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Autore: Songbird97    30/01/2016    2 recensioni
Un breve episodio che racconta un piacevole incontro tra la giovane Lizbeth ( una ragazza qualunque) e due ragazzi noti per le loro bellezze così diverse ma entrambe accattivanti da non poter essere ignorate. Lizbeth sarà in grado di scegliere?
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Shanks il rosso
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
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Era inverno. Lizbeth si trovava nella sua camera a leggere, anche se la sua mente era lontana, che vagava tra i più oscuri pensieri. Come poteva concentrarsi su quel ben scritto romanzo rosa se l’unica cosa a cui riusciva a volgere il pensiero era la profonda solitudine che in quel momento la perseguitava?
I minuti passavano. Divennero ore. Lizbeth rinunciò alla lettura e si accomodò sul davanzale della finestra, avvolta in una calda coperta mentre osservava i primi fiocchi di neve posarsi sul soffice manto erboso.

“Che visino triste, zuccherino.”

Lizbeth sobbalzò dallo spavento, voltandosi nella direzione da cui proveniva quell’accattivante, seppur giovanile, voce. Lo vide, appoggiato allo stipite della porta: un ragazzo definito, dal fisico perfetto e dai lunghi capelli neri, tanto che Lizbeth si ritrovò a fissarlo intensamente, come se fosse una studentessa liceale presa da una forte infatuazione. Aprì e chiuse la bocca subito, non trovando le parole neanche per fare la più intuibile delle domande: chi era quel bellissimo ragazzo? E, soprattutto, come aveva fatto ad entrare in camera sua? Si fece coraggio e, cercando di apparire il meno nervosa possibile, riuscì a formulare la domanda.

“Chi sei?”

Non le venne più in mente la seconda domanda, ormai vinta dalla più forte e, stranamente, carnale curiosità di poter dare un nome a quell’essere così sexy. Notò solo in quell’istante che lui indossava un cappello che gli copriva gli occhi. Lui lo sollevò rivelandole e dedicandole uno tra i più sensuali sguardi che un ragazzo le avesse mai rivolto, si sistemò la camicia che teneva completamente aperta lasciando libero alla vista il suo stupendo torso scolpito, e con un ghigno le rispose:

“Mi chiamo Ace, zuccherino. Non devi aver paura di me. Ti ho osservata a lungo e ho capito che ciò di cui hai davvero bisogno è di essere degnamente amata. Io sono qui per questo: ho intenzione di offrirti una notte d’amore e di passione come non le hai mai vissute prima d’ora e che ricorderai per sempre.”

Le si avvicinò, come un lupo alla sua preda, formando piccole fiammele con la mano. Lizbeth si stupì ed indietreggiò alla vista di quello strano trucco. Notando quella reazione lui alzò le mani in segno di resa chiedendo perdono con lo sguardo.

“Non temere, è solo un piccolo trucchetto che mi accompagna da un po’ di tempo e che mi ha aiutato e protetto molte volte. Anche mio fratello ne ha uno simile, sai? Ha il corpo di gomma”, disse ammiccando, “pensa cosa avrebbe potuto fare lui se fosse stato qui. Invece, ci sono io e, credimi, sei davvero fortunata.”

