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Autore: heynat    30/01/2016    2 recensioni
[ ... ] Riesci a sentirlo? È il profumo delle pergamene, è l'odore dell'inchiostro sulle dita, è la magia che respiri. Sono le onde che sospinte dalla brezza mattutina s'infrangono con debolezza sulle sponde del Lago Nero, sono i bisbigli provenienti dalla Foresta Proibita, sono i fruscii del Platano Picchiatore. Questo è ciò che fa di Hogwarts... — bé — Hogwarts. Ma ciò che la rende così speciale, però, nonostante gli anni, i decenni, i secoli che si susseguono, è che ogni storia prende vita propria all'interno di quelle mura, e talvolta quella storia può ripetersi, può inciampare in nuovi misteri, dilemmi... o in giochi di fumo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Game Of Smoke
Tiger Lily

Che Lily Luna Potter fosse una delle ragazze più imbranate del mondo magico e non era cosa nota e universalmente riconosciuta [ 1 ], ma nessuno si sarebbe mai aspettato che riuscisse ad impigliarsi anche nella sua stessa maglietta, che invano cercava di infilarsi con così tanta e bizzarra difficoltà...

Questo era decisamente troppo anche per lei.

Da chi avesse ereditato questa caratteristica rimaneva un mistero, sta di fatto che la sopracitata ragazza si premurava di maledirlo o maledirla qualvolta le si presentasse l'occasione per farlo, e con un gergo vivacemente colorato dei più fini e deliziosi insulti che per primi le venissero in mente.

La cosa peggiore fra tutte era che – giustamente – questa sua prerogativa non si limitava a manifestarsi solo fra le mura domestiche ( dove poteva ritenersi lontana quantomeno dagli occhi di un pubblico di sconosciuti ), ma raggiungeva il suo apice di attività quando si trovava in qualsiasi tipo di eventi e in qualsiasi tipo di situazioni, come se la sua goffaggine fosse direttamente proporzionale al numero di persone che le stavano attorno.

« Lils, ma che – ? » La voce di Alice Paciock Jr raggiunse le orecchie della ragazza, ancora maldestramente intrappolata nell'indumento che sembrava aver preso vita propria e cercasse di soffocarla per un motivo noto solo a lui. Le fu grata per non esser scoppiata fragorosamente a ridere ( cosa assolutamente lecita, visto il grado di ridicolaggine che aveva appena raggiunto ), e le fu ancora più grata quando l'aiutò a liberarsi dalla stretta morsa asfissiante della sua maglietta, venendone fuori con un viso talmente rosso e paonazzo da potersi ritenere monocromatico ai suoi capelli vermigli... la tinta unita non faceva per lei.

« Grazie. » Riuscì a dire dopo aver riacquisito un normale ritmo di respirazione, osservando la sua migliore amica con sguardo pieno di solenne riconoscenza.

« Non abbiamo tempo per i ringraziamenti, ora! » Le rispose la bionda con tono sbrigativo, afferrandole il polso e trascinandola fuori dalla sua stessa camera da letto.

« Sai che ore sono? » La rossa in tutta risposta fece cenno di no, e stava per aggiungere anche un ʺ... e non lo voglio sapereʺ, ma non fece in tempo a proferir sillaba che la parlantina della sua migliore amica era già partita in quarta.

« Sono le dieci e mezza! Ciò vuol dire che fra mezz'ora l'espresso partirà, e io non ho intenzione di perdere il treno come l'anno scorso; e no, Lily, non è stato divertente raggiungere Hogwarts con il Nottetempo, e no, non ho intenzione di assecondare le tue strampalate idee circa il viaggiare in groppa ad un ippogrifo! Ora smettila di parlare e datti una mossa, tua madre ci sta aspettando di sotto! »

Il viso della Potter si accese in un'espressione oltre ogni modo oltraggiata e stupita, come se non riuscisse più a riconoscere la persona che aveva davanti.

« Chi sei tu? Che ne hai fatto di Alice Paciock? »

Probabilmente lo stress da pre–partenza stava giovando ai suo nervi, prendendo il sopravvento sull'amica dallo spirito avventuriero che conosceva fin da quando era in culla.

Un brontolio in risposta le bastò per decidere che sarebbe stato meglio evitare di parlare, almeno finché non avessero raggiunto la stazione di Kings Cross e si fosse calmata da sé.

 

E così successe – fosse ringraziato Merlino e Morgana!

Lily non riusciva a concepire niente di più terribile che un normale rientro a scuola ( il che era già una catastrofe di per sé ), ma sfortunatamente per lei la sua amica di casata aveva deciso di concretizzarle l'idea e farle capire che: un primo settembre può essere di gran lunga più disastroso del normale se a intervenire sono altri fattori quali il nervosismo di quest'ultima.

