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Autore: Inevitabilmente_Dea    31/01/2016    1 recensioni
Elena si ritrova nella Radura. Sola. L'unica ragazza in mezzo ad un branco di Radurai. Non ricorda nulla del suo passato, se non il suo nome. Tuttavia inizia a fare sogni strani, che ogni notte puntualmente arrivano a spaventarla.
La ragazza stringerà amicizie, ma qualcuno sembra non volerla tra i piedi. Eppure ogni volta che lei avrà bisogno di conforto, Newt sarà al suo fianco. Amore o amicizia? Sta a voi scoprirlo...
Buona lettura.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minho, Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Misurai immediatamente il battito cardiaco di Thomas e con sollievo sentii il suo cuore battere debolmente.
"Stai tranquilla, se la caverà." mi disse Jeff dandomi delle pacche sulla spalla.
"Andiamo, Eli..." sussurró Newt incamminandosi verso la porta.
Lo seguii titubante e una volta fuori gli presi la mano, intrecciando le mie dita con le sue.
"Che ore sono?" chiesi sbadigliando.
Lui alzó il polso per osservare meglio l'orologio e poi constató: "Le due del mattino."
Sbadigliai nuovamente e mi appoggiai stanca sulla sua spalla.
"Torna a dormire, okay?" propose indicando il Casolare con un foro nella parete.
Annuii e mi diressi lentamente all'edificio e presi il sacco a pelo.
Non appena chiusi gli occhi, caddi in un sonno profondo.

