Serie TV > I Cesaroni
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Autore: kibachan    19/03/2009    5 recensioni
mio primo tentativo di fic sui Cesaroni. adoro Rudi e Alice e questa fic parla di loro. di loro che si punzecchiano ma si difendono, che si voglioni bene anche se professano l'esatto contrario. Io ce li vedo benissimo come fratelli più che come fidanzati come spera qualcuno, quindi avverto che questa non sarà una storia d'amore. ps: aggiornerò circa un cap alla settimana. recensite!!!
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Rudi..?” chiamò Alice bussando per la terza volta alla porta della camera dei ragazzi. Mentre attendeva risposta rigirò tra le mani la busta per lettere che teneva in mano. Ci aveva impiegato un po’ per ottenere un prodotto finito che la soddisfacesse a pieno, aveva voluto scrivere quello che sentiva e che pensava, senza però essere troppo zuccherosa (sapeva che lui lo detestava) aveva voluto creare qualcosa che lui avrebbe potuto conservare in quella scatola di latta malridotta che teneva seppellita dentro l’armadio, quella dove teneva tutti i ricordi più sentimentali che aveva e che voleva tenere a tutti i costi solo per se (ad essere sinceri lei neanche avrebbe dovuto sapere dell’esistenza di quella scatola, era stato un puro caso), e non era stato facile scrivere qualcosa di simile, però alla fine ce l’aveva fatta abbastanza.
Tuttavia, nonostante l’attesa, continuava a non sentire alcun rumore provenire dall’interno.
“Rudi! Sono Alice! Devo dirti una cosa ti prego apri solo un attimo!” provò di nuovo pazientemente, prima di poggiare l’orecchio sulla porta.
Finalmente da dentro udì il rumore delle molle del materasso cigolare, e poi rumore di passi in avvicinamento. Si scostò di un passo e si lisciò i capelli un po’ nervosa.
Un istante dopo, la chiave girò nella toppa e il ragazzo sporse la testa fuori dalla stanza.
Alice lo guardò sforzandosi di sorridergli, aveva gli occhi arrossati, doveva aver pianto, i capelli terribilmente arruffati che sembravano sfidare la gravità più del solito, e a giudicare dall’odore di sudore che emanava non doveva neanche essersi avvicinato alla doccia quel giorno.
“bhè..?” le chiese lui dopo qualche istante che stava a fissarla attendendo qualche segno di vita.
“io… volevo solo darti questo..” si riscosse Alice mettendogli in mano la busta accuratamente chiusa.
“tutto qui?” chiese ancora lui guardando l’oggetto con scarso interesse.
“già… non voglio disturbarti oltre…” rispose lei.
Rudi sospirò scuotendo un po’ la testa, come a dire che non lo disturbava poi questo granché
“vuoi entrare?” le disse aprendo di più la porta, forse rendendosi conto di essere stato un tantino ostile.
“no… non preoccuparti… vado” rispose prontamente lei facendo cenno alla sua stanza e cominciando ad indietreggiare. Sai che imbarazzo a stare li mentre leggeva la sua “lettera”?
fece per voltarsi quando lui la chiamò di nuovo
“come.. come è andata oggi? Stai bene?” aggiunse riferendosi chiaramente ai due tizi con cui suo malgrado aveva avuto a che fare nei giorni precedenti. Alice gli sorrise apertamente
“bene” una risposta sincera, e decisa… sperò che lui lo cogliesse che era vero. Quindi si voltò e sparì in camera sua.
Rudi richiuse la porta dietro di se e si diresse di nuovo verso il letto sul quale praticamente aveva messo radici da due giorni.
Buttò un occhio alla piccola busta che stringeva nella mano, e fece un’alzata di spalle sdraiandosi sul letto e aprendola. Non era granché curioso di sapere cosa fosse, ma non aveva altro da fare…. Non sospettava minimamente che fosse un messaggio di Alice, forse per questo si stupì così tanto di vedere l’intero foglio all’interno pieno della sua calligrafia ordinata.
Sollevò un sopracciglio, di colpo incuriosito, e inizio a leggere:

