Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: Maggie_Lullaby    20/03/2009    8 recensioni
Lexi è una sedicenne testarda e dalla lingua affilata che vive in un mondo tutto suo pieno di ideali e stili di vita.
Maggie è una ragazza timida a innocente, incapace di dire di no e di vivere tranquillamente la sua vita.
Maryl è una ventenne che aspira a una grande carriera, ma è bloccata da un padre testardo e da due sorelle che hanno bisogno di lei.
La vita di tre sorelle si mescola a quella dei Jonas Brothers
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hi, hi, hi eccomi qui!!

Finalmente è venerdì e posso aggiornare con calma senza l'ansia dei compiti … passiamo ai ringraziamenti:

Potterina Weasley: Addirittura SEXY?? Mi fa piacere che tu trovi questo capitolo divertente!! E meno male che non è un reato odiare i prof, soprattutto quelli a personalità multipla tipo la mia prof di arte!!! Quella donna è pazza!! Comunque figurati per la recensione se non è “esauriente” come dici tu, ti perdono ECCOME anche perchè non ero affatto arrabbiata!! Un bacio!

EllieGoodman: grazie!! E sono contentissima di averti fatto ridere!!! XD!!! Mi sono divertita troppo a scrivere la parte di Joe e Nick! Un bacio!

_KikyBlonde_: davvero è la prima FF che leggi sui JB e qui scoprirai di più sul personaggio di Lexi dato che ti incuriosisce tanto … Un bacio!

DarkViolet92: eccomi qua!! Si ho visto la tua FF e come hai visto ti ho lasciato subito una recensione!! Attendo con ansia il prossimo aggiornamento!! E anche io ho fatto un personaggio sulla mia descrizione, Maggie sono io in tutto e per tutto. Grazie mille per la mail!!

Ice_Bubble: sono iper mega contenta che ti sia piaciuto questo capitolo!!! E se credi che Kevin sia il più normale dei tre è meglio se leggi questo capitolo … Un bacio!

erbeeren: sono felicissima che questo capitolo ti sia piaciuto e che ti abbia fatto ridere!! Ecco a te un altro chappy che spero apprezzerai! Un bacio!

jollina la verde: ma si la grammatica a che cosa serve?? Soprattutto nelle recensioni! Ho lasciato una recensione nella tua FF con piacere e continuerò a farlo!!! E comunque non sei in ritardo, perchè dici questo?? Un bacio!


Capitolo 5. The Church


La luce del sole si rifletteva sui vetri colorati della chiesa lanciando colori sgargianti sul volto dei presenti alla messa.

Lexi si riparò gli occhi con una mano, detestava quella luce così accecante, soprattutto quando cercava di trovare un posto in prima fila per guardare Maggie durante la sua esibizione nel coro della chiesa come ogni domenica mattina.

- Permesso, scusate, permesso – disse a tutti i presenti mentre si infilava fra di loro e cercava di appropriarsi di un posto in prima fila accanto a un ragazzo dai capelli scuri a capo chino.

Si sedette con un tonfo sordo e si tolse i capelli dagli occhi mentre guardava con ansia la porta da cui sarebbe uscita Maggie insieme al resto del coro.

Involontariamente mentre guardava la porta e saltellava ansiosa sulla panchina cigolante della chiesa colpì con un gomito il ragazzo di fianco a lui che fece un debole gemito di dolore.

- Scusa – disse Lexi guardandolo mentre il ragazzo alzava gli occhi verso di lei.

Si riconobbero all'istante.

- Ancora tu? - gridarono all'unisono.

Una cinquantina di paia di occhi si voltarono verso di loro intimandogli il silenzio.

Lexi e Joe chinarono il capo.

- Che cosa ci fai tu qui? - sibilò la ragazza.

- Prego, cosa ovvia in una chiesa mi sembra – disse Joe con voce piena d'odio.

Alexandra alzò gli occhi al cielo.

- Che cosa ci fai tu qui, invece? - chiese lui.

- Come hai detto tu siamo in una chiesa, quindi prego, inoltre mia sorella canta nel coro – spiegò lei fra i denti.

- Hai una sorella? Povera ragazza, cosa ha fatto nella vita precedente per meritarsi una cosa del genere? - ghignò Joe.

- Ah, ah, Mr Simpatia – commentò Lexi, ironica.

- E io guarda chi conosco, Miss Odiosità – continuò Joe, sincero

La chiesa, effettivamente, non era il posto più adatto per fare argomenti del genere, insomma dov'era finito il rispetto per i luoghi sacri che esisteva una volta? Sparito nel nulla.

Un uomo di mezza età li intimò al silenzio proprio mentre quindici fra ragazze e ragazzi entravano e si disponevano in silenzio nei propri posti.

