccuino e ci scrive sopra qualcosa in modo sbrigativo, prima di riprendere a camminare.
Gli altri lo segueno, lasciandosi indietro un confuso Naruto che si gratta la testa senza però riuscire a sentire le sue stesse dita.
“Grazie, mi prudeva proprio lì.”
“Uh... Prego,” dice lui, cercando di vedere cosa esattamente sia abbarbicato sulla sua testa.
“Pisellino,” grida Sai, tanto forte che perfino Kakashi si sente infastidito dal nomignolo, “adesso parli anche da solo?”
Naruto è all'inizio molto propenso a incazzarsi come un gatto in una portantina allagata, ma poi si ricorda del pelo morbido che ha sotto le dita e si acciglia.
“Ma che-” dice, raggiungendoli con una corsetta, “stavo parlando...” alza gli occhi e riesce solo a sbirciarsi le sopracciglia, “con lui,” dice, indicandosi la testa.
Sakura chiude la bocca e si stropiccia la faccia, Kakashi assottiglia lo sguardo e Sai prende ancora appunti, nessuno sa bene su cosa.
“Naruto,” inizia il maestro, piano così da non agitare l'allievo, “hai per caso assaggiato qualcosa che parlava?”
“Uh? No!”
“Sicuro?”
“Certo che sono- Mi ha pure ringraziato!”
“Lo sapevo che sarebbe successo,” dice Sai, osservandolo con aria critica.
“Con chi parlavi, Naruto?” chiede invece Sakura, parzialmente esasperata da lui e totalmente incazzata con Ino.
Lui si guarda ancora una volta le sopracciglia, inclinando anche la testa un po' verso l'alto, poi sospira.
“Non lo so,” piagnucola, “ma era qui, sulla mia testa,” e se la indica, “c'era, ma non sentivo che c'era.”
Kakashi inclina la testa di lato.
“Parlavi con qualcosa senza vederlo o sentirlo?”
Naruto annuisce, poi aggrotta la fronte.
“È strano...”
“Lo è.” risponde Kakashi, prima di accorgersi che non conosce quella voce.
Si voltano tutti di scatto per trovarsi un ragazzo che penzola capo all'ingiù dal ramo di un albero. Lui sorride e la cicatrice sul suo naso si allunga, la pelle si fa più rosea e gli occhi socchiusi gli danno un'aria gentile.
“Siete qui per molestarmi?”
“È una cosa che occorre spesso?” chiede Sai, curioso, taccuino alla mano.
Il ragazzo annuisce.
Kakashi si schiarisce la gola, portando l'attenzione su di sé.
“Non siamo qui per molestarti...”
“Iruka.”
“Non ci permetteremmo mai, Iruka san,” continua l'uomo, “siamo qui invece per compiere una missione, è il Re in persona che ci manda.”
“Il Re? Quale Re?”
“Re Itachi!” supplisce Sakura per un riflesso da secchiona della classe che non è mai riuscita a scrollarsi di dosso.
“Ah, giusto! Ma questa è zona franca, appartiene a noi,” dice il ragazzo, “cosa siete venuti a fare?”
“Stiamo cercando un unicorno.”
Iruka si porta un braccio intorno allo stomaco e ci poggia su il gomito dell'altro per mettersi un dito sulle labbra. Le sue mani sono quelle di un comune essere umano, ma le unghie sono lunghe, sembrano affilate, finiscono in una punta e danno al ragazzo un'aria selvaggia.
“Un unicorno? Un unicorno... Un unicorno,” borbotta.
Naruto fa un passo avanti e indica lo spirito.
“Che cosa sei?”
“Non sono un unicorno!” risponde subito Iruka, preoccupato.
“No, voglio dire, hai detto che questa zona appartiene a voi... Voi chi? Cosa siete? E tu cosa sei?”
L'espressione di Iruka si fa pensosa; il ragazzo si tira a sedere, composto, prima di scendere dal ramo.
“Io sono un tengu,” dice.



Iruka è un tengu simpatico, decidono. Naruto lo affianca quando prende a camminare e continuano a parlare come se fossero soli. Lui fa venti domande aperte e non aspetta mai che la prima risposta sia conclusa per fare la seconda. Gli altri riescono a spingerci dentro un paio di domande a loro volta, ma non di più.