- caro Rudi,
ridi pure quanto vuoi per il fatto che ti ho scritto una lettera, ma parlare di certe cose tra di noi mi sembrava troppo strano, quindi…
Volevo ringraziarti per quello che hai fatto per me in questi giorni, dirti almeno cento volte grazie, perciò gira il foglio  -

il ragazzo girò la lettera nella mano e si lasciò sfuggire un leggero sbuffo di risata a vedere il retro del foglio coperto da una fittissima maglia di “GRAZIE” scritti con la calligrafia tonda di Alice.
Riprese a leggere la lettera, già un pochino più su di morale:

- volevo anche dirti…. Che sono stata davvero felice quando mi hai definito “tua sorella” davanti a quelli –

l’ho detto? Si stava chiedendo Rudi perplesso. Ripassò nella mente gli avvenimenti di due giorni prima e subito gli si palesò nella memoria lui che entrava nel bagno urlando “togliete le mani di dosso a MIA SORELLA brutti schifosi!” si, l’aveva detto. Accidenti, gli era uscito talmente naturale che non se era nemmeno reso conto. Arrossì un tantino al ricordo..
la lettera continuava ancora:

-sono stata felice perché anche per me tu sei un fratello e come tale ti voglio bene, sia in momenti come questo, in cui ti sento così vicino, sia quando vorrei ammazzarti, allo stesso livello.-

sul viso del ragazzo stava comparendo un sorriso.

-non sapevo realmente come ringraziarti-

scriveva ancora Alice

-quindi ho fatto quello che avrei dovuto fare da subito, sperando che basti a rimediare. Ho raccontato tutta la verità a mamma e a Stefania, e la tua espulsione è stata ufficialmente revocata.
Scusa se ieri non me la sono sentita..
Ti voglio bene davvero.
La tua Sardina.-


Man mano che leggeva le ultime righe Rudi era passato da sdraiato a seduto e teso, e i suoi occhi si erano spalancati sempre di più. Aveva letto bene?? Espulsione…. Revocata???
Rilesse tutta la seconda parte due volte, soffermandosi solo per un secondo a notare che Alice si era autodefinita “Sardina” nella firma, poi fu un tutt’uno saltare via dal letto e proiettarsi fuori della stanza a valanga.


