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Autore: Giulz95    04/02/2016    1 recensioni
"-Grazie.- Accennò al cadavere dietro di lei. –Se non fosse…-
-Sei sola?- La interruppe. La ragazza lasciò un sospiro abbassando le spalle. Mentire non sarebbe servito a nulla.
-Sì.-
L’uomo la guardò per un secondo facendo scorrere i suoi occhi sulla sua figura. Devo avere un aspetto terribile. Fanculo, non che lui sia meglio. Non che nessun altro sia meglio. L’apocalisse arriva con una ventata di carne marcia e malnutrizione, condita con la scarsa igiene personale e la spossatezza. Cristo, devo fare davvero schifo. Slegò velocemente un paio di scoiattoli dalla corda e li lanciò ai piedi della ragazza, che alzò lo sguardo verso di lui. L’uomo alzò le spalle voltandosi verso il bosco, cercando con gli occhi una traccia della preda ben più grande. Della mia preda.
-Il cervo è mio.- E si incamminò sparendo tra la boscaglia."

PS: Per meglio comprendere gli avvenimenti precedenti alla storia vi consiglio di leggere la fanfiction su Wattpad "Novocaine". Il link è alla fine del primo capitolo, ed è un AU sui pentatonix durante l'apocalisse Zombie. Io ho solo aggiunto un personaggio e rivisitato alcune cose. Diciamo che l'ho usata come spunto, ecco.
Buona Lettura!
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Glenn, Lori Grimes, Nuovo personaggio, Sophia Peletier, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Devil's backbone'
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Camminò dietro agli uomini guadagnandosi qualche occhiata dal resto dell’accampamento. Erano in molti, uomini, donne, bambini addirittura. Vi erano tende e veicoli, attorno ad uno spazio centrale di fronte ad un camper degli anni ’70. Un Winnebago. Un suo amico d’infanzia ne possedeva uno. Ci aveva passato una notte intera in campeggio. Suo padre era fissato con i camper. Le vacanze con lui erano qualcosa che Julie ricordava con dolcezza.
- Merle!- Daryl stava chiamando qualcuno. Se Daryl è un nome stupido, Merle è ancora peggio. –Merle! Porta qui il tuo brutto culo. Ho degli scoiattoli… Cuciniamoli.- Lasciò giù la balestra prima che Shane lo chiamasse da dietro.
-Daryl. Aspetta un attimo, devo parlarti.- Lo raggiunse, e Julie lo vide a disagio. Questo tizio faceva paura a tutti. E qualcosa le diceva che qualsiasi cosa Shane dovesse dirgli, non gli sarebbe piaciuta.
-Di cosa?- Chiese il cacciatore.
-Di Merle. C’è stato… un problema, ad Atlanta.-
Daryl si guardò attorno, rendendosi conto che tutto il gruppo lo osservava. Julie rimase in disparte. Era teso, diversamente da quello che aveva visto nel bosco. Chiunque fosse questo Merle, doveva essere una persona a cui teneva, e qualcosa gli era successo ad Atlanta. Lo sanno tutti tranne lui e lo guardano come un animale allo zoo, pronto per sbranare qualcosa. Si sentì pensare e si chiese cosa potesse importargliene. Daryl fece qualche passo attorno a Shane prima di parlare abbassando la testa. –È morto?-
L’uomo di fronte a lui esitò.
-Non ne siamo sicuri.-.
-È morto o no?!- Daryl gli ruggì contro prima che l’uomo con la t-shirt bianca, quello che aveva parlato poco fa nella radura, si intromettesse.
-Non si sa, non possiamo dirlo con certezza.-
-Cos’è, la giornata del porta un estraneo al campo? Tu chi sei?- Il suo tono era minaccioso e il suo sguardo andò per un secondo a Julie, dietro di loro.
-Rick Grimes.-
-‘Rick Grimes’… C’è qualcosa che vuoi dirmi?- Dal modo in cui parlava Julie pensò che già sapesse cosa era successo. O per lo meno se lo aspettasse. Questo Merle… Non è qui. Ma non sanno se è morto. Un’unica spiegazione logica: l’hanno lasciato indietro. Julie aggrottò la fronte.
 
