Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: pica    02/02/2016    1 recensioni
San Valentino, il White Day e altre cose scontatissime e sdolcinate.
[YumiKuri] [high school AU]
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Christa Lenz, Ymir
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Appena la porta si chiude e l’ultimo spiraglio di luce scivola fuori dalla stanza, Krista abbandona un sospiro lungo e solo vagamente sollevato, cercando appoggio contro la parete più vicina.
“Dove credi di scappare?”
Nella penombra, la voce di Ymir la raggiunge affilata, e gli ricorda quasi il sibilo di un serpente. Prima che possa fare nulla per rispondere, si ritrova le sue labbra sulle proprie, un paio di mani a cingerle i fianchi e a strattonarla via dalla parete, prima di premercela contro di nuovo, con tutto il peso del bacino.
“Allora?”, le tira il labbro in un morso leggero, prima di staccarsi da lei. “Fammi un po’ vedere cosa ti hanno regalato quest’anno. Quella testa di cazzo di Reiner ci ha provato di nuovo?”
Krista si ritrae contro il muro, il capo appena piegato di lato, un ennesimo sospiro che sfugge dalle labbra umide. Tutti gli anni, a San Valentino, e poi un mese dopo, quando tocca ai ragazzi regalare il cioccolato, si ripete sempre la stessa storia. “Lo sai che Reiner mi comprerà sempre la scatola più costosa”, soffia, sporgendosi in avanti per tentare di catturare l’altra in un bacio, senza riuscirci quando Ymir si ritrae. Anche senza poterla vedere, riesce a sentirla sogghignare.
“Povero illuso. Sei troppo buona, dovresti smetterla di dare cioccolato a tutti quanti, che poi si montano la testa.”
Krista questo lo sa, ma sa anche che vedere la sua ragazza tanto gelosa gli procura un piacere strano a cui non riesce a rinunciare. Solo una minuscola parte di lei si sente in colpa, dopotutto.
“A te non l’ho regalata, la cioccolata”, la stuzzica, smettendo di cercarla.
“Io non ho bisogno di quelle cazzate.”
“Ah no? Perché ti arrabbi sempre tanto, allora?”, solleva una mano, quella libera, e cerca il suo viso, le sfiora una guancia, poi il mento, poi le lascia scivolare l’indice lungo il collo. La sente tendere i muscoli, sotto il suo tocco. Lo adora.
“Perché poi si fanno strane idee, quelli”, rogna Ymir, rubandole un secondo bacio, più arruffato e possessivo del primo. Krista le ride sulle labbra e la trascina su di sé, la mano torna su, fra i suoi capelli, dietro la nuca – afferra l’elastico che li tiene legati e lo trascina via, senza gentilezza, lasciandolo cadere a terra dove probabilmente rimarrà.
“Oi!”, la sente lamentarsi.
“Ssh”, la zittisce con le labbra, poi, “mi piacciono i tuoi capelli”, le soffia addosso, cercandola di nuovo, trovandola, chiudendo gli occhi e poi gettandogli un braccio attorno alle spalle. La risposta di Ymir si perde da qualche parte, incastrata fra le loro labbra, non più così importante.
Senza più opporsi, Krista si lascia guidare ad occhi chiusi, finendo con la schiena contro gli armadietti della stanza deserta e buia del club di tiro con l’arco. Quando Ymir gli solleva la gonna, non può fare a meno di lasciare andare la presa sulla scatola di cioccolatini, rimasta salda fra le sue dita fino ad ora. Il rumore che fa quando impatta col pavimento è quasi inesistente, annullato dai loro respiri, dallo schioccare timido dei loro baci. Krista si aggrappa al colletto della sua felpa e solleva la gamba attorno al suo bacino, lasciandosi quasi soffocare dall’insistenza della compagna. Chiude gli occhi, allarga le gambe, e sentendo le labbra di Ymir piegarsi contro le proprie, accoglie le sue dita dentro di sé. Non è la prima volta che lo fanno in questo modo, in qualche stanzino buio in cui Ymir la trascina senza domandare il permesso, eppure non riesce a decidere se preferisce questo oppure l’abbraccio confortevole delle coperte, la sicurezza di una porta chiusa, di una stanza propria. Viene ingoiando i gemiti e spalancando la bocca, esalando le scariche di piacere in respiri rumorosi che si infrangono contro le guance dell’altra, contro la spalla che finisce a morderle, per non far rumore, e, nel terrore che qualcuno possa scoprirli, l’orgasmo la travolge con più impazienza del solito.


