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Autore: Hoi    03/02/2016    1 recensioni
In questa storia troverete un Killian Jones che è appena diventato capitano, anche se non come avrebbe voluto. Vedrete un ragazzo ferito dalla perdita di suo fratello, insicuro della fedeltà dei suoi uomini, in bilico tra la giusta maniera e la vita del pirata, che comunque mantiene il suo carisma. Il tutto sarà condito dall'incontro con una fiaba classica in pieno stile OUAT.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Sguattera


Inginocchiata con le maniche di una vecchia camicia bianca da ufficiale tirata su fino ai gomiti e una spazzola tra le mani la ragazza strofinava con forza il ponte. Il taglio ricucito malamente era stato bendato stretto, ma faceva comunque maledettamente male. Stringendo i denti la ragazza cercava di ignorare il dolore. Da quando era salita sulla nave le avevano chiesto di fare solo questo e l’avrebbe fatto al meglio.
Appoggiati alla balaustra del ponte, a pochi passi dietro di lei, due uomini la fissavano con attenzione.
“Non voglio scansafatiche sulla mia nave! Se non avete niente da fare Matthew sarà felice di aver qualcuno che lo aiuti a pelare le patate”
Il mare era calmo e il vento soffiava nella giusta direzione, stavano viaggiando molto più velocemente di quanto Killian si fosse aspettato. Normalmente in simili condizioni avrebbe lasciato che gli uomini oziassero un po’, ma lo preoccupava vederli tutti così concentrati su quell’unico pezzo di carne e ancora di più lo preoccupava l’idea che potessero rendersi conto che non era una nobildonna.
“Controllavamo Lady Cat, Capitano.” Ghignò Bobby indicando il fondoschiena della ragazza, stretto in un paio di pantaloni bianchi. Killian non poté fare a meno di sorridere, non sapeva a chi fosse venuto in mente quello stupido nomignolo –probabilmente a Sparky- ma gli piaceva e comunque non era affatto un brutto spettacolo.
“Non succede tutti i giorni di vedere una Nobildonna messa a novanta” commentò Shaka, un marinaio scelto. Fortunatamente tra loro erano pochi quelli che avevano visto una vera Lady da vicino e ancora meno quelli che avrebbero saputo distinguerla da una donna qualunque. Gli uomini risero e Killian con loro nonostante quel commento gli avesse lasciato l’amaro in bocca.
A pochi passi da loro lady Cat si mise in ginocchio, asciugandosi la fonte. Lentamente poggiò a terra la spazzola, poi afferrò il secchio e si avviò verso la paratia per svuotarlo. I pirati la seguirono con lo sguardo finché lei non si voltò verso di loro e gli lanciò in faccia l’acqua sporca. Un coro di bestemmie invase il ponte, mentre Killian, che era rimasto fortunatamente o intenzionalmente illeso, scoppiava a ridere.
“Brutta puttana, io ti ammazzo!” Con la voce carica d’ira Shaka le andò in contro. Era alto quaranta centimetri più di lei ed era sicuramente più forte, se Killian non si fosse messo in mezzo gli sarebbe bastato un pugno per ammazzarla. Killian però fu lento, neanche lui si aspettava una reazione del genere. Il secchio tra le mani di Cat, al contrario fu veloce e colpì Shaka alla tempia abbastanza forte da farlo cadere a terra. Killian scoppiò a ridere, cercando di sdrammatizzare tese una mano a Shaka.
“Farsi atterrare così da una piccola Lady…” Killian scosse il capo fintamente rassegnato “Che ti serva di lezione Shaka. Non si allungano le mani sulla roba del tuo Capitano”
Non era un segreto che la ragazza dormisse nella cabina del capitano, la ciurma aveva già vociferato molto sulla cosa. Shaka sorrise di rimando, accettò l’aiuto del capitano anche se non ne avrebbe avuto bisogno e toccandosi la tempia guardò la ragazza. Era piccola di stazza anche per una donna. Aveva i capelli scompigliati e ansimava, ma teneva il secchio stretto forte tra le dita e lo guardava con odio. Non era tanto stupida da pensare che un altro colpo del genere sarebbe andato a segno, ma non aveva molta scelta. Shaka non poté fare a meno di mettersi a ridere guardandola, sembrava un cucciolo arrabbiato.
“Bel colpo Gattina! Ma i vestiti me li lavi maledetta”
Su una nave pirata battibecchi di quel tipo erano all’ordine del giorno ed erano davvero in pochi a prenderli sul serio. Lady Cat si voltò verso il Capitano con lo sguardo sospettoso di chi sa che non riceverà aiuto, lui si strinse nelle spalle.
“Quel che è giusto è giusto” Killian le sorrise inclinando la testa di lato. Sulle navi ognuno aveva un ruolo e una parte da recitare, non se la stava cavando male Lady Cat, come ragazza non doveva permettere che pensassero fosse debole, ma restava un mozzo e i mozzi lavano e puliscono.
“Prima il ponte però”
 
