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Autore: Nanamin    01/02/2016    4 recensioni
Tara è una ragazza normale: studia, esce con gli amici, è preoccupata per gli esami, ha una cotta. La sua vita tranquilla continua, finché strani eventi cominciano ad accaderle, accompagnati da inspiegabili mal di testa.
Tara è una ragazza con un enorme potere sopito dentro di sé. Un potere che porterà grandi menti a scontrarsi, interi Paesi a sollevarsi e costringerà i Titans a fare i conti con i fantasmi di un passato che credevano ormai perduto.
-
“Sei sicura di volere questo? Che nessuno si ricordi di te? Pensi di ripartire da zero?”
Red X si alzò e si appoggiò al muro.
“La verità è che non puoi cambiare così. Tutto si ripeterà finché non rimarrai da sola.”
“Perché?”
La voce di Terra uscì roca dalla sua bocca. Red X fece una smorfia.
“Perché anche se le persone e i luoghi intorno a te non sono più gli stessi, sei sempre tu.”
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Red X, Robin, Terra, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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FACCIA DI ZUCCA

 

 

 

 

 

 

Un debole picchiettio ruppe il silenzio.

"Robin? Stai bene?"

Il ragazzo era chinato sulla scrivania, su cui erano appoggiate due valigette, aperte. A sinistra, quella recuperata un anno prima*; a destra, quella di Red X, con all'interno il fascicolo ancora chiuso.

Sul tavolo, Robin aveva appoggiato entrambe le foto contenute nelle ventiquattrore. Perfettamente identiche.

Il leader fissò i due ragazzini seduti sul divano vicino a Bruce Wayne. Dietro s'intravedeva un maggiordomo. Robin fece scorrere lo sguardo su quello di destra, che aveva sul viso una smorfia arrabbiata.

"Jason…" sussurrò.

"Robin?"

"Sto bene, Star!" 

“Robin, siamo preoccupati. Sei chiuso lì dentro da quando siamo tornati e non sei più uscito."

"Sto bene."

"Bene… allora io vado."

Robin sentì sospirare attraverso la porta. Si massaggiò le tempie e andò ad aprire alla tamariana.

Starfire si stava torturando le mani e mordendo il labbro.

"Star, apprezzo che vi preoccupiate, ma sto bene."

"Robin, non sembra che tu stia bene. Dopo aver combattuto con Red X sei diventato… diverso."

Robin si grattò la nuca.

"Sto bene. Anzi, Cyborg è in camera sua?"

La tamariana annuì.

"Penso di sì" disse.

Il leader superò l’amica senza proferire altra parola e avanzò nel corridoio, verso la stanza di Cyborg. Di fronte alla porta, prese un grosso respiro e bussò.

“Avanti.”

La porta s’aprì.

"Robin! Amico, pensavo fossi sepolto in camera tua."

Robin non mutò espressione e non parlò.

"Tutto bene? Sembra tu abbia visto un fantasma."

"L'ho visto."

Cyborg alzò un sopracciglio e si alzò dalla sedia.

"Cos'è successo con Red X?"

Robin si avvicinò al computer dell'androide, strinse i pugni e li rilasciò.

"Puoi controllare se sia affetto da qualche tossina?"

Cyborg incrociò le braccia.

"Posso, ma devi dirmi cos'è successo."

Robin sospirò.

"Ho visto persone che non dovrebbero esserci."

"Tutti abbiamo visto Red X."

Robin dette un pugno al muro.

"Sì, ma colui che è sotto la maschera…" disse e si morse il labbro, "Lui non dovrebbe essere qui."

"E dove dovrebbe essere?"

Robin si girò verso di lui.

"In una tomba."

Cyborg si portò una mano alla nuca.

"Okay, questo è strano. Ma forse chi era nel costume ha mentito, forse ha voluto farti credere che fosse lui."

Robin si strinse l'attaccatura del naso tra indice e pollice.

"Non può essere, mi ha detto una frase che poteva solo essere sua, nessun altro poteva saperla." Robin si avvicinò a Cyborg, "Per questo ti chiedo di controllarmi, devo sapere se è stata un'allucinazione."

Cyborg annuì.

"Va bene, avvicinati al computer."

 

 

 

***

 

 

 

“Hai avuto dubbi in passato, hai commesso errori, ma tutto questo è ormai alle tue spalle, giusto?”

