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Autore: Lady_Tuli    02/02/2016    2 recensioni
La lotta tra il bene e il male e la ricerca della libertà.
I quattro cavalieri dell'Ordine della dea Aria controllano e proteggono le Quattro Terre dalle forze del male. Sono gli ultimi discendenti di un'antica stirpe e il popolo vede in loro la speranza per un futuro migliore.
Mentre il caos dilaga tra le terre, Silver, l'unica dama dell'ordine, deve affrontare anche il buio che si cela nel suo cuore. Lei appartiene ad Aria solo a metà, ma basterà per non cedere all'oscurità?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte avanzava,nera e senza stelle. Il vento ululava tra gli alberi, sembrava sussurrasse è colpa tua, solo tua.
Nella stalla della Casa Ovest che si trovava in una piccola pianura circondata dagli alberi, si intravedeva la fioca luce di una candela. Una bambina la teneva in mano, seduta su un piccolo sgabello di fianco ai covoni di fieno. Guardava i cavalli: alcuni dormivano, altri la guardavano incuriositi, chiedendosi il motivo di quella visita inaspettata.
Un uomo entrò nella stalla, non si trattava di un vecchio,ma l’età iniziava a segnare il suo viso. Alcune rughe si presentavano sul volto, rendendo ancora più marcata la cicatrice bianca sulla fronte che scendeva fino all’occhio destro.
“Ah, sei qui. E’ da un po’ che ti sto cercando.”  
La bambina ora guardava la candela, più della metà era consumata, le gocce di cera si stavano solidificando sulla sua mano,ma lei non sembrava darle importanza.
I suoi capelli, biondi come il grano, non lasciavano intravedere il viso nemmeno nella penombra, nascondendo i suoi occhi dalla luce della candela, occhi blu come zaffiri. L’uomo si chinò davanti a lei e le spostò i capelli dal viso, alcuni ciuffi erano usciti dalla lunga treccia,lei continuava a guardare la candela. Sulle sue guance illuminate solo dalla piccola fiammella si intravedeva ancora l’ombra di una lacrima, ma ora non piangeva, né aveva intenzione di farlo. Tutte le sue lacrime erano finite e sentiva che mai più avrebbe pianto di dolore, né di gioia, perché non si può provare dolore più grande.

“Althien, quanto tempo pensi di restare qui? Devi riposarti, questo non ti esenterà dagli allenamenti di domani.”
La bambina rispose con una fioca voce, con un sussurro, anche se a lei sembrava di urlare a causa delle ore passate in silenzio:“E’ colpa mia?”
“No non lo è.”
“Potevo fermarla, maestro. Se solo... Se solo non le avessi urlato contro un attimo prima...”
“Ora lei è morta. Il passato è passato e non lo puoi cambiare. Non metterti in testa stupide idee e non prenderti la colpa di ciò che ha fatto.”   La voce dell’uomo non tralasciava emozioni.

Ancora il vento entrava nella stalla, un vento gelido, mortale, e ancora gli alberi sussurravano "colpevole". Althien rabbrividì e si strinse ancora più vicina alla candela. Il suo maestro sospirò, un sospiro di resa, forse mai le avrebbe potuto toglierle quel peso di dosso, ma lei doveva lottare, diventare una Dama e non una qualsiasi, ma la Dama dell’Ordine dell’Aria e per farlo non poteva cedere troppo alle emozioni. 
Ora era solo una bambina, ma già nei primi anni aveva manifestato poteri che alcuni acquisiscono solo dopo anni di allenamento, poteri oscuri forse derivati dal padre, un uomo delle Terre di Ombra. Al contrario, sua sorella sembrava irradiare luce pura.
Per un attimo, il maestro non poté negarlo: forse era meglio se si fossero scambiate, che la luce fosse rimasta e la bambina delle ombre se ne fosse andata.
Ma chi era lui per contrastare il volere della dea Aria?  
“Vieni con me.”
Le tolse di mano la candela ed i pezzi di cera colata che si era attaccata alle sua dita. Quell’uomo dalla stazza imponente si diresse vicino al bosco che si trovava a nord della valle dove sorgevano le Quattro Case e il tempio, seguito da quella bambina che sembrava più spenta della notte.

