Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: sasaneki    30/01/2016    5 recensioni
Ed Eren non obiettava. Mai. Gli andava bene così. Anche in quel preciso istante, in cui era disteso sul letto del capitano, col busto alzato e i gomiti poggiati sul materasso, mentre Levi lo sovrastava col proprio corpo.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ok, allora. Di questo fandom son nuova di zecca. Solo recentemente ho iniziato a leggere quest'opera meravigliosa. Ho pure guardato l'anime due volte e vbb. Eren e Levi mi sono entrati nel cuore. Il primo perché è un bambino troppo  stupido  prezioso per non essere amato. Levi, invece, si ama a prescindere ok.
Ma passando a ciò che andrete a leggere... mi merito tutti gli insulti del mondo perché è qualcosa di veramente idiota. Anche SE, un comportamento così potrei benissimo aspettarmelo da Levi lol Volevo assolutamente scrivere qualcosa su questi due e beh... l'ispirazione era quella che era (BELLA MERDA) e quindi nulla... questo è quello che passa il convento. Spero comunque che non vi faccia così schifo.
E niente! "Buona" lettura. Mi aspetto insulti di ogni genere!

Disclaimer: Shingeki no Kyojin © Hajime Isayama
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Il dovere prima di tutto.


 
Il capitano Levi era sempre stato un individuo piuttosto pignolo e dotato di un immenso autocontrollo. Difficilmente perdeva il lume della ragione e, ancor più raramente, perdeva di vista i propri obiettivi. In qualsiasi situazione si trovasse.
Inoltre, era in grado di mantenere la calma anche quando aveva a che fare con quel moccioso di Eren. Moccioso del quale, da tempo, si era assunto la responsabilità di proteggere. E non solo perché dai piani alti era stato stabilito così. A detta del capitano, avere a che fare con un individuo del genere non era certo così semplice. Soprattutto se si considerava il fatto che Eren fosse palesemente un ragazzino col complesso dell’eroe. Ma nonostante ciò, era da tempo che non si faceva il benché minimo scrupolo ad instaurare con lui, ogni volta che ne aveva la possibilità, un contatto che andasse ben al di là di alcuni semplici ordini o direttive utili alle operazioni di squadra.
Ed Eren non obiettava. Mai. Gli andava bene così. Anche in quel preciso istante, in cui era disteso sul letto del capitano, col busto alzato e i gomiti poggiati sul materasso, mentre Levi lo sovrastava col proprio corpo. Percepiva il bacino del capitano farsi spazio fra le sue cosce, e lo sentiva ondeggiare sensualmente, mentre portava il proprio petto temprato da anni di combattimenti contro il suo. Ed Eren non poteva far altro che bearsi di quelle movenze, così sublimi e sensuali delle quali il capitano sembrava un maestro esperto. Era sempre in grado di ammaliarlo e ipnotizzarlo. E il corpo non era certo l’unica arma a suo favore. Ciò che aveva sempre avuto grande influenza sui sensi di Eren era sicuramente lo sguardo di Levi, così maledettamente affilato ma al contempo profondo se lo si guardava un po’ più da vicino.
Avvertì il capitano aumentare la pressione contro il suo petto, e lo vide avvicinare lentamente il volto, fino a ritrovarselo ad un palmo dal proprio. Percepì sulle labbra il respiro regolare e caldo di Levi, mentre la bocca di quest’ultimo si increspò lievemente in un ghigno soddisfatto.
Un brivido percorse la spina dorsale della giovane recluta, e il suo sguardo scivolò inevitabilmente su quelle labbra sottili e maledettamente invitanti. Nemmeno si accorse di aver schiuso leggermente la propria bocca e di averla avvicinata impercettibilmente a quella di Levi. Sentiva il bisogno, l’istinto, di estinguere quell’esigua distanza e di approfondire quel contatto, dal momento che i suoi pantaloni si erano ormai fatti fastidiosamente stretti all’altezza del cavallo. Oltretutto, quello sguardo, quel ghigno e quelle movenze provocatorie non lo aiutavano minimamente a trovare un po’ di sollievo.
Levi sospinse leggermente il bacino contro quello di Eren, avvertendo nettamente la sua erezione, mentre il giovane percepì l’ennesimo brivido irradiarsi per ogni centimetro del corpo.
«Ehi, moccioso… hai bisogno di qualcosa?» domandò ironico, notando come il ragazzo gli stesse mangiando le labbra con lo sguardo.
Eren, dal canto suo, non poteva certo negare l’evidenza. Inghiottì un grumo di saliva, per poi leccarsi le labbra e mordersi quello inferiore.
«Mentirei se dicessi di no, capitano Levi» rispose a bassa voce.
Era sull’orlo di una crisi, e Levi lo sapeva. Lo sapeva benissimo. Vedeva come il giovane fremesse dalla voglia e di come stesse ardendo dal desiderio.
«Capisco».
Si mosse in avanti, più deciso e famelico, schiudendo le labbra e sfiorando quelle dell’altro. Ed Eren non poté fare altro che trarne sollievo, ormai già pronto ad accogliere la lingua del capitano e assaporare quella bocca. Ma ogni sua aspettativa fu destinata a sfumare quando Levi si fermò poco prima di congiungere con irruenza le proprie labbra alle sue.
«Ma prima… le pulizie, Eren».
Ogni suo entusiasmo si spense irrimediabilmente, mentre sul volto fece la sua comparsa un’espressione delusa e amareggiata.
«Sì, signore…» rispose con voce flebile e sconsolata, lasciandosi cadere con la testa sul materasso e volgendo lo sguardo al soffitto.
D’altronde, gli ordini del capitano non si dovevano discutere. Ed Eren, col tempo, lo aveva ben compreso.

 
   
 
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