Il tengu gli racconta del problema che hanno con le leggi di quel posto, che è praticamente un'enclave religiosa, un punto focale della vecchia religione nel territorio di una Nazione che osserva una di quelle nuove. Narra di come devono premunirsi poiché l'unica cosa che previene un attacco è la paura che le nuove generazioni hanno di quel che non conoscono e che altrimenti, se si venisse a sapere che si rischia solo di morire di noia per i monologhi dei funghi, verrebbero invasi in poche ore. Gli spiriti e le creature mistiche rimangono legate a quel suolo perché è sacro, ma se quella sacralità venisse meno allora perderebbero il loro collegamento spirituale col luogo.
Qui Iruka si ferma di scatto e punta i suoi occhioni marroni in quelli blu.
“Straccia gli appunti del tuo amico, poi,” dice, indicando Sai e il suo taccuino con il pollice. Naruto annuisce automaticamente.
La storia riparte, vengono a sapere degli oni, dei troll, delle fate - state lontani dalle fate per l'amor del cielo che se iniziano a cantare ci sfranticano i coglioni, dice il tengu - della ninfa del lago, del vento che parla, l'albero che dorme, i vari tipi strani che usano quel posto come rifugio...
Il tengu si ferma all'istante, bloccato dalla mano sulla sua spalla.
“Dimmi, Iruka san,” dice Kakashi, allentando la presa, “hai mai conosciuto un ragazzo di nome Sas'ke?”
Naruto spalanca gli occhi e li punta sul tengu, in trepidante attesa della risposta.
“Uhm... Cupo, pesante, egocentrico-”
“È LUI!” urla Naruto, “e stava bene, ti ha detto qualcosa, ha parlato di noi, dov'è andato, viene spesso, sai come contattarlo?”
Iruka socchiude gli occhi, contemplativo.
“Sì, non molto, no, boh, abbastanza, no,” sorride, contento di essere riuscito nell'impresa, subito dopo però il sorriso svanisce, “Ramen!” grida.
“Ramen!” grida Naruto, che non ha saputo resistere al richiamo.
“Tu sei quello che mangia ramen e lo segue ovunque!” ridacchia il tengu.
“Sì, è lui!” sorride Sai. Sakura trattiene malamente una risata.
“Sono io, sì,” brontola Naruto, “ma insomma,” dice, “come facciamo a rintracciarlo?”
“Be', è qui!” trilla Iruka, “adesso.”
Naruto tira dentro dell'aria e poi si rifiuta di lasciarla andare, tutt'intorno c'è silenzio e paura. Sai prende appunti.
“Sas'ke...” mormora Naruto, “è qui?”
Iruka annuisce.
“Vuoi prima un po' di ramen?”
“Cosa?”
“Abbiamo il miglior chiosco mai esistito, qui!”
Kakashi si schiarisce la gola, giacché sono in missione. L'espressione di Naruto lascia ben intendere quanto la decisione lo stia dilaniando, lui stesso non aveva mai pensato che sarebbe arrivato il giorno in cui il suo allievo avrebbe dovuto scegliere tra l'amato ramen e, be', l'amato compagno.
Vorrebbe anche lui accertarsi delle condizioni del ragazzino, visto che le loro informazioni vengono da un tengu, seppur uno dai modi garbati come quello, ma l'unicorno viene prima di tutto. Sicuramente prima del ramen.
Kakashi sospira quando realizza che perfino Itachi avrebbe detto: “fanculo l'unicorno, riportatemi il mio sciocco fratellino,” facendosi cadere la corona davanti agli occhi per l'impeto. Ma non dice niente, preferendo fare un passo alla volta.
Naruto emette un suono frustrato e si accuccia per fare cerchi sul sentiero polveroso.
“Tengu san,” dice Sai, “lo hai rotto.”
“Eh?”



Il chiosco del ramen è piccolo, di legno, con pochi posti al bancone e il proprietario sorride mentre prepara l'ordine.
Naruto gira sullo sgabello, spaziando lo sguardo in ogni angolo con un'espressione incuriosita e confusa che prende forma anche sul taccuino di Sai. Sakura sta facendo il punto della situazione con Kakashi, quando Iruka torna da loro.
“L'ho trovato!” sogghigna.
Kakashi assottiglia lo sguardo.
“E cosa c'è di tanto divertente?”