La sua prima giornata da mozzo finì con un tramonto incandescente, che la incupì ancora di più. Quella luce rossa, che si specchiava nel mare, sembrava lì apposta per rimarcare la morte dei suoi cari, per non farle dimenticare il colore dell’incantatore che li aveva uccisi. Non aveva bisogno di un tramonto per ricordare. Pensava a quella notte in ogni singolo momento. L’aveva rivissuta mille volte e ogni volta trovava un diverso errore che aveva fatto. Era stata debole. Non aveva potuto fare niente e si odiava per questo. Odiava se stessa quanto odiava l’orco che li aveva uccisi e allo stesso modo odiava quella nave e tutti i suoi pirati, anche se sapeva che non avevano colpe. Nonostante avesse voglia di gridare in faccia a quegli stupidi marinai che la fissavano come fosse l’unica donna al mondo, non era riuscita a spiccicare parola tutto il giorno. Aveva paura a parlare. Sentiva che se avesse aperto la bocca sarebbe riuscita soltanto a gridare o a scoppiare a piangere. Quindi, nonostante Bobby credendosi divertente continuasse a chiederle se il gatto le avesse mangiato la lingua, lei tenne i denti stretti e non proferì parola.
Dopo una cena silenziosa in cui finse di non sentire i commenti degli uomini attorno a lei e quasi accoltellò la mano di un idiota che credeva di poterle rubare il pane, Lady Cat si rintanò nella cabina del Capitano, sperando che lì ci fosse ancora un posticino per lei. Killian la raggiunse qualche ora dopo. Nonostante di norma gli ufficiali non fraternizzassero con la ciurma e cenassero nella cabina del capitano, Killian si era sempre sentito più a suo agio con loro che con i piccoli Lord, tanto che già dal primo viaggio della Pegaso la sua presenza era diventata un punto fisso durante la cena. Non era semplice fraternizzare e mantenere una ferrea gerarchia, fortunatamente la natura aveva donato a Killian un carisma innato e lui avendo passato la vita tra gente burbera e di malaffare, quindi sapeva bene come farsi rispettare. Normalmente avrebbe lascito gli uomini molto prima, ma dopo giorni di calma e noia come quelli –in cui gli uomini avevano il tempo per spettegolare- era meglio accertarsi che il morale della ciurma fosse alto e il vento soffiasse a suo favore. Tornò il cabina a notte inoltrata e con l’allegria del rum in corpo. Quando entrò e vide la finta Lady rannicchiata sotto ad una coperta, a terra in un angolo che dormiva, Killian si sentì sollevato. Era certo che si fosse diretta lì dal momento in cui l’aveva vista uscire, ma una conferma era sempre cosa gradita. Si inginocchiò accanto a lei e fece per prenderla in braccio, ma appena la toccò lei si svegliò di soprassalto. La ragazza aveva uno sguardo allarmato e tremava, non era difficile immaginare cosa stesse sognando, non per Killian che sapeva bene cosa significava perdere la propria famiglia.
Con la voce impastata dal sonno e uno sguardo confuso lei lo guardò senza ritrarsi.
“Che fai?”
Subito la ragazza si portò una mano alle lebbra, incredula del suono della propria voce. Era strano, eppure ora che erano solo loro due, parlare le era facile.
Killian sorrise lanciandole quello che un tempo sarebbe sembrato uno sguardo gentile, ma che ora, con quella linea nera negli occhi e quegli abiti scuri, aveva un sapore malizioso.
“Non dovresti dormire a terra con quelle ferite dolcezza. Non vorrai mica ammalarti prima di aver lavato gli abiti di Shaka?”
Con un po’ d’alcol in corpo e le risate della ciurma ancora nelle orecchie, Killian si sentiva più leggero e meno preoccupato di quale fosse il comportamento più corretto da tenere. Tra la febbre e il sonno, Lady Cat l’aveva sentito parlare spesso in quei giorni e per quanto fosse stordita dal dolore e dalle ferite, aveva cercato di studiarlo. Si era fatta un idea abbastanza precisa di lui. Era un uomo misurato e ben educato, costantemente preoccupato e bravo a fare la doppia faccia, non era un uomo malvagio, ma stava seriamente provando a diventarlo. Ora inginocchiato accanto a lei, le sembrò diverso, più sfacciato, impertinente e rilassato. L’aveva notato già da parecchio tempo, ma guardandolo da tanto vicino era innegabile che avesse un bellissimo sorriso, era radioso e ti faceva venir voglia di ricambiare. Corrugando la fronte per non dargliela vinta e sorridere con lui, la ragazza si strinse la coperta addosso, facendo chiaramente capire che non intendeva muoversi da lì.
“Che si fotta Shaka”
Lo disse in maniera scontrosa, anche se in realtà era felice di potersi rendere utile e se voleva dormire a terra era solo per non essere di peso all’uomo che l’aveva salvata, all’unico uomo che non odiava.
Killian rise alzandosi in piedi, forse avrebbe voluto insistere di più, ma con tutta l’ansia che aveva accumulato, non riuscì a resistere al richiamo del comodo letto.
“Come vuoi allora”
Non si tolse nemmeno le scarpe. Si lasciò cadere così, ancora vestito sul materasso. L’indomani i sui abiti sarebbero stati sgualciti e poco presentabili, ma per la prima volta la cosa gli parve ridicola e senza valore. Lady Cat dal pavimento lo fissava con quei suoi grandi occhi verdi sospettosi. Sorridendo Killian pensò che quel soprannome era proprio adatto a lei. L’aveva tenuta d’occhio quel giorno, così si era fatto un’idea di che tipo di ragazza fosse ed in effetti somigliava davvero molto ad un randagio. Con quelle gentilezze -come far attenzione a non lavarlo e intestardirsi a dormire a terra- nascoste da modi burberi, con quello sguardo diffidente e quel modo di andarsene in giro orgogliosa in un paio gli stretti pantaloni infilati negli stivali alti da uomo, aveva un che di affascinate. Mentre scivolava nel sonno, per la mente gli passò un’idea strana. Per un attimo pensò che forse si sarebbe potuto innamorare di una ragazza così, ma non adesso, non ora che desiderava solo la vendetta.

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Una strizzzatina d'occhio finalle a chi (come me) ama la coppia EmmaXKillian XD Nonostante le poche recensioni vedo che a leggere sono molti quindi grazie mille per questo ^^ Buona lettura ^^
  
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