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Autore: Weather    20/03/2009    1 recensioni
Venezia, 1630: la peste è padrona della città e i suoi orrori dilagano. Oltre al Morbo forze oscure e subdole hanno il possesso della laguna e nel clima dell'Inquisizione la vita è davvero difficile. Margherita è una giovane nobile che deve salvare la vita al suo unico amore, colto dalla peste: per far ciò dovrà servirsi delle arti occulte e avrà a che fare con misteriose entità. Ci sono cose più temibili della morte: a volte si nascondono nel baratro infernale, altre volte nelle acque scure di una laguna di morte, altre volte dentro di noi. Lasciate pure commenti di ogni genere:D!!!
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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 -Madame, cosa vi siete dette, voi e quella fattucchiera? C’è dunque un modo per..

 -No, purtroppo.. mia cara Lavinia, non c’è modo per salvare la sua vita.

Un silenzio teso calò tra le due donne. Riccardo riposava nell’altra stanza ed era preso di tanto in tanto da scosse e sussulti.. un suo gemito fece accorrere Margherita..

-          Oh, che hai? Rispondimi, amore..

-          Non c’è dunque più speranza? Sento la vita scorrere via.. non mi resta molto ormai. L’unico rimpianto che ho riguarda il tempo che avrei potuto dedicare a te, che mi sarà rubato dal destino.. 

-          No.. guarirai.. starai bene..

Ad interrompere quella frase sopravvenne un lamento dell’uomo che si piegò su sé stesso cercando di sopportare quella tortura. Non poteva resistere ancora molto, lei ne era perfettamente cosciente.. ma che diritto aveva ella di barattare la vita di lui con quella della fedele Lavinia? Certo, la donna era ormai quasi anziana, mentre Riccardo era poco più che giovane. E sarebbe morto. Calde lacrime le solcarono il viso e si allontanò da quel letto.. non poteva permettere che la vedesse piangere: la speranza era l’unica cosa che restava al suo amato perché anche in punto di morte nessuno si rassegna realmente, nonostante le sue parole..

-          C’è qualcosa che posso fare per voi mia cara?

-          No, Lavinia.. non c’è nulla che possiate fare. Domani sarò costretta a chiamare il medico.. o potrebbe contagiare anche altri! Ormai la sua fine è segnata, lo leggo nel suo volto..

-          Venite con me.. al diavolo il coprifuoco! Un po’ d’aria è quello che ci vuole: impazzirete restando qui ancora.. e lui deve riposare, adesso.

Non era una cattiva idea. Margherita si lasciò guidare fuori da quel tugurio e si lasciò inebriare dal vento gelido e notturno. Non c’era luna, quella notte. Certo che era ben strano che la donna le avesse suggerito quella passeggiata.. e allo stesso modo era strano che lei avesse accettato di seguire quella proposta. Osservò meglio Lavinia, vicina a lei: esile e minuta, con quegli occhioni scuri sembrava ancora una ragazzina piuttosto che una signora i cui anni cominciavano a pesarle. Era stata così tanti anni con lei, eppure non sapeva quasi niente sulla sua vita passata: perché non si era mai fatta domande su una delle persone con cui condivideva la maggior parte del suo tempo? Beh, in realtà l’aveva sempre vista come una semplice servetta.. ora le parole di Desdemona l’avevano fatta riflettere. Non che avesse mai maltrattato Lavinia, certo, ma neanche poteva dichiarare di averle fatto grandi favori o molti complimenti in tutti quegli anni. Possibile che quella donnetta l’avesse in così grande considerazione, al punto di stimarla a quel modo?

-          Lavinia.. Ma voi cosa pensate in realtà di me?

Le sorrise sorpresa di quella domanda.

-          Per me siete quasi una figlia, Margherita.. la figlia che non ho mai avuto. Dopotutto dalla morte di vostra madre, quando eravate in fasce, vi ho sempre accudito io. Quel poco che sapevo ve l’ho insegnato ed è stata una gioia vedervi crescere e superare in ogni cosa questa povera servetta.. Prima di lavorare al vostro palazzo ero sposata anch’io.. ma pochi mesi dopo le nozze il mio povero marito venne colto in un’imboscata da un gruppo di briganti sulla strada per Mantova. Non ci fu modo di salvarlo.. ferito gravemente lo portarono a casa da me. Restò delirante per una settimana e nonostante i miei sforzi e le mie preghiere morì. Non ebbi mai più il coraggio di sposarmi.. e scelsi di essere la vostra nutrice. Non avevo figli e nemmeno una famiglia.. la vita monastica non faceva per me: una donna come me aveva poche alternative, non trovi?