“Sì.”

“Tu appartieni ora a me, non è vero?”

“Sì.”

“Da questo giorno in avanti servirai me e soltanto me?”

Zero si girò verso Slade, strinse i pugni.

“Rispondi.”

“Lo farò.”

“Obbedirai ad ogni mio ordine?”

“Lo farò.”

“Combatterai al mio fianco per sempre?”

“Lo farò.”

“Sarò sempre un padre per te, oltre che un maestro?”

Una ciocca di capelli le cadde di fronte alla faccia, coprendole l’occhio sinistro.

“Sì.”

Slade le carezzò una guancia con il dorso della mano.

“Ottimo, vieni ora, ho qualcosa per te.”

Zero alzò un sopracciglio, attraverso la maschera non riuscì a decifrare l’espressione dell’uomo.

“Certo.”

Uno sterminato giardino si aprì di fronte a lei, pieno di colori. Cozzava in confronto all’interno dell’edificio, scavato nella roccia e metallico, simile ad un bunker. Cozzava in confronto alla sua nuova tuta, fatta da placche metalliche, bianca.

Una mano le si posò sulla spalla, Zero trasalì e si voltò alla sua destra. Un uomo sulla sessantina, con i capelli bianchi e una benda sull’occhio destro. La ragazza rimase a fissarlo, senza proferire parola.

“È una tuta neurale, bambina. Hai promesso, nulla potrà più separarci. Ricorda, io sono sempre con te.”

Zero non rispose, annuì e spostò il viso da quell’uomo.

“So che ti piacciono i fiori. Questo giardino è tuo, puoi stare qui quanto vuoi.”

La ragazza sorrise e si avvicinò ai boccioli colorati, accarezzò uno stelo di un fiore azzurro tra le dita e annusò. Sorrise quando l’odore di quei petali giunse alle sue narici.

Forse non era così male, forse sua madre aveva ragione quando le aveva detto che non ci sarebbero stati problemi, che tutto sarebbe andato per il meglio.

“Sono felice di vedere che ti trovi bene, Zero.”

Spalancò gli occhi.

 

 

 

***

 

 

 

Affondò il tartufo nel terreno e inspirò. Particelle di polvere entrarono nelle sue narici. Beast Boy alzò la testa, ruotò le orecchie. Scalpiccii veloci, fruscio costante. Stava correndo.

Balzò in avanti e iniziò a correre, mentre udiva il respiro affannoso di Red X forte nelle sue orecchie. Almeno a cento metri da lui.

Svuotò la mente e ricordo gli allenamenti nel bosco. Ascoltò gli scricchiolii delle cortecce degli alberi e i sibili delle foglie dei cespugli. Non incontrò mai ostacoli, le zampe affondavano nel terreno umido del sottobosco senza fare rumore. Gli occhi costantemente chiusi.

Aveva ucciso Terra. Gliel’avrebbe fatta pagare. Per la sua vista e per lei. Soprattutto per lei. Gli altri l’avevano lasciato andare, si erano immobilizzati. Non poteva permettere che scappasse, l’avrebbe rincorso in capo al mondo e si sarebbe vendicato. 

Il rumore scomparve. Beast Boy inchiodò e alzò il muso al cielo. Inspirò a fondo, l’odore della pelle di Red X stava svanendo. Ringhiò. Non udiva più il respiro. Rimase in attesa.

Aveva sicuramente usato quel coso sulla cintura, l’aveva perso.

Aveva anche provato a mentire, negando la morte di Terra. Nemmeno da morta riusciva a portarle rispetto, la usava per salvarsi la pellaccia. Rabbia montò dentro di lui, il pelo sulla sua schiena si arruffò, rendendolo più grosso.

Beast Boy emise un suono gutturale e raspò con le zampe sul terreno. Avanzò con il tartufo piantato a terra, continuava a sentire l’odore del costume di Red X, ma non il suo schifosissimo sudore. Sferzò la coda nell’aria, frustrato. Avanzò fino ad un albero, finché il suo naso non si scontrò con qualcosa di morbido: un pezzo di tessuto. 

Ringhiò. X sapeva che lo stava seguendo: l’aveva attirato fino a lì e poi se n’era andato come un vigliacco. Ululò alla luna. Un urlo echeggiò nel bosco, per poi svanire.