“Dobbiamo tornare sul bus, Esther e Jen… E Ryan!”
“Non possiamo fare niente!”
“Non possiamo lasciarli indietro, Scott!”
“Sono morti.”
“…Avi…”
“Andiamo.”
 
-Tuo fratello ci ha messi in pericolo.- Fratello. Merle è suo fratello. –Quindi l’ho ammanettato su un tetto a un tubo di metallo. È ancora lassù.-
-Come puoi esserne certo?- Parlò Julie. –Hai lasciato una persona in una trappola per animali. Niente si merita una fine così.- Gli occhi erano puntati su di lei fino a che Daryl non parlò di nuovo. Diede la schiena alla folla e Julie notò il gesto veloce della sua mano ad asciugarsi gli occhi. Porca troia, che gente è questa.
-Aspetta, lasciami elaborare la cosa.- Si voltò di nuovo verso Rick, urlandogli in faccia. –Tu hai ammanettato mio fratello su un tetto… e lo hai lasciato lì?!-
Rick abbassò lo sguardo prima di rispondere dopo qualche secondo.
-Sì.-
Daryl lo fissò per un minuto prima di lanciargli contro la fila di scoiattoli e caricarlo, ma Shane gli impedì di raggiungere l’uomo con una spallate, che lo fece cadere a terra. Daryl tirò fuori un coltello, ma venne velocemente disarmato e bloccato in una presa al collo dai due uomini.
-È meglio se mi lasci andare!- 
-No, penso sia meglio di no.- Rispose Shane.
-Questa presa è illegale!- Non aveva molto fiato in corpo, e stava combattendo per non cedere in ginocchio, anche se è proprio quello che fece.
-Perché non presenti un reclamo? Posso andare avanti così tutto il giorno.-
Rick si accucciò davanti all’uomo, che respirava a fatica. A Julie la situazione sembrava surreale. Questa gente… Rick e Shane. Solo due mostri avrebbero lasciato un uomo in una situazione simile. E ora suo fratello era in una presa considerata pericolosa e vietata dalla legge, facendo passare lui per mostro.
-Mi piacerebbe discutere con calma di questo argomento, pensi di potercela fare?- Nessuna risposta. Non che avesse potuto rispondere. A mala pena riusciva a respirare. –Pensi di potercela fare?-
-Ehy.- Julie attirò l’attenzione su di sé, stringendo l’impugnatura del suo arco. –Così lo ammazzi.-
Shane la guardò aspettando un cenno di Rick, e lasciando Daryl cadere a terra. L’uomo si alzò a sede guardandola per un secondo con astio. ‘Fatti i cazzi tuoi’. Afferrato.
-Se l’ho fatto c’è un motivo.- Rick era di nuovo inginocchiato di fronte al cacciatore. –Tuo fratello non collabora e non sa stare insieme agli altri.-
-Non è colpa di Rick.- Un uomo di colore che Julie non aveva notato prima parlò per farsi sentire da tutti. –Avevo io la chiave. Mi è caduta.-
-Non potevi raccoglierla?- Daryl ruggì.
-Mi è caduta in una grondaia.-
Oh, Cristo Santo.
-Dovrebbe farmi stare meglio?- Si era alzato, avvicinandosi all’uomo.
-Beh forse questo sì… Per non farlo raggiungere dagli zombie ho incatenato la porta. Con un lucchetto.-
Julie poteva vedere il volto di Daryl da quella posizione. Il ragazzo stava facendo di tutto per non crollare, trasformando le sue emozioni in rabbia. E ci stava riuscendo piuttosto bene, ma poteva vedere le sue lacrime dentro alle iridi azzurre prima che ogni volta lui le asciugasse con il dorso della mano. Cazzo, che stronzi.
-Possiamo andare a prenderlo?- Chiese la ragazza. La guardarono tutti per qualche secondo, compreso Daryl. ‘Ho detto fatti i cazzi tuoi!’. Ignorò il suo sguardo. –Posso andare io, se mi dite dove lo avete lasciato.-
-Aspetta, chi diavolo è questa, chi diavolo sei tu?- Una ragazza bionda aveva parlato da davanti al camper. Non l’avevo ancora notata, non c’era alla radura.
-Una che passa per caso. E se quell’uomo è ancora vivo…-
-Non ti conosciamo, non dovresti neanche essere qui!- Un uomo dalla corporatura massiccia si fece avanti. Non intimorì Julie, anche se era questo che cercava di fare.
-E non ci starò per molto. Vado a prendere questo tizio, lo porto indietro e sparisco. Se non ci riesco non avrete perso niente, se non un po’ di umanità.-
-Andate tutti al diavolo, non ho bisogno di voi!- Daryl si era alzato urlando. –Ditemi solo dov’è. Vado a prenderlo io.-
-Ve lo mostrerà lui.- Una voce dal camper. Una donna, dai capelli castani e lo sguardo severo verso Rick. –Dico bene Rick?-
Rick annuì dopo un secondo.
-Torneremo qui.- La donna rientrò sul camper e Rick abbassò le spalle. Fidanzata? Julie guardò la mano sinistra dell’uomo. Moglie. Bella signora, sei sposata con un idiota.
 