Il tengu allora tenta di nascondere la sua ilarità in modo più efficace buttandosi nel ramen che l'oni, proprietario del chiosco, gli porge.
“Grazie Teuchi san,” e unisce le mani, “buon appetito!”
Naruto si accosta a Kakashi sbilanciandosi contro di lui, senza distogliere lo sguardo dal tengu.
“Credi che ci stia nascondendo qualcosa?”
Kakashi lo guarda come se in fondo, molto in fondo, super in fondo, non fosse poi così scemo, Sakura gli rifila una pedata sulla caviglia che lui stoicamente ignora per rispondere all'allievo.
“Credo di sì.”
Non tanto perché è sempre bene non credere a tutto quello che dice uno sconosciuto e nemmeno perché è sempre bene non credere a tutto quello che dice un tengu, bensì è Sasuke che non è mai in grado di fare qualcosa di normale e che per giunta, qualsiasi cosa sia, deve farla diventare di proporzioni epiche. Kakashi è propenso a credere che al tengu non freghi niente né di Sasuke né di loro, nel senso che non crede abbia interesse a danneggiarli, ma il principe è sempre stato in grado di inimicarsi anche i più affabili bonzi, perciò niente è da escludere.
Naruto sbatte le palpebre come un gufo stupito, poi Teuchi gli consegna una ciotola fumante e tutto il resto non ha più importanza.
Al secondo boccone si blocca, con i tagliolini a metà e la gola ustionata, per seguire con i suoi grandi occhi azzurri la fatina che gli sta passando davanti. Lei lascia andare un fazzoletto per ognuno e solo quando arriva davanti a Sai, che ha velocemente cambiato foglio e musa, Naruto si azzarda a parlare.
“Quehha è uha ffaha!”
“Sì,” risponde Teuchi, “questa è mia figlia, Ayame.”
La fata saluta, prima di spingere la grande saliera alla loro portata.
“Be', è stato un parto facile,” sorride Sai.
“Anche la madre era una fata,” supplisce Iruka.
“Quindi niente è stato facile...” muore Sakura.
Il ramen di Teuchi si rivela essere davvero il più buono di tutti e Naruto ne mangia otto ciotole prima che riescano a riportare la sua attenzione su questioni più pressanti. Il nome di Sasuke viene fatto più volte, ma all'inizio riesce solo a fargli fare una pausa, poi Iruka dice che c'è un modo di salvarlo e allora tutti si bloccano. Il nuovo silenzio costringe Ayame a sbadigliare per stapparsi le orecchie.
“Salvarlo da cosa, Iruka san?” chiede cautamente Sakura.
“Be'...” temporeggia lui, “il fatto è che è stato sgarbato con un jinchuuriki e-”
“Sas'ke sgarbato, che sorpresa,” ridacchia Kakashi, alzandosi.



Questo non me lo aspettavo...” mormora pochi minuti dopo.
Muove una mano davanti agli occhi per liberarsi la visuale dalle farfalle ma anche per distrarsi e non scoppiare a ridere. Sakura si morde il labbro e la lingua contemporaneamente, il risultato è che la sua espressione è deformata sia dall'ilarità che dal dolore.
“Sask'e!” urla Naruto, stressato.
Sai lo tiene per un lembo della felpa per evitare che cada nel lago, mentre Uzumaki si dimena e si tende verso l'ex compagno di team.
Il tengu li affianca, placido.
“Ecco, questo è quanto!”
“Quanto? Questo cosa? Ti rendi conto che Sas'ke è una rana?”
Sasuke sbuffa e rotea gli occhi.
“Non sono lì, idiota, più su,” e soffia per togliersi un petalo dagli occhi.
Naruto fa il giro del lago di corsa e cade in ginocchio.
“Sas'ke! Stai bene?”
“No, cretino, sono un maledetto fiore rosa, non sto bene!”
“Cos'ha il rosa che non va?!” grida Sakura, improvvisamente incazzata nera.
“Sas'ke! Come posso aiutarti?”
“Vattene.”
“Ma Sas'ke! Ci sarà qualcosa che posso fare per aiutarti...”
“Mi aiuterebbe se tu te ne andassi. Promesso.”
“Sas'ke! Sas'keee!”
In quel momento la terra trema e odono un boato. I funghi si appiattiscono sul terreno, i fiori gridano, gli uccellini si nascondono dietro le fate, tutta la foresta freme in preda al terrore, inclinandosi verso la direzione opposta per acquistare anche quei pochi centimetri di distanza dal temibile... maiale.
