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Autore: MrsShepherd    02/02/2016    1 recensioni
Ho pensato creare una storia che procedesse per file parallele e contemporaneamente esplorasse la vita famigliare di Bones e Booth, le gioie e le preoccupazioni di un genitore. La storia si basa sul film "Genitori in trappola". Bones e Booth vivono in due stati separati ognuno con una rispettiva figlia, ma non sanno che le gemelle stanno tramando qualcosa che sconvolgerà le loro vite! Enjoy!!!
P.S: E' la mia prima storia, spero vi piaccia!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13

BLUFF

19 Marzo ore 8,00

 

- Per tutto questo tempo...lei era lì, lei è stata Hazel e io non me ne sono accorta..-

- Tesoro, non credo che...-

- E tu! Tu non mi hai detto niente!-

- Oh beh, se mi avessi lasciato parlare...-

- Ragazzi, non credo che litigando possiate risolvere la cosa. Allora, cominciamo da capo.-

Tutti, Booth, Bones, Cam, Hodgins, Angela ed Emily Bratt erano seduti al tavolo rotondo di ciliegio, cercando di pensare cosa fare, o ad escludere l'improbabile.

- Ripetimi ancora, perchè non chiamiamo la polizia?-

- Perchè non sono ancora passate ventiquattro ore e poi non è detto che sia stata rapita. Insomma Hazel è intelligente...-

- Ma è assurdo. È una bambina! La polizia dovrebbe attivarsi subito.-

- Voi siete la polizia.- disse acidamente Jack – Io vado a cercarla, Cam, con permesso.-

Camille si scostò e decise di non obbiettare a differenza dell'agente Bratt che obbligò l'uomo a cercare la bambina con lei perchè “era compito dell'agente incaricato”.

- Io e Angela chiameremo tutti gli ospedali di Washington, anche le chiese, le case famiglia e anche le stazioni di polizia se è necessario. Voi piuttosto dovreste riposare.- disse la dottoressa Saroyan prima di lasciare la stanza con Angela.

- Forse dovresti andare a casa, stenditi un po', non hai chiuso occhio stanotte.-

- Non sono stanca. E neanche tu ha dormito.-

- Senti Bones, entrambi abbiamo commesso degli errori e ce ne facciamo una colpa, e ci diamo la colpa a vicenda, ma adesso...non siamo più solo noi due, la faccenda, il caso, il becchino, tutto ciò va oltre noi due quindi che ne diresti di sotterrare l'ascia di guerra per un po'?-

Bones lo guardò negli occhi; i suoi, azzurro ghiaccio, rispecchiandosi in quelli del suo uomo si tinsero di blu come l'oceano. Le sue sopracciglia, dapprima corrucciate si distesero.

- Mi dispiace per Parker.- disse.

- Lo so.- rispose lui.

- Dico davvero.-

- Lo so.-

Il loro momento di quiete fu interrotto dallo squillo del telefono di Bones. SCONOSCIUTO.

Brennan e Booth si guardarono, lo lasciò squillare quanto bastava, il tempo per collegarsi all'apparecchio e stabilire la provenienza del mittente.

- Pronto.-

- Mamma, mamma non ascoltarlo...è una...- Rumori di fondo. Forse la stava picchiando.

- Hai sentito? - disse la voce metallica.

- Ho sentito. Lasciala andare.-

- Oh sì lo farò, ma sai, al giorno d'oggi mi aspetto, come dire, una garanzia. Qualcosa in cambio.-

- Cosa?-

- Sono sicuro che a questo punto del gioco dovresti saperlo.-

Del gioco? Per lui era solo un gioco!? Bones chiuse gli occhi e strinse i pugni cercando di mantenere la lucidità.

- Sì. Vuoi me giusto? Bene, faremo uno scambio. Ora fammi parlare con mia figlia.-

- La Fabbrica abbandonata di Winston Church. Raggiungi il reparto di siderurgia, ci troverai lì. Niente polizia. Niente FBI, niente armi, o lei morirà.-

Bones guardò Booth che fece cenno di aspettare e le porse un foglietto: Non digli di Hazel e me. Bones esitò.

- Va bene accetto. Quando?-

- Stasera alle 21.-

- Fammi parlare con Jasmine ora!-

Ma l'assassino aveva già riattaccato.

