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Autore: LostHope92    02/02/2016    1 recensioni
Questa è la mia prima storia originale, nel senso che non si ispira a nessun evento effettivamente accaduto all'interno della saga.
Si ambienta nel periodo in cui Tom Riddle lavora ancora per Sinister e si ritrova, nella mia storia, ad incontrare una persona che muoverà in lui...interesse.
Spero vivamente che vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate! :)
P.S. non ricordo se in quel periodo Tom Riddle fosse attivo nel ruolo di Signore Oscuro (con tanto di mangiamorte a seguito e uccisioni di mezzosangue), mi sono presa quindi forse una licenza poetica.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il maniero della famiglia Lemaire era enorme e si poteva di certo notare come nei proprietari fosse forte la presenza del buongusto.

Non solo per i quadri di bellezza straordinaria che accoglievano gli ospiti poco dopo l'entrata, ma ogni dettaglio sembrava studiato per ammaliare, stupire e di certo per affermare la propria superiorità.

Non che ce ne fosse un gran bisogno, dopotutto la famiglia Lemaire era una delle famiglie purosangue più illustri.

Il padrone del castello portava quell'orgoglio stampato negli occhi, le sue pupille scure infatti brillavano osservando dall'alto in basso chiunque vi posasse lo sguardo.

Il suo mento era propenso a svettare verso l'alto, mostrando la porzione di collo candido che faceva capolino dal colletto di ottima fattura.

Ma se c'era qualcosa che stupiva ancor più della casa e della ricchezza che sembrava gridare a gran voce in ogni stanza, era la bellezza dell'unica figlia di lui.

Isabelle era la ragazza più ambita tra le famiglie purosangue (e non), per la bellezza eterea e il suo portamento da ragazza di classe.

Quando si sedeva le sue mani ricadevano con grazia sopra l'ampia gonna dei suoi abiti, e il suo collo perlaceo era lungo e teso verso l'alto, conferendo alla ragazza un aspetto non solo fine, ma irraggiungibile.

Era una famiglia che poteva vantare una delle posizioni più alte in società.

Quindi non c'era molto da stupirsi nel vedere sbucare dal portone principale, il giovane garzone del signor Sinister in cerca di ricchezze da aggiungere alla collezione del vecchio e viscido proprietario.

Il giovane ragazzo fece sorvolare il suo sguardo su diversi dettagli della casa e la sua bocca si stirò in un piccolo sorriso quando arrivò ad osservare la grossa statua di un serpente, che sembrava fare da corrimano all'enorme scalinata in marmo.

Quelle famiglie purosangue sapevano come spendere i soldi.

-Signor Riddle- pigolò un piccolo e curato elfo domestico comparso alle spalle del ragazzo - Il signor Martin vi aspetta in salotto, vi faccio strada- per poi zampettare frenetico verso il corridoio di destra, assicurandosi di essere seguito dall'ospite.

Il signor Martin Lemaire lo aspettava seduto su una raffinata poltrona di seta italiana, verde con ricami d'argento, mentre era preso ad osservare con cipiglio annoiato le ultime notizie del giornale.

-Il signor Riddle ,signore- annunciò timoroso l'elfo.

L'uomo ignorò il piccolo essere e si alzò per accogliere l'ospite.

-Signor Riddle, siete puntuale, me ne compiaccio. Sedete pure- disse indicando la poltrona dinanzi a lui.

-Odio la gente che si prende il gusto di non rispettare gli appuntamenti. Gente senza alcun ritegno e rispetto. Ma questo non è il vostro caso, vi prego, accettate del vino, odio parlare di affari a bocca secca e di certo non berrò da solo-

Senza aspettare la risposta del ragazzo gli mise in mano un calice ricolmo di vino, che fu costretto ad accettare con un piccolo sorriso di circostanza e un accenno d'assenso del capo.