Beast Boy si bloccò. Quella voce. La bocca gli si seccò, gli occhi si sbarrarono sotto la benda. Veniva da circa un chilometro, alla sua sinistra. Rimase immobile, neanche un pelo si mosse, la coda congelata in aria.  Quella voce, com’era possibile?

Escluse tutti i rumori circostanti, concentrandosi su quell’unica voce.

 

“Tu sei, tu sei la persona più schifosa che io abbia mai conosciuto.

 

Allora era vero. Il pelo arruffato scomparve, lasciando posto ad una forma più slanciata, alta. La testa si rimpicciolì, la coda si accorciò, le zampe divennero zoccoli; da dietro le orecchie si ramificarono due corna.

Beast Boy scattò, aveva bisogno di tutta la velocità possibile.

 

 

 

***

 

 

 

Il verde della barra di caricamento si rifletté nei suoi occhi. Robin si morse il labbro con forza, le dita erano serrate attorno ai bordi del tavolo.

Poteva essere? C’era qualche possibilità che fosse davvero lui?

La percentuale era fissa al 20% da qualche minuto, ormai. Robin sbatté il pugno sul legno, facendolo vibrare.

“Non si può proprio andare più veloce?”

Cyborg si alzò e si piantò di fronte a lui.

“Robin, non so cosa stia succedendo, ma ora devi smetterla. Non può andare più veloce: per queste cose ci vuole tempo.”

Il ragazzo digrignò i denti, sentì il gusto del sangue fuoriuscito dalle labbra.

“Deve andare più veloce.”

Cyborg incrociò le braccia.

“Non può.”

“Deve. Tu non capisci!” Robin gli puntò l’indice sul petto con forza.

Cyborg serrò la mascella e scostò il dito con la sua mano.

“Allora aiutami a capire. Aiuta tutti noi a capire invece di fare questi teatrini!”

Robin si bloccò, la rabbia lo invadeva in un’ondata di calore. Si girò verso la porta della stanza. Starfire e Raven erano lì a fissarlo, la prima con espressione preoccupata, la seconda con le braccia conserte e sguardo fermo.

Robin dette un pugno al muro.

“E smettila di demolirmi la camera!”

Il leader spostò lo sguardo sui suoi compagni, tutti, uno ad uno, poi buttò la testa all’indietro.

“Voi…” prese fiato a pieni polmoni e lo buttò fuori “Voi non avete idea. Non potete capire, e io non ne voglio parlare.”

Starfire si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla.

“Noi siamo tuoi amici Robin. Aiutaci a capire…”

Il ragazzo si scostò.

“No. Grazie.”

Robin ritrasse il pugno dal muro, tremando, chiuse gli occhi. 

 

Red X incombeva su di lui, in piedi. I suoi contorni erano sfocati, la forma del suo corpo si perdeva nel costume nero. Robin deglutì. L’immagine del teschio sulla maschera occupava tutto lo sfondo. La profonda X rossa gli sembrò colare sangue.

“Non farla tragica, non è la prima volta che uso un tuo costume, dopotutto.”

 

Scosse la testa e riaprì gli occhi.

“Mi scuso per aver perso il controllo. La priorità ora è Terra, dobbiamo scoprire se è viva e chi o che cosa c’è dietro a tutto questo.”

Raven annuì.

“Pensi che Red X abbia detto la verità?”

Robin gettò uno sguardo alla barra di caricamento: 22%.

“Ancora non lo so” rispose.

Starfire si scostò una ciocca di capelli.

“Allora è meglio andare, no Robin?”

Lui la guardò e annuì. Si bloccò.

La ragazza inclinò il volto.

“Tutto bene?”

“Dov’è Beast Boy?”

Robin si girò verso Cyborg.

“Non ne ho idea, Robin.”

Raven scosse la testa.

“Nemmeno io.”

Starfire si mise a levitare.

“BB non c’è e non ce ne siamo accorti?”

Robin serrò il pugno.

“Dobbiamo trovarlo subito. Ha seguito sicuramente Red X. Non dovevo permettergli di riunirsi alla squadra, non nelle sue condizioni.”

“Per quanto possa essere petulante, lui è parte della squadra, non potevi escluderlo” disse Raven.

Robin si girò verso di lei e socchiuse gli occhi.

“Dovevo escluderlo. Forza Titans, andiamo.”

