Primo giorno di scuola. Terza elementare.

Giovedì, 14.09.2006

Erano le 7 e 34 e Stiles, un bambino di soli 8 anni, era ancora seduto sul letto, ad aspettare. Questo periodo era sempre il più difficile, per lui e suo padre, perché all'inizio di settembre di due anni prima, era morta sua mamma, Claudia e quel tragico evento aveva spezzato la famiglia Stilinski, forse per sempre.

Stiles non aveva mai capito com'era successo, e il padre non aveva mai avuto né il coraggio né il cuore di spiegarglielo.

Non sapeva bene cosa stava facendo lì, o meglio, non sapeva chi o cosa stesse aspettando. Forse aspettava sua madre, che probabilmente lo avrebbe sgridato perché stava facendo tardi, ma sapeva che in fondo, lei non sarebbe mai più arrivata a fare capolino a quella porta, non avrebbe mai più tenuto Stiles tra le braccia così stretto che lui a stento respirava, e Stiles non avrebbe mai più sentito neanche i suoi rimproveri che lui odiava tanto, ma che in quel momento ricordava con affetto come ogni cosa che riguardava la madre.

Aveva pur sempre il padre, e lo sapeva bene. Un padre che era riuscito a sopravvivere con un figlio piccolo, un padre che nonostante tutto, era riuscito ad accettare quel dolore e a convivere con esso.

I minuti passavano velocemente e quando Stiles riuscii a svegliarsi dai suoi pensieri si alzò e scese le scale velocemente, con uno zaino praticamente vuoto in spalla. ''Cosa potrei portarmi il primo giorno di scuola?'' questo aveva pensato Stiles nei giorni precedenti, per poi optare per un quaderno, un astuccio con qualche penna e il resto dell'occorrente, presenti in qualsiasi astuccio di un qualsiasi studente, e un diario ancora immacolato. Lo sceriffo Stilinski stava in cucina a bere la sua solita tazza di caffè mattutino e una volta visto il figlio entrare nella stanza, posò la tazza e prese le chiavi della macchina. Stiles appena si avvicinò vide immediatamente le occhiaie del padre ma non disse nulla al riguardo, sapeva che molte notti non riusciva a dormire. Non  avevano mai parlato della morte della mamma e ,ogni volta che Stiles si azzardava a chiedere perché sentisse il papà piangere di notte quando appicicava l'orecchio al muro fin troppo sottile, il padre diceva sempre le stesse parole; << Sono cose da grandi Stiles, ma sto bene >>.

Stiles prese una merendina dallo scomparto apposito e poi filò dietro il padre in direzione della macchina. Oggi era il nuovo giorno di scuola, sempre la stessa scuola, e sempre la stessa classe. Stiles non si era fatto tantissimi amici, molti bambini lo prendevano in giro per via di sua madre, o per il suo carattere, sempre molto chiuso. L'unico bambino che gli era amico, nonché il suo compagno di banco, lo aveva conosciuto proprio lo stesso giorno di due anni prima, si chiamava Scott ed era l'unico che non lo aveva mai preso in giro, anzi, era anche lui etichettato come 'Sfigato' per i suoi attacchi d'asma. Stiles ricordava perfettamente che, durante uno di questi, tutti i loro compagni di classe si misero a ridere e il piccolo Stilinski fu l'unico a trovare nello zaino l'inalatore e a passarlo all'amico.

Il viaggio in macchina fu più che breve, la scuola elementare stava a non più di 300 metri da casa Stilinski, il padre senza tante moine fece scendere Stiles per poi andarsene in direzione della stazione di polizia. Stiles entrò subito nella scuola con lo zaino in spalla, e vide subito Scott davanti la classe, lo raggiunse subito mettendosi insieme all'amico sulla porta. I loro compagni stavano iniziando ad arrivare, accompagnati dai loro genitori.

Ma c'era una bambina che Stiles non conosceva, una bambina con i capelli color rame con dei riflessi biondi. Era bellissima, e Stiles non appena la vide tirò una gomitata a Scott chiedendogli se lui conoscesse il nome di quella meravigliosa sconosciuta che si stava avvicinando alla porta alla quale lui era appoggiato.  Stiles sentiva il suo stomaco andare in fiamme e il cuore battere all'impazzata, ogni passo che lei faceva nella sua direzione, era un battito in più nel cuore del piccolo bambino. Non appena lei fu abbastanza vicina lui decise immediatamente di parlarle.

<< Ciao, io sono Stiles Stilinski, ma puoi chiamarmi Stiles, puoi chiamarmi come vuoi in realtà >> mormorò lui impicciandosi con le parole e con i pensieri.

<< Io sono Lydia Martin>> rispose la bambina, ora non più sconosciuta, il suo sorriso era bellissimo e i suoi occhi erano, per Stiles, un meraviglioso sogno.

Appena lei varcò la soglia, entrando in classe, Stiles sentii il suo profumo di qualcosa che le era sembrato simile alla fragola,  e lui amava le fragole.

''Forse è questo l'amore?'' si domandò il bambino di 8 anni mentre si metteva seduto al proprio banco della 3° B.