-Signore, vi ringrazio dell'ospitalità, vi prometto che non ruberò troppo tempo ai vostri impegni.-incominciò dopo aver assaggiato il vino

-Il signor Sinister è venuto a conoscenza di una collana che si trova in possesso di vostra figlia, la collana Rosa D'argento posseduta dalla Dama Flora, del decimo secolo ed è molto interessato ad aggiungerla alla nostra collezione, ovviamente pagando il dovuto a voi-

Il tono del ragazzo era pratico ma sempre garbato, e questo non sfuggì al padrone di casa, che si ritrovò a riflettere a come Sinister fosse stato bravo ad aggiungerlo alle sue fila.

Con il suo bell'aspetto e la sua cortesia, chissà quanti cimeli avrà strappato dalle mani di vecchie signore” si ritrovò a pensare con un ghigno.

-Beh ragazzo, ti avverto che io e Sinister abbiamo i nostri trascorsi, non sempre rosei, non so se ci siamo capiti. Quindi intendo prendere fino all'ultimo galeone che mi spetta.-

-Senz'altro- disse prontamente Riddle.

-Ma c'è un'altra questione.- lo interruppe l'uomo.

Il volto del ragazzo si fece più attento e al signor Lemaire sembrò di vedere un'ombra di fastidio sorvolare sui suoi bei lineamenti.

-La collana, come ha ben detto, è di mia figlia e se c'è una cosa che ho capito delle donne è che non amano separarsi dai propri ninnoli-

Prese un sorso di vino osservando la reazione del ragazzo.

-Signore, se non le dispiace allora vorrei poter conferire con vostra figlia. Vedete, non insisterei così tanto se l'oggetto non fosse di grande importanza per il signor Sinister-

-Non dubito della tua buona fede ragazzo- sorrise l'uomo benevolo.

Poi facendo sobbalzare il giovane Riddle schioccò senza preavviso le dita e con un “pop!” comparve un altro elfo, inchinato.

-Fai scendere mia figlia- disse con tono autoritario e spicciolo.

Il piccolo essere scomparve di nuovo senza farselo ripetere.

Durante l'attesa il giovane prese a sorseggiare il vino lanciando piccole occhiate attorno.

La stanza riportava una vaga somiglianza con la stanza comune dei Serpeverde.

Il verde padroneggiava, lasciando solo spazio a colori come il grigio, l'argento e il nero.

Erano colori così famigliari che Tom sentì quasi la sua schiena rilassarsi sulla poltrona.

La ragazza entrò senza essere udita.

Come fosse stata trascinata dal vento.

Il giovane mago oscuro infatti fu avvertito solo dall'esclamazione del padre di lei.

-Finalmente ci lusinghi con la tua presenza, siediti mia cara, questo giovane ha delle domande da farti-

Tom fissò i suoi occhi su di lei e per un attimo si ritrovò a sbarrarli leggermente.

La ragazza era luminosa.

La sua pelle era perlacea, i suoi occhi cerulei e così il suo vestito, che brillava argentato aderendo sulla sua magra figura. L'unica nota che portava un po' di ombra in quel vasto spettacolo di luce, erano i capelli corvini che le andavano ad accarezzare le spalle, con onde lucide.

-Non ero al corrente che ci fosse un ospite- disse a mo' di scusa facendo un lieve inchino verso il ragazzo, che rispose con un piccolo cenno del capo, ancora un po' spaesato.

Isabelle si sedette con grazia, portando lo sguardo fisso su Riddle.

Signorina, mi scuso se l'ho fatta scendere, ma vostro padre giustamente ha preteso la vostra presenza per questo affare.

So che avete in vostro possesso una collana, della Dama Flora, il mio capo, il signor Sinister ne è molto attratto, è pronto a pagare una cifra ragionevole-

-Il signor Sinister sarebbe interessato anche ad altri gioielli? Ho molte cose che ormai si limitano ad arrugginire nel mio portagioie. Oltre alla collana che desiderate, si intende - aggiunse subito la ragazza.

-Credo che al mio padrone non dispiacerà- rispose il ragazzo cortesemente.

Isabelle sorrise e si alzò, facendo cenno a Tom di seguirla.