Ripeté il trucco e, questa volta, Lizbeth si sentì pervadere da un piacevole torpore in tutto il corpo, facendola sentire ancora più attratta ed eccitata per quel ragazzo. Ma cosa stava facendo? Era sola in casa con un estraneo, seppur tremendamente affascinante, e l’unica cosa che era in grado di pensare era la sempre più ardente eccitazione che le invadeva tutto il corpo? Doveva riprendersi, cercare di pensare razionalmente. Tuttavia, non appena i loro sguardi si incrociarono, non ci riuscì e si accorse che, involontariamente, si era alzata dal davanzale della finestra, lasciando cadere a terra la coperta, e si stava avvicinando anch’essa a lui, mai lasciando i suoi occhi, così neri e profondi da farle tremare le gambe. Senza proferire parola, si ritrovarono a pochi centimetri l’uno dall’altro, i seni di lei che ormai sfioravano il petto nudo di lui, le loro labbra a un soffio di distanza, tanto che uno poteva sentire i sospiri dell’altro, che si facevano più brevi e intensi.                                                                                                      
Nell’osservarla Ace dovette ammettere a se stesso quanto lei fosse stupenda. Aveva le giuste forme e misure, con la camicia da notte lunga e bianca che le ricadeva dolcemente sul corpo, esaltando ancora di più le sue curve. Ciò che, tuttavia, lo fece impazzire erano i suoi occhi castani, così grandi, luminosi, ardenti di passione, tanto che non seppe più resistere e decise di chiudere lui quella poca distanza che li separava. Il bacio era inizialmente duro, poiché aveva colto di sorpresa la ragazza, la quale non si aspettava una tale enfasi, ma in pochi secondi si addolcì e Lizbeth si sentì mancare per il tocco sensuale della mano di lui dietro il suo collo. Lei, allora azzardò la mano per togliergli il cappello per avere così più libertà nell’accarezzargli i morbidi capelli, nonostante fosse incerta se lui lo volesse, ma si sentì più sicura quando lui, in risposta, la sollevò da terra, lasciando che lei si posizionasse con le gambe intorno al suo bacino e sentisse la ormai dura e piacevole presenza nei suoi pantaloni. Ace stava accennando i primi strusciamenti tra i loro sessi, quando vennero interrotti da un’altra voce maschile, questa volta più calda e ancora più sensuale.

“Wow, ragazzina, non sapevo avessi gusti del genere. Non pensi che un uomo più maturo sia più adatto ad amarti in modo più completo e puro? Lui non saprebbe mai darti lo stesso piacere che io invece saprei concederti se tu scegliessi di lasciarti amare da me. Perciò, tu,” rivolgendosi al ragazzo, “lascia andare la mia donna!”

Lei, che nel frattempo si era staccata dalle labbra di Ace, rimanendo tuttavia aggrappata a lui con le braccia intorno al suo collo, osservò quella nuova figura e rimase esterrefatta nel vedere quanto egli fosse affascinante e avesse intorno a sé un’aura tenebrosa da conferirgli ancora più sensualità.

“E tu invece chi sei?”, gli chiese, ancora una volta senza domandarsi su come abbia fatto un’altra persona ad entrarle in casa, senza farsi notare; ancora una volta si sentì vincere dalla curiosità di sapere il suo nome così da poter ricordare di aver conosciuto due uomini stupendi nella stessa notte.

“Mi chiamano Shanks il Rosso ed ho intenzione di farti mia qui e ora, ragazzina.”

Al suono di quelle provocatorie parole successero fatti quasi inspiegabili: l’orologio sul muro si fermò non appena l’uomo alzò lo sguardo verso di esso, come se per fermare quel’incontro per l’eternità; una cornice appesa alla parete cadde frantumandosi non appena gli occhi del Rosso vi si posarono mentre scansionava la stanza per capire ancora di più la personalità della ragazza; perfino la piccola televisione sulla scrivania, che fino ad allora trasmetteva quella famosa serie, si spense non appena la figura le si avvicinò per giungere alla sua meta, ovvero la sua dolce ragazzina. Così Shanks ridusse la distanza dalla coppia ancora avvinghiata, deciso più che mai a separarli; voleva quella ragazza tutta per sé, l’aveva vista lui per primo molto tempo fa, ma era stato battuto sul tempo da quel giovane. Questo non lo scoraggiò poiché era più che sicuro che al confronto la ragazza avrebbe preferito lui. Nell’approcciarsi a lei, Lizbeth notò che gli mancava l’avambraccio sinistro e questo la preoccupò leggermente, sia perché si interrogava su come fosse successo sia perché temeva che avrebbe reso il contatto più difficile, ma scacciò quest’ultimo egoistico pensiero e iniziò a mollare la presa intorno ad Ace. Quest’ultimo, però, non avrebbe rinunciato a lei tanto facilmente; infatti, ad ogni passo che Shanks faceva verso di loro, lui si allontanava di un altrettanto passo, stringendo ancora di più a sé la ragazza. Tale gesto si ripeté un paio di volte, finchè la ragazza, divincolandosi dalla presa di Ace e stupendosi di quello che aveva intenzione di dire, avanzò una richiesta:

“Ragazzi, avrei la soluzione per accontentare tutti: perché non mi condividete? Potremmo divertirci ancora di più e la notte si farebbe ancora più carica di passione. Sareste disposti a farlo?”, ma, soprattutto, lei lo era?                         

