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Autore: ilariadragonfly    30/01/2016    4 recensioni
//TakuRanMasa//TakuMasa//TakuRan//RanMasa//Caratteri Fuori Dal Comune//Aggiunta Di Una Mia OC Che Farà Solo Danni//Tutto Cambia, Tranne I Sentimenti, Quelli Sono Sempre Gli Stessi//
Tre ragazzi sono alle prese con un' altra parte della loro vita fatta di rivelazioni e scoperte riguardanti il loro passato, passato che per tutti e tre è sempre stato un mistero, mistero fatto di domande a cui non hanno mai trovato risposta.
Fidatevi se vi dico che anche chi pensa di sapere la propria storia come una filastrocca si sbaglia.
Nessuno conosce perfettamente la propria storia.
Solo poche persone possono dare risposte a queste domande.
Dal testo cap 28
-Cos’ è successo!?!?- domando abbassandomi alla sua altezza, visto che è seduta e rannicchiata su se stessa appoggiata a un muro.
-Sono venuti due ladri: uno mi tappava la bocca mentre l’ altro rovistava nei cassetti in cerca di qualcosa- dice scioccata, si dev’ essere presa un bello spavento.
Vedo il mio fidanzato sbiancare e diventare rigido tutt’ un botto.
Poi lo vedo indietreggiare fino a correre vicino alla scrivania, dove si abbassa per vedere non so cosa.
-Riccardo cosa fai?- domando scrutandolo, quasi non lo riconosco.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Nuovo personaggio, Shindou Takuto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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(Non è collegato a un periodo preciso della serie. La "chrono stone" non è mai avvenuta.I ragazzi hanno 16 anni. maki=Masaki   Kiki o Ran= Ranmaru.   
Tutti fanno parte del club di calcio e ne Masaki ne Kirino hanno lo spirito guerriero e nemmeno l' armatura.  Ranmaru ha i capelli lunghi fino al sedere portati nei due soliti codini.
Per dei dubbi non esitare a chiedere. 
Buona lettura)




Sono le tre di notte, qui nell’ ospedale della mia città.
Sto piangendo, mentre guardo dei dottori che entrano e escono da quella maledetta stanza.
Poi finalmente mi fanno entrare, ma quello che vedo mi uccide.
Mia madre, una cantante di fama internazionale piena di allegria, è qui.
Solo con il corpo intendiamoci.
Ha il viso pallido e i capelli di un rosa scuro che sembra stiano perdendo colore a ogni secondo che passa.
Io le sto tenendo la mano, ho ancora bisogno di lei, non è questo il momento di andar via.
Mia nonna, sua madre, non ha versato nemmeno una lacrima, mi sta obbligando a lasciare lì il corpo di mia madre che poi verrà portato nella camera mortuaria dell’ ospedale.
Mi oppongo, ovviamente, ma anche i medici mi dicono di darle un’ ultimo saluto e che l’ avrei rivista al funerale, quindi fra tre giorni.
Alla fine smetto di combattere e mia nonna mi porta via, a casa sua.
DOMANI C’ E’ SCUOLA E DEVO ANDARCI.
Arrivo a casa e nemmeno mi cambio, vado a sbattermi sul letto con la tuta da allenamento, così come sono.
Non ho le forze di cambiarmi, lavarmi, bere , mangiare e nemmeno tagliarmi.
MA PORRO’ FINE A QUESTO STRAZIO.
La notte passa tra singhiozzi, bestemmie e rimorsi… rimorsi di cosa?
Di non aver passato più tempo con la persona che mi ha messo al mondo e che mi ha accudito fino a qualche ora fa, prima che il cancro tornasse e la divorasse in un colpo secco.
Poi, perché lei, io ne ho ancora bisogno.
Perché dio ha deciso che gli serviva una cantante di fama mondiale.
Perché proprio lei che mi ha sempre supportato e che nonostante i suoi impegni è sempre venuta a vedere tutte le mie partite e non ha mai rinunciato a me per un suo impegno.
Forse proprio perché sapeva che il cancro stava tornando che mi è sempre stata più vicino, in questi giorni in particolare.

Prendo sonno.
Ma anche quello è più che tormentato da lacrime e ricordi che non mi hanno abbandonato nemmeno per un secondo.

