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Autore: Inevitabilmente_Dea    03/02/2016    1 recensioni
Elena si ritrova nella Radura. Sola. L'unica ragazza in mezzo ad un branco di Radurai. Non ricorda nulla del suo passato, se non il suo nome. Tuttavia inizia a fare sogni strani, che ogni notte puntualmente arrivano a spaventarla.
La ragazza stringerà amicizie, ma qualcuno sembra non volerla tra i piedi. Eppure ogni volta che lei avrà bisogno di conforto, Newt sarà al suo fianco. Amore o amicizia? Sta a voi scoprirlo...
Buona lettura.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minho, Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Altre due notti con i Dolenti erano passate, portandosi via la vita di altri due Radurai.
Mancava solo un giorno all'esilio e Thomas non si era ancora svegliato. Certo, come tutti gli altri aveva urlato come un dannato durante la Mutazione, ma alla fine era caduto in un sonno profondo.
Le lezioni di tiro con l'arco continuavano, ma le facevo soprattutto con Newt.
Gally sembrava che cercasse in ogni modo di evitarmi e la cosa mi faceva soffrire.
Pensavo che si fosse abituato a vedermi legata a Newt, ma a quanto pare mi sbagliavo.
Se soffriva a causa mia, forse era un bene che mi stesse lontano.
Mentre aspettavo che Newt arrivasse per la lezione, scagliai un'altra freccia contro un albero e questa andó a conficcarsi proprio nel centro esatto del tronco.
La mia mira era migliorata di gran lunga negli ultimi giorni ed era merito del continuo allenamento.
Stavo per scagliare un'altra freccia, quando un movimento improvviso tra i cespugli colse la mia attenzione.
Puntai l'arco contro il fogliame e attesi in silenzio che qualcosa uscisse allo scoperto.
Aguzzai la vista quando il movimento si ripeté una seconda volta e notai una piccola luce rossa tra i rami.
Puntai la freccia verso quest'ultima e la scagliai con il doppio della forza che impiegavo normalmente.
La freccia andó peró a conficcarsi nel terreno, mancando il bersaglio.
Solo dopo pochi secondi capii che non ero stata io a non averlo centrato, ma era il bersaglio ad essersi spostato.
Qualcosa mi camminó veloce vicino ai piedi e lo seguii con lo sguardo.
Era una Scacertola.
Caricai un'altra freccia, con la quale seguii tutti i movimenti del piccolo animaletto meccanico.
Il perfido mostricciatolo si spostava a destra e a sinistra con una velocità incredibile.
L'animaletto all'improvviso si fermó in un punto ed io tirai la corda per scagliare la freccia.
Proprio all'ultimo momento la bestiaccia si spostó di lato e anche io feci altrettanto con l'arco, senza esitare scagliai la freccia.
Solo dopo alcuni secondi mi accorsi che l'avevo lanciata in direzione di Newt, che era comparso dal nulla.
Urlai per attirare la sua attenzione e lui si spostó appena in tempo.
Mi avvicinai a lui di corsa e mi accorsi di avergli ferito un fianco.
"Ma sei impazzita?!" mi chiese toccandosi il taglio. "Io ritardo di qualche minuto alla lezione e tu mi punisci così!"
"Scusami, Newt! Non ti avevo visto, giuro! Io stavo puntando ad una Scacertola e non mi ero accorta di te." spiegai mettendo l'arco in spalla.
"Seguimi, ti devo medicare prima che tu perda troppo sangue."
Lui con una nuova smorfia di dolore stampata sul viso ad ogni passo, mi seguì sino a dentro l'edificio dei Medicali.
Qui lo feci sedere su un letto e andai a prendere l'occorrente.
"Avanti, togliti la maglietta." ordinai raggiungendolo.
Lui mi guardó imbarazzato e non si mosse.
"Andiamo, non é la prima volta che ti vedo senza maglia." ammisi sorridendogli incoraggiante.
Lui titubante se la levó, restando a petto nudo.
Mi inginocchiai vicino al bordo del letto ed iniziai a medicarlo.
Dovetti mordermi le labbra per evitare di arrossire.
Newt aveva un bellissimo corpo per uno che lavorava solo con le piante.
Una volta che ebbi finito di fasciarlo, osservai soddisfatta il mio lavoro.
"Ti piace quello che vedi?" mi chiese lui con un ghigno malizioso.
"Ah, smettila, Newt." borbottai cercando di alzarmi da terra.