Ma, come precedentemente detto, l'amica bionda riuscì a darsi una calmata non appena misero piede sul binario 9 e 3/4, e le orecchie di Lily poterono finalmente urlare di gioia... – o quasi.

Sì perché una certa rossa di nostra conoscenza doveva essersi comportata proprio male se il karma aveva deciso di rivoltarsi contro di lei, quel giorno: non appena infatti Alice ebbe la buona idea di zittirsi prima che Lily le lanciasse un silencio, ecco che fu prontamente sostituita dalle raccomandazioni di sua madre, che si premurava di condire quei suoi dolci consigli materni con velate minacce degne di Ginevra Molly Weasley.

« Lily? Tesoro? Mi raccomando, fai la brava: se arriva a casa anche solo una lettera di rimprovero dalla scuola sappi solo che Kira può benissimo andare a fare compagnia alla Piovra Gigante nel Lago Nero. »

La ragazza strinse forte a sé con un naturale istinto di protezione il felino dal morbido pelo candido, mentre un'espressione orripilata le deformava i lineamenti del viso al solo pensiero di dover gettare il suo gatto in pasto ad un mostro come quello che abitava le acque del lago.

Tutto quel terrorismo psicologico la stava gradualmente traumatizzando, e lei di certo non si sarebbe stupita se prima o poi l'avessero ricoverata al San Mungo per instabilità mentale!

Scosse il capo con vigore, come se quel gesto riuscisse a far svuotare la sua mente dai brutti pensieri che ormai da troppo tempo si susseguivano nella sua testa.

Per l'appunto, quella sedicenne alta un metro e uno sputo non andava affatto d'accordo con la negatività che fin dal primo mattino le stavano rifilando, per questo – seppur molto lentamente – cercò di stabilire una certa distanza fra lei e le grinfie di sua madre, e appostandosi vicino al muro della stazione se ne stette da sola, lei con il suo gatto e i suoi pensieri, rigorosamente positivi e incoraggianti.

Inutile dire che la cosa le riuscì particolarmente facile, viste e considerate le doti soprannaturali della ragazza a vedere un lato positivo anche nelle situazioni più tetre ed oscure: sotto quella zazzera l'ingegno di certo non mancava, ecco perché non le ci volle molta fatica a stilare una lista dei pro e dei contro il rientro a scuola; e così, constatando quanto i pro fossero in netto vantaggio rispetto ai contro, appurò da sé che – per tutti i goblin! – il suo sesto anno sarebbe stato l'anno più bello fra tutti in assoluto!

Ed ecco che la fabbrica Felicità made in Lily Luna Potter si rimise in funzione, producendo una quantità di energia tale da arrivar a far invidia ad ogni tipo di mercato; e – dopotutto – come poteva non essere l'impersonificazione dell'allegria? I buoni motivi non le mancavano di certo perché

a ) ora che anche suo fratello maggiore Albus era finalmente uscito dalla scuola di magia e stregoneria – per la gioia della sopra e più volte citata Potter – nessuno avrebbe più potuto tenerla d'occhio: avrebbe avuto piede libero per fare ciò che voleva come e quando le pareva ( per la cronaca, non che negli anni precedenti si fosse mai frenata dal fare stupidaggini, solo che... le costava fin troppo impegno occultare le sue bravate anche ai suoi fratelli, oltre che agli insegnanti );

b ) per la duplice gioia della giovane grifondoro, sesto anno era sinonimo di niente esami: almeno quell'anno se la sarebbe presa con molta comodità e relax, in modo da non affannarsi troppo in vista dei M.A.G.O, previsti invece per il settimo anno;

c ) per la triplice gioia della nostra attaccabrighe, insieme ad Albus Severus era uscito da Hogwarts anche il famosissimo, famigerato, pluriomicida di nervi che avesse mai messo piede non solo alla scuola, ma su tutta la faccia della terra: Scorpius Hyperion Malfoy.

Le prospettive... come dire? Non potevano essere migliori.

Lily se ne compiacque parecchio, sorprendendosi a gongolare beatamente in quell'idillio che andava costruendosi attorno e che non avrebbe voluto abbandonare, se non fosse stato per il fischio del treno che proruppe improvvisamente e che la riportò prepotentemente coi piedi per terra.

Dieci minuti alla partenza.