La condusse ai piedi della foresta dove era stata deposta una piccola lapide con incisa la frase “In memoria di Nike, scomparsa per fatalità a 7 anni. Possano gli Dei vegliare su di lei.”

“Hai letto? È stata la fatalità, la furia del torrente a portarla via, se lei si è allontanata non è tua la colpa. Maledizione, guardati! Guarda i tuoi occhi! di che colore sono, eh? Blu. Sapevi che qualcuno doveva sacrificarsi affinché Aria ne prendesse solo quattro. Non potevi farci niente, Althien.”
Non ottenne risposta. Di nuovo si chinò verso di lei e le diede uno schiaffo in viso facendola cadere.  Il nastro che le teneva la treccia si ruppe sciogliendo i suoi lunghi capelli. Lentamente si rialzò, ma non pianse,né diede segno di lamentarsi del rossore che iniziava a presentarsi sulla guancia.
“Maestro...”
“Sì, c’è un modo per alleviare questo peso: cancellarlo.”
“Come posso cancellare me?”
“Non è necessario che tu ti lasci morire, basta che sia il tuo nome a morire. Althien è il nome che qualcun altro ti diede prima di abbandonarti, nessuno ha detto che appartiene a ciò che sei, o meglio a CHI sei.
“Chi sono io?”
“Solo tu hai la risposta.”  

I due si incamminarono di nuovo in direzione della casa senza parlare. Arrivati alla porta, un bambino uscì dalla stalla. Il maestro lo guardò con aria severa, distaccata, ma non fredda: “Tristan, cosa ci fai fuori a quest’ora?”
“Perdonami padre, non ti vedevo tornare e non sapevo dove...”
“Torna in casa.”  
Il bambino guardò la sua amica. Era più grande di lei, lui aveva nove anni e lei sette,ma la differenza quasi non si notava.  Anche lui era biondo, ma i suoi occhi erano di un azzurro vivace come il cielo d’estate, il cielo dell’Ovest.
Un ultimo sguardo di incoraggiamento e si dileguò nella casa. Era il figlio naturale del maestro ed era stato scelto, insieme al figlio adottivo, Kai, di un anno più grande di lui, per diventare un cavaliere dell’Aria.
Kai era in realtà il figlio del cavaliere del Sud, da poco scomparso. Come ultima volontà chiese al cavaliere dell’Ovest di occuparsene.
I suoi due figli, la bambina ed un altro bambino dell’età di Tristan, Nary, erano i prescelti per la nuova generazione, alcuni dicevano sarebbero stati anche l'ultima. Ancora non erano ufficiali, ma Tarìs dell’Ovest se lo sentiva. Il legame tra Cavalieri si intreccia fin dall’inizio.

“Tu sei la prescelta dopo la scomparsa di Nike, non ci sono più dubbi. Ora devi dirmi chi sei, così che io possa farti entrare nella mia casa.”
La bambina guardò il cielo,alcune nuvole si erano diradate, lasciando che la luna illuminasse la sua piccola figura. Era così bella, brillava come se fosse rivestita d’argento, come se la stesse chiamando.
Era nata una nuova creatura, non sapeva per cosa avrebbe lottato. Per il bene? Per se stessa? Per tutte e due?  
Il Nord l’aveva chiamata da quando i suoi occhi erano diventati blu come lo zaffiro, apparteneva all’Aria del Nord, ma anche alle Ombre, lo sapeva. Lo aveva capito da quando i suoi occhi diventavano neri ogni volta che si arrabbiava o aveva paura e nessuno osava avvicinarsi a lei. Era come se qualcosa la avvolgesse, un'aura di puro terrore, eredità lasciatale probabilmente dal padre, un guerriero delle isole di Ombra, o almeno così le avevano detto.  
Ma ora aveva l’occasione di ricominciare, come la luna nuova. I suoi occhi enigmatici che riflettevano le profondità del mare, lo spettro buio sotto l’intenso colore, per un istante si illuminarono. Volse lo sguardo verso il suo maestro, ancora in attesa della risposta: “Silver.”
   
 
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