Una volta che fui in piedi, lui mi circondó i fianchi e mi attiró a sé.
"Mi spieghi come faccio a resisterti se sei così dannatamente bella?" chiese sorridendo.
Gli sorrisi di rimando e girai il volto per non fargli vedere il rossore che popolava le mie guance.
Sentii le sue labbra posarsi sul mio collo e il suo respiro caldo farmi il solletico.
Gemetti leggermente quando lui andó a mordermi il lobo dell'orecchio.
Mi portai immediatamente una mano sulla bocca e spalancai gli occhi.
"Newt, smettila. C'é anche Tom qui." lo ripresi distaccandolo da me.
"Sì, ma sta dormendo." aggiunse Newt riavvicinandosi a me.
Gli afferrai il naso e continuai: "Si potrebbe svegliare, quindi smettila."
Lui sbuffó sonoramente e si ravvivó i capelli. 
"Ti lascio andare solo se mi dai un bacio." 
"Questo si chiama ricattare, Newt." spiegai ridendo.
"Appunto. Dammi un bacio e io ti lascio." ripeté.
Scossi la testa e mi avvicinai alle sue labbra.
Lui si spinse in avanti, annullando le distanze e facendo incontrare le nostre labbra.
Mi fece sedere sulle sue gambe e mi avvicinó a sé.
Un colpo di tosse ci fece sobbalzare entrambi ed io persi l'equilibrio.
Mi aggrappai al collo di Newt, ma in un secondo mi ritrovai stesa a terra, con lui sopra di me.
"Va bene che ero svenuto, ma credo che dovreste prendervi una stanza." disse una voce alle nostre spalle. 
Spostai il corpo di Newt e feci capolino sul bordo del letto.
Thomas scoppió in una risata fragorosa ed io arrossii.
"Smettila di ridere come un disagiato, testa puzzona." dissi cercando di contenere il mio imbarazzo.
"Tommy!" esclamò Newt entusiasta correndo ad abbracciare l'amico.
"Finalmente ti sei svegliato dormiglione." dissi alzandomi da terra e raggiungendolo.
"Ehi, Pive..." disse Thomas riferito a Newt. "Vacci piano con gli abbracci."
Newt si distaccò immediatamente ed io mi avvicinai a Thomas.
"Come ti senti?" chiesi guardandolo negli occhi.
"Ho tutti i muscoli doloranti e la nausea, ma per il resto, ho passato di peggio." spiegò grattandosi la testa.
"Be' quasi non sembri malato. Sei sicuro di aver subito la Mutazione?" chiese Newt sedendosi accanto all'amico.
"Quanto è durato?"
Feci spallucce e risposi: "Tre giorni. Di notte ti mettevamo in Gattabuia per assicurarci che stessi al sicuro, mentre di giorno di portavamo qui."
"E lei è stata quasi tutto il tempo con te. Vedi quelle occhiaie? Colpa tua se ora ho una ragazza brutta." disse Newt lanciandomi un'occhiata divertita di sfida.
"Parla per te, testa puzzona." controbattei fingendo un broncio. "Allora, Tom... Hai acquisito qualche nuovo ricordo?"
Ero impaziente di sapere la risposta, aspettavo di poter fare questa domanda da giorni ormai.
"Sì, ma dobbiamo convocare un'Adunanza, non ho le forze per spiegare tutto due volte." disse debolmente.
Io e Newt corremmo a cercare Alby e solo dopo diversi minuti riuscimmo a trovarlo.
Mentre gli altri si dirigevano all'edificio per le Adunanze, io tornai da Thomas per aiutarlo a camminare.
Una volta iniziata l'Adunanza, nella stanza calò il silenzio.
Il solo suono che si sentiva era quello della voce di Thomas, che rimbombava nella stanza.
"La spiegherò in modo semplice e cercate di seguirmi, fino alla fine. Le domande potete farle dopo la spiegazione, intesi?" chiese rivolgendosi con tono autoritario.
Dopo che ebbe avuto una risposta da tutti i presenti iniziò: "I Creatori ci stanno mettendo alla prova. Il Labirinto non è mai stato pensato per avere una soluzione. E' stato tutto un Test. Vogliono che i vincitori - o i sopravvissuti - facciano qualcosa di importante."
Lasciò cadere la frase in sospeso e passò lo sguardo sui presenti, che però sembravano più confusi che mai.