Lexi accennò a un saluto con la mano a Maggie che era spaesata, rossa di vergogna e imbarazzo come sempre, la quale le sorrise incerta mentre il prete sorrideva allegro a tutti e iniziava la messa.

- Chi è tua sorella? - domandò Joe talmente piano che quasi Lexi non lo udì.

- Che ti interessa? - sibilò piano la ragazza.

Joe scrollò le spalle.

- E' un Paese libero questo, mi sembra, faccio quello che mi pare e piace – disse mettendo nella sua voce tutto l'odio e il disprezzo che provava per lei.

Lexi guardò davanti a sé fiera ripetendo le parole del prete.

- Prima fila, quinta da destra – rispose con una punta d'orgoglio nella voce.

Il giovane cantante seguì le indicazioni della ragazza e incrociò gli occhi di una ragazza mora, con i capelli lunghi e lisci, il viso arrossato dall'imbarazzo che guardava per terra.

- Ah – disse soltanto.

Lexi fissò la sorella.

- Dov'è la tua ragazza, credevo foste inseparabili – disse con arroganza.

Joe la fulminò con lo sguardo.

- Non è credente e oggi aveva altri impegni – spiegò lui.

- Uh, quindi è una ragazza così impegnata che non riesce a trovare anche solo pochi minuti per andare a pregare? - domandò Lexi.

- Ti ho già detto che non è credente e poi si è una ragazza molto impegnata – disse lui con odio. Insomma era un'attrice per forza era impenata. - E poi uno fa quello che gli pare.

Come si volevano bene! Da uno a dieci? Meno venti mila.

Lexi gli fece il verso e continuò a seguire la messa, si voltò dietro di sé e cercò con lo sguardo il padre e Maryl che si trovavano in fondo, in piedi affianco a una parete.

Maryl bella e elegante come sempre con un vestito bianco e lungo che le arrivava fino ai piedi e dalle maniche lunghe, le braccia incrociate al petto, la montatura degli occhiali bianca e i capelli legati in una coda di cavallo che le faceva ricadere della ciocche sulle spalle.

Peter Campbell, suo padre, era in piedi, anonimo, affianco alla figlia prediletta che seguiva le parole del prete come in una cantilena.

Lexi sospirò suo padre aveva evitato accuratamente di parlarle negli ultimi giorni dopo che la ragazza gli aveva annunciato la sua terza, e di sicuro non ultima, sospensione.

- Chi cerchi? - domandò Joe, la ragazza sussultò si era dimenticata della spiacevole compagnia che le stava accanto.

- Nessuno che ti interessi – rispose lei, brusca.

- A me invece interessa, il tuo ragazzo? - domandò lui sogghignando, - chi è quella povera anima pia? Voglio fargli le mie condoglianze.

- Ah, ah – disse sarcastica la sedicenne con voce dura.

Joe continuò a sogghignare per un tempo che a Lexi parve infinito.

- La vuoi smettere? - domandò lei con voce fin troppo alta e fu subito zittita da molti “shh!” che risuonarono per tutta la stanza.

- Oh, oh Lexi Campbell è nei guai – rise lui.

- Eclissati … - iniziò la ragazza, rendendosi conto all'improvviso di non conoscere il nome di quell'essere sgradevole.

- Joe Jonas – completò lui.

Alexandra lo guardò.

- Chi ti dice che voglio conoscere il tuo nome?

- Tu lo vuoi sapere – disse Joe.

- Non è vero.

- Si che è vero.

- No, non è vero.

- Si invece.

- Porca miseria Jonas non lo voglio sapere! - urlò Lexi.


A un passo dal possibile

a un passo da te,

paura di decidere

paura di me

(Eppure sentire, Elisa)


L'intera sala si voltò per guardare Lexi la quale abbassò il capo, più imbarazzata di quanto non fosse mai stata in vita sua mentre Joe stava trattenendo una crisi d'ilarità.

- Bene – disse Padre Andrew imbarazzato, - passiamo all'esibizione del nostro coro.

Maggie trattenne rumorosamente il fiato, come faceva sempre da quando aveva iniziato a cantare nel coro della chiesa.

I suoi compagni ormai non si voltavano più per controllare se stesse bene, avevano imparato presto che quella era una sua reazione naturale.

La piccola orchestra iniziò a suonare il pianoforte e il coro iniziò a cantare l'Ave Maria, Maggie era terrorizzata, aveva paura di sbagliare la canzone come le era già capitato non una ma cinque volte.

Padre Andrew era sempre stato comprensivo con lei, la consolava dicendole che lei aveva uno straordinario talento, che aveva delle potenziali ma che doveva superare quella sua terribile paura di sbagliare che la faceva, inesorabilmente, sbagliare.

Il prete li incitava con grossi sorrisi e muovendo le mani a mezz'aria seguendo il ritmo della canzone.