 
 
Julie era scesa a recuperare le due frecce che aveva lasciato nel cervo prima di raggiungere gli altri uomini. Tirò fuori dal suo zaino la sua Beretta 92SF e controllò le munizioni. Detestava l’idea di dove andare in città, ma poteva approfittare della gita per trovare qualcosa di utile. Rick aveva detto di aver lasciato un borsone pieno di armi mentre scappava con il gruppo e lei aveva bisogno di munizioni. E di acqua. E con un po’ di fortuna di cibo, visto che il suo cervo era finito nello stomaco di quello zombie. Maledetto cervo. In più, era veramente dispiaciuta per Daryl e suo fratello. Da quello che aveva sentito dire da Shane, questo Merle era uno stronzo. ‘Uno che non ti darebbe un bicchiere d’acqua se stessi morendo di sete.’. Ma per come la vedeva lei, la ragazza stava andando a trovare un cadavere su un tetto e magari a rimediare qualche rifornimento. In più, non aveva nulla di meglio da fare, e una volta tornata sarebbe potuta sparire di nuovo.
-Quindi…- Julie sentì la moglie di Rick parlare di nuovo a suo marito mentre lei tendeva la corda dell’arco, per assicurarsi che non si fosse danneggiata. –Lo salverete tu Daryl e ‘quella che passa per caso’? È questo il piano?-
Julie ignorò le sue parole, mentre Rick si voltò guardando un ragazzo asiatico.
-Oh, per favore.- Dopo qualche secondo riuscì a convincerlo motivandosi con la capacità del ragazzo di muoversi in città e Shane parlò di nuovo.
-Grandioso vuoi mettere in pericolo due uomini e una donna, mmh?-
-Lei non viene.- Daryl si era appena voltato a guardare la ragazza, che ignorò il suo sguardo mettendosi in spalla l’arco.
-Se sei ancora offeso per quel cervo valuterei le tue priorità: vedi qualcun altro che si faccia avanti per salvare tuo fratello?-
-Perché tu?- Chiese guardandola. –Cosa ti interessa?-
-Perché è giusto. E perché sono in debito.- Mi hai salvato la vita. Due volte.
 Daryl la guardò e per un secondo le parve di vederlo annuire in segno di ringraziamento.
-Quindi sono quattro.- Era la voce del vecchio, Dale.
-Non sono solo quattro. Stai mettendo in pericolo tutti noi. Rifletti su questo, Rick.- Shane parlò rivolto all’uomo. –Andiamo, hai visto quello zombie. Era arrivato vicinissimo a noi, stanno lasciando la città, se verranno qui ci servirà più gente possibile per proteggere il campo!-
-Shane ha ragione.- La donna castana parlò di nuovo. –Merle Dixon? Non vale nessuna delle vostre vite. Ne delle armi!-
-Senza offesa.- Julie parlò di nuovo. –Ma al momento la sua vita vale quanto la tua per me. Può essere il peggior stronzo del pianeta, ma sta morendo su un tetto ammanettato ad un tubo, sempre che non sia già stato sbranato o che non sia cotto come un uovo sul cofano di una macchina. Ed è lì perché tuo marito ce l’ha messo. Non è il modo di morire per nessuno, nemmeno per un animale, figuriamoci un essere umano.-
La donna sostenne lo sguardo della ragazza per un po’ prima di voltarsi con astio. Julie la ignorò mentre Rick si abbassò su un ragazzino che non poteva avere più di otto anni, posandogli una mano tra i capelli. Suo figlio?
Il clacson del furgono suonò e Daryl urlò di muoversi. Julie salì sul retro, sedendosi di fronte al cacciatore ma voltata verso l’asiatico alla guida e a Rick, che salì poco dopo caricando la sua pistola con quattro proiettili. Quattro proiettili, quattro persone. La coincidenza.
 