Non riuscì nemmeno a muovere il primo passo in direzione della locomotiva, però, che inaspettatamente un'ombra oscurò i raggi del sole provenienti dai lucernari della stazione, inghiottendo la ragazzina in un abbraccio umano che andava a cingerle il collo in un modo forse un po' troppo stretto, vista e considerata la forza e la stazza di cui suo fratello James Sirius era dotato. Ne seguì un gesto tanto affettuoso quanto irritante: egli infatti non mancò dallo sfregare con forza le nocche del pugno destro sul capo della ragazzina, che ne avvertì il dolore e lanciò un piccolo urletto ( e forse non gridava tanto per il dolore fisico ma per la felicità di vederlì lì entrambi, a salutarla prima della partenza ).

« Dai Jamie, le fai male! » Era intervenuto Albus Severus in sua difesa, più per pietà che per vera e propria giustizia nei suoi confronti; ovviamente anche lui non si smentì dal sogghignare divertito dal modo in cui entrambi – chi più, chi meno – stavano bullizzando la sorellina ( che, fra parentesi, ormai non era nemmeno più una sorellina, visto che dopo sedici anni sotto le loro "amorevoli cure" era diventata un autentico maschiaccio ).

« Razza di idioti, pensavo non sareste riusciti a venire! » Disse quando finalmente riuscì a sgusciar fuori da quella trappola mortale ch'era James, mentre un largo sorriso andava incurvandole le labbra rosee.

« Speravi » puntualizzò il primogenito incrociando le braccia al petto e sbilanciandosi di lato, quel tanto per finire appoggiato con la più naturale eleganza alle mattonelle che costituivano il muro del binario « Bé, indovina un po'? Non riuscirai mai a liberarti di noi! »

« Ci siamo presi una pausa dagli impegni per venire a salutarti » Aggiunse il secondo, la voce impregnata di quella gentilezza e dolcezza che facevano di Al l'ex-Serpeverde più tassorosso che Lily avesse mai conosciuto: dopo tutti quegli anni, ancora non si capacitava di come suo fratello – la creatura più docile e mansueta del mondo – fosse finito fra il veleno della casata verde–argento, ma cosa che la stupiva ancora di più era indubbiamente il fatto che ne fosse uscito indenne, senza cambiamento alcuno, e lei di questo ne era profondamente grata.

Per quanto riguardava James invece il Cappello Parlante non aveva avuto dubbi: l'aveva infatti spedito dritto filato e a calci nel sedere nella casa di Godric Grifondoro; lui era... bé, il classico intrepido e coraggioso grifondoro, orgoglioso e pomposo, con una considerazione di sé stesso così alta che niente al mondo sarebbe mai riuscito a fargli cambiare idea sulla propria persona: mai una sola critica l'aveva scalfito, non un insulto l'aveva mai scoraggiato... lui era James Sirius Potter, e tutti lo amavano: dalle ragazze, ai suoi ex-compagni di Hogwarts, quando giocava come cercatore nella squadra di quidditch ed era – oltretutto – anche capitano della squadra. Quando poi era uscito da Hogwarts il titolo di cercatore era passato a lei, orgogliosa per essersi acchiappata quel ruolo con tanta agilità quanta ne aveva impiegata ad afferrare il boccino durante i provini.

 

In un certo senso – ora che anche Albus non avrebbe più fatto parte del suo quotidiano, al castello – forse avrebbe sentito una leggera quanto minuscola mancanza dei suoi due fratelli maggiori, anche se questo non l'avrebbe mai ammesso esplicitamente davanti a loro perché Merlino!, avrebbero finito col montarsi la testa, e lei aveva una certa reputazione da difendere.

Si prese un momento per scrutarli silenziosamente: erano cresciuti insieme, scorrazzando in casa Potter rompendo antichi vasi di mamma Ginny e portando cuccioli randagi a casa.

Come avevano fatto a crescere così in fretta? Quando era successo? Ancora si ricordava delle giornate passate a fare la lotta, a incolparsi a vicenda per le bravate combinate quando venivano colti in fallo e a volte, invece, a coprirsi l'un l'altro quando ancora potevano dire d'avere un'allenza contro loro madre. Ora, invece, James era stato preso dai Cannoni di Chudley, mentre Albus avrebbe a breve incominciato il suo corso triennale all'Accademia per Giovani Auror.

 

« E papà? » Domandò, aspettandosi di vederlo Materializzarsi da qualche parte nel medesimo modo in cui anche James e Albus erano comparsi... Ma ciò non sarebbe successo, lo capiva dall'identica espressione che entrambi assunsero quando la giovane grifondoro porse loro quella semplice ma scomoda domanda: un paio di sere prima suo padre le aveva accennato che con ogni probabilità non sarebbe riuscito ad arrivare in tempo per salutarla alla partenza; lei nascose quanto in realtà l'idea di non averlo lì le dispiacesse, ma doveva capire che – dopotutto – suo padre era a capo dell'intero Dipartimento Auror britannico, e lei aveva ben poche scelte.