-Signor....?-

-Riddle- finì per lei Tom

-Signor Riddle- riprese la ragazza- mi segua, vedrà da lei cosa potrà interessarle tra i miei cimeli-

Detto questo fece cenno di seguirla, mentre il padre di lei si gustava l'effetto che sua figlia faceva nelle persone.

Ma quel ragazzo, si ritrovò a pensare, era diverso. Non la guardava con la bocca aperta e gli occhi strabuzzati, si limitava ad osservarla attento, senza mai lasciar intendere un qualche interesse nei suoi confronti.

-Io rimango qua Isabelle, confido che tratterai il nostro ospite come si deve- disse congedandosi con entrambi.

-Certamente padre-

Il tono di lei fece intendere al ragazzo che ora si alzava per seguirla, che ci fosse astio tra i due, una lite non risolta forse, ma non se ne preoccupò, perchè se c'era una cosa che odiava di quel lavoro, era proprio quello di dover entrare in casa altrui, far finta di avere interesse per loro e per le loro inutili cianfrusaglie.

Ma senza dar modo di pensare cosa gli passasse per la testa imbastì la sua espressione più serena e seguì la ragazza verso la stanza dei tesori.



La stanza era come tutta la casa, spaziosa. Ma a differenza di altre sembrava in qualche modo più angusta, forse per gli innumerevoli oggetti che si affollavano compressi tra loro.

Isabelle prese ad aprire scrigni e cassetti alla ricerca di tutti i gioielli in suo possesso.

Tom non commentò ma si limitò ad osservare il cumulo che cresceva sempre di più di ninnoli e collanine.

Le donne sanno essere così sciocche a volte, riempirsi di cose così inutili” rifletteva Tom.

-Eccola- disse poi riportandolo dai suoi pensieri -la Rosa D'argento-

E la porse al ragazzo che la prese con un accenno di sorriso.

La osservò da vicino e disse con cortesia affrettata :

-Molto bella, ora temo di essere costretto a far vertere il discorso sulla questione del denaro-

-Oh no, la prenda pure, e prenda anche queste- disse Isabelle mettendo tra le mani di Tom tutte le collane trovate, che quasi caddero a terra.

-Ma...-non fece in tempo a iniziare Tom che il padre della ragazza aprì la porta della stanza con uno scatto, assalendola con urla isteriche.

-Ancora ci siamo, non è così? E' così che ripaghi la mia benevolenza?Stupida ragazzina!- e prese a strattonarla per un braccio, agitando con un movimenti bruschi una pagina di giornale.

-Lo riconosci per caso? Ti viene in mente da dove l'ho staccato?Devo dirlo io?Pensavi che gli elfi non mi avrebbero avvertito se tu avessi ripreso a nascondere questi stupidi pezzi di carta per tutta la stanza?-

La ragazza si limitava a guardare davanti a sé, fissando lo sguardo di ghiaccio sulla porta spalancata, che lasciava intravedere il lungo corridoio.

-E guardami quando ti parlo- prendendole il viso tra le mani, affondando sul suo mento le dita piene di anelli.

Isabelle fissò allora lo sguardo orgoglioso sul viso di suo padre.

-Signor Riddle- disse poi l'uomo rivolgendosi all'ospite che si era limitato a farsi indietro.

-Perdonate la scena brutale, ma come reagireste se vostra figlia...-disse poi riportando lo sguardo rabbioso sulla ragazza -fosse ossessionata da questo ragazzino con manie di grandezza....questo...Voldemort.?-

-Un ragazzino?- urlò la figlia liberandosi dalla stretta di lui e fronteggiandolo -Come puoi definire un ragazzino colui che è riuscito finalmente a cambiare le cose? Tu, un uomo che non fa altro che riempirsi di ricchezze e poltrire sulla poltrona davanti al camino; non sei neanche degno di tenere fra le mani quella pagina di giornale, figuriamoci pronunciare il suo nome- per poi strappare quella pagina dalle sue mani e stringendosela al petto.

Lo schiaffo arrivò fulmineo, girando il viso della ragazza dall'altra parte e tingendo la sua candida guancia di rosso, si poteva poteva intravedere quasi la forma della mano del padre.