-          Il destino ha voluto che condividessimo il medesimo dolore..

-          Vi sbagliate su questo punto. Riccardo guarirà!

-          Non c’è modo, ve l’ho detto..

-          Invece c’è. Non potete mentirmi: pensateci un attimo.. come credete che sapessi dell’esistenza di Desdemona?

-          Io non..

-          Quando mio marito era sul letto di morte la incontrai.. e lei mi rivelò il modo per salvarlo. Non lo attuai e lui morì.. di questo mi sono pentita tutta la vita: è colpa mia se morì, non fui abbastanza coraggiosa ed in questo modo rovinai la mia vita e feci sfumare la sua.. tra atroci sofferenze.

-          Cosa vi chiese?

-          Potete immaginarlo. Non ebbi cuore di uccidere quella persona.. che tuttavia morì ugualmente a una settimana di distanza dal mio povero Carlo..

Lavinia si fece bianca in volto e i suoi occhi rivelarono un dolore immenso e non ancora estinto.. Doveva aver sofferto così tanto! Ma perché le stava dicendo questo? A cosa voleva arrivare? Che immaginasse..

-          No, io non sacrificherò la vita di nessuno per la mia felicità..

-          Margherita, piccola mia.. non crediate che io non sia consapevole dell’identità della vittima che Desdemona vi ha indicato. L’ho capito da come mi avete guardata una volta uscita da lì.. e da come mi guardate ora. Vi dico soltanto che vi voglio molto bene e che sarei onorata di rendervi felice con questo mio sacrificio. Non commettete il mio stesso errore e seguite il consiglio della maga, sono io a chiedervelo.

La dama scoppiò in singhiozzi.. non riusciva a credere alle sue orecchie! Le stava realmente dicendo tutto questo?

-          Dovete decidervi però.. domani sarà troppo tardi. Nessuno si chiederà nulla della mia scomparsa. Sono sola e lo sai.. e non mi resta comunque molto da vivere. Se esiste un bel modo di morire è quello di farlo per qualcuno che si ama, ed è quello che ho deciso di fare.

-          Scordatevelo, non ci pensate nemmeno.. lui morirà ed io andrò avanti per la mia strada.. se è scritto nel destino che debba morire chi sono io per scontrarmi con esso uccidendo un’innocente?  Voi siete importante per me nello stesso modo che dite che io sia per voi.. Non avrei mai il coraggio di commettere un gesto così riprovevole.

-          Sono lusingata dal fatto che non mi avreste sacrificata e che piuttosto avreste fatto morire Riccardo.. ma sono io che vi chiedo questo. Ascoltatemi..

Dicendo questo la donna l’ abbracciò cercando di calmarla: margherita era scossa dai singulti ed ora era veramente confusa.. cos’avrebbe dovuto fare? Poi fu Lavinia stessa a prendere l’iniziativa: frugando nel mantello di Margherita trovò il pugnale.

-          No! No.. allontanatevi, fermatevi! Io non voglio..

Quel viso provato si illuminò con un sorriso ed avvicinò le labbra alla fronte candida della giovane in lacrime.. che sentì le sue mani aprirsi e afferrare il manico di quella lama. Sentì le mani ruvide e callose di quella donna così coraggiosa, di quella madre che non aveva mai procreato chiudersi con forza intorno alle sue. Uno scatto. Lei impotente ed attonita. L’altra donna  accasciata a terra con lo sguardo fisso su di lei, una macchia scura che si espandeva dal suo petto dopo aver rigato di rosso quella lama argentea e terribile..

-          Lavinia..

Il vento continuava a soffiare e scompigliava  capelli di quel corpo esanime. Non una voce, non un rumore.. solo il sibilo di quel vento che aveva soffiato via quell’anima tormentata e coraggiosa.. Quell’ anima che l’aveva amata così tanto, che si era sacrificata per la sua felicità.

Margherita si guardò le mani scoppiando in un pianto disperato.. era stata lei ad ucciderla: erano sue quelle mani sporche di sangue caldo. Un conato che riuscì a stento a controllare le salì alla gola.

Era un’assassina.

  
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