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Autore: Abigail_Cherry    30/01/2016    1 recensioni
"Il tuo nome non ti definisce come persona. Ognuno è quello che è, indipendentemente dal proprio nome. Ed io dico che tu sei intelligente, sgargiante ed adorabile. Questo è ciò che sei."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 21:
I Genitori - Parte 1
 
Dopo ciò che è successo nello spogliatoio della scuola, Chris ha insistito per farmi conoscere la sua famiglia. Così ha organizzato una cena.
Ho passato tutto il pomeriggio a pensare come Sasha si sarebbe potuta vestire, quindi ho optato per qualcosa di carino e formale. Ho preso un abito lilla di mia madre che aveva usato al ballo dell'ultimo anno quando era ragazza, mi sta un po' largo ma ho aggiunto un grazioso cinturino di pizzo per nasconderlo.
«Che tipo di persone sono i tuoi genitori?» chiedo.
«Penso sia meglio che tu lo scopra da sola. Non voglio influenzarti» risponde Chris, stringendomi la mano.
«Mi devo preoccupare?»
«Ma non mi dire... l'impavida Sasha intimidita da un piccolo dialogo con i miei genitori.»
«Non dire assurdità! Sono solo curiosa, tutto qui.»
Chris afferra la maniglia della porta che conduce alla sala da pranzo. «Pronta?»
Gli lascio la mano per prenderlo a braccetto. «Lo sono sempre.»
Così Chris apre la porta, conducendomi in un mondo a me sconosciuto, pieno di posate d'argento e vasi preziosi, statue incantevoli ed un buonissimo profumo dolce.
L'ultima volta che Chris mi aveva invitato a cena avevamo mangiato nella sala sa pranzo "piccola" e già ero rimasta impressionata. Ora invece, passati a quella grande - che io definirei quasi enorme - è tutta un'altra cosa. Mi sento quasi una reale.
Un uomo e una donna sono seduti a tavola e conversano amorevolmente ma appena ci vedono si alzano in piedi e vengono verso di noi.
«Tu devi essere Sasha!» dice la donna. «Non sai quanto siamo lieti di conoscerti! Chris non ci presenta mai nessuna le sue fidanzate!»
«Marise...» fa l'uomo con tono di rimprovero.
«Oh, scusate, mio marito ha ragione.»
«Tranquilla mamma, non devi per forza rispettare l'etichetta stasera, Sasha è una ragazza semplice, la metteresti in imbarazzo» dice Chris.
Arrossisco ed abbasso lo sguardo. Dopotutto è vero, sono "una ragazza semplice", ma per qualche motivo quell'affermazione mi mette a disagio.
«Comunque,» comincia l'uomo «sarebbe oltremodo scortese non presentarci. Cara?»
Lei si schiarisce la voce. «Lui è mio marito, il signor George Easton e io sono Marise Easton, sua moglie.»
«Sasha Clinton.» rispondo, stringendo la mano prima a Marise e poi a George. Lui è alto, con un filo di barba marrone sul mento e gli occhi scuri e profondi, mentre lei è nettamente più giovane, direi sulla trentina, bionda, occhi azzurri e un fisico da modella, entrambi vestiti eleganti, molto più di me.
«Vogliamo accomodarci?» chiede George.
«Certamente» risponde Chris.
Ci sediamo a tavola, George e Marise a capotavola ed io e Chris uno di fronte all'altra.
«Ci serviranno tra pochi istanti.» dice Marise. «Intanto, siamo qui per conoscerti. Raccontaci di te.»
«Oh, beh...» da dove comincio? «Vado alla stessa scuola di Chris, ma non seguiamo nessun corso insieme. Credo sia perché abbiamo interessi diversi, lui è più pratico, mentre io adoro matematica e letteratura.»
«Che materia affascinante la letteratura! Stai leggendo qualcosa in particolare?»
«Al momento nulla, sono stata parecchio impegnata nell'ultimo periodo ma uno dei miei classici preferiti resta "Orgoglio e Pregiudizio". Banale, lo so, eppure non mi stancarei mai di leggerlo.»
«Mmm... sì, credo di aver visto il film, una volta.» Marise raddrizza la schiena per lasciare spazio al cameriere che sta servendo l'antipasto «Spero sia di tuo gradimento, cara» dice.
«Grazie.»
«Hai fratelli o sorelle?» mi chiede George.
«Due fratelli maggiori, James e Daniel.» Mi si stringe la gola. «Ma Daniel non vive più con noi da circa due anni, ha trovato lavoro a New York ed è partito.»
