Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: marta_cr_cullen92    05/02/2016    1 recensioni
"Hermione ha sempre avuto la testa sulle spalle e la situazione sotto controllo. leggeva e studiava per avere sempre nuove situazioni sotto controllo ma ci sono cose che non si possono "imparare". l'amore è una di queste"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo?


Ok calma! Ginny sta arrivando. Andrà tutto per il meglio. Lei… troverà un modo, lei è una mamma, ha un mucchio di fratelli, sa come si fanno queste cose! Oddio, casa è un disastro completo, no dai, forse no! Non volevo elfi in giro per casa e ora me ne pento… no, no, cosa stai dicendo Hermione insomma! Stai straparlando… quelle povere creature sfruttate… però pensare a loro mi distrae per un attimo. Sì, proprio uno solo. Forse nemmeno per quello. Sì, nemmeno per quello. Ma Ginny sta arrivando, lo so, Draco le ha inviato il suo patronus.
Io… io non ci ho pensato… gli ho anche gridato contro… dopo penserò a lui, quando Ginny sarà arrivata e si risolverà tutto, sì!

Poche ore prima…

"Allora ragazzi siete pronti per tornare a casa?" la signora Granger guardò eccitata la figlia con gli occhi luccicanti. "Io e tuo padre eravamo terrorizzati. Ma voi avete la magia, immagino sia più facile. Magari dormirai anche qualcosa come quattro o cinque ore filate con un paio di incantesimi!" ridacchiò. Hermione aveva letto un sacco di libri babbani e non, negli ultimi mesi sull'argomento. Ginny le aveva detto di non farlo ma era stato più forte di lei dovendo passare molto tempo a letto
"Non si stanchi Signora. Non porti pesi. Non faccia troppe scale. Niente sole forte. Niente pozioni lunghe e pericolose. Niente super salvataggi."
"Sì mamma, siamo pronti. Se ho bisogno ti mando un gufo." Hermione si sentiva tranquilla, molto più tranquilla di sua madre in realtà che sembra essere in bilico tra un pianto ed una risata isterici.
"Va bene. Prenditi cura di loro caro"
"Sì, signora non si preoccupi" dopo mesi ancora si ostinava a darle del lei. Da bambino gli avevano inculcato le buone maniere talmente tanto a fondo che proprio non c'era verso di farlo ammorbidire. "Ginevra la riaccompagnerà a casa, e quando vorrà venire a farci visita la verremo a prendere signora. Ginevra"
"Ciao Ginny" Hermione salutò l'amica e con il braccio del suo uomo intorno alla vita si avviò verso l'uscita accompagnata dal sorriso di Ginny che indicava alla signora Granger la zona adatta per la smaterializzazione. Aveva portato avanti e indietro dal mondo babbano i suoi genitori per mesi. Hermione si era scusata più e più volte ma Ginny aveva sempre risposto "Così ho una scusa per sfruttare i miei fratelli che fanno le prove per il futuro!".
Appena varcata la soglia dell'ospedale, Hermione sentì il suo compagno sospirare.
"Tutto bene?"
Lui le sorrise "Sei pronta?"
"Abbastanza. E tu, papino?" strinse la presa sul suo fianco e svoltarono l'angolo dove la macchina li attendeva.
Saliti sui sedili posteriori Hermione lo stava osservando "Hey, che fai? Non rispondi?"
L'aveva guardata per un momento e poi si era messo a fissare l'abitacolo intorno a loro, vuoto se non per il seggiolino, che Hermione ha chiamato ovino o qualcosa del genere.
Hermione immaginava a cosa stesse pensando, se ne accorgeva sempre quando capitava e allora lo guardava male, sempre.
"È inutile che mi guardi così, Granger"
"Sono mesi che ti chiamo così. Pensavo ti ci fossi abituato?" voltò lo sguardo innamorato e malinconico al piccolo seggiolino dove riposava serena la loro baby girl.
