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Autore: LaCirce    30/01/2016    0 recensioni
"Bellatrix era distesa sul pavimento marmoreo e freddo della nuova abitazione del suo Signore."
"Non fece in tempo a bussare che la porta si aprì dall'interno e immediatamente venne colpita da un fascio di luce e un dolore immane si diramò dal punto indicato dalla bacchetta a tutto il suo corpo."
"Per la prima volta nella sua vita Voldemort si impegnava per salvare la vita di una persona e per la prima volta si diede deliberatamente dello scemo, scemo noonostante sua perfezione e nella sua infallibilità. S'intende."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Narcissa Malfoy, Severus Piton | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Bellatrix era distesa sul pavimento marmoreo e  freddo della nuova abitazione del suo Signore. Prona su delle piastrelle lucide rese opache soltanto dal  un sangue nobile e purissimo che vi era sparso sopra ,il suo. Non aveva la più pallida idea del perchè  l'Oscuro Signore l'avesse punita in quel modo. Dovrebbe essere stato contento, finalmente la guerra era finita, l'intero mondo magico si prostrava alla sua nera veste. Eppure, non appena il sole si affacciò luminoso nel cielo terso di luglio,  l'aveva fatta chiamare da un miserabile babbano. Dopo che quell'obrobrio della natura se ne fu andato lei si precipitò preoccupata e devota dal suo  Padrone. Il suo maniero si estendeva per ettari ed ettari di prati, boschi e brughiere in un' alternarsi di luci e odori. L'abitazione era colossale e straordinariamente armoniosa, condusse un viale cosparso di  ghiaino nero e dopo aver salito diversi gradini di marmo si trovò davanti una grande porta di legno scuro, ebano probabilmente, la cui maniglia era un serpente d'argento, lavorato finemente con due smeraldi come occhi. Non appena si riprese, colpita da tutti questi particolari, appoggiò la nivea mano sull'impugnatura e varcò la soglia dinnanzi a lei un' ingresso badiale e atro confluiva in una scala lucida e imponente che stava al di là dell'immenso salone. Le fu detto da un servo che Voldemort  la attendeva di sopra nella sala conferenze, destinata alle riunioni con i suoi seguaci. Percorso un lungo corridoio fosco giunse alla soglia del salone. Non fece in tempo a bussare che la porta si aprì dall'interno  e immediatamente venne colpita da un fascio di luce e un dolore immane si diramò dal punto indicato dalla bacchetta a tutto il suo corpo. Un dolore atroce che riconosceva e che spesso lei faceva provare agli altri, anche solo per il gusto di vederli soffrire, amava vedere i visi delle sue vittime deturparsi sotto il giogo della sua follia ,gli occhi imploranti ed espressivi che sembravano invocare la morte erano una visione così gratificante per lei che spesso le era capitato di eccitarsi e dover strusciare le cosce l'una sull'altra per riuscire a concentrarsi propriamente su ciò che stava facendo, adorava sentirli urlare straziati da quella tortura che nonostante fosse molto potente non sfiorava nemmeno lontanamente quella che stava provando lei in quell'istante. Si sentiva lo stomaco bruciare, l' intestino talmente gonfio che aveva paura scoppiasse, sentiva spilli  roventi perforare ogni cellula della sua epidermide, un mal di testa attaccava il suo encefalo e delle ferite andavano via via aprendosi nel suo ventre e nella sua schiena, il suo cranio stava per frantumarsi se lo sentiva, un secondo ed avrebbe ceduto, non avrebbe più lottato contro questo martirio, si sarebbe abbandonata alle grida, in balia del dolore fisico e psicologico provocatogli dal suo unico, grande e folle amore:Lord Voldemort. Inaspettatamente dopo venti lunghissimi minuti quel supplizio finì, nessun grido era sfuggito dalla sua bocca, nessun pensiero negativo e neanche un solo dubbio sul motivo di ciò che le  veniva inferto sfiorò la mente di Bellatrix, non sapeva il motivo di quel tormento ma era fermamente convinta che ci fosse ed era determinata a fare di tutto per rimediare a ciò che aveva fatto infuriare in quel modo il suo Padrone. Fece appena in tempo a compiere due respiri pieni, un inchino scomposto e reso difficoltoso dal dolore che ancora la teneva in ostaggio che cadde a terra vinta dalla stanchezza mentre il ghigno stampato nella faccia del suo aguzzino andava via via spegnendosi. Colui-che-non-deve-essere-nominato,ora si era tolto la sua solita maschera di circostanza, ora era serio, angosciato perfino, certo, doveva prendere una decisione e risolvere il problema, ma quello non era il modo giusto, non era affatto il modo giusto, lo riconobbe da sè. Guardò la donna a pochi passi da lui, sospirò frustrato, si sforzò di ricordare un magia per alleviare il dolore provocato dalla maledizione Cruciatus e per questo dovette ritornare con il pensiero ad Hogwarts,ai tempi in cui era un  giovane studente brillante, ai tempi in cui era Tom Marvolo Riddle,ci volle un po ma finalmente ci riuscì. Era la prima volta che lo faceva, sperava veramente funzionasse, era stato davvero violento, troppo violento. Per la prima volta nella sua vita Voldemort si impegnava per salvare la vita di una persona e per la prima volta si diede deliberatamente dello scemo, scemo nonostante sua perfezione e nella sua infallibilità. S'intende. - - - - - - - ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Salve a tutti, questo è il primo capitolo. Ringrazio chi l'ha letto e spero vi sia piaciuto! Se lasciaste una recensione mi farebbe molto piacere! :)

   
 
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