Alice stava riordinando i libri sparsi sulla sua scrivania quando il rumore della porta che si apriva con un tonfo la fece sobbalzare dalla paura e voltarsi, in tempo giusto per vedersi arrivare Rudi praticamente addosso e alzare istintivamente le mani a protezione del busto…. da quello che alla fine risultò essere un abbraccio….. solo che ci mise talmente tanto slancio che quasi la sdraiò sulla scrivania strappandole un urletto strozzato.
“Rudi! Oddio se impazzito!?” gli chiese ridacchiando frastornata, quello non gli rispose, si allontanò da lei appena, trattenendola ancora per le spalle e cominciò a ripetere
“è vero? Sono stato davvero riammesso?? Non è una presa in giro vero? Vero??” era a dir poco al colmo della felicità.
“ma certo che è vero!! Ti pare che scherzo su cose simili!” gli rispose lei ridendo.
“ah! Grazie grazie grazie grazie grazie!” esclamò lui abbracciandola di nuovo, tanto stretta da farle mancare l’aria, Alice rise del suo entusiasmo e abbassò le braccia allacciandole intorno alla sua vita.
Rudi si staccò da lei un istante dopo, con un sorriso da un orecchio all’altro mettendosi a saltellare per la stanza.
“ahhh! Non sono mai stato così contento all’idea di poter andare a scuola!” ammise facendola ridere di nuovo.
I due ragazzi si guardarono sorridendosi. Rudi fu tentato dal dirle qualcosa anche per tutto il resto che c’era scritto nella lettera, ringraziarla forse, o magari riuscirle a dirle che anche lui, in fondo in fondo, le voleva bene.
Alice cercava il coraggio di dirgli che senza di lui a scuola era stato uno schifo….
Entrambe in fondo speravano che tutto quello che stavano pensando potesse arrivare all’altro grazie a quei sorrisi complici che si scambiano ogni tanto. In quel momento la porta si spalancò rumorosamente, rivelando la figura di Giulio. Istintivamente Rudi fece un passo indietro allontanandosi dalla ragazza. Padre e figlio si guardarono per un istante, e Alice notò subito che Giulio non aveva più l’espressione affranta del giorno prima, capì che le notizie in casa Cesaroni, come al solito, volano.
“hem…” esordì “io… devo.. andare… a fare… quella cosa! Si Rudi quella cosa… che ti avevo detto” Giulio le sorrise “perciò…. Ecco… vado.. si vado..” aggiunse puntando la porta. Rudi, che invece ancora non aveva capito niente, la guardò male tentando di afferrarla per un braccio, non volendo rimanere solo con suo padre, ma Alice lo evitò e corse fuori dalla stanza.
Giulio rivolse uno sguardo intenerito alla schiena della ragazza che si chiudeva la porta alle spalle e poi tornò a dare attenzione a suo figlio, squadrandolo da sotto in su lungo tutto il suo metro e settanta, e ridacchiando un po’ sotto i baffi della sua aria terrorizzata.
Rudi dondolava da un piede all’altro non avendo il coraggio di guardare suo padre per più di qualche istante di sottecchi, da un lato voleva scusarsi, spiegargli… magari dirgli anche che era stato riammesso a scuola, ma dall’altro gli sguardi delusi che lui gli aveva rivolto in quei due giorni lo bloccavano. Stava ancora valutando se gli convenisse dire qualcosa o continuare a stare zitto quando Giulio si mosse improvvisamente verso di lui, gli arrivò a meno di un passo e sollevò una mano, Rudi si ritrasse istintivamente chiudendo gli occhi, aspettandosi una sberla o simili, sperava solo una, e invece sentì la mano di suo padre poggiarglisi con rude dolcezza sulla testa in una energica carezza. Aprì gli occhi di scatto guardandolo un po’ stralunato, Giulio sorrise sfregandogli  ancora la mano sulla nuca
“Lucia mi ha raccontato come sono andate le cose” disse in risposta allo sguardo interrogativo del figlio “sei stato bravo….” Aggiunse strappandogli un sorriso e un lungo sospiro di sollievo.
“papà mi dispiace se..”
“no Rudi a me dispiace..” lo interruppe subito nel suo tentativo di scuse “per non aver creduto in te, e a come sei fatto…” il ragazzo abbozzò un sorriso e un alzata di spalle
“papà, non mi sarei creduto nemmeno io!” ammise facendolo ridere per un attimo, prima di incupirsi un po’
“he non è lo stesso…” gli disse “perché io sono tuo padre, avrei dovuto stare dalla tua parte e cercare di capirti invece di darti addosso, questa situazione non era come le bravate che fai di solito… avrei dovuto capire che c’era qualcosa sotto e invece ho pensato solo a me…. E mi dispiace..” concluse in maniera sentita.
Rudi era un po’ in difficoltà davanti a queste scuse un tantino inedite nei suoi confronti e arrossì d’imbarazzo
“ma no papà… tu… se io non ti dico niente… è normale che…” balbettò
“no, non cercare di difendermi io….. come padre mi merito davvero un rimandato a settembre” insistette ancora Giulio. A quel punto Rudi scosse la testa sogghignando
“ah papà… eddai! Ti devo proprio dire che sei bravo?? Me lo devi proprio far dire chiaramente? Va bene! Sei bravo! Non ti cambierei con nessuno! Contento?” gli disse riacquistando tutta la sua spavalderia, Giulio alzò gli occhi dalla sua camicia a quadretti e gli sorrise sornione, provando un moto di affetto più forte del solito nei confronti del suo ragazzaccio.
“viè qui..” gli disse facendogli cenno con le mani di avvicinarsi, quello fece un passo in avanti e lui lo afferrò per le spalle e lo abbracciò con forza, premendogli la testa contro il suo petto “bello de papà…” sospirò accarezzandogli la nuca. Rudi si rilassò tra le sue braccia e lo strinse a sua volta felice. Giulio pensava che aveva quasi finito per dimenticare quale fosse il lato di Rudi che gli piaceva di più: la delicatezza con cui trattava le faccende veramente importanti, che faceva a pugni con la sua caratteristica peculiare di essere tremendo, pestifero e incosciente, ma che era un particolare fondamentale del suo modo di essere, anche se lo teneva ben nascosto dietro un muro di rudezza che doveva farlo sembrare più uomo.
“sono contento che hai difeso Alice” gli disse “ti rendi conto che questo ti rende molto più uomo di quei due disgraziati che volevano farsi grandi facendole una cosa orribile… vero?” aggiunse a mo’ di pistolotto morale che ci sta sempre bene. Rudi si separò da lui guardandolo
“io non ho mai pensato che fare del male a una ragazza potesse far sentire più maschi…” osservò sollevando le spalle, come a dire che anzi, la considerava proprio una gran cavolata.
Giulio sorrise accarezzandogli una guancia un po’ rozzamente
“sono fiero di te..” gli disse. E questo rese Rudi molto più felice di qualsiasi altro gesto o parola avrebbe potuto dirgli.