“Da dove iniziamo?”

“Da qualsiasi parte, basta che lo troviamo, in fretta.”

 

 

 

***

 

 

 

 

Amber scartò a destra, la punta del cuneo di roccia le sfiorò la schiena e si schiantò nel tronco di un albero, perforandolo.

“Tara, quanta cattiveria… non ti si addice.” Ridacchiò.

Terra digrignò i denti e concentrò le sue energie nelle mani, un formicolio le intorpidì le dita, i guanti s’illuminarono in un bagliore.

“Non vedo l’ora di farti tanto male.” 

Scandì le ultime tre parole e il terreno vibrò. Una frattura s’impresse come una ferita e arrivò fino ai piedi dell’apprendista, in un rombo.

Amber saltò in diagonale e fece una capriola per attutire il colpo, serrò le dita intorno alla katana e balzò verso Terra. La ragazza schivò il fendente e si allontanò di un passo. Non poteva rischiare un corpo a corpo finché avrebbe dovuto combattere a mani nude contro una lama.

Una goccia di sudore le colò dalla fronte.

“Che c’è?” Amber si avvicinò con la spada al fianco “Già stanca? Non sarà che fare per troppo tempo la finta ragazzina a scuola ti abbia reso debole?”

“Tu non sai niente.”

La ragazza colpì a terra con un pugno. Un’esplosione scagliò una nuvola di detriti addosso all’apprendista. Amber si parò con le braccia, mentre la polvere riempiva l’aria.

“Non puoi fermarmi con dei sassolini, Tara!”

“Guardami.”

Terra colpì con un pugno la faccia di Amber, scaraventandola al suolo. Dal naso dell’apprendista uscì un rivolo di sangue che le imbrattò le labbra e il mento. Terra afferrò la katana, si girò e la gettò tra le fronde.

Qualcosa la colpì forte sulla gamba sinistra. La ragazza crollò a terra, il suo viso sbatté sul terreno. La guancia prese a scottare.

“Non darmi mai le spalle, Tara.”

Amber la prese per la felpa e la tirò a sé. La colpì nello stomaco con il pugno destro: Terra si ripiegò sulla mano della vecchia compagna di classe e tossì. Seguì un altro pugno, Terra sbarrò gli occhi. Un altro, Terra sputò sangue.

L’apprendista rise, e l’avvicinò al suo volto.

“Sei patetica.”

Terra alzò lo sguardo verso la rivale. Amber, la sua compagna di classe, la sua amica.

“Cosa ti dà più fastidio, Tara? Che tutti ti abbiano abbandonato? Che tu non abbia mai avuto un vero amico? Che persino la persona di cui eri innamorata sia morta? Che io l’abbia ucciso mentre ti chiedeva perdono?”

“Tu sei,” disse Terra, mentre la voce le vibrava,” tu sei la persona più schifosa che io abbia mai conosciuto.” Serrò la mascella.

“Tu sei una traditrice, un’infame, una persona abietta, sola, che si è venduta ad un mercenario e gode del dolore degli altri.”

Amber rise. La sua risata riecheggiò nelle orecchie di Terra, in un eco.

“Stai descrivendo me, o stai descrivendo te stessa?”

Calò il silenzio. Terra non riuscì ad udire più nulla. Un rombo, un muro si roccia si alzò tra lei e l’apprendista, facendola cadere all’indietro con un grido.

Un piedistallo di roccia si scolpì sotto ai suoi piedi e levitò. Terra raggiunse Amber, ancora stesa al suolo. La afferrò per il costume. I suoi occhi erano socchiusi e il suo sguardo non tradiva alcuna emozione. Amber ridacchiò.

“Cosa vorresti farmi, ragazzina liceale?”

Terra le assestò un pugno sul naso. Un crack seguì il colpo, un fiotto di sangue scese dalle narici imbrattando la pelle. Amber gemette.

“Sai cosa mi è piaciuto di più? Che James non abbia potuto sentire il tuo perdono. È morto nell’agonia, senza nemmeno sapere che l’avevi perdonato.”

Rise.

Terra le piantò un altro pugno sull’occhio, spaccandole il sopracciglio. Amber fece una smorfia di dolore.