"Non credere che non sia felice, anzi. È solo che papà Draco suona strano. Già non ho un gran nome, in più non ho molta famigliarità con la parola papà in generale" Draco le rivolse un sorriso tirato ed Hermione non poté fare altro che allungarsi e baciarlo sulle labbra. Ma lui non mollò "Scommetto che nei libri che hai letto non esiste la categoria padre-mangiamorte, vero?" usava l'aria beffarda per nascondere il suo essere un po' afflitto.
"Adesso è proprio reale, lo so. Lo era anche quando mi massacrava di calci, però adesso è lì che dorme, che respira… Nell'ultimo anno e mezzo hai fatto un sacco di progressi, non voglio che torni a deprimerti, ok?" Draco era sempre più convinto che si era scelto la donna più testarda sulla faccia della terra, niente a che vedere con le accondiscendenti ragazze purosangue con cui avrebbe dovuto sposarsi; per fortuna, s'intende! Lei era estremamente convinta che la sua esperienza – così la chiamava – gli avrebbe impedito di fallire, considerava il suo passato un punto di forza.
Ciò che non distrugge, fortifica.
Quando Harry e Ginny ebbero il loro primo figlio, Draco ascoltò per caso una discussione che Hermione e Ginny stavano avendo. Era arrivato a casa di Hermione per pranzo, non l'aveva avvisata per farle una sorpresa e aveva preso un po' di cibo cinese.
Era entrato senza fare rumore, grazie agli incantesimi che lo riconoscevano, quando dalla cucina aveva sentito distintamente una frase che l'aveva pietrificato e terrorizzato "Crede di diventare come Lucius?" Chiedeva Ginny moderatamente.
"Bhè, spero non peggio!" le rispondeva Hermione con voce concitata. Si capiva che l'argomento le stava a cuore. Ginny, vista l'emozione dell'amica si azzardava a commentare così "Peggio di lui? È dura!".
Si era ripreso giusto per tornare al lavoro anche se non lavorò per il resto della giornata; pensava ad Hermione, a come sarebbe stato avere un figlio da lei, un bambino, una famiglia normale, come tante. Non erano sposati, era un anno scarso che si frequentavano e non l'aveva mai qualificata come una fidanzata o una compagna, lei era Hermione e attribuirle una sostantivo qualunque l'avrebbe sminuita e lui non ne aveva alcuna intenzione. Lei era forza, lealtà, sincerità, testardaggine, dolcezza, sicurezza. Sapeva essere tremendamente seriosa a volte e decisamente seducente altre. Ed ora Hermione pensava alla maternità, ed in senso stretto sembrava, ma non trovò mai il coraggio per dirle che lo sapeva, che aveva sentito la Conversazione o, almeno, una parte...
"Che poi, per essere precisi, apparterresti alla categoria padre-ex mangiamorte-non per libera scelta o fidati, non sarei qui con te adesso!" anni di odio e guerre e morte contro mesi di fiducia e amore: Hermione era convinta che un giorno ce l'avrebbe fatta!
"Avresti ceduto al mio fascino mezzosangue prima o poi, credimi" Che presuntuoso! Pensò lei con un sorriso sul volto, vedendolo sorridere davvero. Hermione ricordava le prime volte che lo aveva visto sorridere davvero: così bello da sembrare quasi un'altra persona. Bello al di là dell'aspetto.
Per tutto l'ottavo anno di scuola era rimasto pressapoco lo stesso ma l'esiguo numero di studenti che ripeterono l'anno li aveva portati ad accorciare le distanze fino a quando, un maldestro tentativo di invitarla al ballo non le aveva strappato un sorriso ed una speranza...
"Vedi, ti sei imbambolata a fissarmi! Dai, siamo arrivati"
Hermione spostò la piccola nella culla incantata che ancora dormiva e sistemò ciò che ancora non era al proprio posto con la telecinesi.
