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Autore: Fanie33    01/02/2016    3 recensioni
Baci, principalmente.
I paring classici intervallati da Ship di cui tutto si può dire tranne che si trovano spesso.
Dalle sorprese a quello che un po' ci si aspettava, ogni capitolo racconta una storia diversa.
Ogni capitolo, un bacio diverso.
[Wincest-Weecest-Destiel-Sabriel-Debriel-Sastiel-Lubriel-Crobby-Dean/Lisa-Megstiel-Wincestiel-Samifer-Gabriel/Kalì-Calthazar...]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest, Threesome | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Rating: Giallo, per i contenuti.
Genere: Fluff, romantico credo.
Contesto: Prima dell'inizio, una Wincest high school.
Note: Non è niente di speciale, ma era tanto che non scrivevo Weecest. Non sto qua a spiegarvi il titolo (che già da sè dice molte cose) e ci si rivede nelle NdA.



 

Pride



La spallata arrivò nel momento esatto in cui Sam appoggiava la mano sulla maniglia a spinta della porta d'ingresso alla Williamston High Scholl, nel Michigan, e lo fece piombare in avanti.
Il giovane cacciatore ruzzolò a terra, sul cemento umido del piazzale d'ingresso, i libri che reggeva in mano sparsi attorno a lui, mentre nelle orecchie gli esplodeva la risata affettata del gruppo di adolescenti fermi davanti a lui.
«Guardate, la principessina è caduta» ghignò uno di loro -Mark, ricordò Sam, Mark Hellis- «perché non la aiutate ad alzarsi?»
Prima ancora che lui potesse muoversi, due ragazzi che non conosceva gli furono accanto, e lo sollevarono di peso per le spalle, rimettendolo in piedi e tenendolo fermo per le braccia.
Erano tutti molto più grandi di lui, probabilmente all'ultimo anno, e ormai il giovane Winchester frequentava quella scuola da abbastanza settimane da sapere che si divertivano a prendere di mira i nuovi arrivati. Nemmeno lui era scampato a quella sorte, anche se aveva fatto del suo meglio per tenere il profilo basso.
Normalmente, veniva preso in giro per i vestiti dismessi, per tutti i libri che si portava dietro, per i suoi voti altri, ma questa volta la ragione era tutta particolare, e Sam aveva intenzione di impedire ad ogni costo che giungesse alle orecchie di suo fratello, o ancora peggio, di suo padre.
«Allora, dove correvi in tutta fretta, dolcezza?» chiese Mark, avvicinandosi a lui di un passo «dal tuo ragazzo?»
Sam digrignò i denti, mentre in automatico la sua mente elaborava la situazione, valutando le vie di fuga.
Hellis era alto e ben piazzato, ma lui era più veloce e di certo meglio addestrato. Dei due che lo tenevano fermo si sarebbe potuto liberare con una gomitata, e a Mark avrebbe potuto fa saltare un dente senza problemi, o ridurlo in ginocchio con un pungo allo stomaco. Sarebbe stato divertente, certo, ma profondamente umiliante. Poteva quasi vedere davanti agli occhi l'immagine dell'espressione delusa di Dean, se lo avesse visto fare a botte.
«Lasciami stare, Hellis» sputò, mentre con lo sguardo percorreva la strada deserta, preoccupato di poter vedere comparire l'Impala da un momento all'altro.
«E perché mai?» ghignò il ragazzo, afferrandolo per il bavero e sollevandolo quasi da terra «non vedo perché dovrei stare a sentire un finocchio»
Intorno a loro un gruppo di ragazzi si era fermato a guardare, chiudendoli in un cerchio che li separava dalla vista sia del parcheggio che dell'interno della scuola. Erano tagliati fuori.
«Non sono un finocchio» disse Sam, desideroso di uscire da quella situazione senza finire coinvolto in una rissa, e prima che Dean arrivasse a prenderlo come faceva ogni giorno.
Mark rise, e con lui gli altri ragazzi che tenevano fermo il giovane cacciatore.
«Ti abbiamo visto tutti, Winchester, tu e quel ragazzo biondo con la macchina nera. Chi è, il tuo amichetto speciale?»
Sam strinse i pugni. Non lo avrebbe mai colpito per primo, ma si sarebbe di sicuro difeso.
«Non sono affari tuoi» sibilò.
«Oh, ma allora è vero! Abbiamo veramente un finocchio tra noi» ridacchiò lui, e il giovane cacciatore avvertì dentro di sé il desiderio inarrestabile di spaccargli la faccia.
Riuscì a trattenersi dal divincolarsi, ma in compenso gli sputò addosso.
Mark rimase per un attimo interdetto, poi la sua espressione mutò all'improvviso, e prima ancora che Sam potesse contrarre i muscoli e prepararsi al colpo, il pugno si schiantò contro il suo addome e lo mandò bocconi per terra.
