Harry fissava il
riflesso dello specchio quando fracassò la sua mano nel vetro facendo volare
pezzi di quei cristalli chiari nella sua carne. Sangue prese a colare dalla sua
ferita e da posti diversi dove il vetro l'aveva colpito. Ma non importava, si
sentiva bene.
Come aveva
potuto la gente mettere il destino del mondo nelle mani di un ragazzo? Harry non
capiva come avessero potuto fare una cosa del genere a qualcuno. Era solo così frustrante e pareva che tutti potessero contare di te ma tu non potessi contare
su di loro. Come vi farebbe sentire?
Tutti quelli su
cui Harry avesse mai contato erano morti o l'avevano rifiutato. Prima i suoi
genitori ed i suoi parenti, ma loro non si erano mai preoccupati di lui. Tutto
quello che avevano mai fatto era stato ferirlo e farlo sentire inutile, cosa che
era vera ai suoi occhi, comunque. Poi c'era stato Albus ma lui non aveva mai
capito le sue lamentele per andare via dalla casa dei suoi zii, lui non capiva
cosa succedeva dietro le porte chiuse. Quanto l'avessero portato allo
stordimento tutti i giorni, quanto gli avevano detto senza fine quanto fosse un
inetto. Quanto avrebbe voluto solo morire e dimenticare, sarebbe morto comunque,
chiunque lo sarebbe. Dopo di che c'era Sirius, ma lui era morto e non sarebbe
venuto a salvarlo, Harry poteva essere il suo solo eroe ora per poter uscire da
quella situazione, nessun altro l'avrebbe fatto. I Weasley erano gli unici che
avevano dimostrato di tenerci a lui, ma Harry non gli aveva mai creduto o solo
non poteva fidarsi di questo tipo di emozioni comunque. Remus e chiunque altro
dell'Ordine non avrebbero mai capito veramente qual era il punto e perchè
sembrava depresso quando qualcuno menzionava i suoi zii.
Nessuno avrebbe
capito, perchè apparentemente a nessuno importava abbastanza da guardare oltre
la maschera che nascondeva le sue emozioni. Il sorriso finto che si stampava
sulle labbra quando ce n'era bisogno era sempre un sorriso forzato, gli faceva
male mentire a tutti su cosa veramente sentiva, ma se l'avesse detto avrebbero
ascoltato? O gli avrebbero voltato le spalle come avevano fatto tutti gli altri
al mondo? Harry non voleva provarlo, avrebbe fallito in ogni
caso.
L'unica cosa a
cui pensava ventiquattro ore al giorno tutti i giorni della settimana era il
suicidio. Il suicidio sarebbe stato un modo rapido ed indolore per mettere fine
ai suoi incubi, ma era difficile vincere il dubbio che anche quando sarebbe
morto avrebbe sofferto per l'eternità .
Avrebbe lasciato
questo mondo comunque quella sera quando la grande lancetta dell'orologio
avrebbe scoccato la mezzanotte. Se ne sarebbe andato e non sarebbe più tornato.
Non sarebbe più stato un peso per nessuno, non avrebbe disonorato il mondo con
le sue stranezze, Harry James Potter non avrebbe visto un solo altro
giorno.
Harry si voltò
dal suo specchio rotto e camminò verso la seconda camera di Dudley ignorando
tutte le minacce che provenivano da sua zia su cosa sarebbe successo quando suo
zio avesse visto cosa aveva fatto al loro "prezioso"
specchio.
Ovviamente a
loro interessava di più del loro specchio che di lui. Lui e lo specchio erano
molto simili. Lo specchio ora era frantumato come la sua anima, la sua umanità .
Ma la sola differenza era che i suoi parenti si preoccupavano di cosa accadeva
allo specchio sanguinante, ma si preoccupavano di meno quando lo spezzavano alla
stessa maniera. Loro riducevano le sue emozioni in frammenti proprio come lo
specchio frantumato. Proprio nella stessa maniera.
Harry sbattè la
porta dietro di lui e sentì tutti i suoi chiavistelli chiudersi. Era adesso
chiuso nella stanza dove era costantemente torturato, sia dalle mani di suo zio
che da se stesso e dalla sua depressione.
Harry sospirò e
si sedette alla scrivania e prese cosa rimaneva delle pergamene che usava quando
i suoi zii gli lasciavano scrivere a Ron e Hermione. Quella sarebbe stata
l'ultima volta che avrebbe scritto loro, comunque, loro forse non l'avrebbero
ricevuta ma era comunque l'ultima volta.
Harry si sporse
per prendere dell'inchiostro da sotto le assi del pavimento ma notò che era
tutto finito. Harry scrollò le spalle ed invece prese il coltello. Il suo stesso
sangue sarebbe servito per scrivere il suo biglietto da suicida, tanto non gli
sarebbe servito in seguito in ogni caso.
Harry fece
scivolare lentamente il polso e spremette del sangue sul foglio che aveva
srotolato qualche secondo prima. Harry continuava a spremere sangue sul pezzo di
carta amando il dolore allo stesso tempo.
Dopo di che
Harry prese la sua penna e iniziò a scrivere velocemente il suo biglietto. Harry
sentiva già la testa girargli per tutto il sangue che aveva
perso.
Cari Ron e
Hermione e chiunque altro osi preoccuparsi per me,
vi scrivo questa
lettera mentre sto lentamente morendo per mano mia. Non posso tenere più questo
segreto. I miei zii hanno abusato di me da quando aveva appena iniziato a
camminare. Ho provato a dirlo al Professor Silente ma lui ovviamente non poteva
vedere la verità che si nascondeva dietro le porte del numero quattro di Privet Drive. Non posso più sopportarlo mi dispiace ma non
posso. Tutti si aspettano da me che io sia una specie di eroe che salvi il
vostro mondo, ma non posso essere quella persona. Non sono quella persona, sono
solo un inutile tipo strano che avrebbe dovuto morire quando Voldemort ci ha
provato la prima volta, ma così non è stato e così sono vissuto per essere un peso
sul cuore e nella casa degli altri, ma non dovete preoccuparvene più perchè non
sarò più qui abbastanza per farlo. Tutte le cicatrici di mio zio mi hanno
insegnato quando io meriti la morte, merito la morte più che la morte stessa.