- Niente da fare,- sospirò Booth – il cellulare non è usa e getta, ma il segnale si sposta continuamente da un satellite all'altro; deve averlo craccato o roba simile.-

- Quindi siamo al punto di partenza?-

- Non proprio, no. Ora sappiamo che quest'uomo è fortemente attratto da te, al punto che ha rapito Hazel per poterti avere, ma non succederà.-

- Cosa vorresti dire? - disse la donna.

- Allo scambio non andrai tu, ci andrò io.-

- Lo escludo. Quell'uomo se ti vede l'ammazza. Non ha scrupoli.-

- Rifletti Bones. Lui non sa che sono qui, quindi non si aspetta di vedere il padre di Jasmine al tuo posto. Abbiamo l'effetto sorpresa. Lui andrà nel panico e noi...lo prenderemo.-

- No.-

- Fidati di me Bones, come una volta.-

- Ho detto di no.-

- Perche?-

- Perchè...perchè non voglio perderla di nuovo!-

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h.20,58

 

- Bones, sto entrando.- disse Seleey Booth.

- Lo vedo.- rispose Brennan dal Jeffersonian. Avevano raggiunto un accordo.

- Questa cosa che ho in testa è troppo ingombrante. Si toglierebbe se dovessi...-

- Va avanti.- rispose la donna.

L'agente si guardò intorno in cerca della porta che l'avrebbe condotto al reparto di siderurgia. Inavvertitamente urtò con il piede un tubo di piombo e per poco non perse l'equilibrio.

- Fai attenzione!-

- E' un casino qui dentro...-

Raggiunse la porta e l'apri. Il locale era molto grande. Hazel poteva essere d'ovunque. Gli ingranaggi, gli attrezzi di saldatura, le macchine, i banchi degli operai...tutto trasudava ruggine ed umidità. Booth ruoto il capo lentamente in modo che anche Bones sopra di lui potesse vedere.

- Toc toc.- ringhiò una voce metallica: - Non è educazione bussare? Agente Speciale Seleey Booth?-

Bones sussultò portandosi le mani alla bocca. Sapeva che non poteva parlare, o Booth sarebbe stato in pericolo.

- Con te ne faccio anche a meno – rispose il suo uomo: - Sono venuto per riprendermi una cosa che è mia.- disse, scrutando attentamente la stanza. Il suono di quela fastidiosa voce lo spinse a muoversi in diagonale. Tirò fuori l'arma dal cinturone e la impugnò saldamente.

- Non so Seleey. Gli accordi non erano questi,...hai voluto “bluffare”, ma ahimè sono più bravo di te.-

- Dici?-

- Ops, ho detto bluffare? Non volevo offendere nessuno. Scusa se ho risvegliato in te brutti ricordi e spero che la ex signora Booth non sia rimasta turbata. È per questo che ti ha lasciato?-

Booth era a pochi passi da quel bastardo, sentiva la sua voce pungente scorrergli lungo le vene del collo, rigonfie di rabbia. La cosa lo stava facendo incazzare.

Scostò le tende di tessuto-nontessuto bianche e si avvicinò ancora di più.

- Io so tutto. È incredibile cosa si possa fare al giorno d'oggi con un computer...-

Seleey Booth spaccò con un calcio netto. L'apparecchio metallico dal quale proveniva la voce.

- incredibile sì.- disse l'uomo.

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h. 22,30

 

- Vaffanculo! Maledetti bastardi.- disse l'uomo vestito di nero rientrando in casa; si tolse il cappello, mostrando il capo, lievemente spempiato.

- Ti hanno quasi preso eh?! - disse Hazel mostrandosi più spavalda possibile.

- Chiudi quella bocca.-

- Te l'avevo detto, c'è da avere paura! Tutti i tuoi computer non ti serviranno a niente perchè loro sono mille volte più bravi di te!-

- Tuo padre...tuo padre non doveva venire!- sibilò l'uomo stringendola per i capelli: - Se non si fosse presentato a quest'ora il mio piano sarebbe già concluso!-

- Mio padre è il migliore ti cercherà dappertutto, verrà a salvarmi e tu finirai in prigione. Che bel finale per il tuo teatrino eh?!-

l'uomo stava per sbatterla a terra, quando improvvisamente si bloccò; la lasciò andare, inforcò con molta calma un paio di occhiali da vista e fissò Hazel. Sul suo volto apparve un sorriso malizioso che la fece rabbrividire.

