AVVISO: Tutti i personaggi di questa storia
sono maggiorenni. I fatti e i personaggi non sono esistiti o esistenti. I
personaggi, i luoghi ecc … appartengono ai rispettivi ideatori e detentori di
Copyright. Questa storia non ha alcun fine di lucro. Qualsiasi nome o
riferimento a fatti o persone esistenti o realmente esistiti è puramente
casuale.
NOTA DELL’AUTRICE:
Ringrazio come sempre Annaly, bravissima beta, cara amica, e confidente
comprensiva. Senza di lei, le mie storie sarebbero deliri.
L’Angelo Biondo e lo strano
Gatto
E’ difficile riconoscere un gatto nero in una stanza
scura, soprattutto quando il gatto non c’è.
Proverbio cinese.
Draco era
seduto con Blaise nei pressi del Lago Nero, a godersi una delle prime giornate
temperate di primavera. In effetti,per lui, il termine esatto non era proprio
godere, quanto più languire. I suoi amici non sapevano come comportarsi con
lui. Da quando, quasi un anno prima, Potter aveva finalmente messo la parola
fine alla guerra, uccidendo Voldemort, il biondo era profondamente cambiato,
non dovendo più sottostare alle regole folli del padre, e lo si poteva vedere
spesso scherzare, ma conservava pur sempre un fondo di alterigia che, se
stuzzicato, faceva riaffiorare il Malfoy dei bei tempi, capacissimo di
affondare chiunque con la sua lingua velenosa. Di conseguenza, nessuno se la
sentiva di affrontare i suoi malinconici malumori, anche se tutta la casa di
Serpeverde, sapeva benissimo chi ne fosse il colpevole: Harry Potter.
Tantissime
cose erano cambiate, durante quei lunghi mesi dopo la morte di Voldemort, ma
una era rimasta invariata: Potter era sempre al centro dei pensieri della
bionda serpe, anche se i sentimenti verso il grifone erano cambiati. Il
risentimento e l’invidia avevano lasciato posto all’ammirazione, nel vedere
come il grifone affrontava il suo destino, per liberare tutti loro; poi
all’ammirazione si era aggiunta l’attrazione, per quel giovane che aveva
completamente perso la gracilità e la goffaggine del Bambino Sopravissuto, per
fiorire letteralmente e tramutarsi in un giovane uomo che incarnava
perfettamente lo stereotipo di Eroe. Infine, come se tutte quelle emozioni
fossero ingredienti di una pozione, che doveva solo ribollire per il giusto
tempo prima di essere pronta, Draco Malfoy si rese conto che la cotta passeggera
che credeva di avere per il Salvatore del Mondo Magico, era qualcosa di ben più
profondo, che continuava a vivere dentro di lui, malgrado non fosse ricambiata.
Da quando
era ricominciata la scuola, aveva osservato Harry ogni minuto, facendo
scivolare il suo sguardo su quel corpo come un’unica lunga carezza, ne
conosceva a memoria ogni curva, ogni movimento. Aveva memorizzato ogni
espressione di quel volto e di quegli splendidi occhi, poteva capire di che
umore era il ragazzo con una semplice occhiata … ma questo sempre da lontano.
I litigi tra
di loro si erano interrotti, specialmente dopo che Draco fu riammesso a
scuola,nonostante il marchio nero che macchiava il suo braccio, proprio grazie
all’intervento di Potter. Ma, malgrado questo, non avevano mai stabilito il
benché minimo rapporto. Si limitavano ad ignorarsi: anzi Potter sembrava
essersi specializzato nel far finta che Malfoy non esistesse … evitava
addirittura di guardarlo, mentre si incrociavano nei corridoi.
Draco
sospirò, seguendo con lo sguardo proprio il ragazzo al centro dei suoi pensieri
che, da solo, stava attraversando il parco del castello, diretto verso
l’ingresso. La voce di Blaise, l’unico che avesse abbastanza confidenza col
biondo per poter parlare di certe cose, interruppe le sue elucubrazioni.