Il coro cantava e lui continuava a sorridere.

Quando la prima canzone fu finita il viso di Padre Andrew era talmente tirato in un sorriso che Maggie dubitava sarebbe riuscito a tornare alla normalità.

Dagli spettatori partì un debole applauso, l'unica che non applaudiva era Lexi che teneva ancora il capo chino.

- Bravissimi! - applaudì Padre Andrew con entusiasmo, - bene, ora passiamo alla prossima canone.

Maggie sprofondò, era il turno di Alleluia, la canzone che in assoluto detestava più di tutti, con tutti quegli acuti trita timpani che lei era sicura di essere negata a fare.

Il pianoforte partì e con lui anche il coro, Maggie in ritardo, ma riuscì a recuperare in tempo.

Da lontano un ragazzo con i capelli ricci e mori la osservava curioso, con il viso leggermente inclinato a lato.

Maggie ricambiò lo sguardo curioso, l'aveva già visto quel ragazzo solo non si ricordava quando … dove …

- Nick! - esclamò lei all'improvviso attirando verso di sé diversi sguardi da parte dei suoi compagni che la fissarono severi mentre cantavano.

Maggie riprese a cantare tenendo gli occhi bassi ma con un lieve sorriso sulla labbra; com'era piccolo il mondo, si erano incontrati solo pochi giorni prima e ora eccolo lì nella stessa chiesa in cui lei cantava tutte le domeniche.

Si era domandata tutti i giorni da mercoledì se avesse dovuto chiamare Nick, d'altronde le era sembrato un ragazzo così simpatico e dolce, qualcuno con cui parlare dei suoi interessi e preoccupazioni, sulle sue critiche su un libro.

Lexi si rifiutava categoricamente di ascoltare Maggie quando parlava di libri la quale tentava di convincere la sorella di provare a leggere un libro che non fosse di Isabel Allende o Agatha Christie, come uno di Cornelia Funke oppure di Joanne Kathlenn Rowling, con ogni probabilità era l'unico essere umano con più di dodici anni e mano di trenta che non avesse letto un libro di Harry Potter.

- Maggie! - esclamò Nick vedendo la ragazza con la tunica gialla canarina che aveva abbassato il capo.

- Chi? - chiese Kevin guardando il fratello.

Nick scosse la testa meravigliato.

- No, niente Kev, una ragazza che conosco.

O almeno che aveva iniziato a conoscere.

Il fratello maggiore scosse il capo e lasciò perdere per tornare ad ascoltare il coro ed a osservare Joe che, aveva notato, era stato ripreso parecchie volte insieme alla ragazza che era affianco a lui.

Nick canticchiò a bassa voce la canzone di sottofondo e continuò ad osservare Maggie che aveva rialzato il capo e ora lo fissava rossa in viso, un bel contrasto con il colore sgargiante della tunica che aveva addosso.

Il sedicenne non aveva potuto tornare in biblioteca a causa dei numerosi impegni che aveva, senza contare il fatto che Maggie non l'aveva mai richiamato e credeva,quindi, che non fosse un ospite gradito.

A quanto pareva, però, dalla reazione di Maggie alla sua vista lui non le stava antipatico, anzi, quindi c'erano solo due opzioni.

Opzione numero uno non aveva avuto tempo per chiamarlo.

Opzione numero due non gli stava antipatico ma non voleva chiamarlo; causa: ignota.

- Nick che c'è? - domandò Frankie, il più piccolo della famiglia Jonas, di otto anni a stento e di sicuro quello più sano mentalmente.

- No, niente Bonus, solo che ho visto una mia amica – disse Nick, se è possibile chiamarla così.

- Ah davvero, dove? - chiese guardandosi intorno.

- Lì, la vedi? La ragazza che si trova nel coro, in prima fila, quella mora e rossa in viso – spiegò Nick.

- Ah, si la vedo, che colore strano della pelle, però, è una Pellerossa? Che bello! Un indiana! Io adoro gli indiani, soprattutto i vestiti che indossano sono così colorati e quei copricapi con le piume, quelli enormi! Sono troppo belli! - disse Frankie eccitato.

- No, non è un'indiana – spiegò Nick, paziente.

- Un'indigena?

- No, è come noi.

Frankie lo guardò con un'espressione dura.

- Potevi lasciarmi sognare, però – brontolò offeso.

Nick ridacchiò e tornò a seguire il coro, sicuro che più tardi avrebbe parlato con quella ragazza.


Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi

le tue calzette rosse

e l'innocenza sulle gote tue

due arance ancor più rosse

(La canzone del sole, Lucio Battisti)


Kevin uscì dalla chiesa con passo svelto, il sole gli illuminava il viso e lo accecava tanto che, quasi, non riusciva a vedere dove stava andando. A mala pena si rendeva conto se qualcuno gli stava andando addosso e non si scontrò con nessuno solo per puro miracolo dato che la luce gli impediva di vedere niente che si trovava oltre i due metri di distanza dal suo naso.