Niente fantasmi chiassosi, niente mappe strane sul tavolo della sala, niente oggetti dalla dubbia provenienza. Draco aveva preso qualche giorno libero dal lavoro e quindi tutte le sua carte erano chiuse nello studio. Alla governante e a suo marito era stato dato un permesso e avevano deciso di andare via un paio di giorni.
Hermione si sentiva bene; certo, aveva partorito due giorni prima e non era in forma al cento per cento, o almeno non come voleva sentirsi lei; il suo cuore stava bene, si sentiva a casa e al sicuro. Tutto era così tranquillo.
Si sedette sul divano aspettando Draco che, arrivato, le mise un braccio sulle spalle e la attirò a sé abbracciandola.
"Certo che le tue tette sono veramente ingombranti" le ammiccò.
"Ma come siamo romantici! E poi hanno un compito importante, no? Almeno un goccio di latte dovrà decidersi a uscire. Ho letto che può non arrivare subito come nasce il bambino-" "Ma ci mette qualche giorno. Lo so, Hermione. Me l'hai detto settimana scorsa e te l'ha ripetuto l'infermiera del nido per due giorni. Stai tranquilla che arriverà" le accarezzava la schiena. Hermione temeva questa cosa più di tutte. Draco sapeva già che marca di latte in polvere doveva comprare se lei non avesse avuto latte, glielo aveva detto lei la settimana prima...
"Quasi tutte le ragazze del corso gocciolano già come fontane e se le annusi sanno di latteria. Io niente. Perchè?"
Draco l'aveva guardata.
"Già, cosa lo chiedo a te" Hermione lo aveva abbracciato "Se non dovessi... cioè, se non arrivasse... Devi andare in una farmacia babbana e comprare la marca di latte che c'è attaccata sul frigo e pagare con la carta che c'è scotckiata vicino ok?"
"Mezzosangue, vorresti dare a mia figlia latte babbano?"
"Puoi dirlo forte. Niente pozioni a Gaia" Draco cercava di sdrammatizzare. L'argomento "latte" per Hermione era sacrosanto. Aveva confrontato le marche, i prezzi, le pozioni, tutto.
Gli aveva risposto in maniera molto seria.
"Gaia? Sei ancora convinta?"
"Voi Malfoy vi siete montati la testa a forza di darvi nomi di stelle e menate varie"
"Bhè, non ci siamo montati solo la testa..." le aveva risposto Draco facendole qualche carezza "Draco smettila. Gaia significa Terra. È il primo nome normale che finirà nei vostri libri. Voglio che abbia un buon significato"
"Nei nostri libri, un giorno ci finirai anche tu. E comunque in Storia della Magia, qualche studentessa secchiona so-tutto-io prenderà una E solo perché andrà a ficcanasare in giro che la Mente del Magico Trio d'Oro ha fatto una figlia con un Malfoy, uno a caso si intende..."
"Intendo i vostri libri. Quelli solo araldi di famiglia e genealogie folli." Draco odiava quella parte del suo passato. I purosangue si mischiavano sempre e solo con purosangue ed Hermione non sarebbe comparsa nei libri araldici molto probabilmente. Però, piuttosto che vederla deprimersi per il latte, avrebbe continuato a parlare anche di quello.
Perso nei suoi pensieri, Draco continuava la lenta carezza su Hermione, la sua spalla, il braccio, il fianco, la schiena.
"Mh, potrei addormentarmi sai." le appellò una coperta e la sistemò. Hermione crollò sulla sua spalla nel giro di cinque secondi; lui si mise comodo cercando di non svegliarla e di non darle fastidio anche se sapeva bene che ormai lei riusciva a dormire praticamente ovunque. Tutto "merito" del viaggetto fatto con Potter e compare, alla caccia degli Horcrux.
