Era stata davvero una pessima giornata, la sveglia non aveva suonato, l’abito che aveva scelto il giorno precedente non era adatto perché, come al solito, il clima londinese aveva gabbato il meteo ma lei non aveva il tempo di scegliere altro dal suo armadio, come sempre, troppo incasinato per poter essere funzionale; colazione saltata, niente soldi per prendere un taxi ed una riunione alle 9, cioè da lì a cinque minuti. Non male per la prima settimana di vero lavoro.
Spencer era appena stata assunta a pieno titolo nell’agenzia editoriale dove, fresca di laurea, aveva trascorso un periodo di stage; lavorare nell’editoria era sempre stato il suo sogno e, sin dal primo momento in cui aveva messo piede nel suo attuale posto di lavoro, aveva cercato di essere perfetta, sempre puntuale, sempre precisa, la persona che nessun datore di lavoro si sarebbe voluto far scappare; “ed ora sto per rovinare tutto” pensava mentre correva verso la più vicina fermata della metropolitana. Solitamente andava a piedi, preferiva camminare un po’ per la città che si stava svegliando piuttosto che stiparsi tra mille persone di corsa e di cattivo umore, ma quella mattina anche lei faceva parte della mischia; anche lei era una di quelle odiose persone che correvano verso un posto di lavoro in cui il loro capo avrebbe avuto da dirgliene quattro. Anche lei era di cattivo umore, esattamente come loro.
Aveva perso la riunione, Debbie, il suo capo l’aveva rimproverata davanti a tutti i colleghi ed era stata costretta a saltare il pranzo per recuperare tutto ciò che aveva perso al mattino.
Il suo computer, alle 16.35 esatte (Spencer aveva fisso quell’orario in testa perché era l’ultima cosa che era riuscita a vedere) aveva deciso di abbandonarla. Così, senza avvisare. E lei, ovviamente, non aveva salvato il lavoro; eppure Clare, la sua più cara amica sin dai tempi del liceo, le diceva sempre quanto fosse stupido non salvare i dati durante il lavoro, diceva sempre “non si sa mai”, ma a Spencer non era mai importato perché il suo fidato pc non le aveva mai dato il benchè minimo problema, mai, sino a quel giorno, ovviamente.
Ed ora era a casa, ad aspettare una pizza che, probabilmente, non sarebbe mai arrivata all’orario indicatole; ordinare pizza il venerdì sera era da veri masochisti, ma a Spencer cucinare non piaceva proprio e take away e scatolette erano la sua vita.
 
Stava guardando la tv, quattro matrimoni USA, quando suonarono alla porta; “questa sera la pizza è in anticipo” pensò mentre, stupita, si alzava prendendo i soldi e guardando l’orologio.
Aprì la porta aspettandosi il suo amico Sean, il ragazzo che, almeno un paio di volte alla settimana, facava i cinque piani per arrivare all’appartamento e consegnarle la pizza, invece, davanti a lei non c’era Sean, ma una persona che Spencer pensava non avrebbe più visto in vita sua: Denise, la sorella dell’uomo che lei pensava sarebbe stato il padre dei suoi figli.