- Aspetta papà, io vado a piedi! - gridò una voce femminile che il ragazzo non riconobbe.

- Sicura pulcina? - chiese quello che doveva essere il padre.

- Si, voglio fare quattro passi – disse la voce femminile. - E poi devo prendere Maggie.

- Oh, è vero, allora a dopo pulcina.

- A dopo papino.

Pulcina e papino, caspita si dovevano avere davvero bene.

Quattro passi, esattamente quattro passi, dieci secondi e quattro passi prima dello scontro.

Kevin si schiantò contro qualcuno ed entrambi finirono a terra.

- Ma fantastico! - gridò la ragazza sarcastica.

Kevin non poteva dimenticare quella voce e soprattutto non poteva non riconoscerla da così vicino.

- M ...Maryl? - domandò Kevin.

- Di nuovo tu? - domandò Maryl sorpresa e irritata.

- Questo è ciò che dovrei dire io! Cosa ci fai qui? - chiese il ventunenne cauto.

Maryl lo ignorò e si alzò.

- No! Tutto ma non questo! - ululò la ragazza.

- Cosa? - chiese Kevin alzandosi.

- Tu, tu feccia ignobile, fottutissimo Rompi Scarpe Firmate, tu mi hai rotto un altro tacco! - gridò la ragazza con rabbia.

Kevin era senza parole; due tacchi in cinque giorni, caspita era un record!

- Tu Jonas, tu mi hai rotto un altro tacco! - ripeté la ragazza, basita, - un altro tacco.

Era sotto shock.

- Ehm stai bene? - chiese Kevin seriamente preoccupato.

- Se io sto bene? Io non sto bene, tu mi hai rotto un altro tacco! Questa me la paghi idiota, feccia che non sei altro! Io … io ti denuncio, io non so che ti faccio! - sbraitò Maryl mentre una piccola folla si era radunata affianco a loro.

Fra di loro c'erano Lexi e Joe, a debita distanza che evitavano accuratamente di incrociare i loro sguardi.

- E' un tacco! - ribatté Kevin.

- Eh no Jonas, scordatelo di dire ancora questa tiritera “E' un tacco! - lo scimmiottò la ragazza con urla isteriche. - Mi hai rovinato anche il vestito!

Tacco e vestito, fine del mondo.

- Uh, allora che facciamo, vuoi chiamare i servizi segreti? - domandò Kevin.

- Magari … - ammiccò Maryl.

Si lanciarono occhiate infuocate.

- Io ti odio! - esclamò lei.

- Non quanto io odio te! - disse lui.

In quel preciso istante dalla folla per entrare a far parte della mischia, uno da Kevin, l'altra da Maryl.

- Che cosa vuoi Joe? - domandò con un sibilo Lexi.

- Sto prendendo le parti di mio fratello, Lexi – disse lui.

- Ti ho detto di non chiamarmi Lexi, io sono Alexandra per te – disse lei urlando.

- Vattene! - le ordinò Joe.

- No, sto prendendo le parti di mia sorella – gridò lei.

Capirono tutti e quattro, Kevin, Joe, Maryl e Lexi.

- No, aspetta un attimo che cosa hai detto? - domandarono all'unisono.

- Lei è tua sorella? - domandò Kevin a Maryl indicando Lexi. - Povera ragazza.

- E lui è tuo fratello? - chiese Maryl indicando Joe. - Mi dispiace per te.

- Già sono suo fratello - disse il diciannovenne, - piacere Joe Jonas.

Maryl guardò per un istante la mano che il ragazzo le tendeva.

- Maryl Campbell.

- No! Non potete fare amicizia – disse Lexi.

- Già! - concordò Kevin, - Joe non puoi farmi una cosa del genere.

In quel momento delle risate li distrassero e li fecero voltare verso la fonte di quel rumore in quell'istante così odioso.

Un ragazzo e una ragazza dai capelli mori stavano ridendo allegri mentre uscivano dalla chiesa, ma che si fermarono quando videro i fratelli e le sorelle.

- Joe? Kevin?

- Maryl? Lexi?

- Maggie che stai facendo? - chiese Lexi.

Maggie si voltò verso Nick per poi tornare dalla sorella.

- Sto chiacchierando con un mio amico.

- Quel tuo amico ha un fratello odioso – disse Maryl.

- E quella tua amica ha una sorella rompiscatole – disse Joe.

- E …? - chiese Nick.

Tre ragazzi, tre ragazze, anche se più precisamente erano tre fratelli e tre sorelle il cui loro destino si era unito, inconsapevolmente.


Continua ...

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Maggie_Lullaby