Naruto osserva curioso un maialino rosa guardarsi intorno; ha un giacchettino bordeaux e una collana di perle intorno al collo. Il maialino posa lo sguardo su di loro, l'atmosfera è satura di aspettativa, il maiale fissa Naruto, Naruto fissa il maiale. Poi appare un ragazzo che dà un calcio al maiale e quello sparisce sopra le loro teste per ricadere nel folto del bosco con grugniti di protesta.
“Vedo che è ancora di cattivo umore, Gaara sama,” dice Iruka, con un lieve inchino.
Il ragazzo si volta verso il team, ignorando il tengu. Ha i capelli rossi come il fuoco e gli occhi del colore dell'acqua vicino a loro. La sua pelle ha un aspetto bizzarro, sembra incrinata, fatta di squame di sabbia. È un particolare che costringe tutti a rivalutare la loro affiliazione con Sasuke.
“Scommetto che non posso uccidere nemmeno loro...”
“Corretto, Gaara sama,” sorride Iruka.
“Tsk, come se potessi...” ghigna Sasuke.
“Sappiamo tutti come sei finito in questa situazione, Sas'ke,” sospira Kakashi, “non c'è bisogno di una dimostrazione.”
Gaara, che sembrava voler recidere una porzione di pianeta solo per liberarsi di quel fiore, sposta di nuovo l'attenzione su di loro.
“Lo conoscete?”
“Assolutamente no.”
Sakura molla un ceffone a Sai e il suono spaventa uno sciame di libellule che nella fretta si impiglia nei capelli di Kakashi. Lui sospira profondamente.
“Certo! È il mio migliore amico!” strilla intanto Naruto con un sorriso che costringe il sole a nascondersi dietro una nuvola.
Gaara stringe gli occhi un momento e fa una smorfia irritata.
“Ci scommetto,” borbotta.
Naruto torna subito serio, come se avesse notato qualcosa che prima gli era sfuggita.
“Tu sei un jinchuuriki?”
Lui annuisce.
“Anche tu lo sei.”
Naruto, che già l'aveva aperta per fare un'altra domanda, richiude la bocca velocemente.
“Ecco! Mi sembrava!” urla Iruka indicandolo. “Era per questo che riuscivi a vedere Gamakichi sulla tua testa.”
E mentre Sai disegna le finte squame della pelle di Gaara, Iruka spiega a tutti cos'è un Jinchuuriki. Kakashi inclina la testa di lato incuriosito, mentre Sakura ha la fronte aggrottata e sta avendo una sorta di epifania su quel miracolo della medicina che è sempre stato il suo compagno di team - quante volte si è chiesta perché non fosse bloccato a letto dopo un suo pestaggio - e Naruto è sempre più stupito, gli occhi blu sempre più larghi.
Sasuke sbuffa, tutti i suoi petali si alzano in una volta sola e lo fanno sembrare un fiore calvo per una manciata di secondi.
“Ma chi se ne frega! Qualcuno mi fa tornare normale, così posso togliere il disturbo?”
Gaara se ne va senza dare risposta e Iruka si volta prontamente verso il neo jinchuuriki.
“Puoi farlo tu!”



Ho capito! Adesso ho capito!”
“Figuriamoci.”
Naruto lo ignora, si siede nuovamente vicino a lui e gli avvicina i palmi delle mani. Sasuke si allontana istintivamente, ché le mani di Naruto sono come quelle di un bambino, sporche, appiccicose e maldestre. La sua faccia schifata stona sotto i soffici petali rosa.
Per un paio di minuti non accade nulla.
“Mi verrà il mal di schiena,” brontola Uchiha, tornando in una posizione più rilassata appena Uzumaki ritira le mani.
Naruto sbuffa, si gratta la testa e ancora una volta non sente le proprie dita.
“Allora è un vizio!” grida, guardando in su.
“Sì,” dice Gamakichi, poi scende e quasi schiaccia Sasuke nel processo. “Mi prude sempre lì.”
Naruto lo osserva e poi si guarda le dita.
“Ma eri peloso...”
“Che conversazione invitante,” sputa Sasuke, principalmente irritato dall'essere ignorato.