“Perdoneresti anche me, Tara? Perdoneresti anche me se ti chiedessi piangendo scusa?” La compagna di classe si leccò il sangue dalle labbra. “Chi perdonerebbe mai una traditrice.”

La mente di Terra era sgombra, la rabbia non le pulsava più nelle vene. Ogni parte del suo corpo era pervasa dallo stesso sentimento: l’odio. L’odio per chi l’aveva tradita, per chi le aveva mentito, per chi aveva ucciso James, un amico. Terra inspirò allargando le narici, l’odore del sangue la deliziò. Colpendo Amber stava distruggendo tutti quelli che l’avevano tradita, tutte le ingiustizie, tutti gli abbandoni.

Stese una mano alla sua destra, il guanto s’illuminò di giallo. Una colonna di roccia si alzò dal suolo e si compattò in un randello, per poi raggiungere la ragazza.

Terra si alzò in piedi e strinse l’oggetto con entrambe le mani. I tendini si tesero, il respiro rallentò. Poteva udire i battiti del suo cuore che scandivano il tempo nelle sue orecchie, lenti.

Assestò il colpo sullo stomaco dell’apprendista. Amber si contorse e urlò dal dolore. Il volto di terra non lasciò trasparire alcuna emozione. Un altro colpo, sul fianco. Un altro, sulle gambe.

“Terra, ora basta.”

La ragazza si voltò, ruotando il busto. Red X era alla sua destra, oltre il corpo gemente di Amber.

“Cosa ci fai qui.”

Red X si avvicinò di un passo.

“Impedisco che diventi un’assassina.”

La ragazza smise di respirare, l’odio defluì in disperazione, lacrime iniziarono a rigare il suo volto, senza voler smettere.

“Ha ammazzato James, mi ha tradita, ha provocato solo dolore.”

Il suo corpo tremò.

“Terra, tu non sei un’assassina.”

Terra si passò la manica della felpa sugli occhi.

“Tu… tu non capisci, Red X,” Singhiozzò, “io non sono un’eroina. Io non potrò mai essere un’eroina, non sarò mai abbastanza buona per esserlo. Però una cosa la posso fare. Posso fare in modo che equità psicopatica smetta di fare del male.

Red X si bloccò.

“Terra, non è così che si fa.”

Terra socchiuse gli occhi.

“Metterla in prigione forse? Sai che scapperà. Scappano sempre, ogni santa volta. Quante persone come James dovranno morire prima che qualcuno la fermi definitivamente?”

Red X fece un passo indietro, tremò.

“Finalmente potrò riscattarmi, potrò fare la mia parte e liberare questo posto dalla feccia.”

Il ragazzo non si mosse, non proferì parola. Era pietrificato. Terra annuì, interpretando quel comportamento come un segno d’assenso.

Calò il randello sulla spalla di Amber, rompendola. La ragazza urlò e si prese il braccio con l’altra mano.

Red X rimase immobile, con i pugni serrati vicino a fianchi. Terra rivolse lo sguardo alla vecchia compagna di classe, gemente, stesa con la testa in una pozza di sangue.

Alzò il braccio. Amber le rivolse uno sguardo pieno di terrore, il suo petto si alzava e si abbassava a scatti, la bocca era semiaperta e il corpo tremava. La sua pelle era piena di contusioni e gli occhi verdi lucidi spiccavano nel rosso scuro della sua faccia.

Un’ombra le portò via il randello dalla mano. Terra fece un balzo all’indietro, lasciandosi scappare un grido. Una tigre verde atterrò alla sua sinistra, con la mazza tra le fauci. La bestia serrò le mascelle e la spaccò in tanti piccoli sassi che caddero al suolo.

La ragazza spalancò gli occhi.

“B-Beast Boy…” sussurrò.

L’animale tornò in forma umana. Era lui, era il suo amico, il suo migliore amico. Aveva una benda nera sugli occhi e l’espressione seria.

“Beast Boy…”

Il respiro di Terra si sbloccò, divenendo più rapido così come i suoi battiti. Le lacrime ripresero a fluire a fiotti sul suo volto. 

Il mutaforma non mutò espressione.

“Ora basta, Terra.”

La ragazza lasciò cadere il braccio lungo il suo fianco e cadde in ginocchio, la vista le si annebbiò.

Venne accolta in un caldo abbraccio. Terra abbandonò il viso sul petto del mutaforma e singhiozzò.

