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Autore: LaKiks    05/02/2016    0 recensioni
È possibile, per un essere umano, avere un solo amore in tutta la sua vita? Elizabeth è stata questo, per Paul. Ma è stata anche molto altro...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Cara Elizabeth,
non so nemmeno da dove cominciare. Potrei iniziare col ringraziarmi e dirti che sei stata come un dono caduto dal cielo. Sei entrata a far parte della mia vita nel momento più difficile di essa: la mia adolescenza.
La prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati, ho provato tante cose. Ci siamo scrutati l’un l’altra, tu storcendo la testa di lato con fare curioso e io, dannato io, con lo sguardo assottigliato per cercare di capirti.
La nostra conoscenza è stata difficile, per quanto iniziassi a volerti bene, non riuscivo ad accertarti del tutto. Tu, con quegli occhi pieni d’amore, invece sì. Sei sempre stata lì, senza demordere, perché TU, tu amore mio, tu hai sempre creduto in me. Hai sempre creduto che ci potesse essere una possibilità persino per un disastro come me perché tu, con quel fare spensierato, hai sempre portato gioia nella mia famiglia, quando più ce n’era bisogno.
Ti ricordi quando, per colpa delle troppe pillole, sono stato male e tu mi sei stata accanto tutta la notte? Eri così protettiva nei miei confronti… Ho sentito il tuo calore avvolgermi per tutta la notte, ti ho sentita donarmi amore, fregandotene del mio aspetto penoso, da persona instabile, da persona malata.
E ti ricordi quando siamo usciti insieme la prima volta? Certo, ci è voluto un po’, ma passeggiare con te al mio fianco, che eri così curiosa di tutto, è stato bellissimo. So che non ti ho mai mostrato di essere particolarmente felice, ma tu sei riuscita a rendermi l’uomo più felice del mondo.
Ti è bastato poco, veramente poco, sai?
È sempre bello svegliarsi la mattina e, come prima cosa, vedere il tuo sguardo posato su di me, che mi controlli, che mi vieni incontro felice non appena capisci che sono sveglio. Nessuno è mai stato così con me e tu lo sai bene.
Siamo sempre stati soli io e te, e mamma e papà certo, ma eravamo sempre e solo io e te.
Ti ricordi anche quando abbiamo ordinato la pizza? Io presi la mia pizza preferita… La pizza che non volevo mai condividere con nessuno, ma con te sì. Perché tu hai condiviso tutto con me, tu sai tutto di me.
Mia cara Elizabeth, ma quante ne abbiamo passate? Hai sempre avuto quel fare elegante, da vera signora, ma nell’animo sei sempre stata una giocherellona. E, per fortuna, lo sei stata!
Probabilmente, non è nemmeno il tuo vero essere te stessa, ma quando ci siamo visti la prima volta, tu lo sapevi di cosa avevo bisogno. L’hai sempre saputo, Elizabeth.
Sempre.