 
 
Julie lo teneva d’occhio. Non si fidava, non ancora, di nessuno. Non le sembrava una minaccia, non in quel momento almeno, ma la furia cieca con la quale aveva attaccato Rick al campo…Faccio anche a meno di ripetere l’esperienza. Il ragazzo asiatico si chiamava Glenn. Un tipo a posto, che non poteva avere più della sua età ma che per qualche motivo sembrava più giovane. La ragazza fece finta di ascoltare la conversazione dei due uomini seduti davanti a lei, notando però lo sguardo che il cacciatore non sembrava volerle risparmiare. Mi sta sottovalutando. Era abituata a quel tipo di sguardo, cavolo, lo aveva visto un sacco di volte. Si sbagliava. Si sbagliavano sempre,
-Che diavolo hai da ridere, ragazzina? Pensi che sia un gioco?- Julie scosse la testa. –Non è un gioco. Mio fratello potrebbe essere morto su quel tetto e tu te ne stai lì a ridere. Stupida puttana.-
-Non sto ridendo e non chiamarmi puttana. Puttana.- Gli reindirizzò l’insulto.
-Come mi hai chiamato?!-
-Smettetela voi due!- Rick alzò la voce dal sedile davanti a Julie, che per un attimo rimase stordita dalla voce dell’uomo. Autoritario. Leader. Avi. –Litigare tra di voi non serve a nulla se non a fare più casino.-
Daryl si voltò sputando di lato, e la ragazza distolse lo sguardo. Non voleva guardarlo, ma non riuscì a fare a meno di sentire lo sguardo azzurro dell’uomo puntarglisi addosso.
Indossava una canotta nera che lasciava vedere un’ampia scollatura sotto il collo fine e leggermente allungato. Daryl si chiese a cosa diavolo le servisse la felpa rossa che aveva legato in vita. In piena estate, in Georgia. Sotto i jeans scuri e consunti spuntavano un paio di vans of the wall grigie che urtavano la vista del ragazzo. Inutili. Completamente. Così come quel maledetto sorrisino da so tutto io. Non era male, con i capelli scuri raccolti in una coda alta e gli occhi contornati da ciglia lunga e folte. Non era male, ma da quello che aveva visto nel bosco non era tagliata per tutto questo. Avrebbe avuto bisogno di aiuto, e avrebbe rallentato tutti, magari li avrebbe messi in pericolo, magari non sarebbe riuscito a salvare Merle. Si voltò distogliendo lo sguardo e Julie si sentì in qualche modo sollevata. Non lo aveva notato prima, ma i suoi occhi erano taglienti come una lama affilata. Di un azzurro quasi metallico. Sarebbero stati quasi affascinanti, così come tutto il resto di lui, se non fosse stato un tale idiota. Era arrabbiato, e questo la ragazza poteva capirlo. Se avessero ammanettato mio fratello avrei piantato una freccia in culo a tutti. Ma il modo in cui si comportava… Quasi infantile. Pensava che fossero stati tutti costretti a crescere un po’ più in fretta in quella situazione, mentre Daryl sembrava un bambino trovato in un fosso. Veramente è lui che mi ha trovata però.
 