Mentre si riaggiusta i vestiti addosso, si accorge che i suoi occhi si sono finalmente abituati alla penombra e, quella che fino a poco fa era solo una presenza che incombeva sul suo corpo esile nutrendosi dei suoi baci, ora è una sagoma ben più definita, con una linea curva ed affilata fra le guance che lei ricambia, sorridendo piano, sperando che Ymir non noti il rossore del suo viso.
“Buon Giorno Bianco”, la sente dire, mentre lei si accovaccia a terra, ai suoi piedi, prima di rialzarsi quasi subito. Fra le sue mani riesce a scorgere la forma spigolosa della scatola di cioccolatini che si è lasciata cadere poco fa. Se ne stava quasi dimenticando. “Di questi che ne facciamo?”
Krista scrolla le spalle. “Li mangiamo? Devono essere buoni.”
“Mh”, Ymir pare pensierosa, per un attimo. Poi, dal nulla, un gran sorriso le esplode sul volto. “Chissà cosa direbbero i tuoi ammiratori, se lo sapessero.”
Krista non può fare a meno di ridere con lei, prima di afferrarle il volto per trascinarla in un bacio.
“Facciamo così”, Ymir la interrompe. Nella stanza, per brevi istanti, si sente solo il rumore di carta stracciata, le mani della compagna che armeggiano frenetiche, come se fosse rincorsa da chissà quale pensiero. Prima ancora che Krista possa aprir bocca per domandarle quale siano le sue intenzioni, si sente afferrare una mano – la sinistra – e poi un dito – l’anulare. “Krista”, solleva gli occhi d’istinto, quando il suo nome viene chiamato. “Andiamocene a vivere insieme, quando sarà finito il liceo.”
Krista schiude le labbra senza che ne esca alcun rumore. Ymir ha lo sguardo più serio che le abbia mai visto.
“Be’, se ti va, immagino di sì…”, sbatte le ciglia, non ha idea di cosa dovrebbe dirle, non quando la sta fissando con quegli occhi, non mentre le stringe le dita così forte da fare quasi male.
“Bene”, l’altra soffia, e in qualche modo sembra soddisfatta dalla sua risposta. “Però, prima…”
“Mh?”
Abbassa gli occhi. Allentando la stretta, Ymir le sta passando qualcosa di soffice e liscio attorno al dito. Un nastro. Un nastro rosso, quello che teneva assieme la confezione di cioccolatini –
“Ymir?”
Lo rigira con attenzione, ricongiungendone le estremità fino a formare un fiocco che si stringe attorno al suo anulare.
“Però, prima”, riprende Ymir, questa volta cercando il suo sguardo, con l’ombra di un sorriso impaziente fra le guance. “Mi devi sposare.”
Krista ridacchia timidamente, senza rendersi del tutto conto dell’effetto che quel suono leggero che vibra contro il palato possa fare sulla compagna. Rigira la mano in quella dell’altra con l’intenzione di intrecciare le dita alle sue, e nel cercare gli occhi di Ymir si mordicchia un labbro, piano, con una punta d’imbarazzo che addolcisce la curva del suo sorriso.
“Questo sarebbe l’anello?”
Ymir annuisce energicamente, prima di domandarle, “Non ti piace?”
“Scema”, la trascina contro di sé, costretta ad alzarsi in punta di piedi per sfiorarle le labbra. “Certo che mi piace”, e le poggia un bacio silenzioso e ricurvo contro la bocca, cercando l’altra sua mano per stringerla. Quel nastro – il più bel regalo del Giorno Bianco che abbia mai ricevuto – ha intenzione di non toglierlo mai.
   
 
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