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Autore: Baldr    05/02/2016    5 recensioni
Leonard e Sheldon sono alle prese con i loro calcoli, quando Rajesh si precipita da loro con una notizia strepitosa: tre fortunati potranno essere i primi a provare Pokémon Go se saranno in grado di vincere una gara di cosplay. Tutto sarebbe perfetto se non per il fatto che la gara è sponsorizzata dalla Kodansha USA, la casa che pubblicò Sailor Moon negli States.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kamar


  

 


La porta si spalancò sul salotto dell’appartamento di Leonard e Sheldon. Rajesh si richiuse l’ingresso alle spalle con così tanta foga, che il bersaglio appeso sull’uscio rischiò di staccarsi.
I due amici distolsero l’attenzione dalle lavagne, dove le equazioni relative ai muri di dominio erano silenti testimoni dell’eccitazione dell’indiano.

Leonard lo guardò preoccupato. “Raj, che succede?”
“Già” gli fece eco Sheldon, “cos’è tutta questa agitazione?” domandò il fisico, mettendo il cappuccio al pennarello.

Il viso di Rajesh si illuminò di un sorriso fanciullesco. “Vorreste diventare betatester di Pokémon Go?” chiese entusiasta.

Sheldon si fece interessato e si avvicinò all’amico. “Hai scoperto qualcosa? La Nintendo è blindata e non si riesce ad avere nessuna data di uscita!” lamentò con tono infastidito.
Leonard li raggiunse, gesticolando animatamente. “Hai detto betatester?” chiese incuriosito.
Rajesh annuì, con uno sguardo di intesa. “La prossima settimana, alla convention videoludica, la Kodansha statunitense, in collaborazione con la Nintendo, ha messo in palio tre posti per testare la futura applicazione dedicata ai Pokémon” rispose a entrambi, accompagnando quelle parole con enfatici movimenti delle mani. “Basterà vincere la gara di cosplay!”
Sheldon saltellò infantilmente sul posto. “Dobbiamo assolutamente vincere! Ho già comprato un cappello con visiera e uno zaino per poter andare a caccia dei pokémon nel mondo reale! Abbiamo già i costumi da Star Trek, sarà una passeggiata.”
Leonard scosse il capo. “No, qualcosa non mi torna: la Kodansha Comics USA è una casa editrice di… manga” spiegò alternando lo sguardo sui due amici.

Rajesh si rabbuiò, annuendo. “Esatto. La gara è un’iniziativa della Kodansha per dare nuovo slancio al merchandising dopo Sailor Moon Crystal. Si vocifera che la Nintendo farà un nuovo videogioco dedicato alle guerriere in marinaretta, per questo la competizione di cosplay è dedicata proprio alle sailor senshi” raccontò.
“Ma è roba da ragazze!” protestò Leonard.
“E con questo?” intervenne Sheldon. “Ti ricordo che in palio c’è il nostro futuro da cacciatori di pokémon e non sarà l’assenza di un cromosoma X a impedirmi di acciuffarli tutti.”
Leonard sbuffò, sedendosi sul divano. “Ma dovremo indossare… la gonna! E poi siamo solo tre, come gruppo lasceremmo davvero a desiderare…”
Sheldon appoggiò il pugno alle labbra con espressione pensosa. “È vero, l’interpretazione è un importante parametro di valutazione in una gara di cosplay…”
Rajesh li osservò e allargò le braccia. “Le guerriere del sistema solare esterno di solito sono in tre.”
Sheldon tese il braccio, additando l’indiano, mentre una nuova luce si accese nel suo sguardo. “Ma certo! Neptune, Uranus e Pluto. Io farò quest’ultima, perché è quella con la mentalità più logica.”
Leonard aggrottò la fronte e lo guardò incredulo. “Cosa?” Si alzò in piedi, scuotendo il capo. “Sailor Pluto è di carnagione scura, è meglio che la interpreti Raj” obiettò.
Sheldon sollevò il mento con espressione contrariata. “È vero” lamentò sommessamente, chinando il capo. Scrollò le spalle e con rapidi movimenti indicò gli amici, uno alla volta. “Allora è deciso: Koothrappali farà Pluto, io Uranus e Leonard farà Neptune” stabilì, incamminandosi verso il corridoio.
Leonard per poco non si prese la testa tra le mani. “Che cosa?” disse, alzando il tono di voce. “Perché io dovrei fare Neptune? Sei tu quello che sa suonare!”
Sheldon si girò scocciato. “Leonard, io suono la tuba, non il violino. E il motivo per cui tu farai Neptune è che io sono più alto.” Considerando la discussione chiusa, il fisico riprese il cammino verso il bagno.

“Ha ragione” commentò Rajesh, “Sailor Neptune è la più bassa.”

Leonard lo guardò malissimo, per nulla contento di quella soluzione. “Sheldon!” urlò, “dove stai andando?”

Il coinquilino aprì la porta del bagno. “A depilarmi le gambe, è ovvio” informò con tono saccente, prima di chiudersi nella toilette.

Rajesh schiuse le labbra e sgranò gli occhi, fissando atterrito l’amico. “Cos’ha detto?”

Leonard si grattò la testa nervosamente. “Hai capito benissimo. E stai pur certo che costringerà anche noi a depilarci…”

L’indiano annuì e sospirò sollevato. “Nessun problema, già lo faccio!”
Leonard si voltò di scatto verso di lui. “Come?”

“A Emily piacciono le gambe lisce” spiegò l’astrofisico.

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La convention era gremita da una variopinta ed eterogenea fauna di gamer. Davanti ai bagni, Sheldon/Uranus e Rajesh/Pluto aspettavano che Leonard finisse di cambiarsi.

