Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Nonna Minerva    19/03/2009    18 recensioni
Un improvvisato gioco della verità organizzato da Sirius aiuterà a scoprire molti segreti interessanti. Ma dovrà stare attento al modo in cui pone le sue domande, perchè è tutta una questione di SEMANTICA!
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
It’s just a problem of semantics

Ebbene sì, avete letto bene, sono riuscita a realizzare il mio sogno: scrivere una storia che contenesse la parola ‘semantica’ almeno nel titolo.

E sono più che fiera di dedicare questa mia nuova creazione a Cucciola e Pioggia per i loro compleanni (la settimana scorsa, lo so, ma la puntualità non è mai stata il mio forte, lo sapete)! Un piccolo ringraziamento a due delle mie più attive lettrici campione.

 

In realtà esiste un’altra storia che aveva realizzato questo mio sogno e sarebbe “Semantics”, di Rainsoul, storia che lei mi ha scritto, in inglese, per il compleanno l’anno scorso.

Vi prometto che finirò di tradurla, così che possiate leggerla anche voi.

Ma se volete cimentarvi in lingua originale, contattatemi e vi passo il link, perché vale davvero la pena!

 

Detto questo, buona lettura!

 

Tanti auguri ragazze!

 

 

 

 

It’s just a problem of semantics

 

Chiacchiere e risate allietavano quello che era uno degli eventi più attesi fin dai tempi gloriosi dei Malandrini e allo stesso tempo lievemente temuto da coloro che ne conoscevano bene le implicazioni, soprattutto dopo aver assistito anno dopo anno alle disastrose conseguenze: il compleanno di Sirius.

Questa volta, visti i limiti che gli imponeva la sua latitanza, si era accontentato di organizzare una modesta festicciola a Grimmauld Place, ma Remus lo conosceva troppo bene per non sapere che era ancora troppo presto per cantar vittoria.

I più si erano ritirati per la notte, Molly compresa, dopo aver concesso ai ragazzi di stare in piedi fino a tardi per una volta, ma non prima di aver strappato agli adulti che sarebbero rimasti, vale a dire Sirius (se tale lo si può definire), Remus e Tonks, la promessa che li avrebbero tenuti d’occhio.

Attualmente, il Malandrino più assennato dei quattro, iniziava a fiutare i primi segnali di pericolo, in quanto il festeggiato aveva appena dichiarato aperti i giochi, affermando di voler provare subito il regalo di Fred e George.

I gemelli si erano presentati quella sera con la loro ultima creazione: una bottiglietta colma di un filtro che poteva essere definito un lieve Veritaserum.

Come la pozione originale, costringeva l’interpellato a dire la verità, ma quest’ultimo rispondeva sinceramente solo a domande che richiedessero un “sì” o un “no”.

 

Sirius non ci aveva messo molto a intuire l’enorme potenzialità racchiusa in quella piccola boccetta di vetro ed aveva insistito per metterla immediatamente in pratica.

I ragazzi si erano dimostrati entusiasti all’idea di strappare qualche segretuccio ai grandi e non avevano perso tempo a sistemare le sedie in un cerchio in mezzo al salotto.

Remus era un po’ restio ad unirsi al gioco, ma d’altra parte aveva promesso di assicurarsi che le cose non sfuggissero di mano e, come aveva già escluso dal principio la collaborazione di Sirius, era altrettanto consapevole di quanto poco affidabile fosse Tonks, quando si lasciava trasportare dall’entusiasmo. Così, con un enorme sospiro, e certo che se ne sarebbe pentito, prese posto, attendendo rassegnato l’inevitabile catastrofe.

Per una mezzora seguì distrattamente il gioco, compatendo il malcapitato di turno che veniva sorteggiato per essere sottoposto al siero, ponendo lui stesso qualche domanda di quando in quando, ma cercando sempre di evitare di mettere in imbarazzo l’interrogato.

Grazie al minuzioso terzo grado di Sirius, combinato con le capacità investigative dei gemelli e l’ingenua curiosità di Ron, avevano scoperto che Hermione adorava i panini con maionese, sottaceti e burro d’arachidi, che Sirius al quinto anno si era trovato sotto il vischio magico insieme alla Cooman -e l’unico modo per poterne uscire è rispettare la tradizione-, che Ron indossava esclusivamente intimo firmato Pink witch, marca che produceva capi di un unico colore, cioè rosa pallido; infine che Fred, durante una lezione di Trasfigurazione particolarmente noiosa, aveva iniziato a sognare ad occhi aperti e il suo sogno si era fatto un po’ spinto, tanto che non gli era stato possibile lasciare la classe prima di venti minuti dopo il termine dell’ora, altrimenti la McGranitt avrebbe certamente notato il “piccolo” problema nei suoi pantaloni.

 

Remus era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse che Sirius gli stava sventolando la bottiglietta sotto il naso.

“E’ il tuo turno, vecchio mio!” esclamò l’Animagus, certamente ansioso di vendicarsi per le informazioni che lui aveva rivelato sull’incidente sotto il vischio.

“Ti ringrazio, Felpato, ma io credo che passerò,” dichiarò pacatamente Lupin.