%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%

Il giorno dopo, il ritorno a scuola di Rudi aveva suscitato un bel po’ di movimento nella terza B: la Zuppanti era crollata in una nuova crisi depressiva (ci aveva quasi sperato di essersi liberata di quel disgraziato di Cesaroni), Budino invece aveva quasi rischiato di scoppiare in lacrime di commozione, e già cominciavano a volare leggende di come fosse stato possibile che quel diavoletto fosse riuscito ad evitare persino l’espulsione.
Lui era stato molto felice di lasciar diventare il suo nome leggenda, e con chi glielo aveva chiesto aveva risposto vagamente che evidentemente Stefania non poteva fare a meno di lui per divertirsi.
Alice gli era estremamente grata di non aver detto nulla, così come era grata a Stefania di aver espulso i suoi due aggressori, dicendo però a tutta la scuola che era perché con le loro bugie avevano causato l’espulsione di un altro ragazzo… e non il vero motivo.
Entrambe l’avevano messa a riparo da chiacchiere e occhiate indiscrete e di questo non poteva che essere felice.
Il fermento comunque si spense nel giro di una mattinata, così già dalla ricreazione tutto sembrava tornato come prima…. o quasi: Alice e Rudi non si lanciavano frecciatine da un tempo quasi preoccupante ormai!
                  

