È bello guardare il suo viso.
È come morire e rinascere allo stesso tempo.
Alza la mano, che trema, ed accarezza la setosità di quella pelle rosea, immergendosi nella sua morbidezza pescata.
Con le punte delle dita traccia il profilo degli zigomi, delicati ed arrotondati; percorre il contorno ben disegnato della labbra, che sono piene, che sono rosse, che hanno bisogno di essere baciate per poter sprigionare il loro sapore zuccherino.
Il naso è piccolo ed all’insù, sotto i suoi polpastrelli avidi, ed è bellissimo.
La mano fremente scende, piano, con estenuante lentezza.
Sfiora il collo candido come la neve più pura, giunge al seno, piccolo e sodo.
Lo palpa con voluttuoso compiacimento, ammirando la sua perfetta rotondità.
Qualcosa di bagnato gli inumidisce le dita.
È una lacrima. La sua.
È un simbolo della gioia, e dell’emozione, che il suo cuore non è più riuscito a trattenere.
Un’altra lacrima segue la compagna, altra felicità dispersa.
Si lascia andare al pianto, allora.
Un pianto di liberazione e commozione che fa vibrare ogni nervo del suo organismo.
Abbraccia il suo corpo, dunque.
Abbraccia il suo stesso nuovo corpo, quello che ha sempre desiderato possedere, ma che la natura gli ha negato.
Si respira, si tocca, si innamora.
Eddie ha finalmente trovato il coraggio di essere se stesso.
Eddie ha finalmente trovato il coraggio di essere Lily.