“BB… BB…”

Beast Boy le accarezzò la schiena e la strinse a sé.

“Sono qui. Sono qui, non preoccuparti, non sei sola.”

Terra fu scossa da un tremito, BB aumentò la stretta e appoggiò il suo mento sulla testa della ragazza.

“Tranquilla…” sussurrò.

Terra inspirò a fondo e si allontanò. Beast Boy era lì per lei, dopo tutto quel tempo, pronto ad abbracciarla senza nemmeno chiederle spiegazioni. Red X era tornato, dopo aver inscenato la sua morte con Anne per farle scoprire la verità su sua madre. Lui, un ladro e criminale, era tornato per lei. Passò lo sguardo da BB, ancora in ginocchio, e Red X, in piedi e immobile, che la fissava. Terra si alzò in piedi e guardò Amber, la ragazza respirava a fatica e la guardava con gli occhi socchiusi.

“Perché dovrei risparmiarla BB. Perché dovrei? È una traditrice, l’apprendista di Slade, ha fatto il doppio gioco tutto il tempo, ha fatto del male a moltissime persone. Perché dovrei, BB.”

Amber tossì.

“Tara…” sussurrò “tu sei tutte queste cose che hai elencato. Tara, la persona che credi meriti la morte non sono io, sei tu. Io e te siamo uguali.”

Terra serrò i pugni. Era vero, era vero tutto quanto. Lei aveva fatto le stesse identiche cose, eppure BB era lì ad accoglierla, eppure Red X era lì per lei. Era stata anche peggio di Amber, feccia, un rifiuto umano.

Strizzò gli occhi, i suoi pugni tremarono, digrignò i denti. Amber era lei.

Qualcuno la fece girare e l’afferrò per le spalle.

“Tu non sei lei, Terra, tu ti sei sacrificata per salvare la città e tutti noi.”

La ragazza abbassò gli occhi.

“Io avevo conquistato quella stessa città e l’avevo gettata nel terrore.”

Il volto del mutaforma si contrasse in una smorfia.

“Tu non puoi ucciderla.”

Beast Boy s’irrigidì e fece schioccare la mascella, Terra sobbalzò e si girò. Red X si era avvicinato a lei, il mantello ondeggiava sotto la brezza notturna.

“Uccidere è l’unica cosa che ti rende diversa da lei. Tu hai tradito, hai mentito, hai fatto del male, ma non hai mai tolto la vita. Persino Slade è di nuovo qui, nonostante fosse caduto nella lava.”

A Terra parve di notare un tremolio nella sua voce.

“Se adesso tu la uccidessi non vi sarebbe più alcuna differenza tra te e lei. Non saresti un’eroina, non potresti esserlo. Forse, questa ragazza non tormenterebbe più la città, ma ne arriverebbe un’altra dopo di lei. A quel punto, tu avresti solo perso ogni valore, ogni umanità. Non saresti un’eroina, saresti solo un’assassina, uguale ad una psicopatica con la faccia di zucca.”

Terra indietreggiò, le gambe le tremarono. Uccidere era l’unica cosa che le impediva di varcare il confine, quel confine che l’avrebbe resa solo una psicopatica assetata di sangue, impossibile da perdonare e incapace di perdonarsi.

Red X si avvicinò, le ticchettò con l’indice sulla fronte.

“Smettila di farmi fare tutti questi discorsi memorabili. Ci sto prendendo gusto.” Ridacchiò.

Sul volto di Terra comparve l’ombra di un sorriso, la ragazza si lanciò in avanti e lo abbracciò. Red X rimase immobile, con le braccia allargate a mezz’aria.

“Ehm… che ti prende?”

“Grazie.”

“Mi dispiace interrompere, ma l’apprendista è ancora qui agonizzante.” Il mutaforma era rigido vicino a loro, con una smorfia sul volto. “Chiamo gli altri.”

Terra si staccò da Red X, il ragazzo mise mano alla sua cintura. Beast Boy tirò fuori il trasmettitore dal costume e s’allontanò.

“Il mio tempo qui è finito. Ho fatto il mio lavoro portandoti il tuo gnomo verde, ora è meglio che vada a cercare Rose.”

Terra alzò un sopracciglio.

“Perché te ne vai?”

“Ci sono persone che ancora non ho la forza di rivedere, Terra. Ci becchiamo” disse e premette il pulsante, scomparendo.