“Posso essere cosa voglio,” dice infatti la rana, trasformandosi subito in scoiattolo, tanto per aggiungere la beffa al danno. “La gente gratta più volentieri qualcosa di peloso, piuttosto del mio corpo viscido.”
“E loro non ti possono vedere?”
“Se voglio sì,” poi si avvicina con fare cospiratorio, “ma io non voglio!” bisbiglia. E ridacchiano entrambi.
“Per Susanoo... ” sbuffa Sasuke.
Naruto allora sembra ricordarsi di lui e lo indica sorpreso.
“Il bastardo sembra vederti...”
“Perché è sotto l'incantesimo di una creatura mistica!”
“Wow, Sas'ke, non è eccitante tutto questo?”
“Come un massacro,” borbotta lui, con le foglie incrociate sullo stelo. “possiamo tornare alla mia trasformazione, ora?”
Iruka si avvicina in quel momento.
Dietro di lui Sai, annoiato, ha spinto Sakura nell'acqua per sapere se effettivamente non c'era niente da vedere o se si vedeva solo con la maglietta bagnata, Kakashi legge un libro arancione che fa arrossire e svenire le fatine.
Il tengu gli spiega nuovamente tutto quello che deve fare e Naruto si concentra tanto da far tremare un po' la terra, Sasuke fa puff e una coltre di fumo lo avvolge. Quando si dirada al suo posto c'è una ciotola di ramen. Il surimi lo fissa con gli occhi neri spalancati.
“Naruto, cazzo!” dice il tagliolino.
“Mi dispiace, mi dispiace, quel ramen era così buono, non riesco a non pensarci!”
Per acquietare le proteste si china subito verso di lui e ci riprova.
Il fumo questa volta ha un'altezza appropriata, Naruto trattiene il respiro, Sakura ha smesso di affogare Sai, Sai si sposta i capelli bagnati dagli occhi per vedere e Kakashi mette una fatina nel libro per non perdere il segno.
Dal fumo appaiono prima le mani e poi il volto di Sasuke che se le guarda.
“Nh,” dice.
Naruto sorride di nuovo tutto denti, prima che quello stesso sorriso gli si congeli sulla faccia.
“Ottimo lavoro, pisellino.”
Ma lui è talmente preso dal petto di Sasuke che neanche si offende.
“Perché? Ho pensato a lui!” lo indica, esasperato, sottolineando il lui.
Iruka alza le spalle.
“Magari è così che lo vorresti.”
“Perché sono una donna, ora? Ho più tette di Sakura, testa di legno!”
Sakura riprende ad affogare Sai, per sfogarsi.
“Be',” dice Gamakichi, “riprova.”
Naruto sta per aprire bocca, ma Kakashi lo precede. Si avvicina a loro, una scintilla di divertito sadismo nell'occhiata che lancia a Sasuke, e inclina la testa.
“No, basta così, è umano e può andarsene, noi abbiamo una missione da portare a termine.”
“Te lo dico io dove puoi andartene...” borbotta Sasuke, ancora una volta ignorato.
“Giusto,” grida Naruto, “non è che per caso conosci un unicorno, Gamakichi san?”



Le porte della sala del trono si aprono rumorosamente, Izumo ci spruzza su il suo sciroppo, le muove e quelle non cigolano più. Il team sette entra trionfante e più o meno incolume.
“Ben tornati!” trilla Itachi, la corona gli cade sugli occhi appena si mette seduto composto. “Dov'è Naruto?”
“Si è innamorato di una ragazza del posto, Maestà,” dice Kakashi con la sua migliore faccia di bronzo. Sai e Sakura premono le labbra insieme per non sghignazzare.
“Fantastico! Shikamaru scrivi: invitare lui e la sua consorte per il solstizio d'estate.” Ci pensa su e poi agita lo scettro, “E fare la spesa per il solstizio d'estate.”
Shikamaru lo scrive sul grafico delle nascite.
Poi Ino strilla, riportando equilibrio nella troppa gioia del momento.
“Mia cara,” comincia Itachi togliendosi le dita e lo scettro dalle orecchie, “non c'è bisogno che ti senta tutto il regno.”
“Abbiamo trovato ciò che avete chiesto, Altezza,” dice Kakashi, imperturbato, con un inchino.
“Vedo... ”
“È un unicorno!” grida lei, saltellando intorno all'animale, “Itachi è un unicorno!”