Era così impegnata nei suoi pensieri che non si accorse della frenata del furgone fino a quando Glenn non parlò.
-Dobbiamo scendere.-
 
 
Dopo qualche metro a piedi incontrarono il primo gruppo di zombie interessato a loro. Daryl si occupò dei primi due con il coltello protagonista della ‘rissa’ al campo, mentre il terzo cadde con un tonfo poco prima che l’uomo potesse voltarsi per metterlo al tappeto, una freccia conficcata nella nuca.
-Potevi sbrigarti prima.-
-Non volevo farti fare brutta figura.- Sorrise la ragazza.
L’uomo si voltò borbottando qualcosa a cui Julie non diede peso, recuperò invece la freccia passandola sui jeans per liberarla dai resti del putrefatto, prima di incoccarla nuovamente nell’arco, tenendosi pronta. Non si sa mai.
-Prima Merle o le armi?- Chiese Rick dopo qualche momento.
-Prima Merle, non se ne parla neanche!- Daryl ruggì passandogli davanti, la balestra appoggiata saldamente al suo bicipite. Muoversi con quell’affare doveva essere come un abbonamento in palestra. Anche il suo arco richiedeva una discreta forza fisica, ma era sicura che non fosse pesante come l’arma dell’uomo. Non che il tendersi delle braccia dell’uomo le dispiacesse.
-Invece sì.- Rispose il poliziotto prima di voltarsi verso Glenn. –Tu conosci la zona, decidi.-
-Merle è più vicino, per le armi dobbiamo fare il giro. Prima Merle.-
Grazie a Dio.
Raggiunsero il vicolo che costeggiava il palazzo indicato dal ragazzo. C’era una scala antincendio, ma era troppo in alto da raggiungere.
-E adesso?- Glenn. –Non c’è altro modo per entrare senza scendere sulla strada principale.-
-Possiamo passare da davanti. Entra uno, gli altri lo coprono.- Propose Rick guardando la ragazza. Certo che sono io. Lui vuole tornare dalla sua famiglia, Glenn è un suo amico e Daryl… Beh, non avrebbe senso salvare Merle per un uomo morto, no?
-No, troppo rischioso.- Daryl parò proprio quando Julie stava per rispondere, prima di guardarla. –Vieni qui.-
-Perché?-
-Se riesco ad alzarti puoi raggiungere la scala e tirarla giù. Dovresti essere abbastanza alta. Sbrigati.-
-Potresti anche usare un per favore di tanto intanto.- Lo stava prendendo in giro con una tranquillità che non si spiegava. Mi ha salvato la vita. Tsk. Si avvicinò all’uomo che girò gli occhi al suo commento.

Daryl si voltò in modo che la schiena della ragazza fosse rivolta verso di lui. Piegandosi sulle ginocchia circondò le gambe della ragazza appena sopra il ginocchio; Julie si sbilanciò leggermente all’indietro, sedendosi quasi sulla spalla dell’uomo. 

-Metti il piede sulla mia mano.- Ordinò il ragazzo. 

Julie si alzò, ottenendo un supporto supplementare dalla sua mano che ora restava posata sulla sua schiena, appena sopra il suo sedere. Aveva un buon equilibrio, ma dannazione se si sentiva impotente.  

-Tutto ok?-

-Sì, ma non farmi cadere.-

-Non mi servi da morta.- No, ma sta pur certo che sarai il primo a venire mangiato. La maglietta di Julie si era alzata leggermente lasciando che la mano dell’uomo venisse a diretto contatto con la sua pelle. Maledizione. Non l’avrebbe mai ammesso a se stessa, ma quel tocco non le dispiaceva affatto. Le mancava essere toccata da un altro essere umano. Avi. 