Spero voi capiate perchè non posso più vivere. Non posso più essere forte, ho
provato ma ho fallito; proprio come qualsiasi altra cosa io abbia
provato.
Ron continua a
badare a Hermione, lei è una ragazza bellissima che ha bisogno di protezione. Lei
ha bisogno di essere protetta da persone come mio zio, come me;
strane.
Hermione tieni
alta la testa sarai sempre la migliore tra noi ed io sono fiero di te per
questo. Mi dispiace che non posso essere fiero di me per niente. Questa sera
sarà la prima volta che sarò veramente fiero di me per qualcosa, ho finalmente
pagato il mio debito e ora posso morire.
Albus, ti
perdono. Mi meritavo questo comunque così è stata una buona cosa che tu non
abbia mai creduto quanto io ti urlavo di salvarmi.
Chiunque viva
come se io non fossi mai esistito, farà la cosa migliore.
Gli eroi non
esistono , voi dovete essere i vostri eroi ed è questo che sto facendo oggi, sarò
il mio eroe, salverò me stesso.
Vostro, Harry
James Potter.
Fatto ciò Harry
disse addio ad Edvige poi prese il suo coltello e
abbassò le braccia. Harry si stese sul pavimento e lasciò che il sangue
scorresse dalle sue braccia.
Fu così che
trovarono Harry James Potter il giorno dopo quando l'incantesimo si
ruppe.
Albus prese la
lettera con le lacrime agli occhi e la lesse a voce alta. Albus era devastato
con se stesso. Come aveva fatto a non vedere quanto dolore ci fosse nel suo
Ragazzo D'Oro? Albus si voltò quando sentì qualcuno entrare di corsa nella
stanza. Era Severus.
Severus cadde ai
piedi dell'unico figlio di Lily e pianse. Pianse per come lo aveva trattato
apertamente ma dentro lo amava come se fosse figlio suo; il figlio suo e di
Lily. Severus pianse e lo prese tra la braccia per quella che appariva come
fosse la prima e l'ultima volta.
Ciò che era
molto più devastante era che Severus aveva appena ricevuto la lettera di Lily
che gli informava che Harry era davvero figlio suo. Ed adesso non avrebbero mai
avuto una famiglia. Severus pianse fin quando non sentì che non avrebbe mai più
pianto, poi lasciò che qualcuno lo levitasse nell'infermeria di Hogwarts dove
restò fin quando non giunse alla conclusione che lui non sarebbe tornato. Il suo
ragazzo non sarebbe tornato... .
Qualche
settimana dopo tennero un funerale per Harry, fu qualcosa di privato che
significava che nessuno conosceva davvero Harry, il ragazzo che aveva sempre
nascosto i propri sentimenti.
Severus nei suoi
abiti migliori camminò lentamente verso il luogo in cui si teneva il funerale,
che era proprio davanti alla scuola nel posto preferito di Harry, dov'era la
grande roccia davanti al lago. Severus si guardò intorno e vide tutta la
famiglia Weasley con gli occhi gonfi seduti alla destra della bara. I Granger
erano seduti proprio dietro i Weasley; Hermione scoppiò in lacrime quando lo
vide camminare verso le sedie.
Tutti sapevano
che Severus era il padre biologico di Harry, era stato annunciato il giorno dopo
che il Mondo Magico venne a sapere della morte del loro
Salvatore.
Tutti gli
insegnati sedevano a sinistra; Hagrid e Minerva erano ancora in lacrime per la
loro perdita. Un gruppo di amici di Harry sedevano dietro pallidi e
distrutti.
Severus si
sedette dietro i Weasley ed i Granger. Tutti gli diedero sguardi compassionevoli
e Molly lo abbracciò e gli disse che lo cose sarebbero andate bene. Anche Ronald
gli diede uno sguardo indulgente.
Tutte le lacrime
e le chiacchiere furono messe a tacere quando Albus si alzò per iniziare il
funerale.
"Tutti abbiamo
perso qualcuno che ci era caro. Non abbiamo idea di quanto dolore avesse dentro
ma ora possiamo dire con sicurezza che lui è felice e non più nel dolore...".
Severus fece vagabondare i suoi pensieri mentre Albus continuava. Era sbalordito
anche quando tutti si alzarono per mettere una fila di fiori davanti alla tomba
di Harry. Aspettò che tutti se ne fossero andati prima di alzarsi e camminare
lentamente verso la piccola tomba di suo figlio.
Severus si
inginocchiò e trattenne un singhiozzo mentre lasciava cadere piano dei fiori
verde smeraldo sul terreno umido e fresco. Severus lasciò alla fine cadere le
lacrime quando lesse l'epitaffio sulla tomba:
Harry James
Piton
Nato il 31
luglio 1980
Morto il 13
luglio 1996
Un amico, un
figlio, ed un leader per tutti noi
Forse starai
riposando in pace finalmente
Severus se ne
stette cinque minuti solo a tracciare le lettere sulla tomba di suo figlio, poi
guardò il cielo e si rese conto che era quasi scuro. Severus iniziò allora il
suo cammino verso Hogwarts per una notte agitata.
Quando Severus camminava poteva giurare di sentire il vendo bisbigliargli all'orecchio: "Ti voglio bene, papà"