Tom non sapeva cosa fare, ma in quel momento un'emozione scattò in lui: interesse.

Non infatuazione certamente, ma interesse per tutta quella storia. Lo faceva ghignare internamente vedere quella ragazzina viziata che lo proteggeva così strenuamente davanti il proprio padre.

Invece si costrinse ad avvicinarsi al padrone del maniero per dirgli con tono dispiaciuto :

-Signore, forse è meglio che vi lasci da soli, per risolvere la questione, sono sicuro che il signor Sinister capirà-

Isabelle invece prese le collane che il ragazzo aveva poggiato momentaneamente su un ripiano di legno scuro, e le rimise senza grazia di nuovo fra le sue mani.

-No, prendetele, prendetele tutte, sono cimeli di una famiglia che non fa altro che riempirmi di vergogna. Un padre pigro che si limita a disprezzare i sanguesporco solo davanti ad un bel giornale e ad un buon vino, non è così?Ma quando si presenta qualcuno che veramente ha dei piani per stravolgere tutto a nostro favore, lo sbeffeggia e umilia me che lo sostengo!Vuole che sua figlia rimanga a casa ad imbellettarsi, a rendersi presentabile per ragazzini che non hanno nessun sogno tranne quello di vedere le mie grazie!Mi troverò legata ad un uomo come voi, che non è niente, non fa niente e non ha intenzione di cambiare niente-

La ragazza sembrava fuori di se, il viso arrossato per la rabbia e gli occhi spiritati.

E Tom si beò della sua pazzia, che ai suoi occhi era molto più invitante dell'aspetto grazioso di lei.

La sua voglia di battaglia, la sua sete di sanguemarcio non lo eccitava, ma certamente lo interessava. Una donna pronta a tutto per il proprio signore, era un'alleata che non andava sottovalutata.

Il padre era nella stessa situazione di lei.

Guardava sua figlia con una rabbia difficile da poter anche solo immaginare, faticava a respirare e le braccia tremavano.

Fece scattare le sue mani verso la figlia, come se la volesse spezzare, ma con un gesto fulmineo la ragazza si scansò e prendendo la bacchetta fra le mani fece volare l'uomo contro la parete di fronte, per poi fuggire prendendosi la gonna fra le mani.

Mentre fuggiva verso il corridoio urlò all'indietro in direzione del ragazzo ancora in piedi e immobile.

-Sono desolata signor Riddle per quello che è stato costretto ad assistere, ma per farmi perdonare prendete pure tutto quello che vi interessa- e riprese la sua corsa verso la libertà.

Il ragazzo fissò lo sguardo sulle sue mani, che stringevano ancora le innumerevoli collane e braccialetti. Tenne alla fine solo la rosa d'argento, per poi lasciar cadere a terra le altre senza troppi complimenti.

Poi passò ad ispezionare l'uomo che si stava riprendendo dalla fattura e dalla caduta.

-Signor Riddle- disse alzandosi con le gambe doloranti”dov'è andata? Dov'è mia figlia?”

-Non preoccuparti vecchio- disse con un sussurro lui avvicinandosi sorridendo.

-Come mi hai chiamato?-

Il padrone di casa boccheggiava confuso, di sicuro aveva sentito male.

Riddle con un movimento impercettibile estrasse la bacchetta e poi si incamminò verso l'uomo, gli arrivò ad un soffio dal viso per poi sussurrargli con un sorrisetto

-Mi prenderò cura io di vostra figlia. E ora avrete l'onore di morire per mano di Lord Voldemort-

L'uomo strabuzzò gli occhi ma non fece in tempo ad assimilare quella frase inquietante che un lampo di luce verde illuminò il suo viso.

Il corpo cadde come se i fili invisibili che lo sorreggevano fossero stati tagliati.

Mentre lo scavalcava il Lord Oscuro non si premurò di evitare le dita dell'uomo a terra, che scricchiolarono sotto la suola della sua scarpa lucida.

E si diresse verso l'uscita, lasciando dietro di sé una casa vuota, con ancora la collana stretta fra le dita.



   
 
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