Vengo svegliato dalla luce proveniente dalla finestra: sono le sette.
Porto in bagno la mia divisa e mi guardo allo specchio:
non riesco più a guardarmi senza che quei lunghi capelli rosa, testimoni di ogni nostro momento passato insieme,non mi ricordino una parte che mi ha lasciato, poi gli occhi azzurri come quelli di mio padre che ora è felice chissà dove con mia madre.
Infine passo alle braccia, tagli ovunque fatti con la lametta, di qualche tempo fa, circa un mese.
“Ma che diamine succede” mi chiedo mentre osservo le cicatrici.
Pulsano e formicolano, come se il sangue stesse lottando con la pelle per uscire, poi vedo la lametta appoggiata sul lavandino.
PER UN MOMENTO HO QUASI CEDUTO ALLA TENTAZIONE DI TAGLIARMI, DI NUOVO.
Come tutte le mattine,copro le cicatrici con del correttore che usava mia madre,mi vesto, mi faccio i miei soliti codini, e esco velocemente di casa.
Sono in ritardo.
Apro il portone che dà sulla strada e vengo preso d’ assalto da dei giornalisti che non so come diamine facciano a sapere sempre ogni cosa:
vogliono sapere il mio “stato d’ animo” per la grande perdita di mia madre e dove andrò a vivere visto che tutti sanno che dopo mia nonna non ho parenti.
Io sto per spaccare quegli stramaledetti microfoni e videocamere, ormai la privacy non esiste più in casa Kirino.
POSSO SEMBRARE CATTIVO, MA NON E’ GIORNATA.
Una mano mi afferra il braccio e, senza che io possa fare niente, mi trascina fuori dalla folla.
Poi scorgo la pettinatura sciolta, arruffata e azzurra del mio migliore amico Masaki che mi intima di sedermi sul portapacchi della sua bici e di aggrapparmi a lui.
Non me lo faccio ripetere e in poco tempo abbiamo superato quei reporter.
-Che volevano quelli?- mi chiede, ma io non rispondo.
-Ran che hai?- mi chiede di nuovo.
-Tranquillo, volevano un’ intervista per l’ album che sarebbe dovuto uscire domani- dico dando poco conto alle mie stesse parole.
-“Sarebbe dovuto uscire???" Ran cosa succede???- ribatte tra un misto di rabbia e seccatura.
-Maki abbi pietà sono le sette e trenta del mattino!- gli dico ridendo e lui sembra non accorgersi di niente.
STRANO
Arrivo a scuola e entro in classe, e come se non bastasse, Riccardo non c’e.
OGGI CHE HO BISOGNO DI PARLAGLI LUI NON VIENE A SCUOLA, IRONIA DELLA SORTE.
La giornata è quasi finita, è da quando sono entrato che le lacrime premono a uscire e le braccia mi formicolano sempre più forte.
Sono ora più che mai tentato a mollare tutto, ma manca poco, posso resistere.
-Kirino, interrogato- urla quella befana che insegna storia mentre io sono assorto nei miei pensieri.
Non spiccico una parola, se parlo ora esplodo, ed è quello che non voglio.
Eccomi il mio primo quattro della storia, ma sinceramente, non me ne frega niente: ho cose molto più importanti su cui riflettere e pensare.
LA SCUOLA IN QUESTO MOMENTO NON MI TOCCA PROPRIO.

Esco e mi dirigo a casa di Riccardo: è con lui che solitamente parlo quando ho un problema o mi devo sfogare.
Quindi, superato l’ immenso giardino, entro nella sua enorme villa.
-Riccardo è in casa?- chiedo alla domestica.
-Sì, ma non può ricevere visite e sono costretta a mandarvi via- mi risponde preoccupata accompagnandomi verso la porta da cui sono entrato.
-No, io devo vederlo!- ribatto opponendomi.
-Mi spiace, sono costretta a cacciarla- mi dice ancora una volta la domestica.
-Mi dica che sta bene e che verrà agli allenamenti- le urlo al limite della rabbia che oggi non manca proprio.
-No, il signorino non- un’ urlo di Riccardo la interrompe:
-Ran, va via, ti raggiungo dopo e “NON FARE PAZZIE”-mi urla dal piano di sopra, poi lo si sente urlare dal dolore.
-Riccardo- urlo e corro verso le scale quando tre inservienti della casa mi prendono di forza e mi portano fuori dalla villa senza che io riesca oppormi e a fare niente.
Quindi, con malavoglia e più preoccupato che mai, mi dirigo agli allenamenti al campo della scuola.
Non mangio, non ho la minima fame, il vuoto mi colma lo stomaco, non mangio da ieri sera.
Sono distrutto sia per pensare, sia per camminare.
NON SO NEMMENO SE AVRO' LA FORZA PER VIVERE SUPERATO OGGI.
Sono nel corridoio della scuola e la sala del club si trova a circa dieci metri da me.
Poi di nuovo quel formicolio, più forte, la tentazione sale quando istintivamente prendo la lametta dalla tasca della divisa: come ci è finita??Perché è lì??
Non ricordo di averla presa, forse l’ ho fatto involontariamente, istintivamente, non me ne sono accorto.
La prendo, alzo la manica della mia divisa e molto lentamente la appoggio internamente al gomito del braccio sinistro, al centro.
Scorro di poco verso la mia mano.
Sto per incidere.





*Angolino Della DragonFly*
Buongiorno a tutti, sono tornata!!!!
*Grilli di sottofondo che persino Midochan, Kiki , Maki e Riccardo se ne sono andati in polonia*
Va be non fa niente comunque questa storia non mi commuove nemmeno un pochino...
Dovrei essere le prima a dire che mi fa piangere ma siccome non ho mai subito grandi perdite non so come ci si sente.
Il prossimo capitolo uscirà in un tempo non determinato(???) visto che lo ho scritto su carta e devo trascriverlo sul computer... faticaccia!
Comunque spero ti sia piaciuta e che ti abbia lasciato un po' di suspance.

A Prestissimo
IlariaDragonFly
   
 
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