Mi ricordo anche quando mamma e papà erano partiti per il loro anniversario. Decisero di regalarsi una vacanza, tanto lo sapevano che c’eri tu al mio fianco. Però io, uomo debole, non ho resistito.
Io ero lì in piedi, davanti allo specchio del bagno, con il tubetto delle pasticche in mano che mi fissavo, il volto pieno di lacrime e, in quel preciso momento, mi sono sentito un uomo debole, insignificante. E tu lì, che avevi capito, che mi spingevi e piangevi e io? Io ti ignoravo, continuando a farti soffrire. Perché io sono debole, ma tu sei forte, Liz. Così forte che sei riuscita a strapparmi quel tubetto di mano, ignorando i miei scalpiti, ignorando le mie botte per impedirti di farlo.
In quel momento, tu mi hai salvato la vita.
Mia cara Liz, perché dopo anni che stiamo insieme, mi sono concesso di darti questo soprannome, tu sei stata il mio arcobaleno dopo la tempesta. Quando non c’era nessuno pronto ad ascoltarmi, io potevo stendermi sul letto, a guardare il soffitto e a star li ore, a parlare con te, a sfogarmi con te e tu? Tu non ti sei mai mossa di un centimetro, sei sempre stata lì ad ascoltarmi. E poi, la cosa più bella, era terminare il tutto in lacrime, ed era bello perché tu scattavi e venivi a baciarmi via quelle lacrime e a saltare sul mio letto, in pretesa di coccole e donandomi affetto, strappandomi un sorriso e qualche risata.
Mi hai salvato la vita molte volte, Liz.
Ho sempre resistito per te.
Non mi hai mai permesso di affondare nel mio abisso, nel mio essere codardo.
Tu, ogni volta che io provavo a portarmi via da te, mi guardavi con quello sguardo sofferente.
“Paul, non farlo, ti prego”, come potevo ignorarti? Come facevo a compiere tale atto egoistico davanti a te, davanti a quei tuoi occhi languidi?
Il pensiero di te che rimanevi senza di me, mi logorava. Rimanevo a fissare quella che sarebbe stata l’arma del delitto, col respiro irregolare e le mani tremanti, pensando a quanto avresti sofferto. Perché io lo so, che tu avresti sofferto.
Per quanto a volte, all’inizo, l’abbia pensato, i tuoi sentimenti non sono mai stata una menzogna.
Nemmeno i miei, Liz. Nemmeno i miei.
Io sono giovane, ho tutta una vita davanti, ed è quello il problema.
Non mi sono mai sentito in grado di poter appartenere a questo mondo. Non ci sono mai voluto stare.
Non mi piacciono le persone, come ti guardano quando sanno che stai in un certo modo.
È questo, che ho sempre odiato delle persone: il loro sguardo pieno di compassione.
Io non voglio la compassione di nessuno, Liz.
Non voglio nemmeno che tu stia male.
Ma non voglio nemmeno soffrire una vita intera, stare sempre… sempre così.
I miei genitori sono stanchi. Non ce la fanno più. E io con loro.
Ci siamo incontrati che io avevo 16 anni, ti ricordi? E ne abbiamo fatta di strada, dato che ora ne ho 25… ne abbiamo fatta veramente tanta. E tu ancora non sei stanca, vorresti percorrere ancora tanti chilometri al mio fianco.
Ma io non ce la faccio.
Non posso compiere un altro passo.
O almeno, uno posso compierlo… ma non posso permettere che tu sia al mio fianco.
Da allora, dal nostro primo incontro, abbiamo sempre fatto tutto insieme. Il pensiero di andare da qualche parte, o fare qualcosa, senza di te… no, era impensabile.
Ma questa volta, perdonami, non posso.
Questa volta devo essere da solo.
Deve essere indolore.
E, se tu sei qui, non lo sarà.
Io non riesco più a sopportare la gente che ride di me per il mio peso. Se solo sapessero che è dovuto a tutti quei farmaci…
Esco anche solo per prendere la posta e c’è sempre lì qualcuno che ridacchia sotto i baffi per i miei modi goffi di fare. E tu? Mi hai sempre guardato come se fossi il ragazzo più bello del mondo, il più speciale.
È stata una sensazione straordinaria, Liz.
Sei stata straordinaria.
Ma è arrivato il mio momento di lasciarti.
Ho sempre pensato che saresti stata tu la prima ad andarsene, che sarei stato meglio, che sarei guarito.
Ma questa malattia non ha cura. Non ha fine.
Ma io sì.
Io posso avere una fine.
E sono contento, orgoglioso e fiero di essere arrivato al mio ultimo giorno con te.
Ti ho amata e sempre ti amerò, anche quando il mio corpo giacerà sotto terra, accanto a quello di qualcun altro.
Non smetterò mai di pensare a te o di raccontare di te.

Perché, cara Liz, se è vero che c’è una vita dopo la morte, io racconterò di te.
Anche in un’altra vita. Tutti dovranno sapere cosa sei stata tu per me.
Tutti, ma proprio tutti, capiranno che il cane è davvero il migliore amico dell’uomo.
E, perché no, a volte anche il primo e unico amore.
E tu sei stata tutto ciò per me: un cane, una migliore amica, il mio amore, la mia salvezza.
Promettimi che scodinzolerai ancora quando sentirai mamma cantare mentre cucina il nostro piatto preferito.
Promettimi che sarai al fianco di mamma e papà.
Promettimi, che sarai per loro ciò che sei stata per me.
Promettimi di non farli sentire mai giù per quel che ho fatto.
Bacia loro le lacrime, quando ne verseranno.
Promettimi che non ti sentirai mai, e dico MAI, in colpa per ciò che ho fatto.
Perché la colpa è solo mia.
Perché io, cara Liz, sono un uomo codardo.
Voglio che sulla mia lapide ci sia l’ultima foto nostra, perché le persone quando si fermeranno ad osservare il mio volto giovane, dovranno vedere anche il tuo.
Voglio essere ricordato così… sorridente, tenendo tra le braccia la cosa più preziosa che mi sia mai stata donata: Tu.

Grazie di tutto, Elizabeth. 


Spazio dell'autrice:
Ciao a tutti! Parto col dire che fin ora, su efp, ho pubblicato solo due storie quindi non sono molto brava nella scrittura... ma con questa ho voluto affrontare una tematica completamente diversa. 
Non ha uno scopo ben preciso, se non quello di entrare almeno un po' nel cuore delle persone e, chissà, magari un giorno può uscirci una storia più lunga e dettagliata su Elizabeth e Paul. 
Le critiche costruttive sono ben accette! 

   
 
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