Parlare di Daniel mi mette sempre tristezza, eravamo molto legati prima che partisse, ma proprio il giorno della partenza abbiamo avuto un brutto litigio.
Non mi ha più chiamata da allora.
«Che cosa triste, ti dovrà mancare molto» dice Marise con una piega di compassione nella voce.
«Sì. È così.» Allungo il braccio per prendere il bicchiere, ma in quel momento vedo che la mia mano sta tremando, così la riappoggio sul tavolo. Chiudo un attimo gli occhi per riprendermi e sospiro.
Fortunatamente, Chris cambia discorso. «Sapete, Sasha è una dei primi dieci con i voti più alti a scuola. Prenderà una borsa di studio.»
«Oh, siamo molto contenti per te!» mi dice Marise. «Quanto mi piacerebbe che anche Chris si impegnasse come te a scuola.»
La serata è trascorsa tranquilla fino alla seconda portata, ma io non ho mai smesso di pensare a Daniel. Era un po' che non pensavo a lui. Ormai era normale per noi non averlo a casa e mi ero abituata alla sua assenza ma... la sua mancanza in quel momento mi stava facendo quasi male.
Stringo forte la gonna con una mano mentre con l'altra cerco di mandar giù un sorso di vino rosso.
Chris mi guarda perplesso: ha capito che c'è qualcosa che mi turba.
«Mamma, possiamo occuparci io e Sasha del dolce?» chiede.
«Sei sicuro, Chris? Sai, sono cose di cui si occupa la servitù di solito» risponde lei.
«Sicurissimo.» Chris stampa un bacio sulla fronte della madre e mi fa cenno con la mano di seguirlo.
Mi sento il corpo pesante e faccio fatica ad alzarmi, ma lo faccio e lo raggiungo in cucina.
Chris chiede ai camerieri di lasciarci soli e così fanno, chiudendo la porta alle loro spalle senza neanche dire una parola.
«Allora?» chiede.
«Cosa?» rispondo, senza lasciare andare il tessuto della mia gonna che ora stringo con entrambe la mani.
«Andava tutto bene all'inizio... poi sei diventata strana. I miei hanno detto qualcosa che ti ha offeso? Lo fanno spesso purtroppo.»
«No, niente del genere, sono stati gentilissimi.»
«Allora mi dici che ti è successo?»
«Nulla.»
«Sasha...» Chris si avvicina a me è mi prende il viso tra le mani. «...puoi dirmelo, lo sai. Ti starò ad ascoltare come tu hai ascoltato me quando dicevo tutte quelle cose idiote in spogliatoio, l'ultima volta.» Sorride. Un sorriso sincero. Non sembra neanche più il Chris che ho conosciuto.
«Chris...» mi tolgo le sue mani dal viso. «È un argomento di cui non sono pronta a parlare con nessuno ancora. Non dipende da te.»
«È per tuo fratello, non è vero?»
Spalanco per un attimo gli occhi, stupita che sia arrivato così facilmente alla risposta, ma ritorno subito ad abbassare lo sguardo, scoraggiata.
«Sai,» continua Chris «non c'è bisogno che tu me ne parli. Riconosco uno sguardo malinconico quando lo vedo. Ho quattro sorelle maggiori. Sorellastre, a dire il vero. Hanno abitato con me tutte quante durante la mia infanzia e spesso quando mio padre era via mi sentivo solo e anche loro. Così ci mettevamo in cerchio fantasticando su cosa avremmo potuto fare quando lui sarebbe tornato, questione di settimane o mesi di solito.»
Alzo lo sguardo verso Chris. Non deve essere facile per lui esprimersi a quel modo. «Mi dispiace tanto.»
«Acqua passata. Fortunatamente so cosa fare per risollevare il morale in queste situazioni.»
«Cioè?»
Chris viene verso di me e mi avvolge in un abbraccio piacevolmente soffocante. E dopo qualche secondo mi sento davvero meglio. Più tranquilla. Più sicura.
Quando ci separiamo, vedo Chris che con un sorriso intinge un dito nella crema al cacao e mi sporca le labbra.
«C-cosa fai?! Idiota!» esclamo, mentre cerco con lo sguardo qualcosa con cui pulirmi.
«Prendo il mio dolce.» Chris sorride di nuovo, poi appoggia le labbra sulle mie. Certo, il bacio sa di cioccolato, ma sono più concentrata, se non quasi preoccupata, della strana sensazione che ho al petto in questo momento. Non è più la malinconia per mio fratello. Ma è qualcos'altro.
Qualcosa che mi sta urlando insistentemente: "Sei fregata, provi qualcosa per Chris."
   
 
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