Daryl rimase sorpreso dal peso della ragazza. Sembrava molto più leggera, ma i suoi muscoli dovevano essere più tonici di quello che l’uomo aveva stimato. Aveva notato che le sue cosce erano piuttosto toniche, ma non si era soffermato abbastanza evidentemente. Forse avrebbe dovuto darle un’altra occhiata una volta su quel tetto. Si zittì mentalmente e spostò la mano sotto il suo sedere, per issarla più in alto. Se, come no. La sua voce gli rise nelle orecchie assieme alla tensione che ora poteva sentire anche in mezzo alle sue gambe. Dannazione. Arrossì, sperando che il cinese e il poliziotto non se ne accorgessero, e si diede dello stupido per aver lasciato giù la guardia. Devo trovare Merle. Non ho tempo per queste stronzate.

-Presa.-

Daryl le afferrò i fianchi aiutandola ad arrivare a terra. Julie portò con sé la scala, afferrando il primo perno rugginoso e quando i suoi piedi toccarono terra l’uomo si allontanò da lei come se l’avesse scottato, voltandosi di spalle. Devo avere un aspetto terribile e probabilmente sono sudata da fare schifo. Si sentì estremamente stupida e si odiò anche per aver lasciato che il suo tocco l’affliggesse tanto. Lo guardò per un secondo mentre Glenn e Rick salivano la scala. Perché diavolo dovrebbe importarmi di come mi guarda?


 

Rick usò le cesoie prese in prestito da Dale per rompere il lucchetto e la catena che bloccavano la porta del tetto e Daryl le diede immediatamente un calcio aprendola.

-Merle!-

Corse davanti al piccolo gruppo, guardandosi intorno furiosamente. Julie lo guardò, osservando i suoi movimenti con attenzione. Quando si fermò davanti a Rick lo stomaco della ragazza cadde in un vuoto d’aria. Suo fratello non c’è. L’angoscia del ragazzo era palpabile. 

-Avevi detto che era qui!- Ruggì, sostenendo lo sguardo del poliziotto prima di voltarsi di nuovo. Julie seguì il suo sguardo a terra e la nausea minacciò di espellere quel poco cibo che aveva in corpo. C’era un solo modo per liberarsi dalle manette. Un modo terribile.

-No!- Daryl stava urlando, camminando avanti e indietro come fosse un animale ferito in gabbia. Gridava e cercava di trattenere le lacrime, reprimendo il dolore con la rabbia. Come al campo.

-No!- Il ragazzo tese ogni muscolo del suo corpo, senza riuscire a trattenersi. Si voltò con uno scatto verso Glenn, la balestra carica e puntata alla sua fronte prima di girarsi puntandola verso la ragazza e tenendola ferma davanti a lei. Non era lucido, questo era chiaro. Vuole un capro espiatorio. Julie fissò i suoi occhi mantenendo la calma. Ha paura. Non vuole uccidermi, ha solo paura. In essi vide la devastazione che stava provando per aver perso suo fratello e le lacrime rigarono le sue guance nonostante i suoi migliori sforzi per trattenerle. Julie si sentì come se non avesse dovuto vedere tutto ciò. La voce del ragazzo le risuonò in testa come quando aveva decifrato il suo sguardo dopo che si era fatta avanti difendendolo al campo. “Fatti i cazzi tuoi”. Ma stavolta il suo sguardo le stava chiedendo qualcos’altro, e lei non aveva la minima idea di cosa fosse. Voleva aiutarlo, ma non sapeva come. Non ho paura. Lui ha paura.

Mentre lei non pensò nemmeno a difendersi, Rick stava puntando la sua Python alla tempia del ragazzo.

-Non esiterò. Non mi importa se tutti gli zombie della città lo sentono.-

Dopo qualche secondo Daryl abbassò l’arma con riluttanza. Respirava pesantemente, stringendo i pugni e sbattendo le palpebre per respingere le lacrime. Nessuno sapeva cosa dire. Improvvisamente si abbassò raccogliendo la mano mozzata di Merle. Julie sciolse lo straccio blu che teneva legato alla cintura dei suoi jeans e lo porse al ragazzo.

