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Autore: katyjolinar    30/01/2016    0 recensioni
Seguito di "Il veleno del Pungolo Orrendo". Moccicoso ha 5 anni, ora, e vive una vita normale, esattamente come i suoi coetanei. Questa è la storia di come crescerà e diventerà un uomo, seguito e amato dai suoi vecchi amici e dalla sua famiglia, senza mai dimenticare le tradizioni vichinghe.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Moccicoso, Testa Bruta, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il veleno del Pungolo Orrendo'
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I tre stavano uscendo dalle stalle, quando vennero raggiunti dalla piccola Sòl.
La bambina era agitata. Prese il fratello per mano e fece per trascinarlo verso casa.
"Ehi, sorellina, che succede?"chiese Hiccup, fermandola e abbassandosi alla sua altezza.
"Mamma e Astrid stanno male." spiegò la piccola, con le lacrime agli occhi "Hanno detto di chiamare te e papà..."
"Stanno male? In che senso?" insistette il castano "E dove è finito nonno?"
"Nonno è dovuto andare all'Accademia... Non voleva andare, ma mamma ha detto che non sarebbe successo nulla..." continuò lei, singhiozzando "Poi Astrid ha avuto male alla pancia, e mentre mamma si è fatta la pipì addosso mentre la accompagnava in camera... e ha avuto male alla pancia anche lei..."
"Finn, vai a cercare tua nonna." ordinò Sjöfn, scattando verso casa "Credo ci sia bisogno di lei. Hiccup, tu e papà aspetterete fuori, io vado a vedere come stanno!"
"Ma... Astrid è al settimo mese..." obiettò Hiccup, prendendo per mano Sòl e voltandosi verso il cugino "Non può essere che..."
"Mio nonno dice che anche tu sei nato prima..." spiegò l'altro "E anche zia Valka. Ma ora è meglio se vado a cercare nonna, tu corri a casa."
Lui corse via, e il castano seguì la sorellina verso casa, fermandosi davanti alla porta, quando vide arrivare di corsa Moccicoso, trascinato da Syn, agitata quanto la gemella. I due uomini si guardarono, capendosi all'istante.
"Sjöfn e Finn erano con me." riferì il giovane "Lei è già dentro, e mio cugino è andato a chiamare sua nonna."
"La Saggia Beyla avrà parecchio lavoro..." commentò il moro "Speriamo bene..."
"Papà,  posso chiederti una cosa?" continuò il ragazzo, torcendosi le mani "Le... le altre volte che Astrid..."
"Ero solo un bambino, ma ricordo che eri sempre molto agitato, e contagiavi anche me... Quando è nata mia sorella ho passato tutto il tempo in braccio a Bruta pur di cercare un minimo di tranquillità."
Hiccup abbassò lo sguardo, incrociando quello delle due gemelline, che si erano aggrappate alle sue gambe, in cerca di conforto, mentre Sif, Freya e Valka jr raggiungevano sorella maggiore in casa, per darle una mano, insieme a Beyla, arrivata di corsa, chiamata da Finn.
E, davanti alla capanna del capo, poco per volta si radunò una piccola folla attorno ai compagni delle due partorienti, prima composta dai parenti e gli amici più stretti, e poi, con l'avanzare delle ore, anche dal resto del paese.
Dopo un po' si iniziarono a sentire i lamenti delle due donne, e quelli di Astrid fecero raggelare il sangue nelle vene al marito, poiché sembrava soffrire molto più di Testa Bruta, nel travaglio.
Hiccup si sedette sullo scalino davanti a casa, tenendo lo sguardo basso e la testa tra le mani, cercando di estraniarsi, ma senza davvero riuscirci. Moccicoso lo guardò, preoccupato; senza dire una parola guardò le figlie minori, che si erano aggrappate a lui, spaventate dalle urla della madre e della moglie del fratello minore, e indicò il ragazzo, eloquente. Le piccole gli si avvicinarono e lo abbracciarono stretto, mentre il moro gli dava una pacca sulla spalla.
"Tranquillo, figliolo, andrà tutto bene." lo rassicurò, proprio nel momento in cui Astrid urlava per l'ennesima volta e Beyla usciva di caos per parlare con loro.