- Perché,
invece che stare qui a sospirare, non vai da lui e provi a parlargli? -
- See, e che
gli dico? -
- Non devi
mica cantargli un poema epico, basta un ciao … poi vedi come reagisce! -
- Blaise,
devo forse farti notare che da quando è iniziata la scuola, mi evita come la
peste? -
- Se
vogliamo essere fiscali, Potter evita chiunque! Il dialogo più lungo che ha
avuto quest’anno non ha superato la mezz’ora! -
- E tu come
fai a saperlo? -
- Perché io
so sempre tutto quello che accade tra queste mura! -
- Ah sì? -
- Esatto! E
ti posso anche dire che questa famosa chiacchierata l’ha avuta con la piccola
Weasley. -
Draco si
irrigidì a quel nome, mentre una fitta di gelosia si impadroniva di lui.
-
Tranquillo, Potter non ha la minima intenzione di accasarsi con la rossa. -
- E tu cosa
ne sai? -
- Fidati del
tuo Blaise … certe cose le fiuto nell’aria! -
Draco stava
per rispondere, quando qualcosa di grosso e peloso, gli si fiondò praticamente
in braccio. Istintivamente afferrò la "cosa " e freddò con uno
sguardo un paio di ragazzini della sua casa, che stavano cercando di catturare
quello che si rivelò essere un gatto. Con voce minacciosa sibilò:
- E’ inutile
che vi illustri quanto il correre dietro ad un gatto è più da stupidi
Tassorosso, che da furbi Serpeverde . Inoltre, IO AMO I GATTI, questo dovrebbe
chiarire sufficientemente cosa vi accadrà se continuate a perseguitare questo
animale! -
I due
ragazzini rabbrividirono e se ne andarono mesti.
Draco
abbassò lo sguardo sulla creatura che teneva in mano, il gatto aveva cercato
inizialmente di ribellarsi, mordendo e graffiando, ma ora sembrava tranquillo,
sebbene lo osservasse con occhi vigili e selvaggi.
- Ehi, non
preoccuparti … non voglio farti nulla! - Soffiò Draco, addolcendo lo sguardo
Poi gli occhi gli si spalancarono, mentre fissava l’animale - Blaise, ma hai
visto, questo non è un gatto! -
Blaise lo
guardò titubante - Beh, è sicuramente più grande del normale … e stranamente
maculato … ma sembra un gatto. -
- Ma quanto
sei ignorante? E’ un Ocelot -
- Un che? -
- O Salazar!
Un Ocelot … un gattopardo! So che sono originari del Sud America … cosa ci fa
questo ad Hogwarts? -
- Apparterrà
ad uno studente -
- Non ne
avevo mai visto uno dal vero … guarda che occhi! -
-
Effettivamente è molto bello, solo che sembra terribilmente selvatico. Guarda
come ti ha ridotto le mani e gli avambracci! - Precisò Blaise, mentre iniziava
a guarire l’amico dai tagli che il felino gli aveva procurato. - A pensarci
bene, sembra un piccolo leopardo. Quegli occhi poi sono spettacolari, mai visti
occhi così verdi su di un animale… non ti ricordano qualcuno di nostra
conoscenza? - Buttò lì Blaise, con falsa noncuranza.
Draco
sbuffò, mentre la sua mano continuava ad accarezzare l’animale, che ora
sembrava tranquillo, anche se il suo sguardo non aveva perso quella scintilla
selvatica che lo illuminava.
- Chissà a
chi appartiene … non dovrebbe essere difficile saperlo … - mormorò il biondo
- Perché ti
interessa? -
- Mi piace -
- Cos’è,
vuoi proporti come padroncino ? - Rise Blaise, facendo sbuffare divertito anche
Draco.
Insieme i
due ragazzi si avviarono verso la loro Sala Comune, nei sotterranei, con
l’ocelot, finalmente tranquillo, tra le braccia di Draco.
Appena
varcata la soglia, Pansy si fece loro incontro sghignazzando.