-Tieni, usa questa.- Lui l’afferrò e con attenzione vi avvolse l’appendice, rallentando il suo respiro e calmandosi. Si alzò guardandosi attorno prima di camminare dietro a Glenn e nascondere lo straccio nel suo zaino. La faccia del ragazzo asiatico la costrinse a trattenere un sorriso.

-La lama della sega non era abbastanza affilata per le manette.- Disse poi con calma. 

Julie abbassò lo sguardo a terra notato il sangue sul cemento e sul metallo delle manette.

-Deve avere usato qualcosa per fermare il sangue, ce ne sarebbe stato di più altrimenti.- I tre uomini la guardarono con curiosità. –Una cintura?-

Daryl la fissò per un secondo prima di annuire. –Probabilmente.- Le si avvicinò osservando le tracce di sangue. –Di qua.-

Il suo linguaggio del corpo e l’energia che lo circondava erano cambiati improvvisamente. Poco prima aveva dato di matto ma adesso era concentrato a seguire i movimenti di suo fratello. Aveva bisogno di fare qualcosa di utile per disperdere la rabbia. Agire lo distraeva abbastanza da bloccare le sue emozioni. Ignorò la paura di dover continuare a sopravvivere senza Merle e si concentrò su quello che sapeva fare meglio: cacciare.
 
-Merle?-
-Non siamo soli qui. Te lo ricordi?- Il tono di Rick era alterato. Daryl aveva seguito le tracce fino alla cucina del palazzo. Merle aveva abbattuto due zombie con una chiave inglese, e a sentir parlare Dary era ‘il più cazzuto degli stronzi’. Ma Rick aveva ragione, con la quantità di sangue che aveva perso le possibilità di vederlo vivo erano scarse.
-Fottiti, magari si sta dissanguando.-
-Il fornello.- Julie richiamò l’attenzione degli uomini che si voltarono verso la fiamma ancora accesa. La struttura della cucina era sporca di sangue e accanto alla cintura in pelle una spatola di metallo era appoggiata al muro, sporca di residui di pelle. Julie la prese in mano sentendo la voce di Glenn.
-Cos’è quella roba bruciata?-
-Pelle.- Julie parlò, vedendo il ragazzo reagire come si aspettava facesse. –Ha cauterizzato la ferita.-
-Vi ho detto che era cazzuto. Nessuno uccide Merle se non Merle.-
-Non darlo per scontato. Ha perso molto sangue.- Rick lo seguì verso una finestra aperta sul vicolo adiacente.
-Sì? Non gli ha impedito di svignarsela da questa trappola mortale- Julie si affacciò dopo di lui. Un bel salto.
-Ha lasciato l’edificio? Perché diavolo l’avrebbe fatto?- Perché è da solo.
-Perché no? È la fuori da solo per quello che ne sa. A fare quello che deve fare: sopravvivere.- Era l’ennesima volta che Julie lo sentiva elogiare suo fratello. Doveva essere un tizio piuttosto duro, e questo lo rispettava, ma il pensiero di quello che avrebbe potuto fare per vendetta la turbava. Lei non c’entrava nulla comunque, ma il campo… C’erano dei bambini al campo. E uno di quelli era il figlio di Rick. Il poliziotto non le piaceva, ma non si sentiva di dover tornare indietro a dare la brutta notizia a lui e sua madre. ‘Avevate ragione, Merle e Daryl li hanno aperti in due.’. No, non avrebbe dato questa soddisfazione a quella donna.
-Sopravvivere? Fuori in strada, da solo e con una ferita del genere? Quante speranze può avere, Daryl?- Julie parlò rivolta verso l’uomo, tenendo un tono pacato, anche quando egli le ringhiò in faccia.
-Non meno che venire ammanettato e lasciare a marcire da questi stronzi.- Questi. Non voi? Lei non aveva fatto nulla, ma Daryl non poteva saperlo e il fatto che non l’avesse attaccata direttamente la lasciò con una punta di sollievo nei pensieri. L’uomo si voltò verso Rick. –Non ce l’avete fatta. Non lo ammazzerà nemmeno uno di quei merdosi bastardi.-
-E se fossero mille merdosi bastardi, la storia cambierebbe?- Il poliziotto cercò di riportarlo nel mondo reale.
-Perché non fai tu i conti? Io vado a cercarlo.- E con questo si avvicinò alla finestra con l’intenzione di saltare. Julie ebbe l’impulso di fermarlo, ma si fermò. Non erano affari suoi, e comunque probabilmente non ci sarebbe riuscita. Magari è così che deve andare. Magari appartiene a suo fratello.
-Daryl, aspetta!- Rick ordinò, prendendo il suo braccio e tirandolo verso di sé.
-Lasciami andare! Non puoi fermarmi!- Di nuovo quella sensazione. Il bambino che aveva tenuto dentro di sé durante le ricerche era tornato negli occhi del ragazzo abbastanza a lungo perché Julie se ne accorgesse. Anche ora, mentre Rick lo teneva fermo contro il muro, il suo sguardo era quello di un ragazzino. Preoccupato. Vuole andare a cercare la sua famiglia. Lasciaglielo fare.
-Io non ti posso biasimare, è la tua famiglia, questo lo capisco. Ho passato un inferno per trovare la mia. So esattamente come ti senti.- Daryl si morse il labbro.
-Non può essere lontano.- L’uomo si volto verso di lei. –Non con quella ferita. Possiamo ancora raggiungerlo, ma Rick ha ragione. Andare da soli è un suicidio. Dobbiamo pensare ad un piano e per prima cosa dobbiamo recuperare quel borsone. Non possiamo muoverci in città con tante buone intenzioni. Non ho molte frecce con me.-
Daryl annuì abbassando lo sguardo per un attimo. E Rick lo lasciò voltandosi verso di lei.
-Hai un piano?-
 