“Mettiamoci una virgola, mia cara,” sorride il Re, ritornando sbragato sul trono e facendosi cadere la corona sugli occhi nel processo. Poi si volta, “Shikamaru, promemoria, scrivi: rendere felice la mia dolce metà mi rende felice!”
Shikamaru gli rivolge uno sguardo truce e rimane a fissarlo, immobile.
“Fatto,” dice, senza essersi mosso.
Itachi ridacchia.
“Che bello! Ho un unicorno!” saltella Ino.
“Stammi lontano, psicopatica,” dice l'unicorno, con una profonda voce maschile.
Ino si ferma, la sua espressione si fa inorridita per un momento, poi sembra digerire la questione e piega la testa, invece, incuriosita.
“Credevo che gli unicorni fossero tutti gentili...”
“E magari tutte femmine e senza una dimora o remore a lasciarla,” sputa l'unicorno.
“Mi scusi signor unicorno, non si preoccupi, la mia dolce metà perde interesse velocemente, sarà di ritorno a casa prima di quanto pensa,” si intromette Itachi, facendo squittire Ino d'indignazione, “personalmente credevo che gli unicorni si fossero estinti, mi permetta di dirle che è un onore fare la sua conoscenza. Mi dica, qual è il suo nome?”
L'unicorno sospira, rassegnato a quelle assurdità.
“Ibiki,” risponde.
“Bene signor Ibiki, ci prenderemo cura di lei durante il suo soggiorno al castello. Shikamaru, di' a Chouji di occuparsi dei bisogni dell'unicorno.” Il ragazzo annuisce, prima che il Re gli punti lo scettro contro. “Non solo letteralmente.”
Kakashi si schiarisce la gola.
“Se questo è tutto, il team sette chiede il permesso di ritirarsi, Altezza.”
“Sì, avete portato a termine la vostra missione...” replica il Re, distratto da qualcosa. “Ah, mia cara farai bene a stare attenta a non ferire il signor Ibiki con le tue unghie.”
Tutta la squadra guarda Ino, che ridacchia impacciata, le sue unghie affilate adesso sembrano meno il risultato di troppo tempo libero e molto più un segno distintivo. Lei si copre le guance rosse con il ventaglio Uchiha e Shikamaru sbuffa. L'unicorno scuote il capo.
“Potete andare,” prosegue Itachi, indicando l'uscita con lo scettro.
Nessuno se la sente di contraddirlo.
“Tipico di Ino, fare sia la bella che la bestia,” borbotta Sakura, cupa, mentre esce.
Sai sorride.
Kakashi continua a camminare, alza la mano per salutarli e, quando gli passa vicino, scuote il libro arancione davanti ad Asuma per fargli cadere nelle mani una fatina mora con gli occhi rossi.
La fatina arrossisce e Asuma s'inghiotte per sbaglio la sigaretta.
“Non fatevi domande e andrà tutto bene,” dice Kakashi al suo team, senza voltarsi.








Le delucidazioni sul titolo sono alla pagina 777 di televideo. È che non credo ai miei occhi, possibile che non ci siano titoli migliori di questo? Certo che è possibile, tutto è possibile, ma non significa che debba sempre incasinarmi da sola solo perché posso farlo.
Infatti sembra che non sappia dove sono girata quando alla fine invece ognuno ottiene quello che vuole. Perfino Sasuke, che è felice solo se non lo è, ottiene un jinchuuriki stressante da poter insultare.
Oh, che volete? È stato Natale, recentemente!

Auguri, Urdi! ** Auguri per tutto! Sono fiera di te come se tu fossi mia figlia, vado in giro mostrando la tua foto e dicendo che sei un'architetta con le tette quadrate. L'Urd caffè è diventato più colto e anche un po' romanico, da quando è successo. Diventerai magari un'artista di strada o un'infermiera, una hostess, una cuoca, una casalinga mazinga, una modella, un filippino immigrato, non si sa! Quel che si sa è che sarai sempre anche un'archiTETTA! Questo ci rende per osmosi più fighe anche a noi. Chu. Stai serena, promettimi che farai di tutto per essere felice e mangiare sushi... PROMETTIMELOOOH!
Ti voglio bene.



Non c'è lucro e mi appartengono solo le scempiaggini, il resto è di Kishicoso. Au revoir.



  
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