- Pansy, sei
improvvisamente impazzita? Che cavolo hai da ridere così? - Chiese Blaise,
mentre la ragazza, prima ancora di smettere di ridere, indicò il gatto.
- Ce l’hai
tu! - Disse solo, prima di ridere ancora
Draco la
guardò con sufficienza, prima di chiedere - Sai per caso a chi appartiene
questo animale? -
- Oh, certo!
Se invece di isolarvi come solito al Lago, foste stati al castello, lo sapreste
anche voi! La Granger e la Lenticchia femmina hanno fatto il diavolo a quattro
per cercarlo! -
- Oddio, non
dirmi che questa povera creatura appartiene alla Piattola! - Proferì Draco,
realmente preoccupato.
Gli occhi di
Pansy brillarono, mentre con malizia rispose - Certo che no mio caro … la
bestiola è di Potter! -
- Benedetto
Salazar! - Sbottò Draco, con gli occhi spalancati, prima di afferrare Blaise e
chiudersi nella propria camera, sempre con lo pseudo gatto in spalla.
- Draco, che
ti prende? -
- Non lo
capisci? Se qualcuno dice a Potter che ho il suo animale, quello dà di matto! Come
minimo mi lancia contro chissà quali incantesimi! -
- Ma per
favore. Non ti sembra di esagerare? Sai benissimo quanto me che le cose sono
cambiate … non litigate nemmeno più! -
- No, no …
sei tu che non capisci … penserà che l’ho rapito per fargli qualcosa e … -
- Oh,
Benedetto Salazar davvero! Ti vuoi dare una calmata? Prova a guardare la cosa
da un’altra prospettiva … - insinuò Blaise, ottenendo tutta l’attenzione
dell’altro, che nel frattempo si era seduto sul letto ed aveva lasciato
l’ocelot libero di curiosare nella stanza.
- Hai la
scusa giusta per avvicinarti a Potter. E’ da inizio anno che mi fai una testa
così cercando un motivo per attaccare bottone con lui senza passare per stupido
…ora ce l’hai!-
- Non credo
che le cose cambieranno comunque … -
- Sai che
non ti facevo così pessimista? Dov’è finito il Draco che prendeva quello che
voleva, con l’astuzia tipica del principe dei Serpeverde? -
- E’ morto,
Blaise … l’ha ammazzato Potter … accidenti a lui! Ma perché doveva farmi
questo? -
Gli occhi
del felino brillarono dall’angolo in cui si era seduto.
- Draco,
guarda che lui non ha fatto proprio nulla … -
- Non è
vero! Se non fosse così bello e … così dannatamente eroico … cavolo, è pure
simpatico e gentile. Quando lo sento parlare con gli altri … per Salazar, ma
come ho fatto ad innamorarmi di lui? - Si chiese il biondo.
- Senti, ora
devi smetterla di crogiolarti nel tuo pessimismo, cercando di autodistruggerti
… vai da Potter, gli restituisci il suo gatto …
- Non è un
gatto -
- Va beh,
gatto … ocelot … felino … bestia... quello che è, e gli parli! Non dico che … -
- Oh sì, ho
già l’immagine in mente: lui che mi tira un pugno sul naso, dopo che gli ho
detto " Potter, io e te dobbiamo parlare, perché è dall’inizio dell’anno
che mi eviti … ed io sono innamorato di te!" - Sbottò Draco, prendendosi
il volto tra le mani.
Blaise capì
che quel gesto poneva fine al loro dialogo e, salutando mestamente l’amico,
uscì dalla stanza.
Improvvisamente
Draco sentì l’animale avvicinarsi a lui, ed infilarsi tra le sue braccia.
Avvertì la punta fredda e bagnata del nasino che gli sfiorava la fronte, mente
una zampetta soffice e delicata, si posava sulle sue labbra. Istintivamente
sorrise - Piccolino, come vorrei che il tuo padrone fosse altrettanto gentile
con me. Ora, però, fai il bravo, mentre io vado a farmi una doccia … poi ti
riporto dal tuo padrone … e che Salazar me la mandi buona! - Bofonchiò, mentre
si alzava.