Lizbeth non aveva nulla in più delle altre ragazze della sua età, l’unico aspetto che la distingueva era la sua scelta di preferire la solitudine alla compagnia di altri, anche se con gli anni aveva capito quanto si fosse sbagliata. Aveva, infatti, incominciato ad uscire con alcune sue amiche, ma il senso di solitudine non l’aveva mai abbandonata del tutto. Ed ora era in casa da sola, in una sera d’inverno, con due uomini che trovava estremamente sexy, e aveva appena chiesto di essere condivisa da loro in una notte che si prospettava essere solo sesso e niente sonno. Come poteva aver chiesto una cosa del genere proprio lei? Tuttavia, si rese ben presto conto di una cosa: lei non voleva rinunciare a nessuno dei due. Si sentiva terribilmente attratta da entrambi e non poteva scegliere, non ci riusciva! Entrambi accendevano la passione erotica che era in lei, seppur in due aspetti diversi. Si vedeva chiaramente, infatti, che Ace fosse più giovane di Shanks di almeno dieci anni, se non di più, e ciò che le piaceva di più di quel corpo perfettamente scolpito erano lo sguardo penetrante e il ghigno malizioso. Shanks, invece, aveva tutt’altro fascino: si presentava come un uomo più maturo, alto e prestante, la tripla cicatrice che gli attraversava l’occhio sinistro gli conferiva un’aria da uomo vissuto, che aveva visto il mondo e che aveva accumulato esperienza in ogni campo, compreso quello del piacere, il mantello nero che cadeva a pennello sulle poderose spalle. Lizbeth capì, quindi, che il suo corpo desiderava entrambi e quel torpore che aveva all’inizio si stava ormai trasformando in un cocente ardore, sempre più difficile da reprimere.                                                                                                
Ace, nell’udire quella richiesta estremamente spavalda e alquanto eccitante, si fermò a riflettere, poiché non era certo se fosse disposto ad accettarla: la voleva, ormai era chiaro, anche perché il suo zuccherino si era reso più sexy con quella proposta, ma non si sentiva tanto sicuro sul condividerla con quell’altro uomo. Avrebbe preferito che lei desiderasse solo lui e che mandasse via l’altro, ed invece poteva benissimo osservare come Lizbeth fosse ormai rapita dallo sguardo del Rosso. Quest’ultimo, al contrario, appariva più tranquillo e sicuro, come se avesse già avuto un’esperienza simile; infatti, sorrise tentando la ragazza, riprendendo ad avvicinarsi finchè lei non si ritrovò con lo sguardo fisso sul petto statuario di lui, incapace di guardare altrove.

“Per me va bene, ragazzina, ma la vera domanda è: sei sicura di essere in grado di soddisfare entrambi? Non so riguardo a lui, ma io sono diverso dagli altri: richiedo una certa energia che non tutte le ragazze possiedono. Dovresti considerarti fortunata che io sia qui a fremere per assaggiarti e ad amarti più che mai.”

Lei alzò lo sguardo per incrociare quello di lui, sentendosi per un primo momento intimidita, ma si fece coraggio e, cercando di non far tremare la voce, rispose:

“Sono più che pronta per chiunque voglia possedermi e credimi quanto ti dico che ho accumulato molta energia nell’aspettarvi.”