"Per quanto ti hanno fatto questo?" mi chiese Thomas.
"Da quando avevo quindici anni." spiegai giocherellando con il bordo della mia maglia bianca.
Perché alla W.I.C.K.E.D. doveva essere tutto monotono? Tutto era un'alternanza di azzurro chiaro e bianco.
"Perché? Io non capisco... Sin da piccolo mi hanno ripetuto che W.I.C.K.E.D. é buono."disse lui grattandosi la testa nervoso. "Hai detto che erano dei test sul dolore?"
Annuii e aggiunsi: "Per controllare come reagisce la mia Zona di Violenza."
"Ed eri l'unico Soggetto? Perchè condurre esperimenti su un unico Soggetto?"
"In verità c'era anche un Soggetto C2."
"C2?"
"C sta per cavia. In ogni caso non ci hanno mai fatto incontrare." spiegai.
Lui annuì pensieroso e fece per aprir bocca, ma un suono di passi affrettati fece sobbalzare entrambi.
"Oh, no..." sussurrai. "Se sanno ciò che ti ho detto, io..."
"Shh... non fare rumore, forse non ci trovano." disse portandosi un dito sulle labbra.
Annuii e lo ascolta. Non avremmo potuto fuggire in ogni caso: nella stanza c'erano solo due porte e non sapevamo da dove sarebbero sbucati.
I passi si fecero man mano più frequenti, come se le guardie avessero iniziato a correre, e sempre più vicini.
Poi improvvisamente la porta alla nostra destra venne spalancata e tre uomini armati entrarono nella stanza.
Thomas mi prese per mano e in un attimo ci fiondammo fuori dalla porta opposta alle guardie.
La fortuna giocava a nostro favore: le guardie non ci stavano sparando e ciò significava che non avevano intenzione di farlo.
D'altronde se lo avessero fatto, avrebbero mandato all'aria i loro stessi piani. Da quanto avevo capito, Thomas era fondamentale per il Test del Labirinto, mentre io... Be' in effetti io non ero importante, ma forse volevano tenermi come cavia di scorta.
Svoltammo due o tre volte lungo il corridoio, ma senza riuscire a seminarli.
Thomas accelerò, trascinandomi dietro e aumentando la distanza tra noi e le guardie.
Sentivo i polmoni prendere fuoco e il sudore scendere sulla mia tempia. Non ero mai stata brava a correre, ma non avevo altra scelta. 
Poi Thomas, come se mi avesse letto nel pensiero, rallentò fino a fermarsi del tutto.
"Cosa... stai... facendo?" chiesi senza fiato, cercando di non accasciarmi a terra per riprendere le forze. Non era quello il momento di cedere.
"Sanno ciò che mi hai detto e sai che provvedimenti prenderanno." disse guardandosi attorno. Perchè non era per niente affaticato?
I passi si fecero sempre più vicini.
"Corri! Se ti prendono tornerai ad essere una cavia!" mi urlò contro, in preda al terrore. "E' questo che vuoi?"
Scossi la testa, incapace di ragionare lucidamente.
"E allora vai! Corri, dannazione!" mi gridò agitando il braccio. "Li distraggo io."
Esitai ancora qualche istante, poi lui mi spinse all'avanti ed io ripresi a correre.
Sapevo che se mai lo avrebbero punito, non sarebbe stato un provvedimento poi così drastico. Thomas era speciale e questo era chiaro a tutti. Non avrebbero rischiato di ucciderlo o torturarlo. Se la sarebbe cavata.
sentii una voce alle mie spalle. Mi girai appena in tempo per vedere Thomas corrermi dietro.
"Più veloce! Mettiti in salvo, ti copro io!" 
Mi girai appena in tempo per vedere Thomas con la preoccupazione dipinta in voto, poi svoltai un angolo.
Dopo aver svoltato un altro paio di volte e percorso altrettanti corridoi, mi ritrovai davanti ad una porta. Ero indecisa se aprirla o no.
Esitai qualche istante poi, sentendo dei passi veloci farsi sempre più vicini, la spalancai di scatto.
Io conoscevo quella stanza.
"Elena, mettiti in salvo! Stanno arrivando!" sentii Thomas gridare.
Entrai nella stanza e davanti a me si materializzò una specie di gabbia.
Io conoscevo quella stanza.
"Bastardi non vi dirò mai dov'è andata!" urlò ancora. 
Chiusi velocemente la porta dietro di me. Poi sentii dei gemiti e un tonfo sordo. Thomas non urlò più.
Presa dal panico entrai nella gabbia e trovai un liquido al suo interno.
Lo avevo visto fare altre volte, solo che le persone erano costrette a bere quel liquido, mentre io lo avrei fatto di mia spontanea volontà. 
La sostanza mi entrò in bocca e subito notai il suo sapore amaro, che quasi mi fece vomitare.
Sentii una forte fitta alla testa, mentre perdevo l'equilibrio e cadevo a terra.
La gabbia aveva cominciato a salire velocemente.
Due uomini entrarono dalla porta. Ma ormai era troppo tardi. Mi ero appena suicidata.