"Testa Bruta sta andando molto bene." riferì, rivolta al Capo "Il bambino è messo bene, e credo che nel giro di un paio d'ore sarà nato." si girò verso il ragazzo, che si era alzato, pur senza mollare le sorelle, e lo guardò, seria "Per Astrid ci vorrà di più: sono due gemelli, e lei non è ancora del tutto pronta, la dilatazione non è ancora al massimo... inoltre è debole, e ha già perso conoscenza un paio di volte, a seguito di due forti contrazioni."
"Per favore, non voglio che Astrid muoia..." la implorò il castano, con un filo di voce.
La donna gli posò una mano sulla spalla, rassicurante, e lo guardò negli occhi.
"Farò tutto il possibile perché stia bene, stai tranquillo." disse.
"Perché non entriamo a vedere come stanno?" propose Moccicoso "Potrebbe fare loro bene..."
"D'accordo, ma non potete stare più di cinque minuti." acconsentì la Saggia, accompagnandoli in casa.
I due la seguirono, e lei li accompagnò nelle rispettive stanze coniugali, dove erano state portate le due partorienti.
Hiccup entrò, ma restò vicino alla porta, guardando la moglie, un po' intimorito. Astrid era stesa sul letto, era molto pallida e sembrava debole; gli occhi erano chiusi e delle lacrime le ricavano le guance.
Il ragazzo si fece coraggio e si avvicinò, sistemandosi accanto alla compagna; le carezzò la fronte, con delicatezza, e lei sussultò al contatto, aprendo gli occhi e fissandolo, sorpresa.
"Hiccup..." sussurrò, con voce affaticata.
"Beyla mi ha fatto entrare per vederti." spiegò lui, continuando a tenerle la mano tra i capelli.
"Resta, ti prego..." lo implorò la giovane, afferrandogli la mano.
"Non... Non so se posso..." balbettò il ragazzo, abbassando lo sguardo.
Astrid stava per rispondergli, ma venne colta da una contrazione improvvisa, e il dolore la fece urlare; la stretta sulla mano di Hiccup si fece più forte e lui non si mosse, abbracciandola e attendendo con lei che il dolore cessasse.
Beyla arrivò di corsa, per controllarla, e guardò il ragazzo, pronto a mandarlo via.
"Ti prego... lascia che Hiccup resti qui..." chiese la bionda, senza mollare la mano del marito.
La druida ci pensò su e alla fine annuì.
"D'accordo. In effetti stavo per mandare una delle ragazze, ma mi servono di là: a Testa Bruta manca poco." acconsentì "Per te ci vorrà ancora un po', invece, abbi pazienza."
"Ma sono passate quattro ore..." obiettò la ragazza.
"Lo so, ma non tutti i bambini ci mettono lo stesso tempo a nascere..." rispose Beyla, andando alla porta "Ora stai tranquilla, appena possibile torneremo da te."
Astrid annuì, stringendosi al compagno, e l'altra uscì, per dedicarsi all'altra partoriente.
"Rilassati, Astrid." cercò di rassicurarla lui "Andrà tutto bene."
La ragazza annuì debolmente e si aggrappò alla casacca di Hiccup, riprendendo a singhiozzare, mentre il giovane la stringeva.
Moccicoso si affacciò alla porta aperta e li guardò, per poi avvicinarsi al letto e guardarli, agitato quanto Hiccup.
"Mi hanno buttato fuori..." sospirò, facendo una carezza alla ragazza "Tu come stai, piccola?"
"Fa male, papà..." si lamentò la bionda, cercando di prendere il controllo della respirazione.
"Tranquilla, tieni duro, finirà presto, ma sono certo che ne varrà la pena." la rassicurò.
"Le... le altre volte come era?" chiese la ragazza, girandosi verso di lui.
Moccicoso fece un respiro profondo e si sedette sul letto, raccogliendo le idee.
"Ricordo che urlavi sempre parecchio." rispose, con un sorriso nostalgico "Al tempo ero un bambino, e non capivo molto, ma ricordo che ogni volta minacciavi Hiccup perché ti aveva messa incinta, salvo poi dimenticare tutto una volta nato il bambino.
"Ehm... che tipo di minacce?" domandò il ragazzo, deglutendo nervoso.
Dall'altra stanza si sentì Testa Bruta urlare e lanciare minacce esplicite nei confronti dei gioielli di famiglia del marito. L'uomo guardò il figlio, eloquente, e lui abbassò lo sguardo sulla compagna, che ebbe un sussulto per via dell'ennesima contrazione.