Cinque anni passati e ancora non gli sembrava vero; forse perché quella orrenda borsa di perline era sull'attaccapanni ancora oggi e forse perché l'aveva usata anche per andare in ospedale quella settimana. Al loro primo appuntamento, il Ballo di Primavera, l'aveva trasfigurata evidentemente ma c'era, glielo aveva confessato lei quando un giorno lui le aveva fatto un'osservazione. Anche quando hanno ripetuto il settimo anno a scuola l'aveva sempre dietro. Draco all'inizio non era un genio in regali, però le donne si sa: fiori, borse, vestiti, gioielli… le solite cose. Le aveva sicuramente regalato più di una borsa decente ma "Se l'ho con me so di non aver dimenticato nulla. Mi sento a posto." e lui non aveva più detto niente, infondo se stava bene lei, stava bene anche lui.

Era ancora immerso nei suoi pensieri che un debole vagito si era alzato dalla culla: il suo cervello era sveglio, avrebbe fatto spostare Hermione e sarebbe andato lui a… bè, a fare quello che si faceva in quei casi, ma il cervello di Hermione che stava dormendo aveva registrato il pianto, svegliato e fatto schizzare in piedi la mamma che si era sporta ovviamente sulla piccola.
Draco era allibito, lui era abbastanza scattante e reattivo, in più era già sveglio ma lei aveva fatto prima: altro che sesto senso!
"Mi sembra di aver dormito tantissimo sai?" disse a Draco dando qualche colpetto sul sedere alla piccola che ormai urlava e strillava.
Era così bella Hermione, e raggiante che ancora Draco si chiedeva come fosse possibile che lei gli fosse andata così vicino, tanto vicino da entrargli dentro.
"Adesso chi è che si è imbambolato a fissarci è baby girl? Dai che proviamo a fare uno spuntino" Lei lo sa... Hermione sapeva che lui spesso si fermava a guardarla. Sapeva che non le avrebbe mai detto cose sdolcinate o romantiche, però le bastava sapere che la guardava in quel modo. La faceva sentire così tanto che le prime volte, incrociando quello sguardo si sentiva sciogliere dentro e se si sporgeva a baciarlo, si ritrovava in un angolino tra il muro e il corpo di Draco.
Dopo aver cambiato la piccola, si era seduta su una poltrona, si era sbottonata la camicia e aveva avvicinato il viso della piccola ad un seno. Niente a che vedere con la seconda scarsa che l'aveva sempre caratterizzata no, ora aveva una bella quarta, dritta e soda che riempiva le maglie alla perfezione già da qualche mese.
"Dai su tesoro, senti qua… è tutto per te, su"
"E così non c'è più niente per me… eh?" Draco le guardava e si sentiva strano. Lei era la donna che amava come non credeva possibile. Insieme, potremmo dire per caso, ci aveva fatto una figlia ed ora si sentiva un po' escluso.
Hermione aveva riempito la sua vita negli ultimi anni. Non sapeva perché continuare dopo la guerra. Che senso avrebbe avuto! Lei gli era entrata dentro e l'aveva tirato fuori. Niente proclamazioni filobabbane o roba simile. Lui restava abbastanza convinto delle sue idee ma Hermione si era rivelata parecchio convincente su alcuni fronti.
"Credo che tu ti sia già divertito, no?" Draco odiava e amava vederla ammiccare. Gli faceva venir voglia di prenderla, legarla al letto e domarla. Solo che non sempre poteva farlo!
"Gaia su da brava… senti qua…" ma più Hermione la incoraggiava più la piccola Gaia piangeva e strillava e si dimenava per quanto lo consentivano le braccia della sua mamma. Draco vedeva Hermione spaventarsi sempre di più. Lui non sapeva niente di neonati e neo mamme -come l'aveva chiamata l'ostetrica.
"Dio! Ho le tette che mi scoppiano. Perché non si attacca?"
"Magari è stanc-" "Si è appena svegliata!" "Ok..." Draco decise che era meglio starsene buono e zitto in un angolo del divano. O forse no…
"Cosa fai lì così? È dieci minuti di orologio che piange, che mi fanno male le tette, che non si attacca E TU TE NE STAI Lì SUL DIVANO?" il tono era andato in crescendo sempre più ed era sfociato in un pianto a dirotto.