Un senso di tristezza la pervase, il freddo le penetrò nelle ossa. Si chinò su Amber, aveva perso conoscenza. Le strappò un lembo della manica per fermare l’emorragia al naso e le ripulì il viso. Più toglieva il sangue più riusciva a intravederle i lineamenti con precisione. Il cuore si compresse in una morsa. Si fermò a guardarla: il respiro era regolare, sembrava dormisse. Tutte quelle giornate a scuola, così spensierate. I segreti, le risate, i pomeriggi insieme. Terra si morse un labbro. Invece, era l’apprendista di Slade. La ragazza socchiuse gli occhi e li posò su di lei, poi li richiuse. Per un attimo vide se stessa nella figura della sua compagna di classe, con una divisa neurale addosso, lo stemma di Slade sul petto. Scosse la testa, allontanando quel pensiero e si alzò.

Si avvicinò a James, riverso a qualche metro da lei. S’inginocchiò di fianco a lui e gli prese la mano, era fredda. Il fiato le si mozzò. Si strappò un lembo della felpa e gli ripulì il ventre dal sangue seccato, poi passò ai lineamenti del viso. Terra sentì un peso gravagli sulle spalle e sul petto.

“Ehi…”

La ragazza sospirò e si girò verso Beast Boy, che si sedette a fianco a lei.

“Ehi…” mormorò in risposta, “Sentiti gli altri?”

Beast Boy annuì.

“Stanno arrivando, con i soccorsi e le autorità.”

Terra annuì e guardò il volto esangue di James, Beast Boy le cinse le spalle.

“Che cosa dirò ai genitori? L’apprendista, Amber, l’ha ucciso. Non ho potuto fare niente per impedirlo.”

“Non è colpa tua, Terra.”

La ragazza accarezzò il dorso della mano di James.

“Però lui non c’è più.”

Beast Boy non rispose. Rimasero lì, immobili, con il solo rumore della brezza a far loro compagnia, il ragazzo steso vicino a loro, finché il cielo non iniziò a schiarirsi e gli uccelli a canticchiare.

La luce del sole invase quella radura, illuminando i corpi e tutto il mondo circostante. Ombre radenti si proiettarono sul terreno. L’ombra della lapide sfiorò il corpo di Amber, senza toccarlo. 

“Dicono che le albe siano una bella cosa,” mormorò Terra, alzando il volto verso il cielo, “significa che il peggio è passato.”

“È passato. Non sei più sola, siamo di nuovo insieme.”



 

 

 

*Valigetta recuperata da Robin in “Revved up”, nona puntata della quinta stagione. (Sessantunesima nel conteggio generale)

 

 

 

 

 



 

 

Angolo dell’autrice

Dopo tre settimane. Faccio prima a dirvi che gli aggiornamenti non saranno più precisi per impegni universitari ed esami da recuperare, ma posso tranquillamente promettere che l’attesa non supererà mai il mese e che questa storia non rimarrà incompiuta.

Beast Boy alla fine si trasforma in ghepardo, ed è riuscito a sentire tutta la discussione da quella frase pronunciata da Terra. Per questo non attacca la ragazza per star picchiando Amber.
EDIT per chi ha letto prima della modifica: non si trasforma più in un ghepardo, ma in un cervo. Il ghepardo ha troppa poca resistenza per percorrere un chilometro ad alte velocità, inoltre una preda ha l'udito più sviluppato di un predatore. In ultimo luogo, il bosco sarebbe il suo ambiente naturale.

Credo che ormai l’identità di Red X sia palese, anzi, più che palese. Per capire bene la scena con l’apprendista e il perché sia del suo blocco sia del suo discorso a Terra, bisogna conoscere un minimo la sua storia fumettistica. In ogni caso cercherò di spiegare nei capitoli successivi per non lasciare niente in sospeso, dato che ho solo preso spunto dalla versione cartacea e non l’ho adottata completamente.

Non preoccupatevi per l’improvviso “protagonismo” di Robin, da una parte è stato sintomo di un cambio in corsa del background di Red X, dall’altra ci sono stati dei riferimenti anche nei primi capitoli che a breve saranno chiari.

In conclusione, spero che vi sia piaciuto. Ci vediamo nelle recensioni!

A presto,

 

X Carlotta

   
 
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