"Perché dovrei minacciarlo?" sussurrò, appena il dolore fu passato "È mio marito... è giusto che gli dia dei figli..."
Hiccup sorrise, abbassandosi su di lei per posarle un bacio sulle labbra. Dall'altra stanza ci fu un silenzio improvviso, che fece allarmare Moccicoso, il quale si alzò e andò alla porta.
E, infine, si sentì il pianto di un bambino. Il moro si rilassò e sorrise, vedendo poi Beyla uscire dalla stanza, dieci minuti dopo, con un fagottino tra le braccia.
Si avvicinò all'uomo, che lo prese, esaminandolo con attenzione.
"Un'altra femmina..." sussurrò, con un sorriso felice dipinto in volto. Prese la manina della neonata, con delicatezza "Benvenuta al mondo, piccola... piccola Arwen. Ora ti riporto dalla mamma."
Detto ciò, andò da Testa Bruta, lasciando i due da soli con la Saggia, che controllò di nuovo Astrid.
"Ci siamo quasi." disse "Hiccup, per favore, ora esci, me la cavo da sola adesso. Vai di là dai tuoi, sicuramente sei curioso di vedere tua sorella."
Hiccup guardò la moglie, che annuì, quindi le posò un bacio sulla fronte e si alzò, dirigendosi nell'altra stanza.
Trovò tutte le sorelle e il padre raccolti attorno al letto, su cui era stesa Testa Bruta, che teneva in braccio la piccola, impegnata nel suo primo pasto.
Si avvicinò cauto, fermandosi dal lato opposto rispetto a Moccicoso, e guardò la sorellina.
"Gli Dei vogliono proprio essere sicuri che tu sia l'unico maschio, bambino mio." commentò la donna, alzando la mano verso il volto del ragazzo e passandogliela tra i capelli.
Il giovane sorrise, lasciandola fare e lanciando delle occhiate verso la porta, in attesa di ricevere notizie dall'altra stanza.
"Andrà tutto bene." lo rassicurò la bionda "Astrid è in buone mani."
Hiccup annuì, scattando in piedi non appena sentì un urlo della compagna. Quello stesso urlo fece spaventare Arwen, che scoppiò a piangere.
Pianto che si sovrappose a quello proveniente dalla stanza coniugale dei ragazzi, e poco dopo, a un terzo pianto, dalla stessa stanza.
Il ragazzo si avviò, zoppicando, verso la porta, incrociando a metà strada Beyla, che teneva in braccio due fagottino. Il giovane si avvicinò e li guardò, con le mani tremanti, infine li prese.
"Un maschio e una femmina." riferì la donna "Lei è nata per prima."
Il castano annuì, guardandoli, per poi andare in camera sua, seguito dalla druida, che però lo fermò prima che potesse aprire gli occhi.
"Hiccup, Astrid è molto debole." disse "È svenuta appena è nato il secondo... Non deve affacciarsi."
"Non la farò affaticare." intervenne il ragazzo "Ma devo vederla... ti prego..."
La donna sospirò, ma gli aprì la porta e lo lasciò entrare. Hiccup andò, spedito, verso la compagna, distesa ancora sul letto, con le braccia abbandonate lungo i fianchi.
Il ragazzo si sedette accanto a lei e adagiò i due piccoli sul suo petto. Astrid aprì gli occhi e li guardò, prendendo le loro manine.
"Sono minuscoli..." sussurrò.
"Cresceranno." rispose il ragazzo "Come li chiamiamo?"
"Lui voglio che si chiami come te." suggerì la bionda, passando le dita sulla testolina pelata del maschio "Hiccup Horrendous Haddock, quarto per nome."
"Allora lei avrà il tuo nome." completò lui, posando la mano sulla testolina piena di capelli castani della piccola, che stava già cercando la testa per poter pompare "Astrid Skađi Haddock."
"Lui diventerà un grande capo." continuò la ragazza, attaccandoseli al seno.
"Capo dell'esercito di Berk." la corresse Hiccup "Perché il futuro capotribù sarà Skađi, essendo nata per prima."
Astrid annuì, guardando i due bambini.
Non era importante cosa sarebbero diventati da grandi. La cosa più bella era che li aveva appena conosciuti e già li amava, perché erano i suoi figli, e li aveva avuti da Hiccup, suo marito.
Si voltò verso di lui e lo baciò dolcemente.
Aveva deciso: il passato era passato, esisteva solo il presente.
   
 
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