Newt intervenne, dando voce a pieno ai pensieri dei presenti: "Tommy, io non sarò il ragazzo più intelligente della Radura, ma la mia impressione è che tu stia parlando direttamente con il culo."
"Okay, lasciatemi ricominciare." disse Thomas strofinandosi gli occhi. "Ciascuno di noi è stato preso da piccolissimo. Non mi ricordo come o perchè... Ho solo visioni fugaci e sensazioni. Ma so che il mondo era cambiato. Era successo qualcosa di brutto, ma non so cosa. I Creatori ci rapirono e penso che credessero di farlo a fin di bene. In qualche modo dovevano aver capito che la nostra intelligenza era al di sopra della media ed è questa la ragione per cui scelsero noi. Non riesco a ricordare niente della mia famiglia o di cosa sia accaduto, ma dopo che fummo presi, passammo gli anni a studiare in scuole speciali. Facevamo una vita normale, almeno finchè non arrivarono abbastanza soldi e a quel punto loro costruirono il Labirinto. Tutti i nostri nomi sono solo stupidi diminutivi inventati: Alby come Albert Einstein, Newt come Isaac Newton, ed io... Thomas. Come Edison."
Alby lo interruppe, visibilmente scioccato: "I nostri nomi... L'unica cosa che ci è rimasta... Non sono neanche i nostri veri nomi?" 
Thomas scosse la testa frustato. "Per quanto ne so, probabilmente non sapremo mai quali fossero."
Un mormorio si accese tra i Radurai e solo dopo che Newt ed Alby ebbero ripristinato l'ordine, Thomas continuò: "Pare che i Creatori stiano studiando ogni nostra mossa, per vedere chi molla e chi no. Per vedere chi sopravvive. Non c'è da meravigliarsi se ci sono tutte queste Scacertole a fare da spie in giro per la Radura. Inoltre, alcuni di noi hanno subito delle... modificazioni al cervello."
"Perchè tu ricordi tutte queste cose e gli altri che hanno subito la Mutazione no?" intervenne Alby.
"Dopo ve lo spiegherò, ma prima lasciatemi finire." disse Thomas spazientito. "In qualche modo ci hanno cancellato la memoria. Poi ci hanno mandato qui attraverso la Scatola. Era fatto tutto per metterci alla prova: volevano vedere se collaboravamo, se eravamo capaci di costruire una comunità, volevano vedere come avremmo reagito a quelle che loro chiamano Variabili e ad un problema privo di soluzione. Ci hanno fornito tutto l'occorrente e il problema ci è stato posto nella forma di uno dei rompicapi più noti, cioè un labirinto. Tutte queste cose insieme ci hanno fatto pensare che dovesse esserci una soluzione, incoraggiandoci a lavorare anche più sodo, e nello stesso tempo peggiorando il nostro scoraggiamento di fronte all'impossibilità di trovarla. Ci stanno facendo impazzire per vedere come reagiamo. Per vedere che se ci mettiamo l'uno contro l'altro. Ci stanno usando. Alla fine vogliono che i sopravvissuti facciano qualcosa di importante."
"E la gente uccisa? Anche quella fa parte del loro stupido piano?" intervenne Frypan, furioso. Non avevo mai visto così l'Intendente.
"Sì, uccidono la gente. L'unica ragione per cui i Dolenti ammazzano solo una persone per volta è che non dobbiamo morire tutti prima che arrivi la fine designata. Loro ammazzano la gente... o la torturano." Thomas concluse quest'ultima frase lanciandomi un'occhiata.
Abbassai gli occhi, incapace di sostenere ancora quello sguardo pieno di rabbia e tristezza.
"Frena... Cos'era quello sguardo che le hai rivolto?" intervenne Gally, che fino a quel momento se ne era rimasto in disparte ad osservare.
"Credo che questa volta io non possa semplicemente spiegartelo, devi vederlo con i tuoi stessi occhi." spiegò Thomas abbassando il tono della voce.
Scossi la testa, continuando a mantenere lo sguardo sui piedi. Non volevo che tutti vedessero quello che mi avevano fatto. Non volevo che pensassero che ero una debole, un bersaglio semplice da colpire e affondare.
"Ti prego, Eli." sussurrò Gally muovendo dei passi nella mia direzione e fermandosi proprio davanti a me.
Incrociai il suo sguardo e quello che lessi nei suoi occhi mi fece venire voglia di scoppiare a piangere. Distolsi lo sguardo e mi morsi il labbro. Feci un profondo respiro e mi voltai di schiena.