Mantenne il suo sguardo per secondi che sembravano interminabili, fino a che non sentì il sospirare veloce ed intenso di Ace, voltandosi verso di lui. Il ragazzo, nel sentire la sicurezza quasi sensuale nella sua risposta, aveva capito che, anche a costo di condividerla, non poteva né voleva rinunciare a lei, alla sua bocca, al suo corpo, a ciò che proteggeva tra le gambe. Perciò corse verso di lei, riprendendola tra le proprie braccia e baciandola di nuovo, con più passione ed impeto, tanto che spinse con la lingua per cercare quella di lei e gustandola da ogni angolo. Lei, sorprendendosi all’inizio, ricambiò quasi subito quel gesto, riportando le proprie gambe attorno alla sua vita e iniziando lei i movimenti sinuosi tra i loro bacini, facendo incontrare i loro sessi desiderosi l’uno dell’altro. Shanks non si lasciò intimidire dal giovane né dall’effusione che stava già avvenendo tra i due, perciò si accostò dietro la schiena della ragazza, già vittima anch’egli dell’eccitazione nei suoi pantaloni, ed iniziò a baciarla sul collo, sulla nuca, per poi scendere alle spalle, sfilandole le spalline della veste bianca. Accompagnava a questa bramosia, il dolce accarezzare della mano lungo i suoi bacini e i suoi glutei, provocandole brividi di piacere in tutto il corpo e aumentando il calore nel suo bassoventre. Lizbeth iniziò a gemere per le multiple emozioni che la stavano invadendo e desiderava ora baciare Shanks, incuriosita anche dalla possibile nuova sensazione che lui poteva darle. Si staccò, quindi, dalle labbra di Ace, che fino a quel momento non avevano mai smesso di amarla, e si voltò verso Shanks, abbandonando per ora il passionale amplesso con Ace e fremendo per l’altro paio di labbra. Lui, sentendosi in un certo senso vittorioso per aver attirato su di sé l’attenzione della ragazza, l’accontentò con un bacio, inizialmente dolce, ma che si fece sempre più profondo e passionale, mentre Ace, d’impulso, le sfilò completamente la camicia da notte, rivelando al suo rivale il morbido seno di lei che andò ad appoggiarsi al petto di lui con i capezzoli ormai turgidi dall’eccitazione, per poi chinarsi a toglierle anche le mutandine, unica barriera di tessuto tra lui e i suoi sodi glutei. Liberatosene, iniziò a baciarli e ad accarezzarglieli, incominciando a sfilarsi i pantaloni per dare spazio alla propria erezione. Intanto, Lizbeth si mise a spogliare Shanks, entrambi ormai agendo solo d’impulso senza più ragionare, come se sapessero esattamente cosa fare per procurarsi il massimo del piacere.

“Voglio baciarti mentre ti sento dentro di me, Shanks,” disse Lizbeth, venendo subito accontentata dall’uomo che, ormai completamente nudo, la posizionò perfettamente sopra di sé, unendo i loro sessi, mentre si spostava verso il letto e vi si sdraiava. Lui iniziò subito i movimenti sinuosi dentro e fuori di lei, ripetendoli per un certo tempo, lasciandosi andare insieme a lei in gemiti e versi di pura passione. Tuttavia, lei non si sentì completa perché voleva anche Ace. Gli porse la sua mano per attirarlo a sé e con una flebile voce gli disse:

“Prendimi da dietro, voglio sentirvi entrambi dentro di me.”

Lui fece come richiesto, insidiandosi in lei, dandole un attimo per adattarsi a lui per poi iniziare anch’egli ad ondeggiare avanti e indietro con il bacino, alternandosi a Shanks. Lizbeth non poteva credere all’immenso piacere che stava provando: due uomini che la stavano condividendo ed amando, che stavano collaborando per darle il massimo del piacere. Il trio ormai si muoveva in perfetta sintonia con un turbinio di gemiti, carezze e baci su ogni parte dei loro corpi, lasciando anche dei marchi di puro amore sulle loro pelli. Era la prima volta che Lizbeth si sentiva veramente amata e da ben due uomini allo stesso momento.                                                                                                                      
Ormai erano al limite, ma lei volle tentare un’ultima cosa prima di raggiungere l’apice del piacere: allontanò Ace, si staccò da Shanks ma solo per accoglierlo nella sua bocca, mentre con una mano richiamava Ace affinché continuasse l’amplesso dentro di lei. Fu così che il trio trovò una nuova posizione per amarsi a vicenda e procurarsi piacere, riprendendo il movimento perfettamente alternato. Lizbeth sapeva che Shanks stava per venire, così come lei per i movimenti di Ace. Ancora un movimento. Due. Tre. Al quarto si sentì inondare la bocca del seme di Shanks, mentre sentiva il calore di quello di Ace scenderle sull’interno coscia nel preciso istante in cui lei si lasciò sovrastare dal più piacevole degli orgasmi. Si sentiva felice e finalmente amata. Shanks, riprendendo fiato accennò a sussurrarle qualcosa:

“E’ stato fantastico, ma forse è il caso che tu vada a rispondere alla porta.”

Dlin Dlon...

Lizbeth sobbalzò sul divano, un’altra puntata di One Piece che incominciava alla televisione. Le ci volle un attimo per capire che quella magnifica esperienza non fosse stato altro che un semplice sogno, seppur indimenticabile. Si alzò dal divano, dirigendosi verso la porta, ancora in estasi per la sensazione di benessere che le invadeva il corpo.
   
 
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