Alcune urla spaventate si levarono dalla platea di studenti, ma nessuno si mosse davvero per aiutarlo. Alcuni, scandivano il nome di Mark come un incitamento a proseguire.
Sam ansimò a corto di fiato, le ginocchia sopra ai propri libri ancora a terra, e vide i piedi di Hellis avvicinarsi al proprio viso.
«Non che ti cambi qualcosa, in effetti» ghignò il ragazzo, pulendosi il viso con una manica «dovresti essere abituato a stare in ginocchio»
I due alle spalle di Sam risero, e lui strinse i denti e i pugni. Fece per alzarsi, ma un piccolo calcio al fianco lo mandò disteso per terra, gli occhi rivolti alla porta d'ingresso della scuola. Il corridoio era libero, quasi nessuno si aggirava ancora tra gli armadietti. Nessuno che potesse aiutarlo ad uscire da quella situazione senza necessariamente mettere in pratica il proprio addestramento da cacciatore.
Sam si voltò a pancia in su, cercando di capire se avesse riportato davvero delle ferite, ma sembrava tutto a posto. Lentamente si risollevò sulle ginocchia, ignorando il leggero dolore allo stomaco, e poi con un rapido movimento fu in piedi. Automaticamente i due ragazzi alle sue spalle lo afferrarono per i gomiti, ma lui fu svelto a scansarsi e colpirli sul mento, mandandoli a terra.
Mark ululò e gli saltò addosso, e lui scartò di lato appena in tempo per evitare il primo pugno, ma non il secondo.
Il sapore del sangue gli invase la bocca mentre il labbro spaccato gli sanguinava sul mento, e lui cadde in ginocchio, di nuovo. Hellis lo afferrò per i capelli, strattonandolo fino a fargli salire le lacrime agli occhi per il dolore, e caricò il terzo pugno.
A giudicare dalla forza che intendeva metterci, Sam valutò che gli avrebbe come minimo rotto il naso. Spiegarlo a suo padre sarebbe stato molto spiacevole.
Chiuse gli occhi un attimo prima di avvertire il movimento d'aria che gli avrebbe spaccato la faccia, e contrasse i muscoli sperando che non fosse troppo doloroso.
Ma non successe niente.
Riaprì gli occhi incerto, in tempo per vedere la mano di Dean afferrare più saldamente il polso già bloccato di Mark e piegarlo all'indietro, dietro la schiena, e buttarlo a terra con un calcio dietro alle ginocchia.
«Impara a prendertela con quelli della tua taglia» soffiò il maggiore dei Winchester con la sua solita faccia da schiaffi, un attimo prima di rivolgere la propria attenzione a suo fratello e tirarlo in piedi di peso.
«Stai bene?» chiese, già con le mani sul suo viso a controllare eventuali tagli o abrasioni.
Intorno a loro, nessuno si era mosso, ma Dean parve non curarsene minimamente.
«Sì, è tutto okay» rispose il più piccolo, desiderando, contro ogni logica razionale, che lui lo abbracciasse. Ma non sarebbe stato saggio, non dopo essere appena stato accusato pubblicamente di essere gay e di farsela con un ragazzo biondo che non poteva essere altri che lui.
In quel momento, Mark si rialzò in piedi. «Guarda guarda, è arrivata l'altra checca. Winchester, ti nascondi dietro al tuo principe azzurro?» chiese con un sorriso stampato in faccia.
Sam digrignò i denti, mentre Dean corrugava le sopracciglia.
«Cosa?» chiese, voltandosi verso il bullo.
«Sei sordo, oltre che finocchio?» ribattè lui, mentre gli altri due lo raggiungevano, finalmente in piedi.
Il maggiore dei Winchester rimase interdetto, per un attimo, poi si rivolse a suo fratello. «Credono che io e te stiamo insieme?» chiese, a voce abbastanza alta perché tutti lo potessero sentire.
Sam annuì lentamente, cercando di capire cosa Dean stesse per fare.
Lui scoppiò a ridere, gettando la testa indietro. Era un risata falsa, suo fratello lo capì immediatamente, ma nessuno oltre a lui se ne accorse. All'improvviso smise di ridere, si voltò di scatto e avanzò verso Mark.
Vederlo arretrare colto di sorpresa strappò a Sam un sospiro sollevato e a Dean un ghignò compiaciuto.
«Mi chiamo Dean Winchester, e lui è mio fratello» sibilò «scusa tanto se non ti stringo la mano»
Le spalle di Hellis piovvero immediatamente verso il basso, e lui non potè fare altro che scansarsi quando il più piccolo, dopo aver raccolto in fretta e furia i propri libri da terra, si lasciò prendere per un polso dal maggiore e lo seguì oltre alla barriera di folla fino al parcheggio, verso l'Impala, parcheggiata tra gli alberi.