Sheldon sbuffò infastidito, spostandosi per l’ennesima volta un ciuffo della parrucca bionda che gli cadeva fastidiosamente davanti agli occhi. “Perché Leonard non è venuto vestito come noi? Stiamo perdendo un sacco di tempo, dovremmo ripassare la nostra scenetta.”

“Se vuoi posso risponderti io” commentò Howard che li aveva accompagnati ed era intento a riprenderli con una telecamera. “Ho miliardi di validi motivi che Leonard potrebbe addurre a sua difesa” aggiunse, sorridendo divertito.

Sheldon stese le labbra in un’espressione dura. “Non capisco perché tu sia qui, Wolowitz” disse tagliente.

Il sorriso sulle labbra di Howard si allargò ulteriormente e l’ebreo infilò il pollice della mano libera dalla telecamera in uno dei passanti dei pantaloni, di fianco alla vistosa fibbia ispirata al videogioco di PacMan. “Perché vi ho creato gli accessori e voi mi dovete un favore.”
“Ecco Leonard” informò Rajesh, togliendosi i lunghi capelli neri della parrucca dal viso.

Leonard, con espressione truce, li raggiunse poi, a una passo da loro, scosse il capo, allargò le braccia e sbottò: “Sentite, ragazzi, non ce la faccio!”

“Leonard, non dire stupidaggini!” lo rimproverò Sheldon.

“Ma non mi trovo a mio agio con questo costume!” obiettò l’amico, che poi si rivolse a Howard. “Ti prego, non mi inquadrare.”
Lui sorrise. “Tranquillo, Leonard, è una cosa che rimarrà tra noi, una cosa di cui ridere nelle nostre serate tra uomini!”

“Ah sì?” disse Leonard, sbuffando. “Però io non mi sto divertendo. Anzi, sapete che vi dico? Torno a vestirmi e al diavolo la gara.”

Rajesh lo afferrò per le spalle. “No, amico, non puoi farlo. Leonard, riflettici bene. Ci sono centinaia di pokémon là fuori che aspettano un allenatore e tu potresti essere la persona che stanno aspettando!”

Leonard sorrise, ridendo sommessamente. “Sì, è vero… ma questo costume è così imbarazzante!”

“Come se questo cosplay fosse la cosa più imbarazzante che hai fatto” commentò Sheldon con noncuranza, prendendo alcuni fogli da una carpetta, prima di passarli ai compagni d’avventura. “Andiamo, iniziano le selezioni. Qui c’è la scaletta per il nostro intervento. Mi raccomando, immedesimatevi e pensate ai pokémon!”
“Per Pokémon Go!” esclamò Rajesh, incamminandosi con decisione verso il palco.

Leonard alzò il pugno senza troppa convinzione. “Sì, per i pokémon” borbottò. “Che diavolo sto facendo? Non sono mai riuscito a far evolvere il mio pikachu!” soffiò a fil di labbra, guardando il foglio, ma senza occhiali non riusciva a leggere molto. “Sheldon, cos’ha c’è scritto nell’epilogo?” chiese, lanciandosi dietro gli amici, seguito da Howard.

“Tranquillo, Leonard, ho fatto un’accurata ricerca sui personaggi per poter scrivere questa scenetta in modo da rimanere completamente In Character.”

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Le ragazze si erano radunate a casa di Bernadette e, armate di snack e di alcolici, erano sedute sul divano davanti alla televisione.

“Tuo marito ha collegato il televisore alla telecamera?” chiese Emily alla padrona di casa.

“Già, così possiamo assistere in diretta allo…”
“Oh mio Dio, guardate Sheldon!” esclamò Amy, allibita davanti alle lunghe e affusolate gambe del fidanzato.

Penny scoppiò a ridere. “Sono buffissimi!”
“Ed ecco anche Leonard” commentò Bernadette con il sorriso malizioso sulle labbra.

Penny trangugiò il martini tutto d’un fiato, a disagio di fronte a quanto suo marito fosse disposto a mettersi in ridicolo per una stupida applicazione per cellulare.

“Devo dire che le gambe migliori sono quelle di Sheldon” commentò Emily, “ha una pelle quasi perfetta.”
“Ehi!” sibilò Amy, “togli gli occhi dal mio uomo.”

“Tranquilla” rispose la dermatologa, distogliendo lo sguardo. “Allora, mi spiegate chi stanno interpretando?” domandò, per distrarre la neurobiologa.

Amy sorrise, sistemandosi gli occhiali sul volto. “Sono le guerriere del sistema solare esterno. La peculiarità più importante è che Neptune e Uranus sono una coppia omosessuale.”

“Sono lesbiche?” chiese Penny; quella notizia aveva risvegliato la sua vena gossip. Amy annuì.

“Allora i ragazzi devono tenerci davvero tanto visto che Sheldon sta baciando Leonard sul palco…” commentò Bernadette, guardando lo schermo del televisore con un’espressione che era un misto di disgusto e divertimento.

Tutte si voltarono verso il televisore, urlando in coro: “Cosa?!”

Amy si imbronciò. “Sheldon e Leonard sono coppia da meno di una settimana e già si baciano, mentre io ho impiegato anni per farmi baciare da Sheldon!”



 
Questa storiella è ispirata a un prompt del contest Il Club dei 50, non vi ho partecipato perché realizzerò i banner, ma quando ho letto di questo prompt non ho proprio resistito. Visto che la ragazza che si era aggiudicata il pacchetto si è ritirata, allora ho deciso di postare questo svarione.

Grazie a tutti i lettori.
Se la storia vi piace, per cortesia, mettetela nei preferiti/seguiti/ricordati per darle visibilità.

Se trovate errori, orrori o semplicemente volete farmi sapere la vostra opinione, mandatemi un pm o potete lasciare una recensione: non mordo!
Daniela

 

   
 
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