Mi svegliai di scatto, sudata e con il fiato corto. 
Portai le ginocchia al petto e mi presi la testa tra le mani.
"E' mai possibile che non riesco a fare una dormita senza sognare?!" sbuffai.
Mi alzai lentamente e uscii di fretta dal Casolare, volevo vedere come stesse Thomas.
Non appena varcai la soglia della porta, andai a sbattere – come al mio solito, d'altronde – contro qualcuno.
"Scusami, Gally..." bisbigliai presumendo che fosse il ragazzo.
"Nome sbagliato... ritenta."
Trasalii nel sentire quella voce dannatamente familiare e inquietante.
"Alzai lentamente lo sguardo e confermai le mie supposizioni.
"Glader... Cosa vuoi?" chiesi a denti stretti, serrando le dita a pugno.
"Alby mi ha ordinato di venirti a prendere." disse con un ghigno. 
Sentii una stretta al cuore. Il momento dell'esilio era arrivato.
"In realtà lo aveva ordinato a Gally, ma lui si è rifiutato, come tutti gli altri d'altronde." rise malefico.
Indietreggiai di qualche passo, non volevo andare a trovare i Dolenti!
Indietreggiai ancora, quando lui continuò ad avanzare verso di me.
Proseguii ad allontanarmi da lui, ma poi sentii la parete contro la mia schiena.
Ero in trappola.
Lui, che mi mi aveva raggiunta, premette il suo corpo contro il mio e appoggiò il suo braccio contro la parete, all'altezza della mia testa.
"Alby mi ha ordinato di portarti da lui, ma non credo che si accorga di niente se tardiamo. Mi bastano anche solo un paio di minuti." sussurrò avvicinandosi al mio collo.
"Allontanati. "sibilai conficcandomi le unghie nel palmo.
"Sai, volevo farlo da quando sei uscita dalla Scatola, ma Zart era sempre tra i piedi. "sussurrò al mio orecchio. Poi imitando la voce di Zart disse: "Non possiamo arrivare a quel punto, non voglio cadere così in basso. Lascia perciò il tuo amichetto a riposo nei tuoi pantaloni. Se vengo a sapere che l'hai sfiorata senza il mio permesso ti ammazzo, chiaro?"
Poi lui scoppiò in una risata che sembrava quasi forzata. Zart aveva davvero detto quelle parole?
Avevo sempre pensato che Glader fosse il suo burattino e non ero l'unica a crederlo.
Ma da quando Zart era stato ucciso, il burattino aveva imparato a muoversi da solo, rivelandosi addirittura più spietato del burattinaio stesso. 
"Peccato che ora sia morto." sussurrò Glader lasciandomi un bacio umido sul collo.
Rabbrividii e non di piacere, – come quando ero con Newt – ma di puro disgusto.
"Levati." ordinai ritraendomi di più contro la parete.
"Oh, no... Non vedo una ragazza da anni. Non sprecherò questa occasione. 
Sentii le sue mani intrufolarsi sotto la mia maglietta e cercare il contatto con la mia pelle.
"Se farai la brava vedrai che ci vorrà solo un attimo." sibilò lui accarezzandomi la schiena e scendendo lentamente.
Il suo volto si avvicinò pericolosamente al mio e lo vidi schiudere le labbra.
Senza pensarci due volte gli diedi una testata, facendomi male a mia volta.
Gemetti per il dolore e, ignorando la stanza che aveva improvvisamente preso a girare attorno a me, mi fiondai fuori dal Casolare.
Tutto girava senza rallentare ed io avevo un senso di nausea, mischiato allo stordimento.
Sentii qualcuno afferrarmi per i polpacci e conficcare le unghie nella mia carne.
Caddi a terra rovinosamente, sbattendo nuovamente la testa.
Tutto quello che vidi dopo fu la figura di Glader che si buttava addosso a me, confondendosi lentamente con le tenebre.
Tutto quello che percepii da quel momento, fu il buio.

*Angolo scrittrice*
Ehi, teste di caspio!
So che il capitolo è un po' corto, ma spero vi piaccia comunque.
Il motivo di tanta cortezza (?) è che l'ho scritto tutto oggi. Perchè? Perchè sono due giorni che non riesco a staccarmi da Teen Wolf. Sta diventando la mia droga...
Comunque, se ve lo state chiedendo (sicuramente non lo fate, ma io ve lo dico lo stesso, gnè gnè) il sogno che Elena ha fatto è collegato con il primo sogno in assoluto che ha avuto.
Ho modificato qualcosina e se volete andare a rileggere la stesura vecchia potete trovarla nel Capitolo 5.
Ora ho delle domande per voi...
¤Trovate che la storia stia diventando noiosa e/o lenta?
¤Pensate che mi debba dare una mossa e tralasciare alcuni particolari?
Fatemelo sapere nei commenti qui sotto (tipo stile Youtubber, lol).
Anyway, ora io vado a vedere Teen Wolf. 
Nah, scherzo... Vado a mangiare, perciò buona abbuffata a chi – come me – sta per cenare.
Adiòs, Pive!
Dalla vostra Inevitabilmente_Dea ♥

   
 
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