Alzai leggermente la maglia, permettendo agli altri di vedere solamente la mia schiena.
Alcuni mormorii si levarono tra i ragazzi e sentii le dita di Gally sfiorare alcune delle mie cicatrici.
"Loro le hanno fatto questo?" chiese il ragazzo. Potevo leggere nella sua voce un carico di rabbia.
"Sì, sempre per altri Test." spiegò Newt.
"Tu lo sapevi?" chiese Gally togliendo immediatamente la mano dalla mia schiena.
Riabbassai la maglietta velocemente e tornai con lo sguardo verso gli altri.
Newt annuì semplicemente e Gally si rivolse a Thomas, con uno sguardo furioso: "Perchè tu sai tutte queste cose?"
"Perchè ero lì quando i Creatori programmarono il Labirinto ed ero lì quando loro progettarono il Codice."
"Codice?" intervenne Alby.
"Fu nascosto nei movimenti dei muri del Labirinto per una ragione precisa. E io dovrei conoscerla..."
"Ora basta, ne ho abbastanza." sputò Gally rabbioso uscendo dalla stanza e sbattendo la porta dietro di sè."
Mi precipitai fuori e lo fermai per un braccio. "Gally, ti prego aspetta."
"No! No dannazione! Io non aspetto più, mi sono stancato di aspettare." gridò rabbioso. "Perchè non me lo hai detto?"
"I-Io... Avevo paura che tu mi giudicassi o che non ti fidassi più di me." spiegai sull'orlo delle lacrime. "Avevo paura di perderti." aggiunsi.
"E non hai avuto la stessa paura con Newt e Thomas, vero?" chiese furioso. "Eh?!" insistette.
Scossi la testa e trattenendo le lacrime risposi: "E' diverso... I-Io..."
"No, Eli! Dannazione io sono tuo amico! Dovresti conoscermi abbastanza bene da sapere che non ti avrei mai giudicata per una cosa simile!" urlò con gli occhi lucidi.
"Ti prego, lasciami spiegare..." sussurrai con voce rotta.
"No, ho sentito abbastanza. Hai detto quello che dovevi dire e sì, avevi ragione: ora mi hai perso, complimenti." disse prima di andarsene.
"Gally!" gridai iniziando a piangere.
"Elena!" urlò lui girandosi un'ultima volta. "Io ti ho raccontato tutto di me, ho rispettato la tua decisione quando tu hai scelto Newt, ti ho protetta quando eri in pericolo e ti sono sempre stato vicino. Io mi sono fidato!"
"Per favore..." sussurrai muovendo un passo nella sua direzione.
"No, non ti avvicinare. Lasciami in pace. Dimentica per sempre che la nostra amicizia sia mai esistita." spiegò con voce tremante. Poi fece un profondo respiro, come se stesse per dire una cosa che lo avrebbe segnato a vita.
Purtroppo capii troppo tardi quello che mi disse e rimasi ad ascoltare il mondo crollarmi addosso, mentre lui spariva dentro il bosco.
Mi lasciai cadere a terra e permisi ai singhiozzi e alle lacrime di perforarmi l'anima.
Le sue parole piombarono su di me, come un macigno pesante, e mi soffocarono lentamente. "Dimenticami come io mi dimenticherò di te."

*Angolo scrittrice*
Boom bitch!
Non so perché, ma okay... 
Poor Gally... Cosa pensate della sua reazione?
Secondo voi andrà fuori dal Labirinto con gli altri?
Perdonerà mai Elena?
Chi lo sa... Ah, no aspetta... Io lo so :P
*inserire qui gli insulti verso la scrittrice*
Detto questo, fatemi sapere come vi sembra il capitolo :3 bacioni e biscotti a tutti!

Ps: indovinate chi mi é venuto a trovare ieri notte mentre dormivo? 
No... Non era Thomas Sangster.
No... Non era neanche Dylan O'brien.
No... Non era Colton Haynes (sì, ora sono fissata anche con lui).
Ma era una dannatissima, pluridecoloratissima zanzara! Esatto gente. Una ZANZARA.
Ora... Perché non é schiattata insieme alle sue amichette? Solo io ho avuto l'onore di incontrarne una?
Ah, la zanzara ronzava.
Come dice Zio Voldy: Avada kefaidbskfineksof.

Dalla vostra Inevitabilmente_Dea ♥

   
 
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