Non appena la campanella della ricreazione iniziò ad annunciare ai ragazzi il loro quarto d’ora di pausa, Rudi si alzò e salì seduto sul banco dandosi la spinta con una mano.
“era ora.. non ce la facevo più a chiacchierare a bassa voce..” gli disse Lorenzo fingendo di asciugarsi il sudore dalla fronte. Il ragazzo ghignò lanciando un’occhiatina alla Zuppanti che usciva  a passo di carica brandendo il suo pacchetto di sigarette.
“che facciamo oggi pomeriggio? Venite da me?” disse agli amici
“non so.. dipende che fa Jolanda.. se va da Alice.. stiamocene fuori…” ribatté Budino convinto.
In quel momento proprio le due ragazze rientrarono in classe e marciarono dritte verso di loro, Alice brandiva due bicchieri colmi di aranciata che attirarono l’attenzione dei ragazzi.
“ciao!” salutò Jolanda un attimo prima di addentare la fetta di torta al cioccolato che teneva con un fazzolettino.
“ciao ragazze… dove avete preso queste cose?” gli chiese Lorenzo interpretando appieno gli sguardi di Budino, che si erano tatuati sulla torta e non sembravano intenzionati a dedicarsi a nient’altro.
“hum… Francesco di terza C fa il compleanno e ha portato un po’ di cose per festeggiare” rispose Alice sedendosi accanto a Rudi sul banco, come se fosse la cosa più normale del mondo “sta offrendo un po’ a tutti” aggiunse. Budino sgranò gli occhi e volò fuori dalla classe infrangendo il record dei 100m ostacoli (saltò i banchi), facendo scoppiare a ridere gli altri: incorreggibile!
Alice si ricompose tossicchiando, poi prese un sorso dal suo bicchiere
“ah! ci voleva proprio un’aranciata!” commentò, poi allungò l’altro bicchiere a Rudi “tieni, ne ho preso uno pure per te” aggiunse sorridendogli.
“grazie!” rispose Rudi sorridendole a sua volta, sotto lo sguardo esterrefatto di Jolanda e Lorenzo: ma che cavolo prendeva ai loro amici???
“sai so proprio contento che non dovrò più vedere le facce di quei due” disse Rudi, ignorando meravigliosamente le espressioni da pesci scioccati sulle facce dei loro amici.
“dillo a me!!” esclamò Alice in risposta guardandolo in maniera allusiva. Il ragazzo sghignazzò e le poggiò un braccio sulle spalle intorno al collo, bevendo un lungo sorso di aranciata.
Lorenzo e Jolanda si scoccarono a vicenda un’occhiata tra lo sconvolto e il perplesso, domandandosi se per caso non fosse in arrivo la fine del mondo.
Alice nel vederli fece un sorrisetto ironico e si accostò a Rudi per parlargli nell’orecchio
“senti…” gli disse “tu hai salvato me, e io ho salvato te… che dici.. possiamo dire che siamo pari adesso?” chiese
“si… si direi di si…” rispose Rudi a volume di voce normale
“e quindi possiamo lasciarci questa storia alle spalle e tornare alla normalità” insistette lei. Il ragazzo annuì bevendo.
Alice a quel punto sorrise, con una luce birichina negli occhi “molto bene…” disse solo….. quindi scese dal banco e a sorpresa rovesciò d’un solo colpo il contenuto del suo bicchiere in testa al fratellastro. Lui chiuse gli occhi istintivamente sentendosi il liquido ghiacciato e appiccicoso colargli dalle tempie.
Attimi di silenzio.
Poi Jolanda, Lorenzo e i pochi altri ragazzi che erano rimasti in classe scoppiarono in fragorose risate e fischi d’apprezzamento.
Rudi ringhiò sommessamente fulminando Alice con lo sguardo, mentre Jolanda praticamente si aggrappava addosso a Lorenzo per non cascare per terra dalle risate.
“Sardina… se ti prendo questa è la volta buona che ti ammazzo!” ringhiò Rudi cercando di asciugarsi con la manica della maglietta, mentre Alice ridendo guadagnava indietreggiando qualche metro di vantaggio
“appunto Rudi! Prima dei prendermi!!”

FINE


allora??????? che ve ne è parso? piaciuta? ^^
questo è il capitolo conclusivo della fic, spero che vi abbia divertito come ha divertito me mentre la scrivevo.
Dato che è giunta alla fine posso chiedere un parere anche a chi l'ha messa tra preferiti?? vi è piaciuta? ha soddisfatto le vostre aspettative o alla fine vi  ha deluso? fatemi sapere!!
una grazie grande a chi ha recensito capitolo per capitolo e anche a chi ha solo letto.
un bacio
kibachan
  
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