- Un'idea eccellente.-

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h. 23,40

 

- Non la ucciderà...-

- Come fai ad esserne sicuro? L'accordo non è stato rispettato e potrebbe vendicarsi.-

- Beh, è decisamente arrabbiato, adesso commetterà un passo falso.-

- A spese di chi? Hazel? Magari le farà del male, magari la ucciderà.-

- O magari lo prenderemo in tempo. Dobbiamo avere un po' di fiducia Bones.-

- Qualcuno mi ha insegnato chè la fiducia è solo un'amara illusione. Cerco di pensare solo ai fatti da allora...- disse Brennan irritata.

- Ed ecco che ricominciamo. Vuoi davvero litigare proprio adesso?-

- Sì Booth. Ma proprio non ti accorgi? Discutiamo sempre per i tuoi...per i tuoi “casini”. Proprio non so come altro chiamarli...-

- Cosa? I MIEI casini? Se tu non avessi fatto quell'accordo del cazzo undici anni fa ora...-

- Ora le gemelle sarebbero tutte e due nelle mani di quel verme, per colpa tua...-

- E questo sarebbe uno dei tuoi “dati di fatto”?!-

- Ehm ehm, scusate- tossicchio Angela: - E' arrivata una mail sulla mia casella, però c'è scritto che è per te...dal...da lui.-

- Andiamo.-

 

 

Il video raffigurava una stanza buia, non c'era molta luce, ma si poteva benissimo intravedere un uomo dal volto coperto e una bambina, la sua bambina, Hazel Charlotte Booth; tremante, legata, con una benda sulla bocca, per impedirle di parlare, perchè lei avrebbe parlato. Seleey Booth la guardò allarmato: seduta, con mani e piedi legati, serrava i pugni, perchè faceva così quando aveva paura. Poi osservò Bones, nell'identica posizione della figlia fissava impietrita lo schermo del computer di Angela: - Ma...è in tempo reale?- sussurrò.

 

Buonasera dottoressa Brennan, Booth. Jasmine, cara, saluta la tua famiglia.”

Hazel cercò di liberarsi, ma invano; le corde le bloccavano caviglie e polsi, impedendole qualsiasi movimento.

Pensate che io sia stupido? Credete che sia qui a farmi beffare da voi? Ora vi dimostrerò che non sto giocando!”

l'uomo in nero sparì dall'obbiettivo; ritornò subito dopo con un martello in mano. Booth capì e distolse lo sguardo; l'uomo mascheratò impugnò l'attrezzo al contrario e con il manico di legno colpì di striscio lo zigomo della bambina che strillò di dolore.

- Lasciala andare bastardo!- gridò Bones battendo i pugni sulla sedia. Booth le prese il viso cercando di calmarla.

- Bones, Bones, ascolta: è un video già registrato quindi non può sentirti. Ora fa come dico io: esci da questa stanza e rimani con Angela. Stai sempre con lei. Ti raggiungerò quando sarà finito.-

- No! Io rimango qui! È mia figlia.-

Avevamo un accordo. Come mai non l'hai rispettato?”

L'uomo sferrò una sonora martellata, fratturando lo stinco di Hazel, che svenne per il dolore. Il suo volto penzolò sul lato; piccole gocce di sangue innocente colarono ul pavimento.

- No! Ti prego!- mormorò Bones. Calde lacrime solcavano le sue guance, accese dall'emozione.

Io invece mantengo sempre le promesse, quindi...Riposa in pace Jasmine Booth.”

E si voltò verso la bambina.

- No, no, no!- Bones fuggì dalla stanza. Cercò di raggiungere il bagno, ma le gambe non ressero il tragitto. Cadde in mezzo al corridoio e rimase lì, a terra rannicchiata, in posizione fetale, con la vana speranza che fosse tutto un sogno, un brutto incubo. Cominciò a singhiozzare: se fosse stata più presente, se non avesse pensato solo alla sua carriera, forse ora avrebbe trascorso molti più momenti con Hazel, prima che lei...prima che lei...

Una mano calda si posò delicatamente sulla sua spalla.

- Bones...-

Brennan restò seduta, per terra; guardò con gli occhi gonfi di lacrime il suo uomo. Nel suo sguardo non c'era odio, solo pietà. Nuda e sincera pietà.

- E' morta?- chiese con voce rotta, in cerca di risposte.

   
 
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