“Ah, no! Non ti puoi rifiutare!”

“Come credi di impedirmelo?”

“Se non partecipi, racconterò quello che è successo durante l’esame ai tuoi G.U.F.O. di Erbologia.”

I ragazzi erano di colpo interessati. Tonks era curiosa mentre Remus si voltò di scatto verso Sirius.

“Avevi promesso che non l’avresti fatto!”

“No, per come la ricordo io hai detto che non volevi sentirne parlare per almeno una ventina d’anni. Ne sono passati diciassette, ma cosa sono un paio d’anni tra amici?”

“D’accordo,” acconsentì mestamente Remus, strappando la bottiglietta dalle mani del suo futuro ex amico. “Ad una condizione.”

Sirius annuì, indicandogli di continuare.

“Quello che è successo all’esame di Erbologia è un argomento off-limits, durante questo gioco e in qualsiasi altra occasione.”

“Va bene. Adesso bevi,” insistette l’Animagus.

Lupin fece per portarsi la boccetta alle labbra, ma la abbassò un secondo dopo.

“E niente che possa scandalizzare i ragazzi, Sirius, ricorda quello che abbiamo promesso a Molly.”

“Va bene, va bene, ok... niente che possa segnarli a vita, promesso.”

 

Consapevole che quello era il massimo che avrebbe ottenuto da Sirius e decidendo di fidarsi sul fatto che non avrebbe divulgato fatti riguardanti quell’esperienza estremamente umiliante, Remus bevve un sorso della pozione.

Il liquido gelido gli bruciò la gola è lo stordì un pochino.

“Ok, ci sono,” annunciò tossicchiando, cercando di togliersi di dosso quella spiacevole sensazione di scompenso.

“Controlliamo,” fece malizioso Sirius. “Al sesto anno hai accettato di uscire con Priscilla Johnson.”

“Sì.” Ammise Remus, suo malgrado.

“Perché Sirius sta gongolando in quel modo? In fondo hai solo acconsentito ad un appuntamento, no?” chiese curiosa Ginny.

“Con una ragazza del primo anno,” puntualizzò il festeggiato.

“Stavo cercando di essere gentile!” tentò invano di difendersi il Licantropo.

“Stiamo divagando, gente!” urlò Sirius richiamando l’attenzione generale. “Adesso che abbiamo la certezza che il nostro uomo non ci mentirà, possiamo iniziare.”

 

Tutti nella stanza si fecero di colpo attenti. Quali segreti poteva nascondere un uomo modesto come Lupin e soprattutto, cosa avrebbe fatto Sirius per farglieli rivelare?

“Allora, vediamo... con te parleremo di... fantasie sessuali!”

“Per fortuna che hai detto non avresti detto nulla che avrebbe potuto mettere a disagio i ragazzi!” protestò Lupin, arrossendo.

L’Animagus si voltò verso il resto del gruppo, dove i più giovani sorridevano e Tonks riusciva a stento a trattenere le risate.

“Credete che l’argomento che ho scelto per lui possa contenere possibile materiale traumatizzante?” chiese loro, inarcando un sopracciglio.

“Nah, siamo veterani in quel campo ormai,” dichiararono i gemelli.

“Nulla di nuovo anche per me,” mormorò Ron un po’ imbarazzato.

“Ok, per me,” concordò Harry.

Hermione e Ginny annuirono convinte.

“Ma come, Sirius, non vorrai che io comprometta la mia anima candida e innocente?” scherzò Tonks.

“Zitta, tu, che sarai stata anche meno casta di me!”

“Non saprei, le conti le tue scappatelle in prigione? Ma adesso sei tu che divaghi, ti serve un invito scritto per iniziare? O vuoi che cominci io?”

“No, no, faccio io,” fece Sirius un po’ risentito. “Allora, Moony, dimmi, ce l’hai una fantasia sessuale preferita?”

“Sì.”

“Perfetto, concentriamoci su quella dunque,” continuò il mago, passando la parola ai suoi compagni.

“La donna della tua fantasia cambia?” intervenne George.

“No.”

“Sempre la stessa, quindi,” concluse Fred.

“Sì.”

“Cos’ha di tanto particolare la fantasia per essere la tua preferita? State facendo sesso?”

“No.”

“Sta usando la lingua?”

“No.”

“La stai usando tu?”

“No.”

“La bocca?”

“No.”

“Le mani?”

“No.”

Proseguirono per dieci minuti buoni e esaurirono tutte le soluzioni anche le più fantasiose. Sirius era parecchio seccato per il fatto che l’amico sognasse di fare qualcosa che sfuggiva alle sue conoscenze e non l’avesse mai condiviso con lui.

“Sicuro che non sia una delle cose che abbiamo detto?” insistette.

“Sì.”

“Ma come può essere una fantasia sessuale se non state facendo sesso?”

Remus aveva in viso un’espressione altamente compiaciuta.

Tonks lo fissava intensamente, la testa leggermente piegata da un lato, gli occhi socchiusi, concentrata. E poi capì.