Dopo una
bella doccia, Draco si sentiva decisamente meglio, quasi quasi, aveva anche
trovato il coraggio per affrontare la consegna del gatto … uscì dal bagno con
solo un asciugamano avvolto ai fianchi, ancora gocciolante, perché dalla fretta
aveva dimenticato l’asciugamano per i capelli che continuavano a far spillare
acqua lungo il suo torace.
Avvertì
subito che c’era qualcosa di diverso nella sua stanza … un odore che conosceva
e che assolutamente non poteva essere lì: il profumo di Potter. Allarmato,
iniziò a guardarsi attorno, finché non scorse una sagoma nell’angolo di fianco
al camino. Con suo immediato allarme, la sagoma si mosse e gli si fece incontro
…
Harry
Potter, avvolto nel suo mantello, lo stava osservando.
- Po …
Potter! Come diavolo sei entrato? E perché indossi il mio mantello? -
- Ciao
Draco, mi hai portato tu qui … ed indosso il tuo mantello, perché sotto sono
nudo. - Rispose maliziosamente il moro.
Draco si
rese conto di essere furiosamente arrossito, dal bruciore che avvertiva sulle
guance e dal battito furioso del suo cuore … purtroppo la parola
"nudo" fuoriuscita dalla bocca dell’altro, aveva avuto un effetto
deleterio anche su di un’altra parte del suo corpo, e l’occhiata divertita di
Harry, lo fece arrossire ulteriormente.
- Io … tu …
insomma … cosa significa che ti ho portato io qui? -
Chiese
Draco, fissando l’altro negli occhi … occhi famigliari … verdissimi, vigili e
con una scintilla selvaggia di fondo che li illuminava. In un attimo comprese:
figuriamoci se Potter poteva essere normale in qualcosa, se poteva trasformarsi
in un semplice gatto! No! Naturalmente doveva essere un felino esotico …
cavolo, nemmeno da animagus riusciva a non essere attratto da lui! . Le sue
labbra si aprirono, ma non disse nulla, anche perché il grifone nel frattempo,
si era pericolosamente avvicinato a lui.
Senza
smettere di fissarlo, Harry appoggiò i palmi delle mani sul muro alle spalle
della serpe, imprigionando il suo viso, poi sorrise ferino e disse solo -
Miaoooo - prima di appoggiare le labbra su quelle del biondino, in un bacio
dolce e casto, ma che prometteva ben altro.
Quando si staccarono,
mantennero lo sguardo fisso nell’altro, con occhi pieni di emozioni dolci e
forti, che finalmente, non dovevano più essere nascoste; finalmente potevano
essere mostrate all’altro senza timore o paura. Poi la voce di Harry spezzò il
silenzio, dolce come mai il biondo l’aveva sentita prima.
- Sai Draco,
io e te dobbiamo parlare, perché è dall’inizio dell’anno che mi eviti … ed io
sono innamorato di te! - Gli disse il grifone, parafrasando ciò che lui stesso
aveva detto a Blaise ed ottenendo in risposta un bellissimo sorriso.
NOTE PERSONALI:
Per chi di
voi non fosse cresciuta, come me, in compagnia di Piero Angela e dei
documentari naturalistici, l’Ocelot ( Leopardus Pardalis), è un felino molto
comune nell’America latina. Come dimensione è circa il doppio di un comune
gatto. E’ un ottimo arrampicatore e non ha nessuna paura dell’acqua, anzi è un
buonissimo nuotatore.
Principalmente
ha abitudini notturne, anche se lo si può avvistare pure in pieno giorno, se
catturato da cucciolo, lo si può addomesticare facilmente, ma con l’arrivo
dell’età adulta la sua indole selvatica prende il sopravvento e, spesso,
diviene intrattabile. Nonostante questo, negli Stati Uniti, vi è un grosso
commercio di Ocelot, in qualità di animali da compagnia, essendo considerato
uno dei felidi più belli.
Ora, come
d'abitudine, ringrazio chiunque legga e, soprattutto, chi mi lascia un
commento!
Baci
Tit.