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Autore: BrokebackGotUsGood    01/02/2016    6 recensioni
Per Sherlock l'amore non è altro che uno svantaggio pericoloso. Riuscirà John a fargli ammettere di essersi...beh, sì, sbagliato?
«Credo di star attraversando una...u-una crisi d' identità, ecco».
[...]
«Di identità sessuale?»
«Per l'amor del cielo, non pronunci quella parola!!».

[Johnlock]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo








Un argenteo strato di nubi ricopriva il cielo di Londra e sottili gocce di pioggia si infrangevano contro il vetro della finestra, per poi lasciarsi scivolare lentamente verso il bordo. 
John tamburellava nervosamente i polpastrelli sulle ginocchia, lo sguardo rivolto verso un punto imprecisato del pavimento di marmo; le lancette dell'orologio appeso alla parete di fronte a lui ticchettavano inesorabilmente, facendogli rendere conto di quanti secondi fossero effettivamente passati da quando la signora Thompson gli aveva chiesto di esporre il suo problema. 
Non un problema da poco, tra l'altro. Oh no. 
Ma se la situazione in cui si trovava era tremendamente difficile da accettare, ancor più arduo era tentare di convertire le sue emozioni in parole, parole che non sapeva assolutamente come far uscire dalla sua bocca senza che comportassero effetti collaterali devastanti. 
Optò per una via semplice e diretta, anche se alquanto imprecisa. 
«Io sto...». Prese un respiro, chiuse gli occhi per un istante. «Credo di star attraversando una...u-una crisi d' identità, ecco». 
Quelle poche parole gli erano costate uno sforzo titanico, ma poteva farcela, non aveva intenzione di perdere il controllo. 
La donna accavallò le gambe e inclinò leggermente la testa di lato, picchiettando la penna sul suo blocco degli appunti. «Di identità sessuale?» 
«Per l'amor del cielo, non pronunci quella parola!!».
Ecco, come non detto, addio controllo. Bravo soldato, ottimo lavoro. 
John si passò una mano sul viso e non notò il sorrisino appena accennato della terapista, che non sembrava per nulla sorpresa dalla sua reazione. 
«Ok, deduco che il problema sia proprio questo. La sa una cosa? Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento» asserì con una sicurezza e una mancanza di stupore totalmente spiazzanti. 
John sbatté velocemente le palpebre un paio di volte, come se credesse di non aver capito bene (ed era proprio ciò che sperava). 
«C-come, scusi?» 
«Signor Watson, non è stato necessario servirmi della capacità di interpretare i gesti e le parole dei miei pazienti acquisita con gli anni di esperienza: con tutto il rispetto,  lei è estremamente palese. Si tratta del signor Holmes, non è vero?». 
Se l'anatomia umana lo avesse permesso, la mandibola dell'ex soldato avrebbe toccato terra. 
Era estremamente palese...? Sul serio? Era per questo che non c'era stata persona a lui conosciuta che non avesse fatto strane insinuazioni su una loro possibile relazione?! Angelo, la signora Hudson, una delle ragazze che aveva miseramente tentato di rimorchiare, persino Irene Adler! 
Diamine, sentirsi sbattere in faccia la realtà così all'improvviso non avrebbe di certo giovato alla sua già critica situazione mentale. 
«E che cosa...che cosa renderebbe tutto così ovvio?» chiese con malcelata preoccupazione, non del tutto sicuro di voler sentire la risposta. 
«Beh, mi baso su pochi elementi, ma sono più che sufficienti» 
«Per esempio?» 
«Perché, piuttosto, non mi parla fino in fondo di questa sua "crisi"? Quali sono le sue paure?». 
Già, bella domanda. Se doveva essere sincero, non sapeva nemmeno se fosse davvero soltanto una questione di sessualità o se la sua vera paura fosse quella di provare determinati sentimenti nei confronti di una persona. O, per essere piú precisi, quella di provarli nei confronti di Sherlock Holmes, il sociopatico che si considerava sposato con il suo lavoro. 
Seriamente, da dove diavolo avevano avuto origine il suo  irrefrenabile e costante desiderio di avere il detective al suo fianco, il bisogno di ascoltare le sue geniali deduzioni, di vederlo sorridere con soddisfazione o con sfida, di sentirlo comporre nuove melodie col suo violino, di venire ipnotizzato dai suoi incredibili occhi di ghiaccio? 
Per potersi rispondere, era necessario fare un piccolo salto indietro nel tempo, a quella tranquilla e apparentemente normale serata al 221B di Baker Street.







Buenas tardes ^^
Aluuura, so che come prologo non è il massimo, ma spero di riuscire a sviluppare questa storia in maniera piú o meno interessante. 
Mi sono appassionata...ehm, ok, sono ossessionata...da Sherlock soltanto da pochi giorni, tuttavia mi sono già messa alla pari ed è inutile dire che soffrirò come un cane fino al 2017 in attesa della nuova stagione. 
Comunque shippo Johnlock praticamente dal primo momento in cui si sono incontrati, lol 
Niente, se vi va di seguire qualunque cosa verrà fuori da questa fic ne sarò piú che felice.
Baci 
Melissa 
   
 
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