Madre e figlia piangevano chi per un motivo non ben definito, chi per il suddetto motivo non identificato e lui... non capiva cosa centrasse, cosa dovesse fare o dire e vedendo la situazione critica fece l'unica cosa che gli era sembrata sensata: un patronus a Ginevra.
"Ho chiamato Ginevra. Arrivi presto. Ok?" Sperava che Hermione fosse d'accordo ma si sbagliava.
"Certo! Bravo! Io ho bisogno del tuo aiuto e tu cosa fai? Scarichi le tue responsabilità su qualcun altro! Bravo!" Hermione era caduta nel panico più totale nel giro di pochi minuti e con la bambina che continuava a piangere sembrava non essere più in grado di ragionare. Draco dal canto suo sperava che Ginevra arrivasse al più presto o gli sarebbe scoppiata la testa. Ne aveva di fiato e polmoni la sua bambolina… la sua bambolina…
Come era nata gliela avevano messa in braccio, era così piccola e fragile e soffice. Ed aveva un colore orribile che era tornato ad essere un rosa normale quando l'aveva appoggiata sul materassino caldo del nido3. Dopo anni gli era venuto da piangere. Era diventato papà e ancora non lo capiva a pieno questo ruolo.
Non aveva mai avuto un papà lui, un Padre di sicuro, ma un papà? Hermione il suo lo chiamava addirittura papy… come avrebbe fatto ad esserlo? Ma Gaia gli aveva stretto il dito mentre lui cercava di metterla nell'acqua schiumosa della vaschetta. Infondo neanche a lei era stato insegnato a fare la figlia.
Aveva capito per la prima volta la frase che Hermione gli diceva continuamente "Non è una cosa che si può imparare, ti viene da dentro. Per quanto io stia leggendo, so che ci sono cose che imparerò solo mentre le farò...". Però era spaventato lo stesso.
La sua bambolina… era stato naturale chiamarla così… quando era nata si era stupito di quanto non fosse bella. Tutti si immaginano i bimbi paffuti e sereni che sbadigliano e si ciuciano il dito. Invece ci aveva messo un giorno intero per essere davvero carina. Ma era preparato. Hermione gli aveva spiegato che era lo stress e il trauma del parto naturale che gli sforma un pochino la testa e la mancanza del calore materno non li fa essere rosa rosa… Ma a questo forse non era preparato: santo cielo se gridava forte!
Ginny era finalmente arrivata.
"Hey Draco! Allora?" Era tutta sorridente nonostante Gaia che piangeva ed Hermione che singhiozzava e tentava di parlarle dolcemente "Tu occupati di James mentre io vado dalla piccola" ed aveva preso il corridoio per la camera dove Hermione era andata.
Draco aveva abbassato lo sguardo su di un bambino con gli occhi scuri, i capelli ramati e due macchinine. Tentò di sorridergli ma la voce di Hermione non più piangente lo chiamò all'ordine.
"Draco vieni in camera un secondo?"
Guardò ancora James come a chiedergli se poteva lasciarlo solo quando Ginny gli diede la conferma "James, tesoro siediti sul tappeto e gioca che Draco torna subito." poi guardò Draco "Sopravvivrà cinque secondi da solo! Vieni."
Draco la seguì fino alla fine del corridoio dove Gaia ed Hermione stavano davanti alla porta del bagno con il viso rosso e gonfio di pianto.
"Dai la piccola al suo papà che ti spiego come fare gli impacchi" Hermione allungò la piccola piangente a Draco che un po' titubante se la mise goffamente al petto. Ginny aveva preso un asciugamano piccolo, l'aveva imbevuto bene con l'acqua calda e aveva preso a parlare ma Draco guardava la sua bambina.
Dire che aveva gli occhi a cuoricino era riduttivo "Hey, mh, sono Dra-, sono papà…" e Gaia lo guardava.
Hermione aveva seguito tutte le indicazioni dell'amica e si era voltata per riprendere la bambina ma nel vedere lo sguardo di Draco si era rimessa a piangere "Amore.. come sei bello..."