“Sirius, credo la risposta sia più semplice di quanto tu creda, è tutta una questione di semantica. Non è sesso, stanno facendo l’amore, ho ragione?”

Lupin annuì.

“Oh, beh, a ognuno la sua fantasia,” borbottò l’Animagus, un po’ risentito perché non ci aveva pensato lui, ma la sua delusione durò poco, perché nel sentire la successiva domanda della cugina, cui l’argomento iniziava a interessare un po’ troppo, la sua attenzione tornò di nuovo sull’amico.

“Questa donna della tua fantasia, è reale?” aveva chiesto la ragazza.

“Sì.”

“E’ una persona che frequenti spesso?”

“Sì.”

“La conosciamo?” intervenne Hermione.

“Sì...”

Sirius aveva già dimenticato il torto subito e sfoggiò un sorriso a trentadue denti. Erano secoli che tentava di far ammettere al lupastro che provava qualcosa per la sua cuginetta, ma non avrebbe mai immaginato che i suoi sentimenti arrivassero a quel punto, né quando avevano iniziato il gioco aveva pensato che sarebbe stata una buona occasione di farglielo confessare una volta per tutte.

Lui voleva solo divertirsi un po’ a sue spese.

“E’ in questa stanza?” domandò Sirius gongolante, ancora un po’ e si sarebbe messo a saltellare sulla sedia per la gioia.

“Sì...” ammise Remus, suo malgrado.

“E’ Tonks!” esclamò l’altro, pronto a godersi il suo trionfo.

“No.”

Sirius cadde dalla sedia.

“Come no?”

“No,” fu la risposta categorica di Lupin.

Sirius impallidì. Gli altri tacevano, troppo scioccati per parlare.

“Ti prego, non mi dire che hai fantasie sulle tue vecchie alunne!”

“No! Per chi mi hai preso?”

Tutti nella stanza tirarono un sospiro di sollievo.

“Ma non ci sono altre presenze femminili qui dentro!”

Remus fece spallucce, indicando che non era un problema suo. Lui non aveva mentito.

“Non è che qualcuno dei tuoi esperimenti giovanili è andato storto e non ce l’hai mai detto, Sirius?” fece malizioso Fred, nel tentativo di alleviare la tensione.

“Ehi! Io funziono più che bene, te l’assicuro!” protestò indignato il mago.

“Io mi arrendo, non so a che altro pensare,” dichiarò Tonks, un po’ delusa. Sin dal momento in cui erano stati presentati, era rimasta colpita dal fascino di quell’uomo misterioso e allo stesso tempo generoso, dolce e malinconico. Conoscendolo più a fondo, non aveva potuto fare a meno di innamorarsene. Aveva tanto sperato di essere lei, quando suo cugino aveva iniziato il suo interrogatorio.

Gli altri risposero con un lieve mormorio d’assenso; anche loro erano a corto d’idee.

 

Sirius tuttavia non voleva arrendersi. Ne andava della sua reputazione. Passasse una, ma Sirius Black non si fa fregare due volte di fila.

Del fatto che Remus avesse una cotta per la sua stravagante cugina, ne era certo, tuttavia aveva negato e la pozione non mente. Né gli era sfuggita l’espressione ferita di Tonks quando aveva dichiarato che si trattava di lei.

Pensò che la prima volta erano stati giocati da un cavillo semantico e dopo averci ragionato un attimo, capì che era appena successo di nuovo.

“Sai cuginetta,” esordì Sirius, “Credo tu ti sia arresa troppo presto.”

“Hai capito chi è?” volle sapere Ron, ma anche gli altri erano curiosi.

“Naturalmente, è semplicemente una questione di semantica,” spiegò e Remus perse la pacata compostezza che aveva mantenuto fino a quel momento ed iniziò a sentirsi un po’ a disagio. “Non è di Tonks che il nostro lupastro si è innamorato, ma di Ninfadora. Ho ragione, vecchio mio?”

Tutti i presenti si voltarono verso l’interpellato, la tensione e l’attesa palpabili nell’aria.

Tonks alzò la testa, improvvisamente speranzosa.

“Remus?” mormorò lei, incitandolo a rispondere.

“S-sì.”

 

I loro sguardi si incrociarono e lui non dovette aggiungere altro, i suoi occhi dicevano tutto.

Tonks si alzò e quando fu di fronte a Remus, tese una mano nella sua direzione. Il mago l’afferrò, alzandosi a sua volta e lasciandosi trascinare fuori dalla stanza sotto gli occhi allibiti dei presenti.

“Dove state andando?” chiese Sirius, ancora sorpreso per la piega che avevano preso gli eventi, ma soprattutto per il fatto che lui aveva avuto un ruolo fondamentale in questo.

“A vedere di realizzare qualcuna di quelle fantasie,” fu la risposta cristallina della ragazza.

“Ma... ma... e il gioco?”

Remus sembrava incapace di pronunciar parola, ma era evidente che non aveva nulla in contrario ad essere rapito dalla graziosa donzella che non aveva lasciato andare la sua mano. Tonks scrollò le spalle e rivolse un enorme sorriso al cugino.

“Game over, Sirius.”

 

  
Leggi le 18 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nonna Minerva