Sam trotterellava a fatica dietro alle grandi falcate di Dean, che rallentò solo quando furono oltre il muro perimetrale della scuola. «Scusa, non volevo farmi coinvolgere» mormorò il più giovane, con gli occhi bassi.
Lui scrollò le spalle, aprendo la portiera e lasciando che il minore gettasse i libri sul sedile posteriore. «Non fa niente. È stato divertente»
«Per me un po' meno»
Dean si voltò a guardarlo, appoggiandogli una mano sul viso e osservando attentamente il leggero taglietto sul labbro. Sam arrossì, a disagio.
«Dean... ci guardano» mormorò, e il maggiore gettò uno sguardo intorno a sé, cogliendo almeno venti o trenta sguardi ancora fissi su di loro.
Sorrise, riportando la propria attenzione sul fratello. «Papà ha chiuso il caso stamattina, ripartiamo in giornata. Quindi, lascia pure che guardino» mormorò, e si chinò a baciargli le labbra.
Sam gli circondò il collo con le braccia, sorrise e lo baciò a sua volta, con trasporto, per una volta incurante di tutte le occhiate e i commenti che ci sarebbero potuti essere.
Si lasciò dischiudere le labbra dalla lingua del fratello, e gli permise di insinuarsi cautamente nella sua bocca, come ogni volta.
Si separarono senza lasciarsi andare, e Sam appoggiò la fronte contro la spalla di suo fratello, sorridendo perché solo un momento prima si era quasi fatto pestare per custodire il segreto che aveva appena sbandierato al mondo.
«Sali in macchina» soffiò Dean al suo orecchio «il resto a casa»

Dall'altra parte del parcheggio Mark Hellis osservava la scena allibito.

























NdA
Salve a tutti. 
Ho rivisto il layout e aggiunto le NdA come promesso.
Il tema è quello che è, prendete tutto con leggerezza perchè a me tra Family Day e altre cose mi è salito un urto che metà basta, quindi non mi metto neanche qua a dire cose ovvie. 
Non è mia intenzione nè mettermi a fare politica nè offendere la morale di nessuno, ma certe volte se gli ipocriti stessero zitti si vivrebbe meglio.
Beh, niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se era una cosina corta e molto meh -questo è quello che succede quando non si ha tempo di respirare e l'ispirazione gioca a nascondino nel cassetto dei calzini-, e niente, ci si rivede lunedì prossimo.
Un bacio grande a tutti, e a presto<3
Fanie

 

   
 
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