Draco le aveva sorriso e le aveva stampato un bacio sulla bocca "Gaia ha smesso di piangere, visto?" Hermione si era sentita così consolata a quella vista "Ti ha riconosciuto"
Ginny aveva fatto sedere Hermione sul letto circondandola di cuscini e rimandando Draco da James che nel frattempo seguiva con le macchinine le geometrie del tappeto.
"Mamma?!" aveva guardato Draco speranzoso
"La tua mamma è con Hermione, cinque minuti e torna di qua con te" non era poi così difficile, forse.
Hermione e Ginny tornarono un quarto d'ora dopo, sorridenti e con una piccola urlatrice finalmente addormentata, beata e angelica.
"Mamma, casa papa?" Ginny gli aveva sorriso e lui aveva recuperato le macchinine.
"Sì amore. Allora Hermione tutto ok? - Ginny la guarda annuendo- se tu sei tranquilla, lei è tranquilla ricordatelo. Se ti senti agitata la dai a Draco e vai a farti un giro, una doccia, cinque minuti di pausa e poi torni da lei, ok? Casa è perfetta, non c'è niente che un Gratta&Netta di Draco non può sistemare. Ok?" Hermione guarda la sua amica e le viene ancora da piangere, come una stupida, continua a piangere per ogni cosa. "Draco. Hermione passerà dal ridere tranquilla al piangere. È normale. I babbani la chiamano maternity blues2, è causata dagli ormoni e dalle forti emozioni, mantieni la calma e falle un po' di coccole. E non guardarmi così!"
Draco stava fulminando Ginevra. Hermione invece sorrideva con gli occhi lucidi, ancora?

Per un paio d'ore era tornata la calma. Avevano preparato qualcosa da mangiare per loro due, avevano fatto partire un film ed Hermione era crollata subito, di nuovo.
Draco si era alzato dal divano cercando di non svegliarla. Era arrivato al frigorifero in cucina e prima di aprirlo aveva notato i -come si chiamavano?- post-it. Erano appunti di Hermione, liste di cose da prendere o marche migliori di altre. Non li aveva mai letti con attenzione, uno però l'aveva colpito nel momento in cui stava per aprire l'anta, e non l'aveva scritto Hermione.
Diceva: << Mamma e Papà devono essere sufficientemente buoni, sufficientemente attenti, sufficientemente apprensivi. Non bisogna per forza essere il Meglio. Usate la dolcezza. Con affetto Ginevra >>
Da qualche tempo Hermione diceva che lui era il meglio per lei. Per tutti gli altri, loro non sarebbero bastati, avrebbero avuto sempre delle mancanze. Sapevano di non essere perfetti e si accettavano le imperfezioni a vicenda: il suo non essere romantico, il suo voler salvare sempre gli altri, la sua abitudine di costruire muri, il suo sguardo che gli impediva di nascondere qualsiasi cosa.
Lui aveva rivalutato lei. Lei, lui. Lui si era innamorato. Lei, pure.
Draco si fidava di Hermione.
Se lei vedeva del buono il lui, lui glielo avrebbe mostrato sempre.
Lei poteva chiedergli tutto, l'importante era che rimanesse con lui per sempre1.






NOTE a ritroso:
1) tutto e per sempre. "Peccato Originale – il ritorno" di Tiffany Reisz. Ultime pagine
2) esiste, non l'ho inventata
3) odiatemi ma è vero… il mio bambino quando è nato era meraviglioso SOLO perché il mio bambino. Il parto è uno stress non da poco, in più lo sbalzo di temperatura dentro/fuori l'utero gli dona un colore un po' così…
4) "ovino" era per dire "ovetto" il seggiolino per l'auto per i neonati

Curiosi per il titolo? Ci saranno altri capitoli e quindi capirete. Intanto Grazie per aver letto questo!

Marta


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: marta_cr_cullen92