“Hai un piano?” Avi e il resto del gruppo la guardavano. Lasciare il rifugio era un’idea stupida, l’aveva detto al ragazzo, ma non l’avevano ascolta. Abbiamo bisogno di armi, provviste. Non possiamo morire qui. Ma sarebbero morti fuori. Julie abbassò lo sguardo. Ci volle poco perché ciò accadesse.
 

-Io sì.-
 
Glenn trovò un indelebile e altri oggetti da ufficio come delle gomme e temperini e inchinandosi a terra iniziò a disegnare una mappa dei vicoli e delle strade principali attorno all’edificio e alla zona dove giaceva il borsone. Tracciò una via per se stesso, dicendo che sarebbe andato per primo verso le armi.
-Daryl e Julie mi aspetteranno nel vicolo. Da lì dovreste riuscire a coprirmi.-
-Lo so anche io che è una pessima idea e non mi piaci.- Daryl scosse la testa.
-Lo sta facendo per tuo fratello.- Julie rispose zittendolo e guadagnandosi un’occhiataccia.
-Sentite, se usciamo la fuori in gruppo siamo lenti. Attiriamo l’attenzione. Se vado da solo posso muovermi veloce.-
-Perché loro due?- Rick era chinato accanto a lui ora.
-Perché l’arco e la balestra sono più silenziosi delle pistole.- Glenn sorrise alla ragazza che sorrise leggermente rispondendo al suo incoraggiamento. –Rick tu aspettami due isolati più in là, in questo vicolo.- Puntò ad un punto leggermente più lontano dal borsone, segnandolo con una gomma. –Potrei non riuscire a tornare da loro, se gli zombie dovessero tagliarmi la strada. In quel caso andrò avanti, fino a te. Avrò le spalle coperte in ogni caso.-
Il silenzio piombò tra di loro per qualche secondo, prima di venir interrotto da Daryl.
-Ragazzo, che facevi prima di questo?-
-Consegnavo pizze. Perché?-
Julie sorrise di nuovo. E lei che pensava di essere un cervello in fuga.
  
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