« Ha avuto del lavoro da fare, Lils. Non ti preoccupare: verrà a trovarti a scuola non appena riuscirà a liberarsi degli impegni. »

Lei annuì in risposta alle parole di Albus, mentre questo muoveva un passo verso di lei per circondarle il corpo minuto nelle sue braccia calde e accoglienti, un sorriso rassicurante stampato sul volto sereno. « Mi mancherai! » Le disse posando un candido bacio sul capo, sciogliendo quella stretta che Lily cercò di memorizzare per tutte le volte in cui ne avrebbe sentito il bisogno e lui non ci sarebbe stato per offrirle quel piccolo rifugio.

« Straccia quelle canaglie dei Serpeverde anche per me, scricciolo. »

« James, quante volte devo dirtelo di non chiamarmi scricc— » Ma non poté nemmeno terminare la frase che eccola risucchiata in un nuovo abbraccio, caldo e forte che la pervase e quasi la schiacciò, ma di questo lei non se ne dispiacque affatto, nonostante quelle manifestazioni di affetto fraterno stessero iniziando a diventare imbarazzanti per quei tre, che ora si congedavano all'ennesimo fischio del treno in partenza.

In quel momento fu Kira a ricordarle che avrebbe fatto meglio ad affrettarsi a prender posto sul treno, o sicuramente sarebbero capitati nel vagone di qualche bizzarro studente dalla dubbia simpatia per tutto il viaggio di andata: il felino, infatti, continuava a strofinare il proprio pelo contro la gamba della sua padrona, attirando la sua attenzione a suon di miagolii e tenere fusa.

Dunque Lily si chinò, afferrandolo e custodendolo fra le proprie braccia, grattandogli le orecchie di tanto in tanto e affondando le mani nel suo pelo color neve. E mentre riservava a quella dolce palla di pelo queste piccole carezze, le tornava in mente quell'estate di tre anni prima, quando James ed Albus avevano salvato quel cucciolo malnutrito dall'angolo di un vicolo cieco, solo, perso o abbandonato; l'avevano regalato a lei e – per quanto Lily ne sapeva – quel gatto era uno dei doni più belli che i suoi fratelli le avessero mai fatto. Per questo in cuor suo sapeva che, una volta ad Hogwarts, Kira le avrebbe ricordato i fratelli maggiori in ogni momento, e li avrebbe in qualche modo ricordato il bene che le avevano sempre riservato.

« Non prendetevi il disturbo di venirmi a far visita, okay? » Disse improvvisando un ultimo sorriso prima di voltare loro le spalle e finalmente muovere i primi passi verso la carrozza più vicina, da cui Alice sbracciava insistentemente attraverso i finestrini per farsi individuare dalla rossa.

I suoi piedi toccarono per un'ultima volta il suolo in cemento della stazione prima che salissero quei due gradini che la dividevano dal ritrovarsi a bordo dell'Espresso. La porta alle sue spalle fece appena in tempo a chiudersi che ecco che partì, dapprima lento e poi sempre più veloce, diretto a raggiungere un nuovo inizio, un nuovo anno scolastico, fatto di nuove avventure, nuove esperienze, nuove conoscenze, nuovi incontri, nuove sorprese. Erano tutte lì, ad aspettare impazientemente di esser vissute. E lei non aveva intenzione di perdersene neanche una.

 

E la prima sorpresa le fu riservata proprio quella sera stessa.

Note dell'Autrice:
[ 1 ] : Ringrazio la mia migliore amica Jane Austen per avermi concesso di riutilizzare a modo mio l'incipit di Orgoglio & Pregiudizio, poiché anche lei sa quanto sia complicata la relazione fra me e gli inizi delle storie.

Un vassoio di biscotti va a BessBlack non solo per aver creato il banner bellissimo che ho assolutamenta amato e adorato ( e che spero anche voi possiate apprezzare tanto quanto ha fatto la sottoscritta ), ma anche per essersi sorbita tutti gli scleri da fangirl e i colpi di genio che mi son venuti spesso e volentieri a notte tarda per questa fanfiction. Grazie mille Bess.

Per quanto riguarda voi lettori, se siete arrivati fino a qui in fondo, significa che almeno un minimo non vi è dispiaciuto questo primo capitolo. O forse sì, non saprei. Sta di fatto che se state leggendo queste righe, indipendentemente da cosa ne pensate, vuol dire che avete tenuto duro fino alla fine e per questo meritate anche voi tantissimi applausi. L'ideale sarebbe esprimere i vostri pensieri in due righe piuttosto che tacitamente, quindi vi invito a farmi sapere ( tramite recensione o messaggio, come fa più comodo a voi ) che cosa ne pensate.

Al prossimo capitolo, se vorrete!
Nat.

 

  
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